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Autore: Kizuato    04/08/2019    1 recensioni
Tywin Lannister e Tyrion Lannister: padre e figlio, l'uno così simile all'altro. Eppure, vi è un odio viscerale da parte del patriarca Lannister verso Il Folletto; il contenuto di questa One shot non è altro se non le conseguenze dei maltrattamenti continui verso Tyrion, ad opera del suo stesso padre.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tyrion Lannister, Tywin Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Tyrion Lannister. Questo era il suo nome. Non era difficile da memorizzare: semplice; breve; facilmente ricordabile. Nonostante ciò, non veniva spesso chiamato così. Dopotutto, quanti soprannomi gli avevano affibiato, nel corso del tempo? Il folletto, il suo soprannome più celebre; Il mezzouomo; Il Piccolo Leone; Il Nano di Castel Granito. Questi erano solo alcuni dei suoi "titoli". Oh, e come dimenticare "Gigante di Lannister"? Si, il soprannome che gli aveva affibbiato Shae, la donna che giaceva sul letto del Primo Cavaliere del Re, strozzata dalla catena d'oro che portava attorno al suo esile collo. Lo stesso collo che aveva accarezzato più volte, mentre consumavano il loro rapporto carnale, sul letto su cui ora giaceva il cadavere della donna. L'aveva amata, Tyrion. Oh, quanto l'aveva amata! Ma ora, in quel momento, era ancora capace di amare? No. La risposta era, semplicemente, no. Lui, il nano, il capro espiatorio. Il Lord suo padre, Tywin Lannister, e Cersei Lannister, sua sorella, lo reputavano colpevole. Di cosa? Di aver ucciso Johanna, moglie del primo e madre della seconda. Catelyn Stark, invece... oh, quel rapimento si che era stato stupido. Lui che commissionava l'omicidio di Brandon Stark, dando ad un sicario una daga prestigiosa, ottenuta scommettendo contro suo fratello Jamie... se non avesse vissuto quella brutta esperienza di prima persona, avrebbe riso. Si, sarebbe scoppiato in una fragorosa risata. E poi, la colpa per l'omicidio del Re Bambino, Jeoffrey "Baratheon", suo nipote. Quanto avrebbe voluto essere stato lui ad avvelenarlo, assieme a tutti quegli ingrati cittadini che proprio Tyrion aveva salvato da Stannis Baratheon. Il Piccolo Leone era sempre il bersaglio su cui gli altri lanciavano le loro frecce, sperando con tutto il cuore di centrarlo per sentirsi appagati. Ma lui sapeva il suo vero crimine: essere nato, essere vissuto. Un crimine che aveva confessato durante il processo per Jeoffrey. Adesso, però, non gli importava più di principi, principesse, puttane o della famiglia. In quel momento, quando si avvicinò alla porta della latrina e la aprì, trovando suo padre sul gabinetto, in vestaglia da notte, voleva solo risposte. Appena notò, nella poca luce della stanza, e una volta spalancata totalmente la porta, che suo padre aveva alzato lo sguardo per il rumore di passi, Tyrion sorrise. Aveva una balestra, in mano. Una balestra con un dardo pronto a centrare il bersaglio, che aveva trovato proprio nella stanza di Lord Tywin, insieme alle frecce. Ma la sua arma preferita restava la mente, e quel furbesco ghigno che gli dipingeva il viso. A quanti, lo aveva rivolto? 《Mio lord.》 《Tyrion. Chi ti ha fatto uscire dalla cella?》 Captare la paura che suo padre teneva nascosta diede uno strano senso di piacere, al folletto. 《Non sai quanto darei per dirtelo, padre caro, ma ho fatto un sacro giuramento.》E in quel momento, pensò a Varys. Colui che lo aveva fatto scappare insieme a suo fratello, Jamie. Il Ragno Tessitore che tutto sa, e che lo aveva tradito. Vedersi prestare aiuto da lui fu quasi divertente. Per fortuna, aveva avuto la decenza di lasciarlo salire fino alla torre del Primo Cavaliere del Re; magari lo stava anche aspettando, nascosto nell'ombra sotto le scale che conducevano a tale torre, come Tyrion gli aveva chiesto. 《L'eunuco.》 Capì, Lord Tywin. 《Avrò la sua testa per questo. È la mia balestra che hai in mano? Mettila via.》 《È che cosa farai se rifiuto, padre, mi punirai?》 《Questa tua fuga è pura follia. Non verrai ucciso, se è questo che temi. Ho tutt'ora intenzione di mandarti alla Barriera, ma non posso farlo senza il consenso di lord Tyrell. Metti giù la balestra, seguimi nelle mie stanze e parliamone.》 La Barriera... Tyrion la aveva sempre trovata interessante: grande, no... enorme. Qualcosa di tanto mastodontico, che si faceva fatica a credere fosse stata creata dall'uomo. Nonostante tutto questo, era solo un buon luogo per coronare un suo sogno (pisciare da lassù, una vera soddisfazione), non per passare il resto della vita. 《Possiamo parlarne benissimo qui. Forse, padre, la Barriera non è proprio la destinazione di mio massimo gradimento. Fa un freddo fottuto da quelle parti e, sai, ho già fatto il pieno qui da te di tutto il freddo che posso sopportare. Per cui dimmi una sola cosa e io vado per la mia strada. Un'unica, semplice risposta. In fondo, me la devi.》 《Non ti devo niente.》 E quante cose gli avrebbe dovuto, invece. Ma Tyrion aveva sempre cercato di sopportare, perché quello era suo padre. Ora, non poteva più soffrire, e non provava più rimorso all'uccidere una persona che conosceva. 《In tutta la mia vita, mi hai dato meno di niente, ma questa risposta me la devi dare. Cosa ne hai fatto di Tysha?》 《Tysha?》 Il Lord suo padre non si ricordava nemmeno il nome della prima donna che lui, Il Folletto, aveva amato e sposato. Beh, naturale. Cosa importava al potente Lord Tywin, figlio di Tyson e Lord di Castel Granito, di una semplice popolana? La dolce popolana che Il Nano di Castel Granito aveva amato con tutto il suo cuore, e che aveva poi visto essere stuprata da una decina di guardie. E successivamente, da lui stesso, sotto costrizione di suo padre. Per anni aveva creduto fosse una puttana, e che suo fratello non avesse fatto altro che inscenare lo stupro coi briganti. Poco prima, invece, aveva scoperto che Jamie, in realtà, non aveva inscenato un bel niente, e che Tysha era davvero una semplice, dolce ragazza. L'unica cosa che aveva davvero fatto Jamie, e una delle tante cose che faceva ribollire di rabbia Tyrion, fu nascondergli la verità. 《La ragazza che sposai.》 《Oh, certo. La tua prima puttana.》 Tyrion allineò la linea di tiro della balestra al torace del padre. La sua voglia di vedere Lord Tywin trafitto iniziò a crescere. 《Pronuncia un'altra volta quella parola, padre, una sola volta ancora, e ti uccido.》 《Non avrai il coraggio di farlo.》 《Vogliamo scoprirlo? È una parola che sulle tue labbra sembra formarsi con facilità.》Quanto era impaziente di tirare quell'esile, ma letale dardo, Tyrion; il gesto che fece sulla balestra, doveva averlo fatto capire anche al Lord suo padre. 《Tysha. Che cosa ne hai fatto di lei dopo avermi impartito quella... bella lezione?》 《Non ricordo.》 《Sforzati. L'hai fatta uccidere?》 La smorfia che si formò sul volto del Lord suo padre a quelle parole non piacque minimamente, al Piccolo Leone. 《Non c'era ragione di farlo, aveva imparato qual era il suo posto… ed era anche stata ben pagata per la sua giornata di lavoro, mi sembra di ricordare. Suppongo che il nostro attendente l'abbia mandata per la sua strada. Non me ne sono più occupato.》 《La sua strada per dove?》 《Ovunque vadano le puttane.》 E quella, fu la frase che condannò il suo caro padre. Il dardo partì quando Lord Tywin stava per alzarsi, costringendolo a crollare nuovamente sul gabinetto. Il sangue aveva ricoperto l'asta, impregnando i peli del pube, e il dardo si era conficcato sopra l'inguine. Tyrion aveva sempre ripudiato il sangue. Non gli piaceva, e ciò non cambiò nemmeno il quel momento. E tuttavia, il grugnito dolorante che fece il Lord suo padre gli diede soddisfazione. 《Mi hai... colpito...》 Disse, suo padre, con un filo di voce. 《Sei sempre stato rapido a cogliere le situazioni, mio buon Lord. Dev'essere per questo che sei Primo Cavaliere del Re.》 《Tu... non sei... mio figlio...》 《È proprio qui che ti sbagli, padre caro. Infatti, io sono quasi certo di essere la tua copia conforme.》Quante volte ne era stato certo, Il Folletto, di quel pensiero. Era uno dei tanti che gli venivano in mente. Un'altro, ad esempio, era vedere suo padre e suo sorella bruciare, nel fuoco prodotto dall'alito di un drago. Un pensiero che gli capitava ogni tanto, ma una cosa doveva ammetterla, ora: vedere suo padre, l'uomo più temuto di Westeros, perire per colpa sua, in una latrina... era divertente. Molto più divertente di vederlo bruciare nel fuoco, sicuramente.《Ora, fa' un atto di gentilezza: crepa in fretta. Ho una nave da prendere.》 L'improvviso, fetido odore che si diffuse per la stanza, insieme a quello fresco del sangue, fu la prova che, una volta tanto, suo padre lo aveva ascoltato. In vita sua, il Lord suo padre gli aveva negato tante, tante cose: felicità; le fantasie su un piccolo drago; l'eredità di Castel Granito. Almeno, non gli aveva negato la sua ultima richiesta. Tante menzogne venivano dette ad Approdo del Re, ma molte venivano scoperte; adesso, era toccato alla diceria iniziata da un giullare un po' troppo coraggioso, il quale, si diceva, veniva ancora fatto marcire nelle segrete: Lord Tywin Lannister non cacava oro. Ed uscì da quella latrina maleodorante, Il Folletto. Uscì, con la balestra priva di dardi, con l'anima macchiata di due nuovi omicidi, e con un sorriso sul viso deforme.
   
 
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