Libri > Good Omens
Ricorda la storia  |      
Autore: Little_GirlMoon005    22/08/2019    5 recensioni
'' A dirla tutta Aziraphale non aveva assolutamente idea di come ci era finito in quel gioco.
Ci si era trovato semplicemente in mezzo, senza volerlo. Era stata ovviamente un'idea di quel vecchio serpente di Crowley che ogni tanto, da pericoloso demone ammaliatore, si trasformava in un burlone desideroso di attività stimolanti e divertenti, tutto in un battito di ciglia. "
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hai mai...?
A dirla tutta Aziraphale non aveva assolutamente idea di come ci era finito in quel gioco.
Ci si era trovato semplicemente in mezzo, senza volerlo. Era stata ovviamente un'idea di quel vecchio serpente di Crowley che ogni tanto, da pericoloso demone ammaliatore, si trasformava in un burlone desideroso di attività stimolanti e divertenti, tutto in un battito di ciglia. E Aziraphale non riusciva proprio a dirgli di no. Gli voleva troppo bene per non assecondarlo, anche in quelle che per lui risultavano situazioni inusuali.

Dopo un'ottima cena consumatasi al Rizt, Crowley aveva proposto un gioco al suo Angelo durante il tragitto di ritorno verso il proprio appartamento.
I protagonisti sarebbero stai loro due, e l'amico alcool. Aziraphale all'inizio non ne era molto convinto ma alla fine, sotto le tentazioni del demone, aveva accettato. La fortuna del diavolo.
Saliti sull'appartamento sempre impeccabile e pulito di Crowley, gli aveva spiegato le regole di questo gioco di bevute.

''Allora Angelo, uhm, uno di noi deve iniziare una frase con un ''io non ho mai...'' o ''hai mai...?'' e se l'altro ha fatto quella determinata cosa, è obbligato a bere. Se invece non l'ha fatto, deve bere chi ha detto tale affermazione. E il ciclo si ripete.'' spiegò mentre riponeva una bottiglia di vino e due bicchieri su un tavolino posto davanti a una poltrona. ''E se nessuno dei due ha fatto una determinata cosa?''
''Improbabile, ma se dovesse succedere... uhm, non so, beviamo entrambi. Mi segui?''
''Suppongo di si, caro.''

E si erano ritrovati seduti uno accanto all'altro, con gli occhi lucidi a causa del vino che correva veloce e infuocato nei corpi di entrambi. Il bicchiere di Crowley era quello che si svuotava notevolmente di più rispetto a quello di Aziraphale, semplicemente perchè lui aveva fatto più cose rispetto all'Angelo.
Quando vivi per 6000 anni a contatto con gli umani, ci si avvicina di più ai loro piaceri e ai loro vizi. La maggior parte delle esperienze che Aziraphale non aveva fatto erano quelle di cui si imbarazzava al solo pensiero, mentre Crowley non sembrava essersene sfuggita quasi nessuna. Invece quelle che il demone non aveva fatto erano meno peccaminose e, ovviamente, Aziraphale le aveva vissute, essendo il più pudico tra i due.

''Caro, a... quanti drink sei arrivato?''
''Non lo so Angelo, ho...'' un singhiozzo a stento trattenuto lo interruppe, '' ho perso-'' un altro singhiozzo, ''
ho perso il conto... e-'' e un altro. ''e che cazzo!''
L'Angelo poggiò delicatamente una mano sul petto del demone e, miracolosamente, il singhiozzo svanì. ''Non dovevi farlo.'' sussurrò, con gli occhi celati dietro le lenti nere verso di lui. ''Ah, lo so... ma volevo. Voglio sentirti dire frasi di senso compiuto.'' rispose l'Angelo. Il vecchio serpente rise mite, abbandonando la testa all'indietro. ''Eh va bene, tocca a... a chi tocca?''
''Mm, credo... a te, caro.''

Crowley, pigramente, cercò di rimettersi in modo almeno composto sul divano. Si passò una mano fra i capelli, soffermandosi qualche istante in più a cosa chiedere all'Angelo. Aveva esaurito tutte le possibili domande imbarazzanti, e anche quelle banali. Forse doveva puntare su qualcosa di... personale. Di più... intimo? Si grattò il collo pallido, e dopo altri secondi di silenzio gli venne in mente qualcosa che si teneva dentro da parecchio tempo. Ma non ne aveva mai avuto l'occasione di chiederlo, o semplicemente le palle per farlo.

''Aziraphale...?'' mormorò piano. ''Per questa, voglio la risposta sincera.'' Una volta avuta la sua completa attenzione, Crowley si sfilò via gli occhiali per avere un contatto diretto con lui. ''Angelo, hai mai avuto paura di me?''
Si sarebbe aspettato di tutto da Crowley, ma quella domanda così immediata e diretta fu come un secchio d'acqua gelata scaraventata in faccia. La bocca dell'Angelo si aprì, ma non uscì niente dalle sue labbra. Sapeva cosa rispondere, ma esitava perchè non voleva... offendere l'altro.  ''Risposta sincera.'' ripetè il demone... e Aziraphale bevve, mandando giù con più fatica quel sorso di vino. ''Si, ho avuto paura.'' rispose poi, sentendosi quasi addolorato nel proclamare quella verità. ''Al... nostro primo incontro.''

Ma, a differenza di ciò che immaginava l'Angelo, Crowley non sembrò per nulla offeso. Era come se... se l'aspettasse. ''Angelo... te l'ho chiesto io di essere sincero. Non sentirti giù.'' fece per rimettersi gli occhiali ma una delle mani dell'Angelo lo fermò, togliendogli le lenti da mano e poggiandoli delicatamente sul tavolino.
''Io... io, si, ho avuto paura, ma non di te... ma di ciò che mi era stato detto per anni nel Paradiso, dell'idea che mi hanno dato Lassù; che tutti i demoni bramavano la distruzione di tutto ciò che non rietrava nella loro categoria, e di tutte le forme di vita... compreso gli Angeli.''

''Aziraphale, davvero, non ce ne bisogno-''
''Invece si Crowley, ti prego... lasciami finire.'' lo interruppe l'Angelo. ''Quando... quando hai cominciato quella strana conversazione con me, nel Giardino dell'Eden, io... non ho più avuto timore di te. Sono arrivato alla realizzazione che gli Angeli avevano sbagliato su un unico Demone, come posso aver paura di qualcuno che mi ha salvato la vita...? Più di una volta, direi! Ho più paura immaginando cosa sarebbe successo se non ci fossi stato tu al mio fianco! A... a Parigi, per esempio, nel 1793, o a Londra, nel 1941, o... o Alessandria nel 48 a.C, tu... tu eri sempre lì, Crowley, un vero demone non lo avrebbe fatto.''

''Non ti è mai passata per la testa l'idea che... io non fossi ciò che credevi? Non ti ha mai sfiorato il pensiero che... mi sia preso gioco di te-''
''Anthony j Crowley, ti conosco meglio di chiunque altro. Buon dio, ti conosco da... sei mila anni, e io so che sei una brava persona!
'' esclamò Aziraphale, la voce determinata e che lasciava trapelare la completa fiducia verso di lui. ''Lo sei sempre stato, e che nessuno si permetta di dirmi il contrario.''

L'Angelo terminò quel discorso, sincero e onesto, tutto d'un fiato, e per Crowley quella fu l'ennesima conferma che Aziraphale era l'unica persona che gli volesse veramente bene. Gli venne voglia solamente di piangere, lasciar correre fiumi di lacrime infinite fino ad allagare l'intero appartamento, ma la sua natura da demone non glie lo permetteva. Si ritrovò in compenso con un forte nodo alla gola che più volte cercò di mandare giù, senza riuscirci, e l'espressione di qualcuno che cercava di trattenere un pianto che, nel suo caso, non sarebbe mai arrivato. E l'Angelo non pensava di vedere quel velo di dolore sul volto di Crowley, e non voleva vederlo così, perchè non se lo meritava.

''Crowley, tesoro...'' sussurrò dolcemente, passandogli i pollici sulle palpebre chiuse, compiendo un altro piccolo miracolo. E il demone, per la prima volta da quando era stato creato, percepì la sensazione nell'avere le lacrime incastrate tra le ciglia, la vista sfocata, gli occhi arrossati, delle scie umide lungo gli zigomi, e il loro sapore salato sulle labbra. Quando l'Angelo fece per catturargli quelle lacrime con le dita, si accorse che queste bruciavano sulla propria pelle celestiale, lasciandogli piccole ustioni. Si accorse anche del colore insolito che avevano; Crowley piangeva lacrime d'oro.

Si chiese se anche tutti gli altri demoni piangevano così, e se una volta caduti gli fosse vietato l'atto proprio perchè le loro lacrime non avrebbero più guarito, ma fatto del male.*

''Aziraphale...'' singhiozzò il demone per la prima volta nella sua lunga esistenza, ora più spaventato per quella tempesta interiore che lo stava attanagliando che per le parole dell'Angelo, che lo avevano comunque colpito profondamente. ''Crowley, vieni qui.''

L'Angelo allargò le braccia e il vecchio serpente non esitò a tuffarci dentro stringendosi a lui come se fosse la sua ancora di salvezza. L'Angelo portò la testa di lui dolcemente contro il suo petto, stringendolo poi a se cincendogli le spalle con l'altro braccio. Crowley sentì una sensazione lacerante al petto, un dolore straziante portato come un macigno da quando era stato cacciato dal Paradiso, e pianse come non aveva mai fatto nella sua lunga vita, liberando tutta la sofferenza che era stata
repressa per tutto quel tempo.

Aziraphale fece scorrere una mano tra i capelli sorprendentemente morbidi del demone con una dolcezza disarmante, con l'altra prese ad accarezzargli la schiena con un movimento lento, dall'alto verso il basso, sussurrandogli parole confortanti all'orecchio, e stringendo ancora di più a se' quel corpo scosso da brividi. Per la prima volta lo vide vulnerabile, così fragile che ebbe paura di fargli del male se avesse aumentato l'intensità di quell'abbraccio. E non gli interessava se quelle lacrime bruciassero più dell'acqua bollente, le avrebbe asciugate tutte a costo di avere le mani dolenti. Sperava che, dopo quel pianto liberatorio, Crowley si sentisse un po' meglio, e più leggero. Rimasero così per un tempo indeterminato, in quell'abbraccio che nessuno dei due voleva sciogliere.

''Angelo, ti... ti sto facendo male con... con le mie lacrime-'' mormorò il demone, con il viso schiacciato contro il suo petto.
''Non importa.'' rispose l'altro continuando ad accarezzargli i capelli e una guancia umida, poggiando il mento sul suo capo. Alcune delle sue ciocche rosse gli solleticarono il naso, e Aziraphale ispirò profondamente. ''Non chiedermi di lasciarti, non lo farò.''
''Mmm...'' mugugnò Crowley, tirando su col naso. Restarono così, stretti l'uno all'altro, fino a quando Aziraphale lo sentì calmarsi un po'. Gli passò la mano fra i capelli un ultima volta, posandogli due dita sotto il mento per alzargli delicatamente il viso. ''Tutto bene?'' chiese mite, lo vide annuire piano e allora si allontanò un poco da lui.

Ci fu un momento di totale silenzio tra i due, tanto da riuscire a sentire il respiro dell'altro. Aziraphale vide che aveva ancora gli occhi lucidi, e non riuscì fare a meno di notare di quanto le sue iridi gialli fossero più grandi, estese per tutto l'occhio. ''Come... come ti senti?''
''Se non ti conoscessi, giurerei che hai fatto quel piccolo miracolo per farmi sentire in imbarazzo.'' sussurrò il demone con voce sottile, facendo agitare l'Angelo che prese troppo sul serio quel commento. ''Io... Crowley, giuro che non volevo-'' Il vecchio serpente rise, ''Ti sto prendendo in giro, Angelo.'' gli disse continuando a ridacchiare asciugandosi le guance con una mano.

''Cazzo, non mi è mai capitato... è stato, uhm, umiliante però... mi sento meglio.'' confessò. ''Dovrei ringraziarti...''
''Non ce ne bisogno, sono contento che ti abbia aiutato.'' rispose Aziraphale, il demone comunque gli fece con le labbra 'grazie', facendo sorridere l'Angelo. L'attenzione di Crowley venne catturata dai segni che le proprie lacrime avevano lasciato sulla pelle chiara dell'Angelo. Non resistette e gli prese le mani soffermandosi coi pollici sulle bruciature che involotariamente gli aveva causato, Aziraphale vide di nuovo i suoi occhi velarsi di tristezza.
''Ti fanno male?''
''E'... sopportabile.''
''...scusami, Angelo.''
''So che non volevi farmi del male.''

Ancora stringendo le mani di Aziraphale, Crowley le portò vicine alla propria bocca e, soffiandoci lievemente sopra, fece dissolvere quelle orribili bruciature che rovinavano la pelle morbida e diafana dell'Angelo. Quest'ultimo venne scosso da un leggero brivido sentendo il respiro caldo del demone a contatto così diretto sulla propria pelle, gli rivolse un tenero sorriso ringranziandolo per quel gesto premuroso. Crowley però non gli aveva lasciato ancora le mani, anzì rafforzò la stretta provocando un altro brivido più intenso lungo la schiena dell'Angelo.

Aziraphale poteva tranquillamente interrompere quel contatto, sempre col suo modo educato e gentile, ma la verità era che non voleva farlo. Sentire le mani di Crowley stringere le sue, i pollici che gli accarezzavano i dorsi delle mani, e le dita che piano piano si intrecciavano tra le sue, lo trovava piacevole. Il culmine però, che gli aveva fatto perdere un battito, era stato quando Crowley aveva avvicinato nuovamente la bocca alle sue mani baciandogli le dita, delicato. In tutto questo il demone aveva tenuto gli occhi chiusi, assaporando quel momento, per non dimenticare il sapore della pelle dell'Angelo sulle proprie labbra. Sapeva di vaniglia.

Decise poi, a leggero malincuore, di sciogliere le loro mani. Anche perchè aveva il sospetto che, se avrebbe continuato, molto probabilmente l'Angelo sarebbe svenuto per le forte emozioni. ''Tocca a te...'' sussurrò. Aziraphale sbattè un paio di volte le palpebre. ''Uh...?'' mormorò come svegliatosi da un sogno. Il demone sorrise, quasi beffardo. ''Il gioco, Angelo. Tocca a te, chiedimi qualcosa.''
Vecchio serpente... si ritrovò a pensare l'Angelo. Prima mi crei le farfalle nello stomaco, poi mi lasci così...? Lo fissò in silenzio mentre i suoi occhi azzurri brillarono, liquidi di quello che si poteva chiamara desiderio. ''Crowley...'' Deglutì sentendo la gola improvvisamente secca, e quasi in un sussurro gli chiese,

''Hai mai baciato un Angelo...?''
Crowley gemette senza volerlo, guardandolo dritto negli occhi. Quel bastardo aveva una capacità innata di risultare innocente e allo stesso tempo peccaminoso, e far scaturire penseri poco pudici nella testa del demone. Se aveva deciso di giocare la carta della seduzione, ci era riuscito. Prima che Aziraphale se ne rendesse conto, il demone posò le labbra sulle sue. L'Angelo sembrò trattenere il fiato, le palpebre tremarono, si chiusero celando lo sguardo lucido e le guance si velarono di rosa.

Le labbra di Crowley erano morbide come una piuma, il bacio fu gentile come se fosse ancora il suo migliore amico, ma allo stesso tempo appassionato come se fosse il suo amante. Aveva sempre sognato di rubargli un bacio da quelle labbra angeliche, e voleva che quel momento durasse per l'eternità. Quando Aziraphale tentò di allontanarsi, il demone si spinse nuovamente contro quella bocca per sentirne ancora una volta la morbidezza. Decisero poi entrambi di porre fine a quel contatto, le iridi dilatate di Crowley incontrarono l'azzurro di Aziraphale.

''Caro, bevi o no?''
Il demone lo guardò interrogativo. Aziraphale rise dolcemente. ''Io ti ho chiesto se 'hai mai baciato un Angelo?', e... tu l'hai fatto. Quindi... devi bere.'' spiegò, innocente e peccaminoso insieme. ''Brutto bastardo...'' mormorò Crowley, e l'Angelo non fece in tempo a ridere per via della faccia quasi sconvolta del demone che ottenne un nuovo bacio, almeno per lui. Crowley aprì la bocca e premette la punta della lingua sulle labbra dell'altro per fargliele dischiudere e approfondire quel bacio mentre portava le mani ai lati del suo viso paffuto, stringendolo a sè come se avesse paura che potesse sparire da un momento all'altro.

La mente di Aziraphale girava vorticosamente mentre il suo stomaco era i subbuglio per quell'emozione così intensa, e fece scivolare le mani sul viso del demone cercando di rispondere al bacio come meglio poteva.

''Ehy, vecchio serpente, devi bere-''

''Che rimanga lì quel bicchiere, in questo momento ho voglia di fare altro... con te.'' gli sibilò il demone all'orecchio, la voce profonda e sensuale.
''Oh, e... cosa vorresti fare, mascalzone?''

Crowley gli sorrise, e avvicinò le labbra a quelle dell'Angelo che chiuse gli occhi aspettandosi un altro bacio... che non arrivò. Infatti Crowley si alzò in piedi lasciando l'Angelo solo sul divano, con un espressione interrogativa e, un pochino, delusa, mentre il demone indietreggiava arrivando alla porta che conduceva alla camera da letto.
"Vieni a scoprirlo, Angelo." lo invitò mentre abbandonava la schiena contro la porta e allargava in modo volutamente provocante le gambe snelle, fasciate da pantaloni stretti.
"Mi stai tentando?" 
Crowley ghignò divertito cacciando la lingua biforcuta. "Ci sto riuscendo?" 
"Tentazione riuscita."

Quello che successe dentro quella stanza non è a far nostro, ci basti sapere che quella notte Crowley poté considerare le labbra di quell'Angelo completamente sue, insieme alla sua anima e al suo cuore. E tutto il resto, ovviamente.

















*headcanon personale, ovvero che le lacrime degli Angeli siano capaci di guarire le ferite, ma che raramente piangono. Mentre quelle dei angeli caduti hanno l'effetto opposto, e per questo una volta dannati gli viene privata questa ''capacità''.





 


  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Good Omens / Vai alla pagina dell'autore: Little_GirlMoon005