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Autore: _Karis    14/08/2019    2 recensioni
Cinque minuti. Dieci e poi venti, venticinque e infine mezz’ora. Kyoutani non arriva e a questo punto, dopo quaranta minuti di attesa inutile, Yahaba capisce che non si presenterà.
 
In cui Yahaba è un adolescente melodrammatico con una cotta gigantesca per Kyoutani, un'amica un po' ingombrante ed un'ammiratrice segreta che gli prepara dolci di ogni tipo.
|| Kyouhaba || Iwaoi || Pining ||
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Hajime Iwaizumi, Kyoutani Kentarou, Shigeru Yahaba, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh, è successo. E chi se lo aspettava più ormai? Sono passati due anni dall'ultima volta e sono un po' arruginita, ad essere sinceri, ma c'è una grave mancanza di Kyouhaba qui, quindi ho portato un piccolo contributo. Non è esattamente come l'avevo immaginata e ad un certo punto ha preso una direzione completamente diversa da quella prevista, ma spero possa piacervi lo stesso :). (Piccole note: 1. Yahaba è una drama-queen e 2. ho chiaramente sbagliato qualcosa con l'editor, perché non dovrebbe essere rientrato in questo modo. Cercherò di sistemare il prima possibile)


 

Love, your secret admirer

 

 

Sa che non dovrebbe infastidirlo. Non ha davvero alcun senso che ogni volta che vede Kyoutani scodinzolare senza alcuna dignità dietro ad Iwaizumi le sue labbra si arriccino in quella che poi diventa un’espressione corrucciata. Non ne ha il controllo, sul serio. Un secondo prima è tutto normale, il momento dopo ha la faccia di uno che ha addentato un limone.

“Yacchan, dovresti dirglielo” gli dice in un sussurro Oikawa nello spogliatoio dopo gli allenamenti. C’è un rumore forte di voci maschili, tonanti, che si mischiano e si prestano in battute deboli, ma seguite comunque da risate, e tutti sono stanchi, per cui nessuno presta loro davvero attenzione. 

Yahaba per un secondo non capisce a cosa faccia riferimento il suo capitano, ma subito gli viene data la spiegazione.

“A Mad Dog-Chan, intendo, che ti piace” chiarisce infatti Oikawa notando la sua espressione interrogativa. A Yahaba prende un colpo e Oikawa deve accorgersene perché gli scappa una risata. L’avrà notato qualcun’altro? Beh, no, si risponde velocemente in un dialogo muto nella sua testa, Oikawa nota, è più acuto dei suoi compagni su queste questioni - sulla maggior parte, in realtà, ma Yahaba non vuole pensare a quanto Oikawa sia più avanti rispetto al resto del mondo -, non deve preoccuparsi: la sua stupida cotta non è evidente. 

Oikawa probabilmente lo tormenterebbe ancora per un po’, perché è Oikawa e gli piace stuzzicare, ma Iwaizumi lo chiama e Yahaba è salvo almeno per quel giorno.

“Pensaci” dice soltanto Oikawa. Yahaba non ha nemmeno il tempo di fargli notare che non avrebbe senso: è chiaro che Kyoutani ha una cotta per Iwaizumi. Chiaro come il sole purtroppo.

 

***

 

“Yahaba ha un’ammiratrice!” esclama Takako allegramente “Un’ammiratrice segreta, non è romantico?” continua la sua compagna, trasognata. Parla come se davanti a lei ci fosse un pubblico, quando in realtà l’unico con cui sta parlando è Yahaba e, ad essere sinceri, lui non le sta prestando nemmeno troppa attenzione, troppo preso a fissare il barattolo che ha tra le mani. Nel complesso è grazioso e si vede che ci è stato messo impegno per farlo. Yahaba è abbastanza sicuro che sia marmellata di mandarini e che sia stata fatta in casa. Intorno al collo del barattolo c’è un nastrino verde bosco, a cui è stato legato un biglietto. Dentro non c’è scritto nulla di eclatante: nessuna dichiarazione o poesia o parola ispirata. C’è solo scritto il suo nome in una bella grafia. In più è stato profumato: ha un buon odore speziato ed è sulla base di queste due caratteristiche che Takako ha stabilito si trattasse di una ragazza.

“Non ti senti lusingato?” gli domanda Takako curiosa. Yahaba non sa bene cosa rispondere. Forse, ma non ne è sicuro, perché alla fine adesso per la testa ha qualcun altro e di questa ragazza gli importa poco più di nulla.

“Non lo so” risponde sinceramente, continuando a rigirare il barattolo che tiene tra le mani. Takako allora sbuffa rumorosamente, prende una sedia e si siede vicino a lui. Non sembra affatto contenta.

“Devi smetterla di pensare a quel delinquente” sbuffa scocciata e una parte di Yahaba si pente di avergli detto della sua cotta, benché sa che non sarebbe riuscito a tenerla all’oscuro a lungo. Takako è un’amica d’infanzia d’altronde ed è molto perspicace. Yahaba ha sempre avuto difficoltà a nasconderle anche le più piccole cose.

“Non è un delinquente” ribatte senza pensarci. Sa che Takako ha ragione; non sul fatto che Kyoutani sia un delinquente quanto al dover smettere di pensare a lui in senso romantico. Il suo è un atteggiamento stupido per diversi motivi, tra i quali spicca l’evidente adorazione che Kyoutani prova per Iwaizumi. Soprattutto adesso che il loro vice-capitano sembra prestargli molte più attenzioni: il tempo che Iwaizumi spende con Kyoutani - almeno quando Yahaba può vederli - è superiore a quello che dedica ad Oikawa e questo deve significare qualcosa, Yahaba lo sa.

“Cogli questa opportunità” afferma Takako senza dare peso alla fiacca protesta di Yahaba. Sorride dolcemente. “Capiamo chi è. Ti aiuterà a distrarti” conclude conciliante. 

Yahaba annuisce senza averla veramente ascoltata.

 

***

 

Il giorno dopo Yahaba si presenta agli allenamenti con un pacchetto di biscotti. La confezione è di plastica trasparente chiusa all’apice con un nastro blu lucido e i biscotti sono piccoli e pieni, al cacao con gocce di cioccolato, anche questi chiaramente fatti in casa. Il biglietto, profumato, riporta sempre il suo nome nella stessa graziosa grafia. Basta un attimo, giusto il tempo che Oikawa li veda, che tutta la squadra sia a conoscenza dell’ammiratrice segreta di Yahaba.

Offre i biscotti ai compagni nel tentativo di distrarli. Tutti accettano ovviamente, ma questo non li ferma dal perdere l’opportunità di prenderlo in giro. Matsukawa e Hanamaki sono i primi a fare delle battute, Oikawa li segue a ruota e alla fine quasi tutti hanno detto almeno una parola scherzosa sull’ammiratrice segreta di Yahaba. E gli stronzi lo fanno mentre si mangiano i suoi biscotti.

Yahaba comunque non ci presta troppa attenzione, perché li conosce e sa che non avrebbe senso, anzi peggiorerebbe solo la sua situazione. Ride con loro giusto per non lasciarli la soddisfazione e li lascia mangiare, nonostante sia leggermente infastidito. 

Gli scappa uno sbuffo, quando si accorge di Kyoutani. Sembra seccato e per un secondo - un secondo soltanto - Yahaba si crogiola nell’idea che possa essere geloso di lui.

Gli offre un biscotto per infastidirlo, ma Kyoutani ringhia e gli dà le spalle. In quel momento Iwaizumi richiama tutti all’ordine, dicendo di sbrigarsi e di lasciarlo in pace.

Non dovrebbe, ma fa male comunque.

 

***

 

Ogni giorno è qualcosa di diverso. Sempre fatto in casa e sempre dolce. Yahaba si riscopre ad aspettare il momento in cui troverà un grazioso pacchetto o un piccolo sacchetto con su scritto il suo nome. Lo aiuta a distrarsi e a non pensare al braccio di Iwaizumi intorno alle spalle di Kyoutanti, alle carezze scherzose sulla testa, ai sorrisi di Iwaizumi e all’imbarazzo che colora le guance di Kyoutani, costringendolo ad abbassare lo sguardo. Dura poco, è vero, ma sono alcuni secondi in cui la sua ridicola cotta adolescenziale non lo faccia stare male.

Sospira, addentando distrattamente un anpan. Takako probabilmente lo starà cercando e non appena lo troverà utilizzerà mille epiteti colorati per definirlo, ma Yahaba ha bisogno di staccare per qualche minuto dalla chiara antipatia che la ragazza prova nei confronti di Kyoutani e dal suo disperato bisogno di scoprire chi sia l’ammiratrice segreta di Yahaba. Fuggire e nascondersi da lei non è una scelta saggia e di questo Yahaba ne è pienamente consapevole, ma è disposto ad accettarne le conseguenze pur di avere qualche momento di pace e silenzio. Le scale sono un posto tranquillo in cui nascondersi. Sente i ragazzi che giocano a basket nella palestra e voci lontane per i corridoi, ma lui rimane solo e nessuno gli presta troppa attenzione.

È distratto quando qualcuno si siede sgraziatamente al suo fianco, per questo motivo sobbalza. Si gira e si ritrova la solita espressione aggressiva di Kyoutani davanti agli occhi. Fissa con insistenza i suoi anpan, così Yahaba gli porge il sacchetto e lo invita ad assaggiarne uno. Kyoutani non risponde, ma ne prende uno, mugugnando un ringraziamento tra i denti.

Rimangono in silenzio per alcuni minuti mentre mangiano gli anpan e Yahaba si fa mille film mentali sul motivo per cui l’altro ragazzo si è seduto vicino a lui. Alcuni dei suoi voli sono talmente rocamboleschi da essere scartati immediatamente.

“Sono…” Kyoutani si schiarisce la voce, indeciso su come continuare “Buoni” conclude come se la sola idea lo sorprendesse. Yahaba annuisce distrattamente.

“Sì, è molto brava” dice e il silenzio cala su di loro nuovamente. Yahaba sa che Kyoutani vorrebbe dire qualcosa. Può sentire il suo nervosismo e la sua impazienza nel modo in cui picchietta le dita sul pavimento.

“Li fa la tua ragazza?” chiede e la sua voce suona insicura. Yahaba lo guarda veramente per la prima volta da quando Kyoutani si è seduto vicino a lui: è a disagio e porre quella domanda deve essergli costato molto dato il modo in cui evita il suo sguardo. Il rossore sulle punte delle orecchie di Kyoutani lo fa sorridere e decide che quello è già abbastanza umiliante per il ragazzo senza che lui si metta a prenderlo in giro.

“No, in realtà no” risponde, giocherellando con il pezzetto di carta su cui è scritto il suo nome “È… non so chi sia” continua e gli sembra quasi che Kyoutani si rilassi tutto all’improvviso. Scuote la testa perché è stupido da parte sua crederlo, continuando a proiettare su Kyoutani un comportamento che desidera. La sua testa lo sa, il problema sta nel fatto che la sua bocca non ne sia altrettanto consapevole.

“Sei sollevato?” domanda con un sorriso. Kyoutani si irrigidisce e fa per andarsene. Tutto d’un tratto Yahaba va nel panico perché vuole un altro po’ di tempo con lui, da soli. Cerca disperatamente una scusa per farlo rimanere, ma gli sembra che niente possa fermarlo e così dice la prima cosa che gli viene in mente in un tono che ad un attento ascoltatore parrebbe leggermente isterico.

“Mi prepara solo cose dolci”.

Kyoutani lo fissa per qualche secondo, scocciato, e Yahaba vorrebbe solo schiaffeggiarsi. Cosa dovrebbe interessargli cosa gli prepara la ragazza che ha una cotta per lui? Cosa dovrebbe interessargli in generale di questa ragazza? In più la sua affermazione sembra più una lamentela che altro, passando per uno stronzo ingrato. E comunque il suo obiettivo non lo ottiene, perché Kyoutani grugnisce, facendo un vago segno con la mano, e se ne va.

 

***

 

No. 

No, no, no.

Cazzo, no.

“Yahaba, aspetta!” gli grida dietro Iwaizumi. Yahaba si ferma, ma non vorrebbe, davvero. L’unica cosa a cui pensa è che non è giusto e che non avrebbe dovuto vederlo, non lui. Vorrebbe tornare indietro nel tempo e fregarsene della borsa che ha lasciato nello spogliatoio, tornarsene a casa comunque e recuperarla il giorno dopo. Vorrebbe cancellare l’immagine di Iwaizumi e Oikawa baciarsi dalla sua testa, perché non è fottutamente giusto e l’unica cosa che pensa è Kyoutani, con le sue guance rosse e i suoi mezzi sorrisi incerti, tutti rivolti ad Iwaizumi. Non è giusto.

Non è giusto, cazzo.

“Quello che hai visto…” comincia incerto. Oikawa l’ha raggiunto e rimane dietro al ragazzo con un’espressione totalmente disinteressata, forse appena scocciata.

“Non ho visto niente” lo interrompe bruscamente Yahaba. Oikawa sbuffa rumorosamente e Iwaizumi lo fulmina prima di riportare lo sguardo su Yahaba e “No, non capisci. Se lo scopre suo padre-”.

“Non mi interessa! Se lo scopre mio padre, chissenefrega!” ringhia Oikawa dimenticandosi completamente di Yahaba a pochi passi da loro. Iwaizumi sembra disperato, davvero: il modo in cui si muove e sposta la testa velocemente da Oikawa a Yahaba e indietro nel tentativo di tenerli a bada entrambi, il suo tono e la sua espressione, cazzo. Yahaba lo guarda in viso solo per alcuni istanti, ma riesce a vedere la paura riflessa nei suoi occhi.

“Ti ammazza, cazzo! Questa volta ti ammazza...” e la voce gli si rompe mentre pronuncia quelle parole. Yahaba capisce che devono esserci stati dei precedenti, e odia loro e la situazione, ma Iwaizumi ha lo sguardo di una persona terrorizzata ed completamente innamorata e Yahaba non può farci nulla.

“Non lo dirò a nessuno” si intromette. Iwaizumi gli rivolge un debole sorriso, sollevato “Ve lo prometto” aggiunge.

 

***

 

Kyoutani continua a cercare Iwaizumi. Vuole le sue attenzioni e i suoi sorrisi e Iwaizumi glieli concede sempre. Forse non gli interessa dei suoi sentimenti. Forse non tiene in conto del male che potrebbe fargli. Sta giocando? Non se ne accorge? E Oikawa non sembra interessato nè preoccupato.

Yahaba li odia perché fanno finta di nulla. E odia se stesso perché non interviene.

 

***

 

Qualche giorno dopo Yahaba trova Kyoutani davanti al suo armadietto. L’ha aperto in qualche modo e ci sta mettendo le mani dentro per chissà quale motivo.

Yahaba è arrabbiato con se stesso, è arrabbiato per la situazione in cui si è trovato ed è arrabbiato con Kyoutani perché non lo guarda e continua ad illudersi che Iwaizumi possa ricambiarlo. Per questo motivo si avvicina alle sue spalle e “Che cazzo stai facendo?” ringhia tra i denti.

Kyoutani sobbalza e si gira all’improvviso. L’espressione di chi è stato colto in fallo in volto e un sacchettino trasparente tra le mani. Yahaba lo riconosce e non lascia nemmeno il tempo all’altro ragazzo di spiegarsi che lo sta accusando.

“Ma che problemi hai?” sbraita, strappandogli il sacchettino dalle mani e chiudendo il suo armadietto con un colpo secco.

“Le ragazze...” mormora Kyoutani con lo sguardo basso “sono solo una distrazione”. A quel punto Yahaba scoppia, perché, come ha potuto sperare di nuovo che Kyoutani potesse essere geloso di lui? Uno stupido, è quello che è.

“Oh mio dio, Kyoutani”. Fa male, cazzo, fa fottutamente male “Proprio tu parli?” ringhia e non riesce a controllarsi. Dovrebbe tacere, ma non ce la fa. Kyoutani e la sua stupida espressione sinceramente confusa “Sempre a sbavare dietro ad Iwaizumi e a scodinzolare come un fottuto cane! E non ti accorgi nemmeno che il suo interesse per te è meno di zero!” continua crudelmente. Vuole ferirlo. Fargli male almeno la metà di quello che prova lui - ora soprattutto, ma già da giorni, settimane, forse mesi - e si odia, davvero, ma non si ferma. Non lo fa nemmeno quando Kyoutani inizia a farfugliare confusamente, tentando di smentirlo. Continua a dargli contro con tono aspro e sicuro, rimarcando e sottolineando. Continua e continua fino a quando Kyoutani scappa via. E allora lo sa, ha rovinato tutto, ma in fondo c’era davvero qualcosa da rovinare?

 

***

 

Kyoutani lo evita.

Yahaba cerca di convincersi che non gli interessi.

 

***

 

“Yacchan” lo chiama un giorno Oikawa “Cos’hai fatto a Mad Dog-chan?” domanda innocentemente. Yahaba prova a ribattere, a dire che si sta immaginando le cose, ma Oikawa inizia un lungo elenco di dettagli che lasciano intendere che tra di lui e Kyoutani sia successo qualcosa. Oikawa nota, lo sapeva già, no?

“E cosa ti cambia?” chiede allora scocciato, sperando che questo possa salvarlo da un ulteriore interrogatorio. Oikawa arriccia le labbra e riflette per qualche secondo, soppesando i pro e i contro di ogni possibile via che potrebbe intraprendere in questa discussione. Solo quando Yahaba sbuffa, Oikawa risponde.

“Non dovrei parlarne e Iwa-chan probabilmente mi ucciderà” inizia a spiegare con tono leggero per nulla preoccupato all’idea di quello che potrebbe fargli Iwaizumi “ma Mad Dog-Chan è fondamentalmente un idiota, attualmente con il cuore spezzato, e inizia a prendersi un po’ troppo del tempo che Iwa-chan dovrebbe dedicare a me” continua, marcando con la voce sull’ultima parola e indicandosi con le dita. Yahaba è confuso per il semplice fatto che quello che Oikawa gli sta dicendo non ha alcun senso.

“Senti-” inizia Oikawa e per la prima volta ha un tono decisamente spazientito e poco amichevole, ma prima che possa spiegarsi Iwaizumi lo interrompe chiamandolo con tono irritato. Oikawa sbuffa, unisce le mani e sorride a Yahaba come in una scusa prima di zittirsi.

“Lascia che me occupi io. Tu fai solo disastri” sente Iwaizumi redarguire Oikawa, ma non è arrabbiato né scocciato, anzi la sua voce ha una strana sfumatura di affetto. E le loro dita che si sfiorano appena Yahaba le vede, ma non dice nulla.

 

***

 

Il lunedì non ha gli allenamenti di pallavolo, il che significa che sarà costretto ad ascoltare Takako parlare ininterrottamente della sua ammiratrice segreta per tutto il tragitto di ritorno a casa. Le vuole bene, senza alcun dubbio, ma negli ultimi tempi è monotona nei suoi discorsi, sempre uguali a se stessi e senza alcuna conclusione, e Yahaba ha solo bisogno di una pausa.

“Vorrei che la smettesse” sbotta, sistemando i suoi libri nella cartella “Che la smettesse con questi stupidi regali. Potrebbe parlarmi, no? Invece va avanti con questa ridicola farsa. È un atteggiamento da codardi. Infantile” continua imperterrito, perché ha bisogno di sfogarsi e contro chi farlo? Quella povera ragazza non ha colpe, lo sa, ma non la conosce ed è facile prendersela con lei. Così facile che continua fino a toccare il fondo “Non cucina nemmeno tanto bene” conclude con tono duro. Solo allora alza lo sguardo su Takako e si rende conto di avere superato il limite. L’espressione della ragazza gli basta. Non servono parole, ma Takako sputa ugualmente la sua sentenza, acida. Ed ha ragione, Yahaba non può negarlo.

“Sei veramente meschino”.

Yahaba deglutisce a fatica, mentre il senso di colpa si impossessa di lui. Cosa potrebbe dire? Non è colpa mia, ma di Kyoutani e Oikawa e Iwaizumi. Sono arrabbiato e ferito e nessuno lo sa, a nessuno interessa.

Ma anche questo non è vero e ancora lo legge negli occhi dell’amica. Feriti e traditi.

“A me importa di te” afferma “Non sono così sicura che sia lo stesso per te. Sei così concentrato su te stesso che non ti rendi conto che ne stai facendo un dramma. Sei ferito? Mi dispiace, davvero, ma non sei l’unico che è stato rifiutato. Siamo al liceo e la vita non finisce qui. Va avanti, sul serio, e tu ti sei fissato su una persona come se fosse l’unica sulla faccia della Terra” la sua voce sale di un’ottava, si rompe. Si interrompe per alcuni secondi, cercando di riprendere il controllo “L’atteggiamento ridicolo qui mi sembra ce l’abbia tu, non quella ragazza la cui un’unica colpa è essersi presa una cotta per uno stronzo come te” conclude dura, ma con la voce che le trema appena. E per un secondo - un secondo soltanto - Yahaba pensa che possa essere lei quella ragazza. Dovrebbe rimanere in silenzio o chiedere scusa, non ne è sicuro, ma la domanda che lascia le sue labbra - “Sei tu?” - e che rimane sospesa tra di loro, pesante, quella no, non avrebbe dovuto porla.

“Vaffanculo” dice soltanto Takako prima di scappare via. E Yahaba lo sa che ha fatto un altro casino.

 

***

 

Nel suo armadietto non trova più pacchetti con nastri colorati e un bigliettino su cui è scritto il suo nome con una calligrafia graziosa.

 

***

 

Non sa chi, ma negli spogliatoi qualcuno pone la domanda, risollevando l’argomento. Dove sono i dolcetti? Qualche risata e alcune battute leggere prima che Yahaba dica che semplicemente non li ha più trovati. Nessuna spiegazione chiara, lascia intendere che sia stato un capriccio. In fondo i suoi problemi e quello che deve fare per riappacificarsi con Takako non dovrebbe interessare la squadra. 

Scrolla le spalle distrattamente con un sorriso sulle labbra, quando Iwaizumi dice qualcosa che lo blocca, anzi lo gela, sul posto.

“Forse si è resa conto che è un comportamento infantile” afferma tranquillamente. Yahaba è immobile, bloccato dalla consapevolezza di aver sbagliato. Di nuovo. Sta facendo talmente tanti errori che non è più sicuro di potervi porre rimedio, ma ci vuole provare e forse Iwaizumi potrebbe aiutarlo.

“Iwa-chan!” lo riprende subito Oikawa “Questo è ingiusto da parte tua!”, ma Iwaizumi lo ignora e continua. 

“O forse ha assaggiato uno dei suoi dolci e si è accorta che non sono tanto buoni come credeva”.

A quel punto tutti si rendono conto che c’è qualcosa che non va. Non sono parole che normalmente direbbe. Ad Oikawa sfugge una risatina isterica e Iwaizumi sbatte l’anta di un armadietto.

Nessuno fa domande.

Yahaba però ne avrebbe mille. Così aspetta il momento giusto per parlare da solo con Iwaizumi. Ci riesce, anche se deve seguirlo e quindi andare dalla parte opposta rispetto a casa sua e anche se Iwaizumi è con Oikawa - ovviamente, perché sono praticamente inseparabili. Ma “Vi lascio soli” dice il ragazzo e sfiora appena la mano del compagno, come a rassicurarlo, “Ci vediamo dopo da te, Iwa-chan” conclude prima di salutarli entrambi e precedere l’altro nel ritorno a casa.

Yahaba prende un respiro profondo e racimola tutto il coraggio che ha in corpo, perché Iwaizumi è arrabbiato, si vede, ed è minaccioso, nonostante tutto. Iwaizumi lo fissa intensamente con occhi giudicanti e Yahaba sente che gli mancano le parole per esprimersi.

“Le cose che hai detto prima…” inizia titubante “Prima dell’allenamento...” continua e lascia la frase in sospeso per alcuni secondi, perché spera che Iwaizumi gli risponda senza che lui debba concluderla, ma non succede. Forse Iwaizumi vuole punirlo e ci riesce: Yahaba si sente a disagio, in imbarazzo e in colpa come non mai.

“La conosci, vero?” domanda infine, cambiando il filo dei suoi pensieri, un po’ più sicuro di prima.

Iwaizumi sospira e il suo sguardo si fa meno duro, mentre i muscoli di Yahaba iniziano a rilassarsi.

Iwaizumi scuote appena la testa in un cenno affermativo e Yahaba: “Chi è?” subito, senza pensare. Deve saperlo, ne ha bisogno. Deve sistemare con lei, scusarsi, e poi con Takako. Se lo meritano entrambe.

Iwaizumi non risponde. Cambia discorso. Gli parla del peso delle parole e Yahaba cerca di fargli capire che vuole chiedere scusa, ma non può farlo se non sa a chi chiedere perdono. Discutono. Iwaizumi è composto, calmo, Yahaba nervoso, incapace di ottenere quello che vuole. Passano dieci minuti e poi venti e niente, sono sempre lì, fermi, ognuno nelle proprie convinzioni. Yahaba ad un certo punto sbotta e non sa come, ma parla di Kyoutani e della cotta che ha per il suo senpai. Iwaizumi alza un sopracciglio, accigliato.

“Kyoutani non ha una cotta per me” lo contraddice, sicuro delle proprie parole.

“Kyoutani ti adora” ribatte Yahaba, corrucciato, elencando alcune situazioni per supportare la propria affermazione. Ad Iwaizumi scappa una risata leggera. Yahaba non sa se sentirsi offeso o approfittare della distrazione per convincerlo a parlare.

“C’è differenza tra provare ammirazione nei confronti di qualcuno ed invaghirsi di qualcuno” chiarisce “Ti assicuro che Kyoutani non prova niente di romantico nei miei confronti” aggiunge. Poi cambia di nuovo discorso: “Visto che vuoi scusarti, proverò a parlarci. Se vorrà sistemare, lo capirai”.

Non è esattamente la risposta in cui sperava Yahaba, ma è già qualcosa.

 

***

 

Yahaba parla con Takako. Parlano a lungo e chiariscono. Era innamorata di lui, un tempo, ora non più e quello che le ha detto l’ha ferita perché gli è stato vicina, nonostante facesse male da morire. Gli vuole bene, come sempre, e il rifiuto brucia, ma è andata avanti. Fa male all’inizio, lo rassicura, poi ti abitui e pian piano passa. 

“Dovresti dichiararti, sai” conclude il discorso Takako “Stare nel limbo non ti aiuta. Se ricambia i tuoi sentimenti, sarò felice per te. Anche se sembra un delinquente” ride con gli occhi pieni di lacrime. “Se ti rifiuta, è uno stupido, davvero, ma non sarà la fine del mondo. Te lo prometto”.

 

***

 

Yahaba la ascolta, così il giorno dopo prepara una stupida lettera e la spinge nell’armadietto di Kyoutani. Niente di eclatante: incontriamoci dietro la scuola alla fine delle lezioni. Sembra più una minaccia che il preambolo di una confessione, ma tant’è. Ormai è fatta. Non l’ha nemmeno firmata per mancanza di coraggio.

Arriva in anticipo rispetto all’orario stabilito Lui cammina avanti e indietro, guardando ciclicamente l’orologio. Il cuore batte a mille, sempre più veloce man mano che si avvicina il momento dell’incontro. Kyoutani è in ritardo. È solo in ritardo, si dice, arriverà arriverà, continua nel tentativo di convincersi.

Cinque minuti. Dieci e poi venti, venticinque e infine mezz’ora. Kyoutani non arriva e a questo punto, dopo quaranta minuti di attesa inutile, Yahaba capisce che non si presenterà. Fa male, maledizione, e questo rifiuto è più doloroso e umiliante di quello che sarebbe potuto essere a parole.




Takako lo consola e Yahaba sa che è ingiusto, perché quello che prova ora l'ha provato prima lei, per lui. Chiederle di aiutarlo, distrarlo, superarlo non è forse sbagliato? Glielo dice, piano, quasi un sussurro, e Takako gli regala un sorriso dolce, gentile.

"Non è a questo che servono gli amici?".

 

***

 

A lezione non sta attento. L'allenamento, poi, è tragico. Tutti questi errori non sono da lui, decisamente, e lo capiscono tutti, così, quando si siede ad un angolo della palestra per guardare distrattamente i suoi compagni allenarsi, nessuno dice niente. Nemmeno Irihata e Mizoguchi. È solo una giornata no, è quello che probabilmente pensano, domani sarà tutto sistemato. 

Si stringe le ginocchia al petto e circonda le gambe con le braccia. Per qualche motivo Kyoutani si è seduto vicino a lui e Yahaba sta tanto male che quasi non ci presta attenzione. Gli chiede che problemi abbia con il suo solito tono duro e spiccio. Yahaba scrolla le spalle, non ne vuole parlare. O forse sì? La sua testa è un tumulto di frasi e risposte che potrebbero avere luogo in questo preciso momento e quella che alla fine lascia le sue labbra non è esattamente quella che pensava, ma in fondo che importa?

"Ti è arrivata una lettera" dice, nascondendo appena il volto "Non ti sei presentato" conclude con un pizzico di rimprovero nella voce.

Kyoutani fa un cenno distratto e: "C'è già qualcuno che mi piace", mentre il cuore di Yahaba si accartoccia ancora di più. Lo dice come se fosse la risposta a qualsiasi domanda, quella semplice a cui non dovresti nemmeno pensare tant'è scontata. Yahaba non è soddisfatto, ma non ha voglia di continuare. Non vuole rischiare di sapere chi è questa persona, così annuisce e poi, dopo alcuni minuti, Kyoutani fa uno strano movimento con le mani e Yahaba, sorpreso, lo guarda. Può vedere il momento in cui Kyoutani realizza. Quasi gli scappa da sorridere, perché può vedere la concentrazione dell'altro nel suo sguardo assente fisso nel vuoto. Apre la bocca, ma Yahaba lo anticipa.

"Sì, ero io".

Il viso gli va a fuoco e il cuore martella all'impazzata contro il suo petto. Non guarda Kyoutani e subito scappa via. Chiede di poter riprendere parte agli allenamenti e si sforza con tutto se stesso per evitare lo sguardo fisso su di lui di Kyoutani per tutto il resto del tempo

 

***

 

Kyoutani è diretto e brusco, va bene, ma questo non lo giustifica. E non lo giustifica nemmeno il fatto che Yahaba lo stesse evitando nel modo meno discreto possibile. Perché quando Yahaba dice che Kyoutani l'ha gettato a terra, intende letteralmente

"E che cazzo, Kyoutani!" sbotta Yahaba, tutto ammaccato e risentito mentre si alza. L'altro ragazzo lo aiuta e: "Devo parlarti. Tu scappi" si giustifica con una scrollata di spalle. Kyoutani non è un tipo da molte parole, per questo tira fuori qualcosa dalla cartella e la porge a Yahaba. Tiene lo sguardo alto, ma si vede che è imbarazzato come non mai: le punte delle sue orecchie stanno andando a fuoco.

A Yahaba si mozza il fiato quando vede il pacchetto e subito parte con le scuse, senza pensare. Un fiume di parole, veloce e confuso, investe Kyoutani, perché è Kyoutani e lui è tanto felice che quasi gli scoppia il cuore. 

“... e i tuoi dolci mi piacciono, un sacco, davvero” blatera senza quasi prendere fiato “e tu. Tu mi piaci da morire” conclude e chissenefrega se è a disagio e se ha detto talmente tante cose da non ricordarsene più della metà, perché Kyoutani lo guarda ed è il suo ammiratore segreto. 

A Kyoutani sfugge una risata, che fa scorrere un brivido su per la spina dorsale di Yahaba. Non l’aveva mai sentita, ed è cristallina. Vorrebbe solo ascoltarla all’infinito e lo sta per dire, perché, appunto, chissenefrega, ma Kyoutani lo sta già baciando e alla fine è meglio di quello in cui avrebbe potuto sperare.

 

***

 

La mamma di Kyoutani è incredibile. Yahaba non trova altro aggettivo per descriverla ed anzi persino quello gli sembra riduttivo.

“Cavolo, ragazzi, ci avete messo tutto il vostro impegno per rovinare il mio piano, neh?” scherza allegramente. L'idea dei regali anonimi è venuto fuori essere sua, perché, a citarla, gli uomini si conquistano passando per la pancia. Lei stessa ha aiutato Kyoutani a preparare le confezioni ed era lei a scrivere il biglietto per evitare che Yahaba potesse riconoscerne la calligrafia di Kyoutani. Ci scherza su, affermando che il figlio era terrorizzato alla sola idea.

I dolci li ha preparati sempre il ragazzo, però, rigorosamente da solo È portato ed è una cosa che gli piace fare.

"Mi riempie sempre la casa di tentazioni" ha ripetuto più volte la signora Kyoutani in una risata leggera. Kyoutani ha provato a riprenderla, ma lei l'ha zittito velocemente con una carezza gentile. Il modo in cui interagiscono - sguardi, frasi dette a metà, sfioramenti distratti - lascia intuire un legame forte, stretto.

"Ci diciamo tutto" e "Ci piace essere sinceri tra di noi" sono le frasi che meglio li esprimono, per questo la signora Kyoutani conosce tutti i dettagli di quello che è successo. Kyoutani gliel'ha raccontati, fiducioso e aperto, fino alla fine. Yahaba quasi ne invidia la complicità.

"Ma le cose si sono risolte" conclude la signora Kyoutani, mentre lava i piatti "Amo il lieto fine~~" canticchia, felice, passando al figlio le stoviglie da asciugare.

Yahaba sorride e sfiora la mano di Kyoutani. Lui ricambia e si sporge appena per stampargli un bacio veloce sulle labbra, davanti al quale la signora Kyoutani si lascia scappare un gridolino di gioia. Ridono e tra le risate Yahaba dice soltanto "Anch'io".

 

 

   
 
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