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Autore: Ste_exLagu    31/07/2019    0 recensioni
Aggiunto prologo
Hanamichi si trasferisce negli Stati Uniti e viene ispirato da un Telefilm, e comincia a scrivere a dei futuri figli. Comincia con la prima lettera in cui comincia a dare qualche notizia del suo primo anno allo Shohoku, e accenna all'incontro con Kaede.
Fa parte della serie Tutta la vita in un secondo. Nella linea Temporale si posiziona dopo "un secondo" e dunk"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Nobunaga Kiyota
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Tutta la vita in un Secondo'
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Prologo

Ormai sono una coppia stabile da diversi anni, lo erano anche prima dell’annuncio in tv dell'omosessualità di Hanamichi Sakuragi. Ormai si conoscevano da quella che poteva essere definita una vita. Si erano visti per la prima volta in prima liceo e si erano messi insieme verso la fine del terzo anno e poi erano volati insieme negli stati uniti, divisi da migliaia di chilometri, ma sempre pronti a raggiungersi, ognuno di loro si è laureato e con sommo stupore di tutti Hanamichi ci è riuscito in anticipo riuscendo anche a farsi ingaggiare in NBA prima del suo compagno di avventura e del suo ex compagno di squadra, che nel frattempo era partito con loro per un terzo istituto distante migliaia di chilometri dagli unici giapponesi che conosceva.

La vita era passata abbastanza velocemente tra partite, chiamate in nazionale per Sakuragi, e il lasciare il basket giocato per gli altri due, il fattore altezza ha svantaggiato molto Nobunaga Kyota, in un mondo di giganti un ragazzo d’altezza media trova poco spazio per giocare, soprattutto a livelli come quelli dell’NBA. Ha lasciato il basket professionistico senza farsene un cruccio poco prima del proprio matrimonio con il compagno di sempre. Si è laureato in tempo in lingue e mediazione culturale e sembra essersi adattato perfettamente alla cultura ospitante senza però rinnegare le proprie origini. La storia tra i due è stata vissuta a distanza, e da avversari per tutta la carriera del ragazzo dagli occhi violetti, scontri epici sul campo e una vita che cerca di essere vissuta più lontano possibile dai riflettori, anche se agli eventi pubblici si sono sempre presentati insieme.

Il giorno del venticinquesimo compleanno di Nobunaga sotto un cielo terso la coppia convola a nozze, tra gli invitati c’è mezza popolazione di Kanagawa tra i 24 e i 27 anni, vecchi compagni di squadra, vecchi avversari, amici, parenti. La gioia è molta e si moltiplica l’anno dopo quando la coppia decide di adottare una coppia di gemelli, Jayden e Joshua, due ragazzini mulatti che nessuno sembrava intenzionato ad adottare perché troppo scalmanati, poco inclini alle regole, e così grandi. Ora agli eventi in cui Sakuragi è invitato come giocatore della lega professionistica di basket si presentano tutti e quattro e sono un quadro di energia fin troppo esplosiva e i primi due anni sono d’assestamento per la famiglia, cominciano a conoscersi e a cercare di legare, e finalmente ci riescono. I due ragazzini esprimono subito arrivati nella villa dei due padri il desiderio di giocare a basket e si ritrovano nella squadra dove allena un altro giapponese, un giovane uomo che frequenta spesso casa loro, e che ha giocato in NBA, ma da cui si è dovuto ritirare per un infortunio al ginocchio, ma non sembra stia male, si è gettato anima e corpo nel suo ruolo di allenatore e con il suo entusiasmo è riuscito a creare una buona squadra nella scuola del distretto scolastico dove risiedono i suoi due connazionali, anche grazie ai due gemelli.

I gemelli si sono affezionati quasi subito al grosso e confusionario padre con i capelli rossi, e come tutti ognuno ha le sue preferenze, Joshua preferisce Hanamichi mentre Jayden ha scelto come padre preferito Nobunaga. I ragazzi stanno imparando il giapponese sotto la guida di Nobu, che nel frattempo è diventato professore in una scuola di un distretto vicino. I primi tempi si sono scontrati, ma la fiducia si è creata nel tempo e ora sono una famiglia dove regna l’armonia, certo non sono esenti da litigi o da prese di posizione degli adulti ma il rispetto è reciproco.

L’associazione danni J&J come li hanno soprannominati i genitori è allenata da Hisashi Mitsui, che da quando è diventato allenatore sembra tornato l’anima ardente di un tempo, pieno di entusiasmo e gioia nell’insegnare quello che a suo avviso è lo sport più bello del mondo. Non a caso I Love This Game è il motto del basket. Di loro l’allenatore parla come di degni eredi dei genitori anche nel modo di giocare, anche perché sembrano caratterialmente ricordare i due piccioncini partiti dal Giappone con quasi solo sogni in valigia.

In questo clima di tranquillità Hanamichi Sakuragi prende la decisione di scrivere delle lettere ai propri figli in modo da raccontare loro una parte della propria vita di cui non va fiero, ma che lo ha forgiato fino a farlo diventare l’uomo di adesso, impegnato nel sociale, e soprattutto nelle campagne di supporto ai giovani. In realtà l’inizio della lettera è già scritta nel suo cassetto da un paio d’anni, cominciata in concomitanza con l’arrivo dei gemelli a casa propria.

  
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