Dopo aver riletto “Paperoga e il peso della gloria” ho fatto questo sogno…
… una storia di Star Trek scritta da Giorgio Pezzin, in cui Paperoga giunge a bordo dell’Enterprise, dove provoca un sacco di guasti di livello estremo e viene messo sotto chiave, solo per essere rapito dai Borg che sono tempestivamente arrivati.
La ciurma dell’Enterprise si lancia eroicamente al salvataggio prima dell’assimilazione, ma ormai è troppo tardi: l’Enterprise incontra un cubo Borg a forma di piramide, un altro a forma di pera, uno che sembra un quadro di Kandinski, fatto di freccette unite da linee e soprattutto un gigantesco cubo di Rubik che continua freneticamente a riaggiustarsi le facce.
Commento di Worf: “Dovremmo lasciaglielo. Lo hanno voluto e se lo meritano! ” (Voltandosi verso il comandante Picard). “Mi scusi, comandante”.
Sullo sfondo, Riker sghignazza.
Picard (cercando di mantenere la propria serietà e compostezza): “Tenente Worf, lei sa che è nostro dovere tentare di recuperare il nostro ospite”.
Nel frattempo, i firewall Borg destinati a proteggere la coscienza collettiva da incursioni ostili sono miseramente crollati! Nel punto centrale dello spazio Borg, la regina Borg, montata all’incontrario, sbraita inascoltata a dei droni Borg in versione picassiana che, ossessivamente, smontano e rimontano miriadi di congegni:
“Non importa se questi Banach e Tarski ci sono riusciti! Voi NON potete smontare un cubo in CINQUE pezzi e rimontarli e riottenere DUE cubi identici a quello di partenza!!!”