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Autore: DesiKookie93    15/07/2019    1 recensioni
Viaggi da una città all'altra, in giro per il mondo, con solo il tuo amato album fotografico ad accompagnarti nei tuoi vari viaggi...
Ma se quando arrivi nella tua città preferita tra tutte, un sogno ricorrente ed un incontro potrebbero cambiare qualcosa nella tua vita di viaggiatrice solitaria, accetteresti questo cambiamento...?
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Angolo Autrice-
Prima di iniziare vorrei solo consigliarvi di leggere questa storia ascoltando Scenery di Taehyung, perché è la canzone che ho ascoltato scrivendola.

Buona lettura





Stava sfogliando l'amato album fotografico che portava sempre con sé, quando finalmente nell'aeroporto in cui si trovava, annunciarono il volo che stava aspettando ormai da qualche ora, dato che per colpa di un contrattempo, aveva avuto un ritardo.

Y/N chiuse quindi il suo album, riponendolo di nuovo nel trolley che aveva con sé, e si diresse verso il suo volo.



Quello si trattava dell'ennesimo volo per lei, in quanto in quegli ultimi anni, ne aveva ormai fatti parecchi.
Infatti da quando aveva finito gli studi, aveva iniziato a realizzare un sogno che aveva sin da piccola.

Viaggiare.

Y/N adorava imparare e conoscere qualsiasi cosa su qualsiasi parte del mondo, e da piccola si era ripromessa che, una volta diventata grande e con la possibilità di farlo, sarebbe partita con il primo volo disponibile, e avrebbe visitato tutti i luoghi che fino a prima, poteva vedere solo nei libri o alla televisione.

E così aveva fatto, iniziando innanzitutto dalla sua terra, l'Italia.



In qualsiasi posto andasse, ci passava poco più di un paio di mesi, cercando ogni volta un piccolo lavoretto part-time che le permettesse di mantenersi e partire di nuovo, dato che lei era una ragazza normale, quindi anche lei aveva bisogno di soldi come tutti, soprattutto per continuare a realizzare questo suo sogno.



In quel poco tempo in cui alloggiava nelle varie città che visitava, ogni volta che usciva dalla sua camera d'hotel, portava sempre con sé la sua amata macchina fotografica, da cui non si separava mai.

Fotografava qualsiasi cosa che attirava la sua attenzione, sia che fosse un monumento importante, sia un paesaggio che a lei piaceva particolarmente.



Quando poi tornava in hotel, guardava tutte le polaroid scattate quel giorno, e quelle che lei riteneva più significative, le metteva nel suo amato album fotografico, aggiungendo la data in cui erano state scattate, il luogo, ed un piccolo pensiero personale.



Aveva deciso di creare quell'album fotografico durante il suo primo volo, così da non dimenticare il giorno in cui aveva visitato quei luoghi, i pensieri avuti mentre scattava quelle foto, e le emozioni provate durante i suoi viaggi.

Amava la fotografia, proprio perché grazie ad essa, poteva ricordare bene ogni luogo visitato, e rivivere il momento in cui una certa foto era stata scattata.



Fino a quel momento, aveva visitato le più grandi città italiane, e poi era partita per l'Europa e l'Asia, altro continente che la incuriosiva molto.

 C'erano ancora tantissime città che doveva vedere ed esplorare in quei due continenti, ma aveva deciso di fare un po' per volta, e tornare di nuovo dopo qualche tempo, per cambiare anche continente di tanto in tanto.



In quel momento, mentre stava aspettando quel volo, si trovava in America, ed era la prima volta che aveva visitato quel continente, dato che era stata in Asia prima di arrivare lì.

Ma ora, sentiva che era arrivato il momento di partire per la città che aveva sempre sognato, che voleva visitare fin da piccola più di qualsiasi altro posto al mondo.

Parigi.



Nonostante il suo desiderio di visitare quella città che tanto la affascinava, e che desiderava esplorare fin da bambina, aveva deciso di non andarci subito, perché per qualche motivo sconosciuto persino a lei, sentiva che non fosse ancora il momento adatto per farlo.



Ma ora, mentre aspettava quel volo, sentiva che quel momento era finalmente arrivato.

Finalmente, si sentiva pronta per la città dei suoi sogni.



Quando una volta salita sull'aereo, si sedette al suo posto, prese di nuovo fra le mani il suo album fotografico, e lo tenne per tutta la durata del volo, spostando ogni tanto lo sguardo sul finestrino in parte a lei, per guardare quello che si trovava al di fuori di esso.

Spesso, durante i voli, puntava sempre il suo sguardo fuori dal finestrino, perdendosi a guardare l'immenso cielo che si stagliava dinanzi a lei, immaginando la città che stava per visitare, o quelle che doveva ancora visitare nei mesi successivi, o ancora, ripensando a quella che stava lasciando in quel momento, e ai posti che le erano piaciuti di più.



Il volo sarebbe durato circa sette ore, e dopo circa tre ore da quando il suo volo partì, la ragazza si addormentò per un paio d'ore circa, facendo uno strano sogno.

Nel sogno, lei era a Parigi, sotto la torre Eiffel, e davanti a lei c'era una persona, di cui però non vide bene il volto, ma solo le labbra, che si mossero formando una frase che, al suo risveglio, la ragazza non ricordò minimamente, lasciandola alquanto perplessa.

 La cosa più vivida di quel sogno, che rimase impressa nella mente della ragazza anche nei giorni successivi, furono proprio quelle labbra, ed il modo elegante e timido con cui si mossero a formare quella frase.

 La ragazza non riuscì a smettere di pensarci nemmeno per un momento dopo il suo risveglio, anche se cercò di pensare ad altro.

 Era la prima volta che un sogno la incuriosiva in quel modo.

 Perchè sì, la ragazza si sentiva parecchio curiosa di scoprire a chi appartenessero quelle labbra, e perché le aveva sognate.

 Nessuna delle persone che conosceva aveva quel particolare taglio di labbra, quindi non si spiegò come potessero esserle apparse in sogno.

 L'unica cosa di cui era sicura, era che appartenessero ad un ragazzo.

 Non si spiegava questa sua sicurezza, ma era certa non appartenessero ad una ragazza.



Continuò a pensare a quel sogno anche mentre salì sul taxi che l'avrebbe portata all'hotel in cui aveva prenotato una camera, e in cui avrebbe alloggiato per i prossimi tre mesi.

Infatti, essendo Parigi la città dei suoi sogni, aveva deciso che sarebbe rimasta a visitarla un mese in più rispetto a quanto restava nelle altre città che aveva visitato fino a quel momento.

Voleva visitare quella città tranquillamente, prendendosi tutto il tempo necessario per farlo, e non mettendosi troppa fretta.



Una volta arrivata al suo hotel entrò e, presa la chiave della sua camera, si diresse subito verso di essa, per depositare i suoi bagagli.

Non vuotò subito le sue valigie, poiché la sua mente, stava ancora pensando a quel sogno, a quelle labbra.

Non riusciva proprio a togliersele dalla testa.



Dato che quando arrivò era quasi ora di cena, decise di farsi un bagno caldo, per poi andare a cenare, e tornare nella sua camera.

L'esplorazione di quella città magica, l'avrebbe lasciata al giorno seguente.


Prima di andare a dormire, sfogliò ancora una volta il suo album, pensando a quanto nei giorni seguenti, l'avrebbe riempito di foto.

Sarebbe riuscita a scegliere solo le foto migliori da inserire in quell'album, come aveva sempre fatto, o avrebbe inserito tutte le foto che avrebbe fatto a quella magica città?



Il giorno seguente, si svegliò presto, troppo curiosa ed emozionata di poter finalmente visitare la città dei suoi sogni per sprecare ulteriore tempo a dormire.

Scese a far colazione una volta vestita per uscire, e poi si diresse verso l'entrata dell'hotel, pronta a realizzare finalmente il suo sogno.



Il posto che voleva visitare più di tutti in quella città, era niente poco di meno che la tour Eiffel, ma proprio perché era il suo posto preferito, non poteva visitarlo per primo.

Tanto avrebbe avuto tutto il tempo per farlo.



Come ogni volta che cambiava città, aveva preparato una piccola lista con tutti i posti che voleva visitare, e partì proprio da quella quel giorno.

Come primo luogo, si diresse verso l'Arco di Trionfo, e durante il viaggio, dato che avrebbe usato mezzi pubblici e camminato, si perse a guardare il panorama, scattando foto ogni volta che poteva.


Quando arrivò all'Arco di Trionfo, restò per qualche minuto ferma a guardarlo, pensando a quanto le foto che aveva visto fino a quel momento, sui libri o in Internet, non rendevano per nulla con la realtà che aveva davanti in quel momento. 

Dopo aver scattato qualche foto al monumento, decise di salire sulla sua terrazza, per ammirare il paesaggio da essa.

Era una vista spettacolare quella che si presentò davanti a lei una volta arrivata sulla terrazza, che non avrebbe dimenticato facilmente. 

Sarebbe potuta restare lì, davanti a quella vista per sempre, e come idea non le sarebbe dispiaciuto più di tanto, ma aveva altri luoghi di Parigi, e anche altre città da esplorare, e quindi, un po' a malincuore, si decise a riguardare la sua piccola lista, per scegliere il prossimo luogo da visitare. 



Su quella lista, ne aveva scritti soltanto 10 di luoghi, ed erano quelli che desiderava visitare e vedere più di tutti, ma non per questo, avrebbe tralasciato tutti gli altri luoghi. 



Come faceva in ogni suo viaggio, inoltre, aveva deciso che i primi due o tre giorni, li avrebbe passati come una normale turista, ma poi avrebbe iniziato a cercare un piccolo lavoretto, anche perché ne aveva bisogno. 

Comunque, essendo nella sua città preferita, si concesse più libertà del solito, prendendosi più tempo per lei, e un po' meno per i suoi "doveri".



Quel giorno decise quindi di restare a girare nei dintorni dell'Arco di Trionfo, di non allontanarsi troppo da quel luogo, in cui tornò più di una volta nell'arco della giornata, per ammirare la vista dalla terrazza nelle diverse ore del giorno, e ovviamente, scattare qualche foto ogni volta.

Aveva infine deciso di fare così perché comunque quello era solo il primo giorno da quando era arrivata, e nei giorni successivi, avrebbe avuto tutto il tempo necessario per visitare tutti i luoghi che voleva, in assoluta tranquillità.



Tornò in hotel solo quando manco poco all'ora di cena, vedere quel luogo di persona, le era piaciuto così tanto, che non voleva più andare via da lì.



Dopo cena e un bel bagno caldo, la ragazza si sedette sul suo letto, con le varie Polaroid scattate quel giorno tutte intorno a lei, e il suo fidato album fotografico davanti a sé, pronto ad essere riempito di nuovi ricordi.

Ebbe qualche difficoltà nello scegliere quale foto mettere nell'album, poiché le piacevano troppo tutte quelle che aveva scattato, quindi sceglierne solo alcune, per lei era abbastanza dura, e riuscì a decidersi solo un'ora dopo, scrivendo a fianco di ogni foto, la data in cui era stata scattata, ed il luogo. 



Il mattino seguente si svegliò presto, pronta per visitare un nuovo luogo. 

Quel giorno decise di visitare il museo del Louvre e, curiosa di vedere con i propri occhi le migliori opere artistiche del mondo, classiche e moderne. 

Dopo quel museo, si era già segnata altri tre da visitare, ma l'avrebbe fatto con calma, dopo tutto di tempo ne aveva abbastanza. 



Finita la colazione, uscì finalmente dall'hotel, la macchina fotografica pronta ad immortalare nuovi luoghi. 



Quando arrivò finalmente al museo, scatto qualche foto all'esterno e, restando qualche minuto ad osservare il panorama, poi entrò al suo interno, non riuscendo più a trattenere la curiosità. 

Si fermò a guardare ogni singola opera nei minimi dettagli, rimanendo molto colpita da ognuna di esse. 

Tutti quei lavori, le erano piaciuti talmente tanto, che fece più volte il giro tra di essi, per poterli ammirare nuovamente. 



Mentre la sua attenzione era completamente presa da quelle opere, non si accorse minimamente che, durante il suo ultimo giro prima di uscire definitivamente da quel museo, qualcuno aveva iniziato a fissarla con curiosità, senza però avere il coraggio di avvicinarla. 



Passò così l'intera settimana, visitando qualche posto, magari meno importante, ma comunque indimenticabile, non molto lontano dal suo hotel, e poi decise di iniziare a cercare un piccolo lavoretto nei dintorni. 

In ogni posto in cui andava a chiedere se servisse personale, spiegò che sarebbe rimasta solo per tre mesi, poiché poi sarebbe ripartita, e dopo varie ricerche durate qualche giorno, trovò finalmente un lavoretto per lei. 



Ad un bar poco lontano dal suo hotel infatti, aveva trovato un lavoretto part-time come cameriera, che per lei era perfetto, perché grazie a quel lavoro, che avrebbe occupato solo qualche ora al giorno, sarebbe comunque riuscita senza problemi ad esplorare la città che tanto amava.



Da quando era partita, il sogno che aveva fatto prima di atterrare in quella città si ripresentò, più volte, ma sfortunatamente per lei, ogni volta era sempre lo stesso, senza nessun particolare in più a suggerirle qualcosa. 

Era davvero curiosa di sapere a chi appartenessero quelle labbra che sognava sempre, e per questo, al suo risveglio dopo aver avuto quel sogno, rimaneva sempre delusa, proprio perché ogni volta non capiva a chi appartenessero.

Quel sogno occupava la sua mente per la maggior parte del tempo, tranne quando andava a visitare qualche luogo, unica cosa che la faceva distrarre almeno un po'.



Iniziò a lavorare dalla terza settimana in cui si trovava lì, e non sempre aveva lo stesso orario quindi, basandosi su quello, e controllando i vari orari in cui aprivano alcuni luoghi che voleva visitare, preparò un piccolo calendario in cui segnò quando poter visitare i luoghi che le piacevano di più, ed i suoi orari di lavoro.



Alcune volte però, le veniva chiesto di fare il doppio turno, per coprire un collega, e lei accettava sempre, anche se questo significava rinunciare per quel giorno a visitare la città, poiché quando tornava in hotel, era troppo stanca per uscire ancora.

Non perché il lavoro era stancante in sé, anzi non lo era poi così tanto, ma se dopo aver fatto due turni fosse uscita di nuovo, sapeva che il giorno seguente sarebbe stata troppo stanca per iniziare la giornata svegliandosi presto, e non voleva che questo accadesse. 

Dopotutto sarebbe rimasta in quella città per tre mesi, quindi aveva tutto il tempo per visitarla. 



Passando il tempo al bar a lavorare inoltre, migliorò parecchio il suo francese, dovendo sempre parlare con i clienti, ed inoltre, imparò anche quali fossero i clienti abituali del posto che, soprattutto a colazione, facevano sempre lo stesso ordine.

C'erano clienti di tutte le età in quel bar, e spesso lei si fermava a chiacchierare qualche minuto con loro. 



Quando il primo mese in quella città passò, la ragazza aveva visitato pochi luoghi che la incuriosivano davvero, ma le erano piaciuti moltissimo tutti quelli visti fino a quel momento.

Ne aveva ancora parecchi da visitare, e non sapeva se nei due mesi che le restavano prima di partire, sarebbe riuscita a vederli tutti. 



La mattina in cui iniziò il suo secondo mese, Y/N aveva il turno a colazione, quindi si svegliò presto per non fare tardi. 
Servì i vari clienti e si fermò qualche minuto a parlare con loro, e pensò che quella giornata sarebbe stata normale come le altre. 



A metà mattinata, si mise a pensare a quale luogo avrebbe visitato nel pomeriggio, finché il suo sguardo non venne catturato da qualcosa.

O meglio... qualcuno.



Infatti, mentre lei era al bancone del bar, aspettando che entrasse un altro cliente da servire, aveva lasciato la sua mente libera di pensare a cosa avrebbe fatto una volta finito il suo turno, ma era tornata alla realtà sentendo il campanello posto sopra l'entrata, che avvertiva l'arrivo di un nuovo cliente, tintinnare. 

Stava per salutare il nuovo cliente, ma le parole le morirono in gola, quando il suo sguardo si posò sul volto del ragazzo. 

Restò qualche secondo a guardarlo, incantata, ma cercò di riprendersi in fretta, per non farsi notare. 

Lo seguì con lo sguardo mentre il ragazzo prendeva posto ad un tavolino, e dopo aver fatto respiro profondo, si avvicinò a lui, per prendere il suo ordine. 



Mentre lo guardava, si chiese se fosse un modello, e da dove provenisse, poiché aveva capito subito guardando i lineamenti del tuo viso, che non era un ragazzo francese.

Quando parlò una volta arrivata al suo tavolo, si maledì mentalmente perché la sua voce tremò leggermente, ma vide il ragazzo sorriderle dolcemente quando posò lo sguardo su di lei, cosa che le fece perdere un battito. 

Non si accorse però che il ragazzo, quando posò lo sguardo su di lei, prima di sorriderle, aveva spalancato leggermente gli occhi, sorpreso di vederla, ma poi si era ripreso subito, rivolgendole un sorriso dolce. 

Y/N si stupì di quanto la voce del ragazzo fosse profonda non appena parlò e di quanto suonasse dolce. 



Dopo quel giorno, il ragazzo tornò altre volte in quel bar, chiedendo alla ragazza, dopo alcuni giorni in cui chiacchierarono per qualche minuto, che turni facesse, poiché non la vedeva tutte le mattine.



Durante la sua terza settimana da quando aveva iniziato a lavorare, Y/N visitò i palazzi di Versailles, poiché aveva sempre sognato di poter vedere quel castello dal vivo e visitarlo. 

Anche durante quella visita, la ragazza catturò lo sguardo curioso di qualcuno, che restava affascinato dal modo in cui lei guardava ogni singolo particolare di quel luogo. 



Visitò anche il museo delle cere Grévin, uno dei musei delle cere più antichi d'Europa, e alla fine della visita, guardò anche Le parcours Dècouverte de Grèvin, che spiegava i vari passaggi con cui venivano fabbricate le varie statue che sembravano quasi vive. 



Oltre al pensiero di quello strano sogno che faceva la maggior parte delle notti da quando era atterrata a Parigi, in quei giorni un altro pensiero aveva preso posto nella sua mente. 

Infatti, quando si trovava in giro ad esplorare Parigi, o nella sua camera in hotel, a volte si ritrovava a pensare al ragazzo conosciuto al bar. 

Non sapeva molto di lui, o per meglio dire, quasi nulla, poiché le uniche volte in cui aveva parlato con lui, si erano scambiati giusto qualche frase, poiché la ragazza doveva tornare al lavoro.

Era però rimasta colpita da lui, dalla sua gentilezza, dal suo modo di fare...




Inoltre, quando non doveva servire qualche cliente, ed il ragazzo era venuto a far colazione o dopo pranzo, la ragazza con la coda dell'occhio si perdeva a guardarlo, notando che lui spesso restava a guardare il panorama che poteva vedere attraverso la vetrina del bar, e spesso si chiedeva cosa lui pensasse quando guardava fuori. 

Non si spiegava il motivo per cui quel ragazzo l'avesse tanto colpita, ma da quando l'aveva visto per la prima volta in quel bar, non riusciva più a toglierselo dalla testa. 

Voleva conoscerlo meglio, sapere più cose su di lui, ma allo stesso tempo, non aveva il coraggio di avvicinarlo più delle poche frasi che si scambiavano al bar.

E poi, come avrebbe potuto farlo, quando lei per prima si imbarazzava a parlare con un ragazzo, ed era già un miracolo se scambiava qualche frase con lui quando veniva al bar? 



Per distrarsi da questi pensieri, la sera sfogliava spesso il suo album fotografico, ripensando al momento esatto in cui aveva scattato ogni foto. 

Questo però durava ben poco, perché la sua mente continuava a tornare al ragazzo al bar.

Non aveva scambiato tante frasi con lui, infatti non sapeva nemmeno come si chiamasse, perché era troppo imbarazzata a chiederlo. 

Aveva però capito tramite un ragazzo che lavorava con lei, che lui non era un cliente abituale, e che era solo da quando la ragazza aveva cominciato a lavorare lì, che lui veniva ogni singolo giorno.

Y/N non sapeva se sentirsi lusingata di questo, o trovarlo strano, quasi inquietante, ma qualcosa dentro di lei, le assicurava che quel ragazzo era buono e non aveva cattive intenzioni, e che aveva sicuramente un motivo se veniva spesso in quel bar.

Per questo cercò di non pensare troppo a questo piccolo dettaglio, e concentrarsi piuttosto su altro.

Infatti, più che sapere il motivo che spingeva quel ragazzo a venire sempre in quel bar durante i suoi turni, c'era un'altra cosa a cui pensava più spesso, e a cui non aveva ancora trovato un significato accettabile. 

Il sogno ricorrente che faceva dal suo arrivo a Parigi. 

Voleva capire il suo significato, perché continuasse a farlo, e chi era la persona davanti a lei. 

Aveva perfino provato a cercarne il significato in internet, non trovando però nulla di soddisfacente, o che almeno le facesse capire qualcosa.

Non si spiegava come potesse sognare qualcuno che nemmeno conosceva.

Se effettivamente quel "qualcuno" esisteva davvero.

E se non avrebbe mai trovato la spiegazione di quel sogno?



Quando iniziò la settimana seguente, per Y/N era la prima volta che chiedeva al suo titolare di poter spostare il suo turno.


Il motivo per cui lo fece era molto semplice.


Infatti, qualche giorno prima, aveva prenotato un biglietto per la crociera sui Bateaux Parisienne, e aveva trovato posto per quel giorno, volendoci andare il prima possibile.


Il suo turno sarebbe dovuto essere nel pomeriggio, ma siccome voleva del tempo per prepararsi, decise di chiedere se poteva spostarlo, dato che la crociera sarebbe stata la sera.


Spiegando i suoi motivi, riuscì a farsi cambiare orario, e quindi quel giorno si presentò a lavoro il mattino.


Il pomeriggio lo passò a prepararsi per quella sera, perché voleva essere un minimo elegante per quella crociera, e non dimenticò la sua fidata macchina fotografica.


Si sentiva un po' emozionata per quella crociera, perché grazie ad essa, avrebbe visto più di un posto che le piaceva parecchio, ed inoltre, sarebbe partito dal suo posto preferito, la Tour Eiffel. 



Quella sera, si diresse in anticipo verso il punto in cui sarebbe partita la crociera, troppa l'emozione e la curiosità di poter vivere quel momento magico. 



Una volta finito di prepararsi, quel pomeriggio aveva cercato quante più informazioni riusciva a trovare su quella crociera, per essere preparata a ciò che l'aspettava qualche ora dopo.


Aveva visto parecchie foto a riguardo, ma ormai sapeva benissimo che le foto non erano mai come la realtà. 


Salì a bordo e prese posto ad un tavolo, iniziando a guardarsi intorno e guardando il panorama dalle vetrate di vetro.


C'erano persone di tutte le età, ed un po' si sentì leggermente a disagio quando notò che fosse l'unica persona non accompagnata da qualcuno. 


In quel momento, sentì di volere qualcuno accanto a se, ma non seppe dire esattamente chi volesse. 



Quando la crociera partì, prese la sua macchina fotografica, iniziando a scattare quante più foto potesse , per non perdersi nulla, e a volte si fermò per ammirare il paesaggio con i suoi stessi occhi, e non attraverso un obiettivo. 


Sono all'ora di cena la lasciò andare, per poi riprenderla subito dopo.


Con quella crociera, vide posti che aveva già visitato, come ad esempio i palazzi di Versailles, il museo del Louvre ed altri, ma anche alcuni che non aveva ancora visitato, come ad esempio la cattedrale di Notre Dame, che avrebbe visitato nei giorni seguenti.


Restò affascinata dal magico panorama a cui stava assistendo, e sentì il cuore batterle forte per l'emozione. 


Quella serata non l'avrebbe mai dimenticata. 



Dopo la cena, verso la fine della crociera, iniziarono a sparare i fuochi d'artificio, e lei non perse tempo ad immortalarli. 


Mentre scattava le foto però, ad un certo punto si sentì osservata, così smise per un momento di fotografare il panorama, e si girò verso il punto in cui sentiva lo sguardo su di se.




E non appena si girò, il suo cuore perso un battito. 




Non la stava fissando, sembrava completamente preso a scattare fotografie proprio come stava facendo lei, ma non poteva assolutamente sbagliarsi.




La persona che catturò il suo sguardo, era il ragazzo che vedeva sempre al bar. 




Restò a guardarlo per forse qualche minuto di troppo, e quando se ne accorse, sentì le guance in fiamme, ma non tolse lo sguardo.




Quel ragazzo per lei era come una calamita, da cui non riusciva a staccarsi. 




Vederlo con una macchina fotografica in mano poi, come in quel momento, e fece però pensare quanto poco lo conoscesse. 




Non le aveva mai detto infatti di essere un amante della fotografia, non poteva capirlo benissimo in quel momento, guardandolo fotografare il panorama proprio come stava facendo lei. 




Vide un sorriso spuntargli sulle labbra, e pensò che fosse per quello che stava guardando. 




Non sapeva però che il ragazzo sapeva di essere osservato da lei, e che quel sorriso era rivolto a lei, non al panorama, per quanto lo stesse amando.




Proprio come la ragazza infatti, anche lui amava quella città, ne era completamente affascinato, ma in quel momento, c'era qualcosa che attirava di più la sua attenzione.




O meglio, qualcuno. 




Y/N cercò di spostare lo sguardo da quel ragazzo, per guardare ed immortalare gli ultimi fuochi d'artificio di quella serata, ma con la coda dell'occhio, non smetteva di guardarlo. 




Notando che fosse da solo, mentre intorno a lui erano tutti a gruppi o coppie, come intorno a lei, le passò per la testa, solo per un momento, il pensiero del perché lui non le avesse detto che sarebbe venuto quella sera, almeno, si disse, se l'avesse saputo, avrebbe potuto proporgli di andarci insieme.
Scacciò però questo pensiero, arrossendo.
Non si conoscevano quasi per niente, perché avrebbe dovuto dirglielo? 




Quando la crociera finì, e fu il tempo di scendere, Y/N aveva già perso di vista quel ragazzo, e questo l'aveva rattristata appena, ma non le aveva di certo tolto l'entusiasmo e tutte le sensazioni provate quella sera. 




Avrebbe almeno voluto parlargli per qualche minuto... 




Con questi pensieri per la testa, non si accorse di non essersi fermata all'uscita della barca sulla quale aveva passato le ultime ore, e finì quindi per andare contro qualcuno.




Stava per scusarsi quando si accorse che le polaroid che aveva tra le mani, le ultime scattate quella sera, le erano cadute dalle mani, finendo sparse per terra, e si affrettò a chinarsi a raccoglierle.




Mentre le raccoglieva, vide una mano prenderne alcune e porgergliele, per aiutarla a raccoglierle più in fretta, e quando alzò lo sguardo per ringraziare quella persona, spalancò gli occhi.




Era lui.




Il ragazzo le sorrise dolcemente, per poi porgerle ancora le foto, dato che non le aveva ancora prese, e poi l'aiutò ad alzarsi. 




La ragazza lo ringraziò abbassando leggermente lo sguardo, per nascondere il rossore sul suo viso, e si affrettò poi a scendere dalla barca.




Si sentiva in imbarazzo per quello che era appena successo, nonostante avrebbe voluto rimanere a scambiare due parole con lui, per questo era scappata.




... Ma c'era anche un altro motivo.







Infatti quando tornò nella sua camera d'hotel, appena entrata si appoggiò con la schiena alla porta appena chiusa, e solo allora tirò un sospiro di sollievo.




Si diresse poi verso il suo letto, appoggiando su di esso la macchina fotografica e le foto scattate quella sera, e poi il suo album fotografico che teneva sempre sul comodino vicino a lei, poi andò a farsi un bagno caldo, per rilassarsi un pochino.




Quando tornò sul suo letto, si mise a guardare tutte le foto scattate quella sera, per scegliere quelle da mettere nell'album fotografico, ma come al solito, non fu una cosa semplice.




Aveva quasi finito di sistemarle, quando si bloccò a guardarne una in particolare, quella che l'aveva fatta imbarazzare di più davanti a quel ragazzo.




La foto infatti ritraeva proprio lui, intendo a scattare foto ai fuochi d'artificio.




Alla vista di quel ragazzo che faceva fotografie, Y/N era rimasta talmente ammaliata che non aveva potuto non scattargli una foto.




Quello scatto a parer suo le era uscito davvero bene, anche se la faceva al tempo stesso sentire in imbarazzo.




Era la prima volta che fotografava una persona.




Aveva sempre fotografato paesaggi, mai persone, per quanto a volte avesse voluto farlo, ma quella sera non era proprio riuscita a trattenersi.




Restò a guardare quella foto per un tempo infinito, per poi risvegliarsi dai suoi pensieri, e finire di sistemare le foto.




Quella foto l'avrebbe messa all'inizio dell'album, finché non le avrebbe trovato un posto migliore.








Il mattino seguente si svegliò tardi, tanto avrebbe avuto il turno quel pomeriggio.




Quella notte rifece il sogno ai piedi della Tour Eiffel, ma come ogni volta, senza alcun particolare in più.




Più faceva quel sogno, più voleva sapere cosa significasse, e perché continuasse a farlo.








Quella settimana avrebbe visitato la Cattedrale di Notre Dame, e aveva anche preso il Paris Pass, con il quale avrebbe potuto salir sulle torri gratis.




Inoltre avrebbe fatto, tra gli altri posti ancora da visitare, un'altra crociera, sempre sulla Senna, ma questa sarebbe durata soltanto per un'ora.




Si trattava infatti della crociera delle Luci, in cui potevi ammirare la "Città delle Luci" illuminata per la notte, guardando monumenti che si accendevano sullo sfondo del cielo notturno e sotto le ombre dei romantici ponti, mentre di sottofondo c'era un po' di musica.




E avrebbe visitato anche le Catacombe di Parigi, per scoprire anche il "lato oscuro" di quella magica città.







Non rivide quel ragazzo dal giorno della crociera, per qualche motivo, non si era ripresentato al bar dopo quella sera, nemmeno quando Y/N non aveva il turno.




Questa cosa un po' la preoccupava, ma si disse che era perché ormai era abituata a vederlo sempre, quindi cercò di non pensarci.




Si sentì però osservata a volte, sia quando andò alla Cattedrale di Notre Dame, sia nelle Catacombe di Parigi, ma non si spiegava il motivo.








Mancavano ormai solo un paio di settimane circa alla sua partenza verso la prossima città, e già sentiva la mancanza di Parigi, nonostante fosse ancora lì in quel momento.




Pensò davvero all'eventualità di restare un altro mese almeno, ma per quanto avrebbe avuto ancora posti da visitare, se fosse rimasta ulteriormente, avrebbe finito per restare a vivere lì, e per quanto l'idea non le dispiacesse per nulla, aveva altre città nel mondo da visitare, quindi non poteva proprio fermarsi.




Sperava almeno di riuscire a trovare il significato del sogno prima della sua partenza.




In quei giorni visitò anche gli Champ-Élysée, che vide in due giorni diversi.




Infatti, il primo giorno visitò la parte alta, dove vi erano allineati cinema, teatri, café e ristoranti molto importanti, centri commerciali e negozi di lusso, ed un hotel a 5 stelle rinnovato.




Il secondo giorno invece, visitò la parte bassa, una delle principali destinazioni turistiche di Parigi, contornata da spazzi verdi e da edifici come il Teatro Marigny e il Palais de la Découverte.




Tornò più volte nella parte bassa, proprio perché le piacevano gli spazi verdi, la facevano sentire libera come non mai.








Con l'avvicinarsi della sua partenza, si avvicinava inoltre il giorno in cui avrebbe finalmente visitato la Tour Eiffel, nonostante con le due crociere che aveva fatto, l'aveva già vista più di una volta.




Per lei quello era il luogo più magico di tutta la città, e forse era per quello che nel suo sogno si trovava proprio ai suoi piedi.




Aveva già acquistato il biglietto per visitarla, facendo anche l'upgrade per accedere fino alla sommità, per poterla visitare totalmente.




Non vedeva l'ora che arrivasse quel giorno dal primo in cui era arrivata, ma allo stesso tempo, si sentiva anche un po' triste, dato che sapeva di averla lasciata per ultima perché era il suo posto preferito, e che quindi avrebbe segnato la sua partenza nei giorni seguenti.




La visita sarebbe durata due/tre ore, e avrebbe potuto visitarla tutta, potendo quindi guardare Parigi fin dalla sua sommità.







Aspettò quel giorno con ansia ed emozione, e qualcuno lo notò parecchio.




Infatti, il ragazzo del bar, dopo essere sparito per poco più di una settimana, era tornato, e aveva notato la felicità e l'attesa nel comportarsi della ragazza mentre lavorava.





Non seppe spiegarsi nemmeno lui perché nei giorni seguenti alla crociera non fosse più tornato al bar per qualche giorno.




Forse era perché si era sentito strano dopo aver avuto la ragazza vicino a lui quella sera sulla barca, quando le aveva raccolto le fotografie. 




Forse perché non stava indossando la divisa per lavoro, ma era vestita in modo elegante per la serata, ed il ragazzo aveva addirittura sentito il profumo indossato da lei, ma quella sera lui aveva sentito, anche quando durante i fuochi d'artificio la ragazza l'aveva guardato, il suo cuore battere all'impazzata, e questo di solito non gli era mai successo con nessuna ragazza.




Per questo aveva evitato per qualche giorno di andare al bar, almeno finché non capì cosa fosse quel sentimento che provava.




Non era però riuscito a stare lontano come voleva, infatti era tornato dopo poco più di una settimana, senza però ancora capire quello che provava. 




Non appena aveva rivisto la ragazza, il suo cuore sembrava impazzito, e per la prima volta, si ritrovò ad arrossire completamente guardandola.




Notando il suo comportamento in quei giorni inoltre, si ritrovò a chiedersi cosa le passasse per la testa, e cosa sembrava aspettare. 







La ragazza a volte notava lo sguardo del ragazzo su di sé, cosa che la faceva imbarazzare non poco, ma cercò di non pensarci.




In quel momento aveva altre cose a cui pensare. 








Il giorno in cui finalmente andrò a visitare la Tour Eiffel, si sentiva meno pronta di quanto già non fosse. 




Non appena arrivò ai suoi piedi, alzò lo sguardo per guardarla nella sua interezza, e rimase senza fiato. 




Scattò qualche foto, per poi superare il primo controllo di sicurezza ed incontrare la guida sotto la torre per iniziare il tour.




Dopo l'introduzione al celebre monumento, finalmente la guida li diresse all'ingresso, iniziando la salita mentre ascoltava storie legate alla creazione della torre e alla sua mancata distruzione, perdendosi di tanto in tanto ad ammirare la vista dalla scalinata.




Fecero una pausa al primo piano, scoprendo così fatti poco noti sulla torre e sul suo architetto. 




Durante la pausa, potè passeggiare sul pavimento in vetro, facendo parecchie foto.




Si diressero poi al secondo piano, verso il ponte d'osservazione, per una vista panoramica dell'Arco di Trionfo e e di altri simboli di Parigi. 




In quel momento, Y/N amò ancora di più quel posto, per tutto quello che stava guardando e vivendo dentro di sé.




Grazie al biglietto opzionale, potè anche accedere alla sommità della torre, per ammirare l'ufficio originale di Gustave Eiffel, e per godere di una splendida vista panoramica di Parigi. 




Y/N non aveva mai visto niente di più bello, e cercò di fare più foto che poteva, per non dimenticare nulla di quel posto.









L'ultima settimana era ormai arrivata, e per Y/N, quei tre mesi erano passati forse troppo in fretta, ma erano stati i più belli della sua vita. 




Come faceva in ogni suo viaggio, l'ultima settimana la passava tra lavoro e camera d'hotel, uscendo solo qualche volta. 




Doveva prepararsi alla sua prossima destinazione, nonostante non si sentisse per niente pronta ad andarsene da quella città che fin da bambina era stato il suo sogno magico.





Quando scese a fare colazione, una volta seduta al suo posto e ordinato quello che voleva, aspettò guardandosi intorno. 




Quanto le sarebbe mancato quel posto? 




Abbassò lo sguardo a quel pensiero, e spalancò leggermente gli occhi quando, sotto il suo tovagliolo, seminascosto, vide un pezzetto di carta, che prese tra le mani.




Era un piccolo biglietto, su cui c'era scritto qualcosa.




 "Possiamo vederci sotto la torre Eiffel questa sera alle sette?"




Il biglietto era piegato a metà, e all'esterno c'era scritto il suo nome, quindi non poteva essere che per lei. 




Il problema era... Chi l'aveva scritto? Poteva fidarsi?








Fino a poco prima dell'orario scritto su quel biglietto, Y/N passò l'intera giornata a rigirarselo tra le mani, non sapendo se andare all'appuntamento o no. 




Fu però il suo sogno, quello che faceva dal primo giorno arrivata in quella città, a convincerla.




E se quella era proprio la risposta che cercava? 




Iniziò così a prepararsi, uscendo di fretta dall'hotel, poiché rischiava di arrivare in ritardo all'appuntamento. 




Una volta arrivata lì però, non trovò nessuno ad aspettarla, ma c'erano tante persone a coppie o in gruppi.




Si avvicinò di più alla torre, un po' delusa, finché non sentì una voce dietro di lei chiamare il suo nome. 




Non poteva sbagliarsi, quella voce la conosceva bene, e come ogni volta che la sentiva, arrossì, girandosi finalmente verso di lui. 




Il ragazzo del bar.




Non appena la ragazza lo guardò, il ragazzo sorrise, e per la prima volta da quando l'aveva conosciuto, il suo sguardo si fermò sulle sue labbra. 




Perché non le aveva notate prima?




- Come sai il mio nome? - chiese con voce flebile qualche minuto dopo.
- A lavoro hai il tuo nome appuntato sulla divisa. - rispose lui, con la sua voce profonda.




Perché non c'aveva pensato?




- Io non ti ho mai detto il mio però... - aggiunse lui.




Y/N alzò lo sguardo su di lui.




- Taehyung! - disse semplicemente.




- Perché mi hai fatta venire qui? - chiese lei.
- Perché c'è una cosa che vorrei dirti, ma non voglio farlo mentre siamo al bar. -




La ragazza aspettò in silenzio che parlasse.




- Vorrei poterti conoscere meglio, sapere più cose su di te e... - disse, abbassando lo sguardo.




Era imbarazzato?




- E...? - chiese la ragazza, sentendo il cuore battere forte.




E... proprio come nel suo sogno...




- E... vorrei poter viaggiare insieme a te, ovunque andrai. -




La ragazza spalancò gli occhi, capendo finalmente il significato del suo sogno.




- Scusa, forse sono stato troppo- - disse lui qualche minuto dopo, mordendosi nervosamente il labbro aspettando la risposta.
-No, v-va bene. Anche io vorrei conoscerti meglio e... viaggiare con te. - rispose lei, con le guance in fiamme.




A quelle parole il ragazzo spalancò gli occhi, ma si sentì felice, infatti sorrise dolcemente alla ragazza.








Nei giorni seguenti, entrambi iniziarono a vedersi anche fuori dal bar, conoscendosi meglio e parlando di ciò che piaceva ad ognuno di loro.




Taehyung scoprì anche la foto che la ragazza gli aveva scattato durante la crociera, e per farla sentire meno in imbarazzo, le mostrò quelle che lui aveva fatto a lei.




Infatti, la persona a cui la ragazza aveva catturato lo sguardo durante le sue visite nei vari luoghi di Parigi, era proprio quello di Taehyung, che era rimasto affascinato dalla curiosità che lei mostrava in ogni luogo che visitava.




Decisero insieme il prossimo posto da visitare, e una volta preso il biglietto, lasciarono quella città magica che mai avrebbero dimenticato, insieme.




Dopotutto, era proprio quella città ad averli fatti incontrare.
   
 
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