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Autore: martioriginal    01/08/2019    0 recensioni
[Sotus the Series]
Breve storia riguardante la ship KongArthit di SOTUS. La storia è ambientata nel periodo in cui Arthit e Kong sono separati, per intenderci post Our Skyy, perché Kong si trova a studiare in Cina. Il periodo di separazione è visto dal punto di vista di Arthit.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice:
Ormai è passato tantissimo tempo dall’ultima volta che ho scritto una fanfiction, o una storia di qualsiasi genere, credo addirittura quattro anni, ma nell’ultimo periodo ho ripreso a ruolare e il mio amore per la scrittura è tornato, proprio per questo motivo ho deciso di cimentarsi in questa piccola fanfiction dedicata ad Arthit e Kong del drama thailandese SOTUS.
La storia è ambientata nel periodo in cui Arthit e Kong sono separati, per intenderci post Our Skyy, perché Kong si trova a studiare in Cina. Il periodo di separazione è visto dal punto di vista di Arthit, non perché non mi interessi parlare della vita universitaria di Kong, ma semplicemente perché Arthit è il mio personaggio preferito e mi sono legata moltissimo a lui.
Fatte queste poche premesse vi lascio leggere questa piccola storia, sperando che vi piaccia.



Capitolo 1: Sette mesi senza te.


Kong sarebbe rimasto all’estero per due anni. Due anni. Ad Arthit quei due anni sembravano un’eternità, un tempo infinito, inizialmente aveva deciso di lasciarlo prima della partenza, l’idea di dover affrontare una relazione a distanza lo faceva soffrire, temeva che – pian piano, con il tempo – si sarebbero allontanati a causa dei chilometri che li tenevano separati, ma alla fine aveva deciso che preferiva patire quei due anni che rinunciare all’amore della sua vita per sempre.
Se gliel’avessero detto qualche anno prima, sicuramente, si sarebbe messo a ridere. Quando ha conosciuto Kong quasi lo odiava: detestava quel ragazzo sempre pronto a schierarsi dalla parte dei più deboli e fragili, sempre pronto a fare l’eroe di turno, quel ragazzo che minacciava così prepotentemente la sua autorità da capo dei bulli. In altre parole, Kong lo faceva andare su tutte le furie. Poi, però, con il tempo, si era reso conto di iniziare a provare qualcosa per lui. Aveva iniziato ad addolcirsi un po’, lasciando cadere la maschera da bullo che indossava, iniziando a rivelare al più piccolo i veri aspetti del proprio carattere.
Arthit non era mai stato il tipo da dichiarazioni plateali o da chissà quale gesto importante, era timido, specialmente quando si trattava di effusioni in pubblico, ma per non perdere Kong si era addirittura dichiarato davanti a tutti i colleghi dell’azienda. Se non era amore questo, allora cosa lo era?
Adesso però era tutto diverso, Kong era in Cina, esattamente a tremiladuecentonovataquattro chilometri di distanza da lui, gli mancava, gli mancava terribilmente.
Quando Kong era partito, Arthit era andato con lui, gli aveva fatto una sorpresa e l’aveva accompagnato, aveva visto l’alloggio dove si sarebbe sistemato, i locali dell’università, i negozietti in cui avrebbe fatto la spesa, poi però dopo una settimana era dovuto tornare al proprio lavoro e alla propria vita a Bangkok.
Il tempo era passato, adesso erano passati sette mesi, sette mesi lunghi come un secolo e non erano niente perché sette mesi erano un briciolo di tempo in confronto ai due anni che sarebbero dovuti trascorrere. Arthit era sempre più triste, a lavoro sembrava uno zombie, i colleghi lo prendevano in giro, facendogli notare la cosa, ugualmente facevano gli amici. Lui si arrabbiava, nessuno di loro sapeva cosa volesse dire affrontare una relazione a distanza: tornare a casa e trovarla fredda e vuota, senza la presenza del proprio ragazzo, vedere il letto ancora intatto, con le lenzuola che non avevano più il profumo di Kong, magiare da solo. Erano tutte cose che aveva fatto per tanti anni, ma da quando Kong era entrato nella propria vita era tutto cambiato e, anche se non era facile per lui ammetterlo, adesso si sentiva completamente dipendente dalla sua presenza.
Si scambiavano messaggi ogni giorno, più volte al giorno, ogni tanto facevano anche qualche videochiamata ed Arthit sorrideva, sorrideva sempre cercando di fargli capire che andava tutto bene. Kong raccontava ad Arthit degli esami e dei compagni di università, Arthit raccontava a Kong del lavoro e dei colleghi, parlavano un po’ del più e del meno, ma Arthit non era felice, non gli bastava.
Negli anni passati insieme, era sempre stato Kong il più fisico dei due, anche se Arthit era stato il primo a baciarlo, di solito era Kong a dare il via a tutte le altre effusioni, non che Arthit non volesse, ma era troppo timido per prendere l’iniziativa.
Eppure, adesso che Kong non c’era, Arthit se ne pentiva terribilmente. Avrebbe voluto abbracciarlo di più, baciarlo di più, fare l’amore con lui più volte. Avrebbe dovuto essere meno timido, perdere meno tempo.
Improvvisamente squillò il telefono ed Arthit si alzò dal letto, era l’ora della videochiamata con Kong, finalmente l’avrebbe rivisto.
Prese il cellulare alla velocità della luce, si mise a sedere poggiando la schiena contro il cuscino sollevato e si sistemò un po’ i capelli, prima di rispondere, sfoderando il miglior sorriso di cui potesse essere capace.
Dall’altra parte dello schermo, Kong era raggiante.

“Kongpob! Era ora, pensavo ti fossi dimenticato di chiamarmi.”

Forse un po’ troppo apprensivo come esordio, ma Arthit era davvero impaziente di ricevere quella videochiamata.

“Scusami P’ oggi il corso è finito un po’ più tardi e sono uscito solo adesso. “

Arthit non poté fare a meno di intristirsi, avrebbe tanto voluto essere lì con lui, aspettarlo all’uscita dell’università, andare a mangiare qualcosa insieme e poi al centro commerciale.

“Ah P’ volevo dirti che domani non potremmo sentirci, sarò impegnato tutto il giorno con una simulazione al corso e tornerò tardi.”

La voce di Kong era tranquilla, Arthit sapeva che era normale che l’altro avesse degli impegni, ma non gli piaceva l’idea di non poter sentire la sua voce tutto il giorno.

“Okay tranquillo, allora ci sentiremo dopodomani.”

“Va bene, P’. Adesso devo andare, mi aspettano dei compagni dell’università per andare a cena.”

“Mh, buona fortuna per la simulazione di domani.”


Arthit chiuse subito la comunicazione e lasciò ricadere il telefono sul materasso, senza prestarci troppa attenzione. Era triste, c’era poco da aggiungere. Il giorno successivo non avrebbe lavorato, sarebbe stato ad annoiarsi tutto il giorno e, senza avere la possibilità di parlare al telefono con Kong, sarebbe stato ancora più triste. In più, quella sera avevano parlato pochissimo, meno di due minuti.
Incredibilmente, per la tristezza, gli si chiuse lo stomaco e gli passò la fame.
Si acciambellò sul letto, quasi come un cagnolino che si raggomitola nelle cuccia, tirando le ginocchia al petto e afferrandole con le braccia. Si impese di trattenere le lacrime, era solo e avrebbe potuto perfettamente piangere, ma non voleva sentirsi ancora più stupido.
Così, tra lacrime trattenute e tristezza, si addormentò ancora prima di rendersene conto.
La mattina dopo si svegliò alle nove e mezza, circa, e la prima cosa che fece su prendere il telefono per mandare un messaggio di in bocca al lupo a Kong, anche se sapeva che non avrebbe potuto leggerlo. Quello che trovo, invece, fu la sorpresa più bella che potesse aspettarsi: un messaggio di Kong che gli cambiò totalmente l’umore.

“ Alle 10:55 arrivo all’aeroporto, sto qualche giorno a Bangkok.
Volevo farti una sorpresa, mi raccomando vienimi a prendere.
Ti amo. “


Arthit saltò immediatamente giù dal letto e si precipitò in bagno alla velocità della luce. Mancavano meno di due ore all’arrivo del suo ragazzo e lui doveva ancora lavarsi, vestirsi e raggiungere l’aeroporto. Doveva fare tutto di fretta, ma non era mai stato così felice come in quel momento.








Note dell'autrice parte 2:
Primo capitolo concluso. Perdonatemi se è un po' corto, inizalmente volevo scrivere una one-shot, poi però ho pensato di fare una storia a capitoli (in ogni caso non saranno molti, penso tre o quatto, devo ancora vedere cosa ne verrà fuori), quindi ecco il risultato della prima divisione.
Spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto, so bene di avere moltissime cose da migliorare, ma dopo quattro anni di pausa mi sembra un buon modo di rincominciare.
Mi raccomanto, lasciatemi qualche commento con i vostri pareri e suggerimenti.
A presto con il secondo capitolo.
Marti.
   
 
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