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Autore: Rohan    30/07/2019    2 recensioni
Questa storia partecipa alla Fast Challenge: Cibo indetta sul gruppo Facebook "Il Giardino di Efp".
Raccolta di brevi scorci di vita in un unico capitolo, tutto a tema Godel.
[Dal testo:
1. Cibo piccante:
«Sembra tutto troppo buono per averlo fatto tu, “tutto da solo”» lo imitò facendolo ridere.
2. Ghiacciolo:
Non sapeva se era perché voleva anche lui un ghiacciolo per combattere il caldo, oppure perché voleva essere lui quel ghiacciolo, a costo di soffocare tra le sue morbide labbra.
3. Litigare per il cibo a letto/Cioccolata ovunque:
La donna si sedette sul letto a gambe incrociate, ridendo ancora. «No, scusa tesoro. È solo che… quelle dove le hai comprate?» chiese di rimando lei, indicandogli gli slip, senza smettere di sghignazzare. «E, soprattutto, cosa dovremmo farci?» continuò.
4. Leccalecca:
Gohan la guardò confusa e lei gli poggiò il proprio dolciume sulle labbra, leccandole subito dopo.]
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Perché il cibo non deve solo riempire la pancia.










Cibo piccante:
 
 
Videl era appena tornata a casa dopo il colloquio genitori-insegnanti di Pan.
La ragazza, visto gli ottimi risultati in pagella, era uscita a festeggiare con gli amici, come aveva già preannunciato a pranzo, facendo tornare da sola la madre.
Videl sgranò involontariamente gli occhi, sorpresa, quando vide la tavola apparecchiata e del cibo –che sembrava pollo- nei piatti.
«Wow… è passata tua madre per caso?» decise di prenderlo in giro lei, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del marito.
«No, ho fatto tutto da solo!» esclamò con tono da finto offeso Gohan, avvicinandosi a lei per baciarla sulle labbra.
Videl lo guardò scettica, non riuscendo a crederci nonostante stesse guardando tutto con i suoi occhi, e si avvicinò al tavolo. «Sembra tutto troppo buono per averlo fatto tu, “tutto da solo”» lo imitò facendolo ridere. «Inoltre è tutto perfettamente pulito… In quindici anni di matrimonio hai cucinato tre volte, una delle quali siamo stati costretti a comprare una nuova cucina visto che per tagliare le carote hai letteralmente squarciato il marmo» continuò.
«Beh, tesoro, adesso smettiamola di pensare sempre al passato!» cercò di sviare, portandosi una mano dietro la testa. «E comunque per un uomo adulto non è poi così difficile ordinare d’asporto!» confessò facendola ridere.
«Ecco, adesso ha senso» gli rispose sedendosi.
Moriva di fame.
Gohan la seguì a ruota, mettendosi accanto a lei. «Sai… l’ho preso in un nuovo ristorante vicino l’università. Tutti ne parlano benissimo, non vedevo l’ora di assaggiare qualcosa di loro» le disse afferrando il coltello e la forchetta.
Videl storse il muso, guardando dentro il piatto. «Ha un odore strano… è cibo tipico di qualche zona lontana, vero? Non riesco a capire che spezie sono» disse a bassa voce, guardandolo mentre le tagliava sul suo piatto un pezzo di pollo e la imboccava con dolcezza.
«Sai, amore mio, all’università si parlava l’altro giorno in via del tutto generale, ma è uscito fuori che il cibo piccante è afrodisiaco e un mio collega ha fatto faville con sua moglie –a detta sua- dopo aver mangiato della roba di questo ristorante messicano» le sussurrò, guardandola mentre lei diventava prima bianca, poi rossa e infine viola, alzandosi di colpo.
«Acqua!» gemette allungando una mano, trovandosi davanti solo del vino.
Gohan si guardò intorno per qualche secondo, spaesato, correndo poi verso il frigo, facendola bere direttamente dalla bottiglia.
«Cavolo quanto brucia! In vent’anni quasi che ci conosciamo mi hai mai visto mangiare piccante?! Io lo odio!» esclamò con anche gli occhi che le bruciavano.
Gohan si strinse nelle spalle. «Ma io… non sapevo…»
«Tu non sai mai niente!» esclamò fuori di sé, dirigendosi verso il bagno per lavare i denti e togliersi quel saporaccio dalla bocca, ma soprattutto perché se l’avesse avuto ancora davanti gli avrebbe detto qualcosa di cui si sarebbe pentita dopo qualche ora.
Gohan alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
Conveniva togliere dal capezzale del letto quel cioccolato tipico italiano al peperoncino e tutte le candele che aveva acceso in camera, altrimenti chissà che gli avrebbe fatto.
E lui che si era già immaginato una notte di fuoco, ma decisamente non in quel senso.
 
 
 
 

Ghiacciolo:
 
Sdraiato a pancia sotto sull’amaca, Gohan soffriva maledettamente per quel caldo afoso.
Non ne poteva più.
L’estate era iniziata da solo una settimana e lui già rimpiangeva l’inverno.
Fissava insistentemente un punto fisso, senza guardare niente di preciso, rantolando qualche lamento di tanto in tanto.
Videl uscì dalla porta di casa, sedendosi sulla sedia a dondolo davanti a lui, con indosso un costume azzurro e in mano un ghiacciolo al limone.
«Certo che la prima estate insieme da sposati non l’avevo immaginata con te che sembri un vegetale. Dai, cerca di tirarti su!» disse mettendo in bocca il ghiacciolo.
Gli occhi del mezzo Saiyan finalmente tornarono a guardare qualcosa con vera attenzione, mordendosi il labbro.
Non sapeva se era perché voleva anche lui un ghiacciolo per combattere il caldo, oppure perché voleva essere lui quel ghiacciolo, a costo di soffocare tra le sue morbide labbra.
Senza farci minimamente caso, Videl guardava il cielo, continuando a leccare il ghiacciolo, per poi posare finalmente gli occhi sul marito che la guardava in modo decisamente strano.
«Ehm… ne vuoi uno pure tu?» chiese incerta, non capendo il motivo del suo sguardo.
Però il caldo era troppo e un pezzo si staccò, finendole sul petto, al centro tra il suo seno.
E quello fu troppo per Gohan.
Si alzò e, mettendole un braccio attorno le gambe e uno dietro la schiena, l’alzò prendendola in braccio. «No, voglio te» le sussurrò, facendola prima arrossire e poi ridere, infilandogli l’ultimo pezzo di ghiacciolo in bocca.
 
 
 
 
 
 
Litigare per il cibo a letto/Cioccolato ovunque:
 
«E questa cos’è?» chiese Videl, aprendo una busta di plastica, sgranando gli occhi subito dopo.
La busta era piena di cioccolata, e di scatole di slip commestibili.
Gohan entrò in camera da letto completamente nudo. «Adesso che Pan è all’università abbiamo la casa tutta per noi, amore mio, e possiamo fare quello che vogliamo» le disse sorridendole malizioso, facendola ridere.
«Ma che ti è preso?» rise ancora, vedendolo aprire una confezione di slip e infilandoseli.
«Allora?» le disse avvicinandosi a lei, mentre prendeva poi una bottiglietta di glassa al cioccolato. «Non hai voglia di provare qualcosa di… nuovo?» le sussurrò all’orecchio, facendole venire la pelle d’oca.
In fondo, pensandoci, aveva ragione.
Adesso che erano da soli potevano sperimentare decisamente qualcosa in più.
Certo, non si sarebbe mai immaginata che suo marito portasse del cibo erotico a letto, però era un Saiyan e si sa: per i Saiyan il cibo sta bene in qualsiasi contesto.
Non ottenendo una risposta immediata, il Saiyan le afferrò le gambe con un braccio, facendola cadere malamente sul letto.
Lei rise, nonostante la botta, e ricambiò più che volentieri il bacio con la quale, famelico, Gohan l’aveva assalita dopo un attimo.
Videl gli passò le mani tra i capelli, poi le spostò sulla nuca, finché non fu lui a staccarsi per guardarla negli occhi.
Amava fissarla in quegli occhioni azzurri con sopra quel velo di eccitazione, quando sue guance erano accaldate e il suo corpo era attratto da quello di lui come una calamita potentissima.
Lei si morse il labbro e lo baciò nuovamente, staccandosi subito per ridere.
Gohan inclinò leggermente la testa, confuso. «Che c’è?» le domandò.
La donna si sedette sul letto a gambe incrociate, ridendo ancora. «No, scusa tesoro. È solo che… quelle dove le hai comprate?» chiese di rimando lei, indicandogli gli slip, senza smettere di sghignazzare. «E, soprattutto, cosa dovremmo farci?» continuò.
Gohan arrossì appena, grattandosi la guancia.
Era partito così sicuro e adesso era riuscita, come sempre, a metterlo in imbarazzo, nonostante tutti quegli anni insieme.
«Beh, tu che credi?» tentò di apparire di nuovo sicuro, ma con pessimi risultati.
Le guance paonazze lo tradivano terribilmente.
«Io non intendo mangiarle, pervertito!» esclamò scandalizzata lei, scoppiando di nuovo a ridere.
Lui si morse il labbro e le afferrò entrambi i polsi con una mano, spingendola di nuovo a sdraiarsi con la schiena sul letto.
Aprì la bottiglietta di glassa con i denti e gliela versò sul collo, leccandogliela via subito dopo.
Videl socchiuse la bocca e girò a guardare il materasso.
Strinse le labbra.
Le lenzuola erano piene di cioccolato.
«Io ti uccido» sussurrò flebilmente, facendolo ridacchiare.
«Dai…» le disse piano. «Che ti importa, ne compreremo di nuove» continuò, versandole nuovamente la glassa, questa volta sul ventre, che questa volta colò dai fianchi sporcando ancora di più le lenzuola.
«Le ho appena comprate, ecco che mi importa!» urlò lei, scostandolo, nonostante le stesse pulendo il ventre con la lingua, in modo decisamente abile.
«Oh, andiamo, smettila e goditi il momento!» sbuffò lui, vedendole aggrottare ancora di più la fronte.
Si fissarono negli occhi per qualche secondo, avvicinandosi lentamente.
«Scappo?» sussurrò lui.
«Scappa» confermò lei, vedendolo saltare giù dal letto un attimo dopo, con addosso solamente quegli slip ridicoli. 
 
 
 
  

Leccalecca:
 
 
Felice come non mai, Videl aprì il balcone di casa sua, facendo entrare Gohan direttamente in camera sua.
Gli saltò al collo, baciandolo sulle labbra, tanto da lasciarlo stordito in un primo momento.
«Che succede?» chiese lui ridendo, staccandola da sé con delicatezza, non smettendo comunque di tenerle le mani sui fianchi.
Lei sorrise e si diresse verso la scrivania. «Sono solo felice di vederti e poi oggi quando ho visto questi… non ho potuto fare a meno di comprarli pensando a te» gli rispose, mostrando due grandi lecca lecca a forma di cuore, porgendogliene uno.
Il ragazzo rise.
Di certo non se lo aspettava.
Li aprirono quasi in contemporanea, sedendosi poi verso il letto della ragazza, iniziando a parlare del più del meno, fino a quando, lei, curiosa, non gli si piazzò a mezzo centimetro dal viso.
Gohan la guardò confusa e lei gli poggiò il proprio dolciume sulle labbra, leccandole subito dopo.
«Umh… però… buono!» disse lei con un sorriso divertito, mordendosi il labbro.
Gohan inarcò un sopracciglio e, senza pensarci neanche un attimo, le alzò la maglietta –dove sotto non indossava palesemente il reggiseno- e le sfilò il suo leccalecca.
Videl arrossì di colpo e lui glieli appiccicò sui seni senza troppi complimenti, leccando la parte interessata dopo qualche secondo.
«Hai ragione» disse leccandosi il labbro inferiore. «Molto buono» esclamò soddisfatto, facendola rimanere ancora a bocca aperta.
A volte quel ragazzo era proprio un mistero.
Tanto timido quanto perverso a volte.
Due facce della stessa medaglia.
Una medaglia che amava, amava da morire.







































Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Dopo più di un anno eccomi di nuovo qui, a pubblicare qualcosa di non esattamente troppo intelligente.
Penso sempre di scrivere qualcosa, la mia mente sforna idee su idee, il problema è mettermi al pc e svilupparle.
Mi manca da matti scrivere qui, eppure la mia pigrizia regna sopra tutto e tutti.
Se adesso sono qui è solo grazie a
MartaSon93 che mi ha spronata un sacco, facendomi rivivere i bei tempi qui.
Spero di non sparire di nuovo e che a qualcosa, 'sta robaccia, strappi un leggero un sorriso.
E, gente... SCRIVETE GODEL!
Cavolo, manco io e nessuno ci scrive su!



-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*
  
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