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Autore: Cipria    15/07/2019    1 recensioni
«Era rimasta lì immobile, con le gambe paralizzate, il respiro spezzato e col volto imperlato di lacrime calde e silenziose, un pianto che lei stessa aveva stentato a riconoscere l’aveva invasa, si ascoltava e non si riconosceva.»
Un piccolo monologo interiore narrato da una voce esterna e non in prima persona sulla mia amata Brienne dell'episodio 8 x 4.
Si può leggere senza altri agganci narrativi, perché ha senso così, in sé, oppure si può leggere preceduta dall'altra mia storia pubblicata in questa sezione dal titolo « Io t'ho prescelto tra tutte le stelle» https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3846797&i=1 che è basata sulla fase antecedente a quella narrata in questa sede.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brienne di Tarth
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per un istante d'estasi

Per un istante d’estasi

 

Era rimasta lì immobile, con le gambe paralizzate, il respiro spezzato e col volto imperlato di lacrime calde e silenziose, un pianto che lei stessa aveva stentato a riconoscere l’aveva invasa, si ascoltava e non si riconosceva, una voce come di bimba, quella che non si era mai concessa di essere le veniva dalla pancia, una disperazione antica le paralizzava tutti i muscoli del viso, le bloccava le labbra in una posa sardonica quasi di morte, un dolore lancinante la piegava in due, sulle ginocchia. Col cuore sconfitto e l’anima morta era rimasta lì sulla neve con il sangue più freddo della neve stessa.

 

Se ne era andato, l’aveva lasciata lì, implorante, in maniera speculare si ripeteva la scena vissuta anni prima quando era stata lei a partire per cercare le figlie di Lady Stark, certo il loro rapporto allora era diverso, nessuna disperazione solo il dispiacere per non aver potuto approfondire un sentimento in boccio. Pensava che non fosse stata abbastanza, che forse se avesse fatto di più sarebbe rimasto, che una donna brutta prima o poi viene sempre messa da parte per un’offerta migliore, avrebbe dovuto saperlo, soprattutto se l’alternativa non solo è più bella, ma è fatta della stessa sostanza del cuore di lui. Si era maledetta per aver pensato che gli Déi per una volta avessero voluto farle un dono, nessun dono, sono sadici, se ti danno qualcosa lo fanno solo per potertelo togliere ed osservare come la disperazione ti deformi, ti eroda, ti laceri. Non avrebbe dovuto pensare che per lei il fato avesse in serbo l’amore o la felicità, era stata ingenua. E poi si era maledetta per il suo senso di lealtà, se solo non avesse giurato a Catelyn Stark gli sarebbe corsa dietro, e sì forse l’avrebbe convinto, e sì forse sarebbe tornato indietro, si sarebbe scusato per aver detto cose che non pensava - ché lui era vero che fosse cambiato, che fosse un altro uomo - e le avrebbe detto che le avesse vomitato addosso quelle frasi gelide solo per proteggerla, e avrebbero fatto l’amore per fare pace. O forse, no, non l’avrebbe convinto ma gli sarebbe andata dietro farneticante come qualsiasi donna disperata, l’avrebbe seguito fino ad Approdo del re, sarebbe stata disposta ad accompagnarlo da lei, da Cersei, quel fantasma onnipresente tra loro, la donna che la faceva sentire sempre messa in discussione, sempre poco, non abbastanza. Invece era rimasta lì, bloccata dal suo giuramento, ancorata ad un valore che la stava sacrificando al proprio stesso altare.

O forse era lui a non essere stato abbastanza per non aver avuto il cuore capace di contenere il suo immenso amore, forse era lui non aver avuto abbastanza coraggio per accogliere un amore bello e corposo come le rose piene di petali di seta e velluto, per riparare in uno mediocre e più simile ai rovi sui quali crescono le more.

Sì, forse era Jamie che non era stato alla sua altezza, questo pensiero però non l’aveva consolata, sapere di valere di più dell’altro per un cuore sconfitto non è mai di alcun conforto.

 

Fine

S.

 

Per un istante d'estasi

Per un istante d'estasi
Noi paghiamo in angoscia
Una misura esatta e trepidante,
Proporzionata all'estasi.

Per un'ora diletta
Compensi amari d'anni,
Centesimi strappati con dolore,
Scrigni pieni di lacrime.

 

E. Dickinson

 

 

Note dell’autrice: Non ho particolari commenti, è un monologo interiore espresso attraverso la voce dell’autore, quindi non in prima persona, sto lavorando su una storia a lieto fine, ma amo masochisticamente quelle che finiscono ‘male’ al culmine dell’amore che si interrompe intatto, non intaccato, né consumato dal fatto di essere stato vissuto, e per tal motivo in un certo senso eterno.

Spero abbiate apprezzato questo piccolo scritto, sia nei contenuti che nello stile.

A presto.


   
 
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