Anime & Manga > Altro - anime/manga vari
Ricorda la storia  |      
Autore: StranieroM    06/08/2019    0 recensioni
[Iroduku: Il mondo a colori]
Nella notte prima dell'inaugurazione della sua prima mostra, Yuito si ritrova nuovamente solo
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~L'attesa

Il vento aveva aperto le finestre del soggiorno del primo piano e le aveva fatte sbattere non tanto forte, ma quanto bastava affinché Yuito si svegliasse dal sonno poco profondo in cui era sprofondato poco prima. Ci volle un attimo di tempo prima che il vento di temporale in arrivo raffreddasse la stanza, durante il quale i suoi occhi, seppur la luce fosse molto fioca, non smisero mai di fare male.

"Sono stato troppo davanti ad un video..." mormorò fra sé e sé, massaggiandosi gli occhi con i polpastrelli delle dita mentre si alzava dal divano  "... e probabilmente ero troppo stanco e non ho chiuso bene la finestra."

Si guardò intorno, mise a fuoco l'arredamento a lui oramai famigliare che lo circondava e si tolse il leggero lenzuolo che lo stava coprendo in questa serata di Settembre. Il contatto dei piedi nudi con il pavimento fu più traumatico di quanto s'aspettasse ma non era ancora abituato del tutto a questo pavimento di pietra così freddo rispetto al legno, ma questo l'aiutò ad non indugiare molto e a dirigersi verso la finestra aperta.

La lunga tenda che ornava la finestra seguiva gli umori del vento, era sbattuta verso l'interno della casa dalla forza delle folate alle quali seguiva un'immobilità totale nel momento in cui la natura si quietava, per poi riprendere vigore quasi in concomitanza con un lontano lampo. Yuito osservò per un attimo il paesaggio notturno di questa città, tanto diverso ma stranamente familiare con i posti in cui era nato e cresciuto.

"Nostalgia... o..." Pensò per un attimo. "Immagino non mi servirà a nulla cercare di dormire ancora, tanto vale..."

Chiuse con dolcezza la finestra, assicurandosi di non fare altro rumore. Lo sguardo indugiò ancora all'esterno, dopo un lampo, e attese di sentire il tuono. Guardò l'orologio luminoso sulla parete e si sedette alla scrivania, come aveva già fatto innumerevoli altre volte nel corso dell'ultimo mese. Un'amica preziosa, sia di giorno che, come ora, nel cuore della notte.

Il computer ronzò in vita in un attimo e tutto quello che aveva scritto fino a quel momento apparve sul video. Quante volte aveva riletto quel passaggio? E l'intero testo? Le didascalie? Erano tutte a posto? Le date... che confusione sulle date

"Già, le date... meglio ricontrollare" Una volta in più, pensò, non avrebbe fatto male a nessuno.

Il vento, fuori, smise per un attimo, un attimo che il suo subconscio valutò più lungo dei precedenti e che poteva significare solo che, a breve, il temporale sarebbe stato sopra la casa. Grazie a quel silenzio non trasalì quando due mani gli accarezzarono il collo, scendendo poi per abbracciarlo da dietro la sedia. Aveva già percepito la presenza di qualcuno.

"Sei ancora qui?"
"Ti ho svegliata?" disse lui senza distogliere lo sguardo dal video.
"No" fece la voce poco distante dalle sue orecchie "Ho sentito un tuono e quando mi sono girata per essere abbracciata e protetta non ho trovato nessuno. Sei proprio crudele Yuito..."

Un piccolo e nascosto sorriso venne riflesso nel video del computer mentre apportava l'ennesima insignificante modifica al testo. "Ayame, è che... sono un pessimo marito, pensavo di venire da te a breve, ma una piccola pausa sul divano mi ha tradito..."

"Sciocco" sussurrò lei abbracciandolo ancora più forte.
"Uno sciocco marito, allora" rispose lui, spegnendo il computer "Scusami se non sono stato molto presente in questi ultimi tempi"

L'abbraccio si allentò e scivolò via così da permettere a Yuito di girarsi e guardare negli occhi la sua adorata moglie. "Ma prometto di farmi perdonare!"
"Sciocco due volte" rispose Ayame, prima di inginocchiarsi ed appoggiare la testa sulle gambe di lui "Sai benissimo che non ce n'è bisogno... hai lavorato così intensamente e per così tanto tempo per questo. Qualsiasi moglie..."

Ma venne interrotta dalla mano di lui sulla sua bocca "Qualsiasi moglie non esiste... ci sei solo tu". Ayame sorrise e strinse le gambe di lui con un abbraccio più forte del precedente mentre le prime gocce di pioggia iniziavano a rigare le finestre.

***

Ayame decise che non poteva tornare a dormire, o quantomeno tornarci subito, visto che il letto in stile occidentale era sicuramente diventato freddo e che il marito non pareva aver l'intenzione di scaldarlo... o quantomeno in tempi brevi. Perciò optò per preparare ad entrambi "Qualcosa di caldo visto che sta pure piovendo e fa freddo" non specificando però cosa.
Seduto su uno sgabello in cucina, Yuito osservava con attenzione la silhouette della moglie, indaffarata nel cercare una teiera piuttosto che delle tazze, la vedeva spostarsi a destra, a sinistra e mettersi sulle punte dei piedi per prendere un qualcosa posto troppo in alto in un armadietto.

"Ma se invece che un architetto avessi fatto la ballerina, Ayame? Ci hai mai pensato? Sei molto leggera nei movimenti"

"Certo, ero indecisa tra la carriera di ballerina oppure l'astronauta" rispose all'ironia di Yuito senza voltarsi, avendo finalmente afferrato quello che cercava "Ma sono troppo disordinata, non avrei potuto far altro che studiare architettura, non trovi? E poi, se adesso fossi su Marte o a Parigi a ballare, non ci saremmo mai incontrati, giusto?" E si girò con quello splendido sorriso che raramente mancava su quel viso.
"Hai ragione, non ci saremmo mai incontrati e non l'avremmo fatto neppure se..."

Yuito si bloccò, non proseguì oltre. Ancora quel pensiero ma stavolta lo aveva involontariamente vocalizzato. Vide che sorriso di Ayame si smorzò un po', ma non scomparve del tutto.

"Mi spiace" disse Yuito dopo degli interminabili secondi mentre Ayame girò per continuare a preparare la bevanda

Il silenzio dei momenti successivi venne rotto solo dallo sporadico tuono e dal leggero fischio della teiera oramai bollente. Ayame versò l'acqua calda in due tazze e le portò dove era seduto Yuito mentre il tè stava già iniziando a colorare l'acqua.

"E' domani, vero?"
Yuito annuì e si portò alla bocca la tazza, più per scaldarsi le mani che per bere. "Proprio domani."
"E la cosa che effetto ti fa?" chiese Ayame, tenendo anch'essa la tazza fra le mani per scaldarsi.

Una domanda che Yuito si era già posto in precedenza e alla quale aveva dato con difficoltà più risposte.

"Sai... quando lo scoprii pensavo ad uno strano scherzo del destino stesso. Il giorno dell'inaugurazione della mia prima mostra, coincideva con lo stesso giorno della sua partenza. Venticinque anni fa domani... o meglio... oggi"

Il tè si era raffreddato quanto bastava per essere bevuto e Yuito ne approfittò per organizzare i propri pensieri fra un piccolo sorso e l'altro.

"Sul momento" continuò "Non ci pensai molto, credo per la tensione dell'occasione. L'organizzazione dell'evento... lo scegliere i miei disegni e quanto altro. Una mostra. Lo sai benissimo, non ci potevo credere quando me lo proposero. Un sogno che si stava realizzando." ci fu un'altra pausa "Ma più la data si avvicinava, più sentivo crescere dentro me qualcosa... che questi ultimi giorni ha preso forma di un pensiero assillante. Non c'è momento in cui non mi ritrovo a non pensarci"

Ayame si era portata la tazza alla bocca e stava bevendo, ma senza mai distogliere lo sguardo da Yuito.

"Venticinque anni, Ayame. E ancora ricordo il suo volto come fosse ieri, senza dover guardare alcuna fotografia. E' passato tanto tempo e ho ancora ricordi così vividi di quei momenti che mi trovo a stupirmi del loro dettaglio nella mia memoria. La precisione dei momenti e dei loro... colori"

Ayame finì il tè, si alzò e portò la propria tazza al lavandino per risciacquarla, dando così le spalle a Yuito. Quest'ultimo abbassò lo sguardo un attimo, poi si alzò e si diresse alla finestra che aveva chiuso poco prima. Lo sguardo era perso verso l'esterno, confuso dalla pioggia e dai ricordi di un tempo.

"Sono solo uno stupido... uno stupido che si ritrova ancora legato a..."

L'abbraccio di Ayame, questa volta, arrivò del tutto inaspettato e lo sorprese. Era forte, deciso... caldo.

"Come ti ho detto prima: sei sciocco. Uno sciocco che pensa che non avere il diritto di guardare con sincerità ai propri sentimenti e ai propri ricordi." L'abbraccio divenne ancora più forte. "Che cosa ti manca, Yuito? Cos'è che ancora non ti permette di lasciarla andare dopo tutti questi anni?"

Yuito tacque e l'abbraccio di lei si allentò.

"Io..." disse improvvisamente "Io credo..."

Ayame girò il marito e lo fissò con quei suoi grandi occhi carichi di dolcezza ma ora misti a un velo di tristezza.

"Parla con me, Yuito. Non sei più solo" e sorrise.

Le gambe di Yuito persero forza e si ritrovò in ginocchio con la testa appoggiata sul grembo di lei.

Ayame iniziò ad accarezzare quella testa tanto amata, quella testa del suo amore che in quel momento era perso e disperato "Quando ti conobbi meglio, Yuito, tu mi raccontasti tutto di Hitomi e di quello che accadde. Io vidi in te il dolore e la solitudine della separazione. Delle anime così giovani che si erano appena trovate dopo un'intensa esperienza... subito divise dal destino di essere nate una a distanza di sessant'anni dall'altra. "

Yuito stava singhiozzando

"Ma vidi in te anche altro, una possibilità... una speranza per il futuro. Una speranza di cambiamento che mi colpì tantissimo. Un sogno da realizzare e una vita ritrovata da vivere appieno. Lì mi innamorai di te."
"Voglio che lei sappia" disse Yuito con la voce rotta, quasi impercettibile "Io voglio che lei sappia... che sono felice... che è stato grazie a lei se il mio io di adesso è felice e non più come allora... ma non so come fare, non posso aspettare così tanti anni ancora prima di rivederla, di ringraziarla... è troppo forte questo senso di... colpa."

Ayame si abbassò a sua volta e prese la faccia di Yuito fra le proprie mani, l'avvicinò e lo baciò. Un bacio bagnato dalle sue lacrime che ora sgorgavano a dirotto. Quando riaprì gli occhi, incrociò lo sguardo di quel ragazzo che aveva conosciuto, non dell'uomo che aveva sposato e che per un momento si era perso ancora nel fiume del tempo.

"Yuito, grazie a lei hai trovato la forza per andare avanti e per cambiare, per vivere. Lei, con te, ha trovato lo stesso. Io sono eternamente grata ad Hitomi per averti reso la persona che sei oggi, nel mio presente, nel mio qui, nel mio ora. I tuoi lavori, la tua vita, il tuo amore e la tua gratitudine le arriveranno...  che sia tra trenta, quaranta, cinquant'anni... non ha importanza. E se tu non potrai portarle nulla di persona, tutto le arriverà lo stesso perché l'amore arriva sempre dove deve arrivare. E lei saprà."

"Io..." cercò di dire Yuito

"E a quel punto" lo interruppe Ayame "Sarà lei a contraccambiarti vivendo la sua vita come tu stai vivendo la tua: piena di amore e sogni da realizzare"

Un pianto liberatorio esplose da dentro Yuito e il peso accumulatosi negli anni svanì.

***

Entrambe persero il senso del tempo in quello strano dormiveglia che abbracciò entrambe. Lo scomodo divano dove Yuito s'era addormento qualche ora prima era diventato il giaciglio più bello del mondo per entrambe. Il temporale era passato e le prime luci dell'alba facevano capolino fra le nuvole quando Ayame si sentì toccare dolcemente la guancia. Quando aprì gli occhi vide che Yuito la stava fissando.

"Cosa c'è?" riuscì a malapena a mormorare
"Vieni" disse Yuito prendendola per mano per accompagnarla alla finestra "Guarda"

Il sole stava sorgendo e colorava di un rosa intenso, misto a rosso, le basse nuvole del temporale che, spazzate dal vento, si stavano allontanando.

"E' bellissimo" disse Ayame stringendosi al braccio di Yuito "Così tanti colori... tutti assieme."

"E' proprio un mondo a colori, vero Ayame?" disse Yuito avvicinandosi al volto della moglie.

Un rumore bloccò le loro labbra a pochi centimetri le une dalle altre e Yuito si ritrovò il dito di Ayame appoggiato alle labbra.

"Temo che si siano svegliati, sciocco marito! Visto che non ti vedranno per tutta la giornata, tocca a te andare a portali giù per la colazione! E mi raccomando, quando verremo all'inaugurazione vedi di dedicarci qualche minuto, dopotutto siamo la tua famiglia!" e sgattaiolò via verso la cucina "Ah, dimenticavo" aggiunse prima di sparire del tutto "Ricordati di raderti, la tua faccia pare un porcospino, e trova un bel regalo, magari un libro, sai quanto piacciano ad entrambe. Dopotutto devi farti perdonare gli ultimi giorni anche da loro!"

Yuito la guardò perplesso per un attimo, poi sorrise.

"Un libro..."

"Grazie Ayame" mormorò guardando fuori dalla finestra "E grazie a te, Hitomi, ovunque tu sia"

Il vociare dal piano superiore stava diventando più forte e Yuito si avviò verso le scale.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga vari / Vai alla pagina dell'autore: StranieroM