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Autore: Albertyon    29/07/2019    0 recensioni
Questo non è il solito mondo dei Pokémon.
In un mondo un po’ classico fantasy medievale, un po’ Trono di Spade, i destini e le vicende di figli illegittimi, agenti segreti, aspiranti eroi e persone di un altro mondo (tra cui alcuni immancabili volti noti) si intrecceranno, coinvolti in eventi più grandi di loro assieme ai loro Pokémon.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Giovanni, James, Nuovo personaggio, Pikachu
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Anime
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Scott pt 1

Era una notte senza luna. Non vi era una luce in vista e, senza l’ostacolo delle nuvole in quel cielo terso, un’infinità di stelle risplendeva e illuminava tenuamente l’altopiano sottostante. Un’altra notte, un passante occasionale non avrebbe udito che il soffio del vento tra l’erba alta, il frinire e dei pokémon Coleottero, il leggero frusciare dei predatori che puntavano la loro preda.

Non questa notte.

Pesanti passi di corsa, voci e versi rabbiosi disturbavano gli abituali abitanti notturni dell’altopiano, che si allontanavano seccati per osservare il motivo di tanta confusione o si zittivano e si nascondevano impauriti.

Sotto la luce delle stelle, un giovane uomo correva a perdifiato, ansimando per lo sforzo e incespicando nell’erba e negli arbusti; nei suoi occhi un misto di panico, rabbia e frustrazione. Era alto e robusto; nella pallida luce notturna si intuivano i capelli chiari e i lineamenti della nobiltà distorti dalla fatica.

Al suo fianco lo accompagnava una più piccola sagoma scura che procedeva a quattro zampe e ogni tanto emetteva ora un sommesso ansito canino, ora uno sbuffo di braci roventi: un Houndour!

Il duo era inseguito da un vociante manipolo di sagome molto simili: giovani uomini dall’aspetto ben allenato accompagnati dai loro Houndour; l’unica differenza era la pericolosa luce omicida che brillava nei loro occhi.

“Eccolo! Lo vedo!”

Riuscì a esclamare tra gli ansiti uno degli inseguitori.

“Finalmente! Vediamo di farla finita! Houndour! Accerchiateli!”

Al risuonare di una voce più autoritaria, ma non meno giovane, il manipolo di pokémon si staccò dagli umani e procedette verso il bersaglio in formazione. Quando ebbero coperto metà della distanza, si separarono in due gruppi e iniziarono a manovrare in maniera esperta per tagliare la strada al bersaglio e bloccargli ogni via di fuga: erano pokémon abituati ad agire in branco e una simile coordinazione, anche senza ricevere ulteriori comandi, era roba da niente per loro.

“Merda!”

All’udire le urla degli inseguitori e i latrati sempre più vicini dei loro pokémon, il fuggitivo si lasciò sfuggire una serie di imprecazioni. Ora che l’avevano raggiunto in un posto così allo scoperto, continuando a scappare avrebbero solo consumato ulteriormente le loro energie.

Il ragazzo era frustrato, spaventato e furioso, ma non era uno stupido ed era più che lucido!

Vedendo che l’accerchiamento degli inseguitori era ormai quasi completo e con poche speranze di sfuggire anche se fosse riuscito a superarlo la prima volta, prese una decisione e cessò di correre, mettendo mano alla spada che portava allacciata alla schiena: anche una mediocre e smussata spada da addestramento era pur sempre qualcosa; il coltello che teneva alla cintura sarebbe stato la sua ultima linea di difesa.

 “Ender! Stammi vicino! Usa Smog!”

Diede l’ordine senza esitazioni, con voce calma e più sicura di sé di quanto realmente si sentisse. Obbediente e ben addestrato, l’Houndour aspettò che i suoi simili si fossero avvicinati prima di circondare sé stesso e il suo padrone con un anello di fumo maleodorante; i pokémon, che stavano per chiudere il cerchio intorno alle loro prede, furono costretti ad arretrare per non rischiare di rimanere intossicati. Uno di loro non fu abbastanza svelto, o abbastanza fortunato, da evitare la cortina fumogena in tempo e si ritirò a guaire e tossire al di fuori dell’accerchiamento.

Fuori uno, osservò il ragazzo con soddisfazione, poi amaramente repressa. Non che faccia molta differenza…

Il resto del branco si limitò ad a formare un cerchio più ampio intorno ai bersagli, ringhiando mentre il fumo si dissipava e camminando in circolo fuori portata senza tentare di attaccare, ma scoccando occhiate feroci al pokémon e all’umano. I padroni sarebbero arrivati a breve e, se avessero ricevuto l’ordine, avrebbero attaccato senza esitare; al momento però dietro al loro fare intimidatorio si celava una certa cautela. Sapevano che i due in mezzo a loro erano avversari da rispettare.

Così non va, rifletté il giovane fuggitivo. Le tattiche del branco erano temibili anche senza che si avvicinassero troppo. Ogni volta che incrociava lo sguardo con quelle bestie, ogni volta che un loro latrato gli martellava i timpani, sentiva la sua forza e la sua volontà venirgli meno: Fulmisguardo e Ruggito! Anche mosse così deboli si potevano rivelare pericolose se usate in continuazione da tanti pokémon, indifferentemente dal loro livello!

Anche quando tentava di contrattaccare con una botta della sua spada smussata, tuttalpiù l’Houndour bersagliato arretrava ringhiando per poi ricacciarlo al centro dell’accerchiamento abbaiando e sbuffandogli contro braci roventi.

“Finito di correre, Bastardo?”

Il gruppo di giovani inseguitori aveva finalmente raggiunto i fuggitivi e i pokémon. Sei ragazzi, di certo non più che sedicenni, quasi tutti ansimanti e apparentemente stravolti dall’inseguimento ancora più della loro preda. Solo uno sembrava quasi rinvigorito da quella corsa notturna: era più basso e forse più giovane degli altri, con capelli neri lunghi fino alle spalle e un arco con faretra a tracolla. Nel suo modo di muoversi si intuiva una sorta di grazia feroce. I suoi tratti, le labbra carnose, le sopracciglia arcuate, il naso diritto, presi singolarmente erano attraenti, ma nel complesso gli conferivano un’aria sinistra e lasciva.

“Sei stato svelto a partire, ora che mio padre non ti copre più le spalle. Non intendi restare per la veglia?”.

La voce del giovane era stridula e sgradevole. Una smorfia sprezzante e crudele era impressa sul suo volto, rendendolo ancora più sgradevole.

“Fottiti, Ramsay!”

La risposta del fuggitivo non si fece aspettare. Era chiaramente sconvolto e l’accusa del capo del manipolo di cacciatori lo aveva colto in pieno, colorandogli il volto di rabbia e vergogna.

“È di nostro padre che stai parlando, brutta carogna!”

Ramsay alzò le spalle, in segno di indifferenza. Non sembrava toccato dalla morte del genitore.

“Scott, Scott, Scott… ti devo ricordare che uno sporco bastardo non ha diritto a considerarsi suo figlio?”

Una luce di disprezzo, anzi di puro odio si era accesa nei suoi occhi. Con calcolata noncuranza alzò il braccio al cielo. Come dal nulla, una piccola, silenziosa figura piumata planò nel cielo notturno per appollaiarsi sulla sua mano tesa. Un Rowlet! Abbassò poi lentamente il braccio, tenendo lo sguardo fisso su Scott, fino a portarlo all’altezza del petto, e iniziò a grattare quasi distrattamente la testa del pokémon gufo. Gli occhi di entrambi, pokémon e padrone, luccicavano di sete di sangue.

“E tra poco non avrai nemmeno diritto a considerarti vivo.”

“Aaahh!!!”

Un urlo di rabbia frustrazione da Scott, mentre tentava inutilmente di menare un fendente a uno degli Houndour.

“Senti, Ramsay. Lo so che mi hai sempre odiato. Ma non possiamo chiuderla qui? Non puoi lasciarci andare e basta? Non ci vedrai mai più! Non proverò mai nemmeno a venirti vicino, tantomeno intralciarti la strada! Lasciami andare e non sentirai mai più sentir parlare di me o di Ender!”

Scott non ci sperava nemmeno. Sapeva che implorare avrebbe solo peggiorato le cose. Conosceva il fratellastro, l’immotivato odio che gli aveva istillato la madre, la sua perversione innata. A questo punto non sapeva nemmeno perché provasse a chiedergli di risparmiarlo. Forse per prendere tempo, per ritardare di ancora qualche istante la fine.

Guardò gli sgherri che Ramsay si era portato dietro: Jon, Ed, Robert, Rick, Brandon… tutti, incluso Ramsay, erano reclute del Corpo delle Fiamme Nere, come testimoniavano i loro giovani Houndour. Sapeva di poter battere quasi ciascuno di loro in un duello, con o senza la spada da addestramento… due per volta, se uno era Rick! Ma Ramsay anche da solo era un avversario formidabile, e ancor peggio se accompagnato da entrambi i suoi pokémon! Se il fratellastro aveva l’assistenza dei suoi scagnozzi, Scott non si faceva illusioni sulle sue possibilità.

Anche Ender, il suo Houndour, si rendeva conto di quanto brutta fosse la situazione. Era più forte e aveva più esperienza di molti dei pokémon che lo circondavano, quindi aveva confidenza di poterne affrontare anche un paio allo stesso tempo, ma non cinque! Hunter poi, il compagno di Ramsay, era un discorso a parte.

La fredda, teatrale risata del capogruppo risuonò sull’altopiano.

“Credi veramente che ti abbiamo seguito fin qui solo per darti una pacca sulla spalla e vederti andare via?”

Il ghigno crudele sul volto di Ramsay si allargò, rivelando una traccia della follia che vi stava dietro.

“Oh no! Siamo qui per assicurarci che veramente non ti avremo più tra i…”

“Sfidami allora!”, lo interruppe Scott, sorprendendo perfino sé stesso.

“Sfidami ora per l’ultima volta e almeno dimostra a quei vermi che puoi battermi anche da solo! O hai paura che finisca come l’ultima volta?”.

Scott si stava appigliando a qualsiasi cosa ormai, qualsiasi cosa che gli desse la benché minima speranza; l’orgoglio di Ramsay era una delle sue ultime possibilità.

Fortunatamente, il pesce abboccò all’amo e un rossore di rabbia e vergogna tinse anche il volto pallido di Ramsay.

“Richiamate i vostri Houndour!”

La sua voce era diventata ancora più stridula, ma suonò come musica alle orecchie di Scott.

“Vuoi un duello eh?”

Il giovane avanzò lentamente, arrivando a fermarsi a una ventina di passi dal suo fratello bastardo. I suoi uomini avevano richiamato al loro fianco i pokémon e si erano disposti tutt’intorno, tagliando le possibili vie di fuga.

“Pensi davvero che perderò ancora contro quel sacco di pulci deforme? Che ti lasceremo andare anche se tu dovessi vincere?”

Scott non rispose. Posò lo sguardo sul suo Ender e vide che gli rispondeva con un’occhiata carica di determinazione. Deforme? Non c’era nulla che non andasse in quell’Houndour, salvo che invece di essere rosso, il pelo intorno alla bocca e sul ventre era color panna, un marchio della sua discendenza da un Arcanine. Tuttavia quell’aspetto tempo prima era stato un pretesto sufficiente per Ramsay per ritenersi offeso e richiedere una sfida.

Scott ricordava ancora la sua espressione di totale sorpresa e umiliazione quando lui e Ender si erano rivelati la squadra migliore! L’erede al comando delle Fiamme Nere e il suo Houndour di razza avevano perso contro un bastardo che non avrebbe mai avuto una posizione e un botolo che era stato rifiutato!

E che scene che erano seguite! Ramsay e sua madre che urlavano all’affronto e pretendevano di far abbattere Ender, mentre Lord Cinder li metteva a tacere e Peter, il suo fratellastro maggiore, lo guardava con soddisfazione e con rinnovato rispetto.

Tutto questo era il passato. Ora Scott doveva trovare un modo per uscire vivo da questa situazione e non aveva un piano; sapeva solo che in qualche modo aveva convinto l’avversario più temibile ad affrontarlo da solo!

Ramsay era irritato: aveva sperato di far dilaniare il bastardo e il suo sacco di pulci dagli Houndour, ma non poteva lasciar correre un’insinuazione del genere! Paura! Lui! Non scherziamo! Aveva perso una volta in un duello ufficiale, ma né lui né il suo Houndour erano più gli stessi e questa volta non si sarebbe risparmiato!

I due pokémon si squadrarono; mentre i loro padroni si preparavano allo scontro, una battaglia di sguardi feroci e forza di volontà era già in atto. Non correva buon sangue tra Ender e Hunter e sembrava che questa sarebbe stata la resa dei conti anche per loro. Hunter, il magnifico purosangue di Ramsay, tentava di sottomettere col suo solo sguardo altezzoso il bastardo che aveva davanti a sé e che non aveva mai accettato nel branco, ma i suoi occhi incontrarono una determinazione non più debole della sua! Hunter ricordò il loro ultimo combattimento: il dolore dei morsi, il sapore dell’adrenalina nel sangue, la foga, la forza… la sconfitta.

L’esitazione dell’avversario!

Ender non si lasciò sfuggire quella finestra di una frazione di secondo che gli era stata concessa. L’iniziativa era tutto! Perfettamente coordinato col suo padrone, aveva già iniziato l’attacco nel momento stesso in cui aveva ricevuto il comando.

“Ender, Ruotafuoco!”

Avvolto in una coltre di fiamme, il pokémon si scagliò ruotando vorticosamente contro l’avversario. Hunter riuscì a evitare di poco l’impatto, ma le lingue di fuoco riuscirono comunque a strinargli il pelo e a provocare un dolore bruciante. Si lasciò sfuggire un lamento.

“Tch. Ancora quella mossa.”

Il disprezzo era evidente nella voce di Ramsay. Quella era la mossa che aveva posto fine al loro ultimo duello e per di più era un attacco che un Houndour normalmente non sarebbe stato in grado di imparare; un altro marchio d’infamia per un bastardo di sangue misto, ma ciò non rendeva la mossa meno efficace.

“Hunter, schiva e appena rallenta usa Morso!”

Avendo già visto Ruotafuoco in azione, avevano ovviamente avuto modo di allenarsi per contrastarla! Hunter riuscì a schivare, anche se con una certa difficoltà, gli attacchi successivi di Ender e appena scorse l’opportunità, il momento in cui le fiamme venivano meno e l’avversario si preparava a riprendere lo slancio, si avventò, fauci aperte, contro le sue zampe! L’intenzione era di prevenire e limitare i movimenti di Ender, per poi colpirlo a piena potenza quando non fosse più stato in grado di muoversi!

“Ender! Smog!”

L’Houndour ripeté la tattica che aveva utilizzato durante l’accerchiamento: apparire vulnerabile in un momento di immobilità per attirare l’avversario abbastanza vicino da non potersi ritirare in tempo! Esalò la nube tossica pochi istanti prima che Hunter gli mordesse la zampa e balzò all’indietro, fuori dalla sua portata… o almeno così pensava! Il pokémon purosangue oltrepassò il fumo velenoso senza curarsene e la sua bocca si chiuse a pochi centimetri dalla gola di Ender!

“Continua così! Mordi! Strappagli la gola!”

Ramsay, esaltato dallo scontro ravvicinato, iniziò an incitare il suo pokémon senza nemmeno dargli altri comandi, ma Hunter sapeva cosa fare. Le zanne gli scintillavano sinistre mentre con una catena di attacchi costringeva l’avversario ad arretrare e schivare disperatamente e più di una volta lasciarono striature rosse sul pelo di Ender.

“Merda!”

Scott non si aspettava un contrattacco così violento. Aveva sperato di cavarsela con la sua strategia principale, ma Hunter non lasciava spazio per lanciare né un Ruotafuoco né tantomeno un altro Smog o un Braciere. Rimaneva solo lo scontro diretto!

“Ender! Fulmindenti!”

Il loro ultimo asso nella manica, un altro regalo del padre di Ender. Per la sorpresa di Ramsay e del resto delle reclute, le zanne del pokémon iniziarono a emettere bagliori e scariche elettriche mentre cercavano la gola di Hunter.

Morsi, schivate, zampate, lotta a terra, il costante risuonare del latrare e del ringhiare inferocito dei due pokémon, i guaiti di dolore ogni volta che i denti trovavano presa. Hunter con Morso e Ender con Fulmindenti, entrambi davano il massimo per sopraffare l’avversario in una lotta che era diventata all’ultimo sangue, in mezzo alle incitazioni di Ramsay e dei suoi sgherri e agli ululati degli Houndour.

Scott era l’unico a mantenere un silenzio: col cuore che batteva all’impazzata e pareva essergli salito in gola, aveva paura che se avesse aperto bocca avrebbe vomitato. I due Houndour lottavano già da qualche tempo e l’effetto dei morsi elettrizzati di Ender si stava accumulando. Anche se di poco, era chiaramente in vantaggio. In questa situazione, non poteva sperare che uno come Ramsay avrebbe seguito le regole di un incontro onorevole.

Spostando l’attenzione su Ramsay stesso, gli fu facile capire di avere ragione. Gli incitamenti erano sempre più rabbiosi e ogni tanto gli lanciava occhiate cariche d’odio. Sicuramente avrebbe fatto qualcosa a breve.

Infatti, proprio mentre Hunter rallentava l’attacco in preda ai tremiti della paralisi…

“Facciamola finita! Arrow, usa Beccata!”

Ramsay non poteva accettare una nuova sconfitta. Avrebbe vinto, ma modo suo. Dopotutto, questo era un campo di battaglia, no? Niente stupide regole da seguire, contava solo l’annientamento del nemico. Un sorriso folle si disegnò sul suo volto.

Vedendo il Rowlet che si alzava in volo e si preparava a scendere in picchiata sul suo pokémon, Scott agì senza un vero piano, senza preoccuparsi di onore o conseguenze; sapeva che vincere l’incontro non lo avrebbe aiutato, ma in quel momento voleva solo proteggere il suo compagno e strappare quella vittoria dalle mani del fratellastro, a qualunque costo.

“Ender!”

Senza pensare, si mise tra il suo pokémon e Hunter, intercettando con la spada l’ennesimo Morso diretto verso la gola di Ender. Per quanto preso di sorpresa, il suo compagno fu rapido ad accorgersi del Rowlet in picchiata e dell’opportunità che gli aveva fornito.

Come se avessero provato la manovra migliaia di volte, Ender balzò sulla schiena del suo padrone ancora intento a trattenere Hunter e poi, usandolo come trampolino, si lanciò verso il pokémon gufo. Appena fu in aria, con uno sbuffo di fatica si avvolse in un manto di fiamme e iniziò a ruotare rapidamente, tramutandosi in una ruota infuocata. Arrow non ebbe tempo di schivare; fu investito in pieno dal Ruotafuoco aereo di Ender e non poté che schiantarsi al suolo, privo di sensi e ricoperto di ustioni e piume annerite

Nel mezzo delle esclamazioni di sorpresa e sdegno del gruppo di sgherri, Scott non aveva ancora finito: con un violento strattone liberò la spada dal morso di Hunter e prima che il pokémon avesse tempo di reagire gli assestò una violenta percossa contro la testa, usando tutta la sua forza. Sentì l’impatto riverberargli per tutta la lunghezza del braccio e il sordo crac di qualcosa che si crepava.

L’Houndour incassò il colpo e si preparò a contrattaccare e balzare alla gola dell’umano, ma le cose non andarono come sperava: le zampe, anzi l’intero corpo aveva cessato di rispondere; la vista gli si annebbiò mentre un dolore lancinante gli esplodeva nel cranio. Fece qualche passo barcollante verso Scott prima di crollare pesantemente a terra.

Vi fu un istante di silenzio. Scott non era meno sconvolto degli altri. La spada da addestramento gli cadde di mano, rompendosi mentre toccava il suolo. Era cresciuto circondato da Houndour e Houndoom e adorava quelle creature, anche quando gli si rivoltavano contro. Non avrebbe mai pensato che ne avrebbe colpito uno. Non con tanta forza. Era abbastanza sicuro che uno come Hunter si sarebbe comunque ripreso da un colpo del genere. Probabilmente. Forse.

“HUNTER!!!”

L’urlo di Ramsay squarciò il silenzio. Il giovane uomo accorse al fianco del suo pokémon, inginocchiandosi per poterlo accudire meglio, momentaneamente incurante del fratellastro. Scott stesso era come stordito; arretrò con qualche passo barcollante, ma subito si sentì afferrare da dietro.

“E adesso dove credi di andare?”

Robert, il più grosso dei seguaci di Ramsay, gli teneva bloccate le braccia, torcendogliele dolorosamente all’indietro. Quel dolore bastò a snebbiargli la mente offuscata.

“Ender!”

Il pokémon non si fece attendere; per quanto affaticato dallo scontro, rimaneva un combattente formidabile. Senza attendere ulteriori istruzioni, si lanciò contro la gamba indifesa del giovane uomo e vi conficcò le zanne di nuovo luminose di scariche elettriche. Il morso da solo avrebbe lasciato segni indelebili, forse avrebbe perfino reso inutilizzabile il piede, ma al momento a Ender importava solo di una cosa: liberare il suo allenatore.

Il ruggito di dolore di Robert quasi ruppe i timpani di Scott, che un istante dopo si trovò libero dalla presa del gigante. Senza pietà, pervaso dalla sola idea di liberarsi di quanti più avversari possibile, si abbassò e assestò una violenta gomitata ai testicoli di Robert, che si piegò in silenzio, la bocca spalancata in un guaito muto; senza dargli il tempo per riprendersi, Scott si voltò a fronteggiarlo con un movimento fluido e, prendendolo per la nuca con entrambe le mani, gli diede una, due, tre violente ginocchiate in volto.

Abbandonando il suo malcapitato aggressore a terra, Scott tornò a fronteggiare Ramsay e il resto dei suoi sgherri, coltello alla mano; se doveva morire, intendeva comunque rendere chiaro che si sarebbe portato qualcuno dietro.

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Note:

qualche mese fa inizia a scrivere la Fic "Pokémon: un altro mondo", ma mi bloccai dopo qualche capitolo. Man mano che scrivevo, mi  rendevo conto che non mi piaceva l'ompostazione che stavo dando alla storia, la gestione dei capitoli, ecc. 

Questo è il primo capitolo di un lavoro diverso, ma strettamente collegato,  che vuole essere impostato in maniera più antologica: una raccolta di storie  connesse tra di loro invece di un'unico romanzo.

Spero che vi piaccia e che mi farete sapere cosa ne pensate!

  
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