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Autore: Cronus    08/08/2019    1 recensioni
Non era la visione opprimente di un corpo straziato, non era l'odore di sudore e sangue che impregnava l'aria ad averla fatta sobbalzare.
Il fatto era che nonostante la pelle sporca, nonostante il labbro spaccato, nonostante le ferite che ricoprivano quel corpo stremato, l'uomo davanti a lei era bello.
Incredibilmente bello.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Deidara, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Naruto Shippuuden
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Come sabbia fra le dita




 
 



“Siamo pronti per procedere.” la avvisò Baki, il primo ministro della difesa interna.
"Bene." confermò piatta "Procedete allora."
Passarono pochi secondi e un tipo alto e muscoloso entrò nella piccola stanza.
Il soggetto era ammanettato alla parete da due lunghe catene pendenti dall'alto che non gli permettevano di sedersi, la schiena poggiata contro il muro sudicio, la testa china in avanti nascosta tra le braccia.
Kuroame guardò attraverso il pannello di vetro che li divideva, e improvvisamente una morsa le strinse lo stomaco: non condivideva i metodi di estrapolazione che utilizzavano a Suna, le parevano ormai antichi e superati; ma, come diceva lo stesso Kazekage, sempre efficaci.
"Abbiamo cercato di estorcergli qualcosa con le buone ma non ha funzionato, ha detto chiaramente che non ha intenzione di aprir bocca." disse la guardia al suo fianco come per giustificarsi.
Intanto il detenuto si era staccato dal muro, chiaramente istigato dall'enorme nuovo arrivato.
“Avanti puttanella, vieni da paparino.” gli aveva detto quello scrocchiandosi le dita.
E poi era iniziato il pestaggio, uno scontro impari che non aveva né capo né coda.
I muri ricoperti di muschio e muffa avevano attutito ogni gemito, ogni spasmo. Il pavimento frastagliato e sporco di sabbia aveva assorbito ogni goccia di sangue e di saliva. E lei attraverso quei vetri aveva visto, sentito, percepito ogni singolo frangente di quella crudele procedura.
Il ragazzo aveva cercato di difendersi dai colpi senza sosta dell'aguzzino ma era stato tutto inutile; andava a sbattere ovunque, ma le catene lo riportavano immediatamente sulla traiettoria dell'avversario. Un gancio sul volto, una serie di pugni nello stomaco e per finire una poderosa ginocchiata nel ventre lo avevano fatto piegare su sé stesso.
Il torturatore si fermò un attimo per riprendere fiato e solo in quel momento la ragazza capì quanto ribrezzo stava provando nell'assistere a quella scena.
Per quanto anche lei, rinomata kunoichi dell'Erba, potesse essere fredda e sadica a volte, era una donna, e come tale non riusciva a concepire un trattamento tanto brutale. Certo, anche lei aveva stroncato vite, a volte pure ingiustamente, e attualmente si trovava nel Paese del Vento per supervisionare, come guardia del corpo, alcune pratiche burocratiche della nascente alleanza tra i due Paesi, ma mai e poi mai aveva affrontato nemico a cui non fossero state date le sue stesse possibilità.
Sarebbe dovuta partire quello stesso giorno, ma la notte precedente il villaggio era stato attaccato da un terrorista dell'Akatsuki che aveva tentato di rapire il Kazekage.
Fortunatamente, grazie al suo intervento, Gaara era stato recuperato all'ultimo. L'intruso, ormai al limite dopo la battaglia, aveva abbassato la guardia ed era stato catturato. Sfortunatamente non erano riusciti a prendere il suo partner, ma poco importava, avere tra le mani un assassino della lista nera faceva sempre comodo al governo, era fonte di reddito e poteva essere usato come riscatto. La testa di un pluriomicida poteva valere quanto un esercito di mercenari.
Il carceriere afferrò per i capelli il prigioniero costringendolo a mantenere il collo in una posizione innaturale, caricò il potente destro, pronto a infrangersi contro la pelle martoriata della guancia, ma una voce si levò prima che potesse continuare: "Basta così!" ordinò perentoria attraverso il vetro e senza aggiungere altro si diresse nella stanza adiacente.
 
 

Ж

 

La porta cigolò con un odioso stridio.
Il giovane alzò lo sguardo su di lei, non prima di aver sputato a terra un grumo di sangue.
A Kuroame mancò il fiato per un secondo.
Il tempo si fermò e una sensazione indefinita le si allargò nel petto.
Sapeva che era solo qualcosa di assolutamente irrazionale che poteva scuotere l'animo di un ninja esperto come lei.
E si odiava in quei momenti perché il suo cervello le ricordava che esisteva una parte umana, seppur piccola, che conviveva con l'imperturbabilità del guerriero.
Non era la visione opprimente di un corpo straziato, non era l'odore di sudore e sangue che impregnava l'aria ad averla fatta sobbalzare.
Il fatto era che nonostante la pelle sporca, nonostante il labbro spaccato, nonostante le ferite che ricoprivano quel corpo stremato, l'uomo davanti a lei era bello.
Incredibilmente bello.
Con quei lunghi capelli biondi che gli ricadevano sul viso e quegli occhi cerulei dal taglio felino… Così fieri, provocatori.
Tutti dettagli che nell'oscurità della notte precedente non aveva potuto cogliere appieno.
Ricordava le esplosioni che si erano susseguite, il muoversi frenetico di una bianca creature nei cieli di Sunagakure, la sabbia del Kazegake rincorrere un'ombra sotto la luna e poi la luce...
Quella luce immensa che aveva rischiarato le tenebre.
Ricordava di aver pensato, per un attimo, che si fosse fatto giorno talmente era stata luminosa quell'aura.
Gaara le aveva salvato la vita. Gaara aveva salvato il suo popolo dalla distruzione. In seguito avrebbe dovuto ringraziarlo.
Lo sguardo del giovane davanti a lei cominciava a bruciare sulla sua pelle. Le sue pupille erano ormai due strette fessure. Non poté fare a meno di notare ancor più minuziosamente quanto determinato fosse il prigioniero.
Così giovane eppure già così esperto nell'arte del massacro.
Fu lei la prima a parlare: “Deidara no Iwa, Nukenin, rango S, 19 anni, da 4 nell'Akatsuki, ricercato per furto, spaccio di esplosivi, omicidio plurimo e tentato omicidio.” recitò impassibile.
Il ragazzo per tutta risposta la fissò con astio.
“Mi dicono che non vuoi collaborare, te lo chiederò per l'ultima volta: perché hai tentato di rapire il Kazekage?” riprese gelida.
Lui le si fece più vicino, a meno di due spanne dal viso, il massimo consentitogli dalle catene. Poteva sentire il suo respiro pesante, il battito ancora accelerato del cuore.
“Va' a farti fottere” le sussurrò aspro, mentre un ghigno gli si dipingeva sulle labbra livide.
“Starei attento se fossi in te, non mi sembri nelle condizioni adatte per poter parlare in questo modo.” gli rispose senza scostarsi di un millimetro “potrei sempre chiamare il tuo amico di prima, mi sembrava si stesse divertendo con te.”
Il biondo scattò in avanti, tendando di spaventarla, ma senza successo. Le catene cigolarono. Ci voleva ben altro per impressionarla.
Improvvisamente quelle due perle turchesi si soffermarono sul copricapo della kunoichi, come se si fosse accorto solo in quel momento di aver già visto quel corpo slanciato, quegli occhi smeraldini, quei capelli d'ebano.
Stava per aprir bocca e dire qualcosa ma lei fu più veloce: “Sì, sono quella che ieri notte ti ha preso a calci in culo.” sorrise appena.
Finalmente qualcosa sembrava aver turbato l'animo del giovane.
 
 

Ж

 
 
"Lo dobbiamo lasciar andare, non abbiamo alternativa." sentenziò il primo ministro, senza smettere di fissare il pavimento. "L'organizzazione possiede delle informazioni sensibili sul nostro Paese, se non lo rilasciassimo finirebbero nelle mani nemiche e per noi sarebbe la fine. Lo so che anche lei è contrariata, anche lo stesso Kazekage lo è, ma se non rispettassimo i patti potremmo correre seri rischi."
"Pff..." incrociò le braccia, scuotendo la testa. "Che cosa ridicola, tenta di rapire un Kage, di distruggere un intero villaggio e siamo costretti a rilasciarlo, la diplomazia fa davvero miracoli!" esclamò ironica Kuroame.
"Se entro 48 ore non sarà libero l'Akatsuki diffonderà le nostre informazioni private. Lo Tsuchikage sta arrivando in fretta e furia, dovrebbe essere questione di minuti prima che arrivi, è stato avvistato al confine."
"Lo Tsuchikage?!?" domandò sorpresa.
"Sì, il detenuto è un traditore della Roccia ed ex-pupillo di Onoki. Quando abbiamo avvisato le nazioni alleate che il rapitore di Gaara era stato catturato si è messo subito in viaggio."
"Accidenti deve averne fatte di grosse, se non sbaglio Iwagakure è stata distrutta non molto tempo fa proprio da un membro dell'Akatsuki. Penso che il nostro biondino abbia messo i bastoni fra le ruote a più persone di quante pensiamo!" si intromise il consigliere.
"Ad ogni modo i preparativi sono stati conclusi, lo Tsuchikage mi dicono sia appena arrivato" dichiarò Baki ascoltando la ricetrasmittente "É già davanti alla cella del terrorista, possiamo raggiungerli e concludere le trattative una volta per tutte."
Detto questo, la giovane kunoichi dell'Erba, il primo ministro e la scorta di uomini si diressero nel bunker che ospitava la prigione.
Lo Tsuchikage era già davanti alla cella e sembrava stesse discutendo animatamente col detenuto.
"...se solo potessi strangolarti con le mie mani, Deidara, giuro che non esiterei un secondo!"
"Hey datti una calmata vecchio, alla tua età certi scatti d'ira potrebbero esserti fatali!" rideva quello.
"Avrei dovuto ammazzarti molto tempo fa, quando ancora ne avevo occasione, sei sempre stato un ribelle avrei dovuto capirlo prima che facessi danni!"
"Non ho intenzione di sprecare altro fiato con un vecchiaccio come te, sparisci, uh!"
Al giovane erano stati restituiti i suoi effetti personali ed era stato slegato dalle manette, persistevano solo i guanti con sigillo del chakra che non gli avrebbero permesso di usare la tecnica proibita entro i confini territoriali.
Due perle turchesi incontrarono quelle verdognole della kunoichi, soffermandosi sui lineamenti decisi del viso.
"Ma guarda un po' chi si rivede, penso proprio che sia ora di andare!" si calcò il capello di paglia sul capo "A proposito, mi sembrava di aver avanzato dell'argilla l'ultima volta, siete pregati di restituirmela, non riuscirei a lasciare il villaggio molto velocemente senza di quella."
"Uh, e da quando tutta questa confidenza? Durante l'interrogatorio non sembravi molto loquace." gli gettò poco delicatamente la cintura contenente argilla "Ma visto che sei così chiacchierone, mentre voli tieni la bocca chiusa, potresti ingoiare dei moscherini."
Il ragazzo sembrò divertito dal commento, indossò le ultime cose e fece per uscire.
"Tu invece tiene alta la guardia, kunoichi dell'Erba, le disgrazie non capitano mai da sole."
Gli occhi di Kuroame si illuminarono, allarmati.
Che cosa stava insinuando quel verme?!? La stava ricattando per caso?!?
Il biondo varcò la soglia della cella scortato da due secondini.
"Prova a toccare i miei cari e questa volta un kunai dritto al cuore non te lo leva nessuno, Mr. Simpatia!" sussurrò col tono più aspro che le riusciva mentre gli passava affianco. La situazione stava scappando di mano, come sabbia fra le dita.
Lui si fermò, chinò il capo vicino al suo, mentre sulle sue labbra si dipingeva un sorriso malizioso, quasi compiaciuto, come se le parole della donna fossero esattamente ciò che si aspettava.
"Starei attenta se fossi in te, non mi sembri nelle condizioni adatte per poter parlare in questo modo." le fece il verso, sussurrandole all'orecchio in modo che solo lei potesse sentire. "Scoprirò chi sei, dopodiché ti verrò a prendere, in qualunque luogo tu sia. Spero di essere il tuo primo pensiero al risveglio, e il tuo ultimo pensiero prima che ti addormenti."
Kuroame sentì una scarica elettrica scendere per la colonna vertebrale e dei brividi gelidi rapirle il respiro, ma rimase impassibile, come sempre. L'autocontrollo era la base di tutto.
"Va' a farti fottere." gli rispose glaciale.




























 
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Ciao a tutti!
Sono Cronus e questa è la prima storia che scrivo su questo fandom. 
Ero e sono tutt'ora un'amante di Naruto; tuttavia, questa fanfic era stata scritta anni e anni fa, quando ancora seguivo l'anime assiduamente. Deidara, assieme a Sasori  e Gaara, è sempre stato tra i miei preferiti.
Mi sembrava un peccato non pubblicarla, non tanto perchè sia bella o scritta bene, semplicemente perchè una storia in più non fa mai male e mi duoleva il cuore vederla parcheggiata lì nel dimenticatoio.
Ritorno dopo quasi 4 anni di assenza da EFP e ormai mi sento completamente tagliata fuori da tutto e da tutti. 
Spero solo sia gradita a qualcuno.
Aloa!
 

 
  
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