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Autore: Ziseos    09/09/2019    1 recensioni
Raccolta di storie one shot dedicate a varie coppie tratte dall'opera di One Piece, dove il tema di ogni capitolo sarà creato a partire da una parola chiave, con una o più coppie protagoniste. I temi sono tratti da una OTP 30 Days Challenge (il link per vedere i temi è presente all'inizio del primo capitolo); le richieste per determinate coppie da abbinare con un certo concept sono ben accette!
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1 = Perdersi ( Zoro x Nami)
2 = Soprannomi ( ?)
3 = Ricucire (?)
4 = Visita medica (?)
5 = Cicatrici (?)
6 = Morte (?)
7 = Sonno (?)
8 = Rido di te (?)
9= Abbraccio (?)
10 = Mentre dormi (?)
11 = Ritratto (?)
12 = Un giorno normale (?)
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Altri in arrivo presto!
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Mugiwara
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Ciao a tutti! Questa raccolta di fan fiction ha come filo conduttore la OTP Writing 30 days Challenge –, che lascerò nel link qui sotto per chi volesse consultarla J
https://www.google.com/url?sa=i&source=images&cd=&ved=2ahUKEwjPp7-5rsTkAhVRr6QKHXmTAlYQjRx6BAgBEAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.pinterest.com%2Fpin%2F170292429638295294%2F&psig=AOvVaw0zCVeYBMhPC77dpdVaP7qe&ust=1568139880766264
 
Ogni fan fiction postata al giorno, avrà un tema specifico riferito ad una, o più coppie appartenenti, in questo caso, all’universo di One Piece.
Se qualcuno avesse delle specifiche richieste su una coppia da abbinare a uno dei punti contenuti nella lista, si faccia avanti! Le richieste sono sempre benvenute J
Buona lettura!
 
 
DAY 1

Perdersi
 
Coppia: Zo/Na ; AU.


 
Non le era mai successo prima di quel giorno, in nessun modo.
Teneva in mano il telefono e continuava a digitare il numero in maniera convulsa, lanciando improperi fra sé e sé, maledicendosi da sola per essere finita in quella situazione.
“Rispondi maledizione…!”
 
All’ennesima chiamata a vuoto, lanciò con violenza il telefono nella borsa che teneva appesa al braccio; Zoro le aveva regalato quella borsa qualche mese prima, e nonostante avesse gradito il regalo, in quel momento avrebbe tanto desiderato che al posto di essa ci fosse stata la sua faccia.
Sospirando si sedette su una panchina lì vicino, ormai esausta dalla situazione e dall’aver camminato per ore senza essere riuscita minimamente a raccapezzarsi di dove fosse finita, e di dove si trovasse il suo fidanzato in quel momento.
 
Faceva un freddo terribile e la sera cominciava ormai a calare, mentre tra gli alti palazzi del quartiere si intravedevano gli ultimi raggi del sole che piano piano perdevano l’intensa luminosità.
Aveva visto le previsioni prima di uscire, come era sua abitudine, e sapeva che di lì a poco avrebbe preso a nevicare.
In altre circostanze le sarebbe piaciuto godersi lo spettacolo di una nevicata, ma l’unica volta che le era capitato di rimanere sotto una tormenta mentre era in vacanza sull’isola di Drum, era finita con il rimanere a letto febbricitante per giorni. Decisamente un esperienza spiacevole.
In quel momento avrebbe solo voluto essere a casa sua, rintanarsi sotto una coperta, rimanendo a guardare dalla finestra la tormenta che avrebbe imperversato da lì a qualche ora.
Invece si ritrovava da sola, con un telefono quasi al limite della batteria, in una zona vecchia della città che vedeva per la prima volta quella sera, senza sapere se Zoro avesse avuto qualche problema ad arrivare al loro appuntamento, o se lo fosse scordato come sempre.
“ Giuro che lo uccido questa volta. Se non si presenta, gli strapperò quei capelli algati uno per uno, finchè non assomiglierà…”
Un improvviso vibrare del telefono la distrasse dai suoi intenti omicidi.
“Forse gli saranno fischiate le orecchie.”- disse fra sé ruotando in aria gli occhi con aria scocciata.
 
Un messaggio da Robin.
<< Ho dimenticato di dirti che oggi i treni faranno sciopero a causa della neve. Zoro può riportarti a casa? Buon anniversario a tutti e due!>>
 
Grandioso, era bloccata lì.
Rispose al messaggio con un “grazie” ed un emoji del pollice, per non entrare nei dettagli della situazione… le avrebbe spiegato tutto più tardi.
SE fosse riuscita a tornare a casa.
 
Con il passare dei minuti, il senso di nervosismo aveva cominciato ad essere soppiantato da un senso di angoscia e preoccupazione, soprattutto perché da Zoro non era ancora arrivato né un messaggio, né una chiamata.
“Quell’idiota…”- le sue mani presero a fremere leggermente, e nonostante cercasse di convincersi che fosse a causa del freddo, si rendeva invece conto di quanto cominciasse a preoccuparsi davvero che non fosse successo qualcosa.
Lui era solito perdersi per arrivare ad un appuntamento, lei no.
Eppure una prima volta esisteva per tutti a quanto pare, solo non avrebbe dovuto essere QUELLA volta, quel giorno.
Stanca com’era dopo più di due ore di attesa, appoggiò la schiena sulla panchina dove sedeva, socchiudendo gli occhi.
 
Avrebbero dovuto festeggiare il loro terzo anniversario quel giorno, ricordando la prima volta che si erano incontrati appunto, tre anni prima.
Ricordava bene quel giorno: aveva deciso di partire per un viaggio nella speranza di poter trovare un posto che la ispirasse, per poter ricominciare la sua vita da qualche parte, trovare un lavoro e mandare finalmente qualcosa alla sua famiglia, rimasta nella sua isola natale.
Durante il viaggio in nave che l’avrebbe condotta alla sua nuova ipotetica casa, si era imbattuta non solo nel suo attuale migliore amico Luffy, un giovane con la passione per i viaggi e per i barbecue all you can eat, ma anche in quello zotico del suo ragazzo
Perché sì, quella era stata la sua prima impressione su di lui.
Era stato un incontro peculiare, dal momento che il primo approccio che avevano avuto era stato dopo un tentativo di furto da parte sua ai danni di lui; contrariamente a quanto le succedeva di solito, era quasi stata colta con le mani nel sacco o per meglio dire, con le mani nella sua tasca.
Non era la prima volta che il suo istinto cleptomane prevaleva su di lei, e la vista di quel portafoglio che sporgeva dalla tasca di quel tizio con i capelli “algati”, intento a sonnecchiare sul ponte della nave, aveva risvegliato il suo istinto di borseggiatrice che aveva sin dalla gioventù.
Le veniva da sorridere al pensiero, anche perché nonostante Zoro si fosse accorto che qualcosa fosse successo, era riuscita a convincerlo che lo avesse perso da qualche parte, e a farsi offrire da bere perché lui potesse fare ammenda alla sua accusa; d’altronde, è risaputo che gli oggetti personali hanno sempre qualche caratteristica che rispecchia quelle del proprietario, e il perdersi era decisamente una normale prassi per lui.
 
Ma non quel giorno.
Questa volta era a lei a sentirsi letteralmente sperduta.
E se le avesse volutamente dato un indirizzo sbagliato? Forse l’intero appuntamento era stata una bugia fin dall’inizio, magari aveva preso la decisione di rompere con lei, e quello era il suo modo di farle arrivare il messaggio.
No … non sarebbe stato da lui, era una testa calda ma sapeva assumersi responsabilità di quel tipo, e se mai avesse dovuto rompere con lei … beh, lei non glielo avrebbe permesso, semmai sarebbe stato il caso contrario.
Più ci pensava, più la sua mente solitamente razionale cominciava a essere sempre più confusa, affollata di miriadi di ipotesi su cosa potesse essere successo.
 
Ad interrompere i suoi pensieri fu un fiocco di neve che si posò delicatamente sulla punta del suo naso, seguito poi da uno sulla guancia, un altro fra i capelli ramati… e nel giro di qualche secondo, una leggera e silenziosa nevicata cominciò a discendere sulla città, come previsto.
I fiocchi cadevano con eleganza sulla strada, sulle case parcheggiate lì vicino, sui passanti che cominciavano a sistemarsi meglio le sciarpe al collo e ad aprire gli ombrelli, e anche su Nami che rimase seduta sulla panchina a fissare i medesimi fiocchi che proseguivano la loro danza sollevati dal vento che cominciava ad alzarsi.
 
Una coppia si avvicinò alla sua panchina con aria preoccupata:
“Signorina, sta bene? Le serve un ombrello per la neve?”- disse la ragazza, sporgendole un ombrellino portatile, mentre rimaneva sotto l’ombrello tenuto dal suo ragazzo.
Nami si riscosse nuovamente, e sorridendo fece cenno di no alla ragazza. – “Grazie … aspetto una persona, dovrebbe arrivare a momenti.”
La giovane sorrise congedandosi e ritornando a mettersi sotto braccio al fidanzato, allontanandosi poi verso la strada principale.
La rossa sospirò, creando davanti a sé una nuvoletta di aria che si disperse subito; l’appuntamento sarebbe già dovuto iniziare più di un ora fa, e probabilmente sarebbero già dovuti essere al dolce in quel momento.
Eppure era convinta che dovesse essere proprio in quel punto che si sarebbero dovuti incontrare, non riusciva a capacitarsi di come avesse potuto sbagliare il posto, non le era mai successo fino a quel giorno.
Per curiosità e per ingannare il tempo che passava ad aspettare lì seduta, prese il telefono dalla borsa per rileggere nuovamente il messaggio che le aveva scritto Zoro quella mattina, dove elencava il nome del locale e l’indirizzo.
 
“Baratie … è quel famoso ristorante galleggiante, il proprietario è quel vecchio di Zef. Ho cercato per un ora in tutta la baia, e nemmeno l’ombra di una nave. Che abbia chiuso…e quello stupido non ha nemmeno controllato.”
Rimanere lì in piedi non serviva a nulla e avrebbe finito solo con il congelare su quella vecchia panchina, quindi optò per entrare in un bar aperto nelle vicinanze, sperando che magari potesse darle qualche indicazione su cosa fosse successo al Baratie … e se possibile, anche un bicchiere di qualcosa caldo e alcolico.
Il locale dal pittoresco ed eloquente nome di “Tispenno” era piuttosto rustico, di quelli che piacevano a lei, e perlopiù la clientela che si era rifugiata lì come lei per sfuggire alla tormenta incombente, era composta da uomini; dietro il bancone, la proprietaria del bar era intenta a versare della birra in grosse pinte per un gruppo di tizi dall’aria piuttosto alticcia, nonostante l’ora non fosse ancora tarda: era una donna alta e molto magra, con corti capelli scuri e una sigaretta quasi consumata fra le labbra, sembrava piuttosto giovane anche se i movimenti sicuri lasciavano intendere una lunga esperienza nel suo campo e di conseguenza che potesse avere più anni di quelli che dimostrava.
 
“Benvenuta.”- disse sorridendo a Nami, e facendole cenno di sedersi al bancone- “Sono Shakky, cosa posso offrirti? Immagino tu stia morendo di freddo.”- le indicò le guance arrossite dal freddo.
“Un qualcosa di caldo, alcolico se è possibile.”- rispose lei sedendosi a peso morto sul vecchio sedile in legno.
“Sei vestita elegante per stare in questa zona da sola, questo quartiere di Sabaody non è frequentato da ragazze ben vestite di solito. Hai un appuntamento”- Shakky le allungò un bicchiere colmo di un liquido caldo e scuro, forse un liquore al mandarino.
“Non saprei, diciamo che non so dove.”- mandò tutto il liquore giù d’un fiato. – “Il Baratie ha chiuso per caso? So che era rinomato in questa zona.”
Shakky la guardò mentre asciugava i bicchieri impilati sul lavandino lì vicino .- “Il Baratie… credo si sia trasferito qualche settimana fa. E’ un ristorante itinerante quindi ora avrà cambiato zona.”
Nami si alzò in piedi alle sue parole, facendo cadere la sedia a terra, ma nella confusione generale nessuno ci fece caso.
“Dove?! Mi sa dire dove si trova adesso? E’ importante che lo trovi prima che fuori si scateni questa dannata tormenta di neve.”
La donna riflettè un attimo, poi le indicò un punto sulla mappa che teneva appesa al muro del bar dietro di lei.
“E’ in un porto poco più a Nord, dista circa mezz’ora da qui. Ma con la neve potrebbe volerci qualche minuto in più – “
“La ringrazio! Le chiedo scusa ma devo proprio andare… e grazie per il liquore, era delizioso!”- allungò sul bancone un paio di berry, e si allontanò verso l’uscita accennando un saluto con la mano, al quale la barista contraccambiò tornando poi a tirare una boccata di fumo alla sigaretta e ad asciugare la pila di stoviglie rimaste lì vicino.
 
“Devo raggiungere quel ristorante, e devo contattare assolutamente Zoro…sapevo che non potevo essermi persa,avevo ricontrollato mille volte, ma l’indirizzo era sbagliato fin dall’inizio…!”
I treni erano fuori servizio, i pullman in quella zona erano fuori discussione e se fosse andata a piedi sarebbe finita intrappolata nella tormenta… quando improvvisamente ebbe l’illuminazione.
Si ricordò che un qualcuno che conosceva bene aveva lavorato in passato in un ristorante, e che a pensarci poteva proprio essere il Baratie, quindi di sicuro sapeva come arrivarci velocemente.
Riprese in mano il telefono e digitò il numero.
 
“Nami mi rifiuto di accompagnarti da quell’alga vivente di … non voglio nemmeno dire il suo nome. Ti rendi conto che ti ha dato un indirizzo sbagliato e ti ha lasciata da sola sotto la neve? Se solo lo avessi sotto le mani in questo momento…”
“Sanji, concentrati a guidare per favore. Non ho intenzione di perdere tempo anche con un incidente, guarda il navigatore e segui il percorso.”
Il biondo si passò una mano fra i capelli sospirando scocciato.
“Ancora non capisco come fai a stare con quel m-..”
“Ti ho promesso di procurarti un appuntamento con Vivi come volevi, potresti non fare polemica sulla mia vita sentimentale e concentrarti? Ci penserò io a Zoro…se riuscirò a trovarlo.”
Dopo qualche minuto nel traffico stradale dovuto alla neve, erano riusciti a destreggiarsi in alcune strade secondarie e miracolosamente erano quasi riusciti a raggiungere il porto dove sostava ora il Baratie senza grandi intoppi e in meno tempo di quello previsto; raggiunta la zona portuale riusciva già a scorgere le luci delle barche innevate che si riflettevano nell’acqua, minuscole se paragonate all’immensa nave ristorante del Baratie, che si stagliava imponente nella baia.
Arrivati lì davanti, nonostante le proteste di Sanji che tentavano di farle cambiare idea, Nami lo salutò velocemente per ringraziarlo, ribadendogli che avrebbe mantenuto la promessa, e gli fece cenno di andare.
 
Non vedeva quasi nessuno per strada, le uniche macchine che passavano davanti al Baratie lasciavano scendere i passeggeri che si dirigevano correndo verso l’ingresso, cercando di bagnarsi il meno possibile.
Magari lui era già dentro... magari la stava aspettando.
Cominciava ad essere davvero stanca e lo stress si stava facendo sentire, probabilmente era sull’orlo di una crisi di nervi.
Si avviò verso l’ingresso del Baratie, almeno lo avrebbe aspettato lì al caldo e all’asciutto.
 
Improvvisamente una voce la chiamò da dietro e sentì una mano gelida afferrarle la mano.
“Ma chi diavolo….!”- si girò pronta a sferrare un sonoro ceffone all’importunatore.
“Calmati, sono io, ti sembra il modo di accogliermi? Non ho nemmeno fatto nulla… ancora.”-  Zoro si parò davanti a lei, facendole cenno di calmarsi. Era fradicio dalla testa ai piedi, senza un ombrello dietro, e a giudicare dal respiro affannato doveva aver corso sotto la neve per un po.
Sicuramente non aveva visto le previsioni, o aveva visto quelle di una zona completamente diversa dal momento che l’abbigliamento non era assolutamente adatto al freddo di quella giornata.
Al sentire le sue parole fu seriamente tentata di mollargli comunque un pugno in faccia, con il nervosismo che ormai le arrivava a fior di pelle, ma la preoccupazione ed insieme il sollievo di vederlo lì  finalmente davanti a sé prese stranamente il sopravvento su di lei.
“Brutto…”- iniziò con voce rotta, tirandogli il pugno sul petto, con meno violenza di quanto avesse voluto.
“Idiota, sì. E’ il complimento più carino che tu mi abbia fatto in questi tre anni.”- rispose lui, prendendole la mano. Si passò una mano fra i capelli cercando di pensare come poterle spiegare tutta la sua epopea e la confusione fatta per l’appuntamento, ma era quasi certo che si sarebbero messi a litigare di nuovo.
Eppure, Nami si limitò ad appoggiare la testa sul suo petto e a stringerlo a sé, nonostante così finisse per bagnarsi anche lei i vestiti e il cappotto.
“Mi sono preoccupata da morire. Mi hai fatto quasi pensare che mi fossi persa.”
Cos’era tutta quella dolcezza e preoccupazione? Che le fosse venuta la febbre?
“…Ovviamente è stato per colpa tua, era strano che io mi fossi persa per causa mia.”
No, stessa Nami di sempre.
“Mi dispiace, è stato Luffy a mandarmi la posizione del ristorante… qualche settimana fa.”
Ora si spiegava, era prima del cambio di posizione del Baratie.
“E tu ti affidi a lui per portarmi a cena fuori? Non conosci bene i tuoi amici a quanto pare…”
“Di che ti lamenti streg-…cioè Nami…mi ero pure ripromesso di non darti epiteti poco carini stasera.”
“Era quello il tuo regalo? Non hai molta fantasia signor Roronoa.”
“Sarei curioso di vedere il tuo, tesoro.”
“Oh ti prego, non sono a cena con Sanji, tieniti i tuoi salamelecchi.”- le sfuggì una risata.- “Fammi indovinare, avevi il telefono scarico.”
“No in realtà mi è caduto…in acqua.”- rispose vago, palesemente colto in fallo.
“…Non credo di voler sapere come hai fatto. Quindi mi toccherà comprartene un altro immagino…per il prossimo anniversario, se ci sarà.”- lo guardò incrociando le braccia al petto.- “Dannazione Zoro, mi farai uscire di testa.”
“Sono così attraente questa sera? Non mi aspettavo un tuo complimento così improvviso, sicura di non avere la febbre?”- Zoro sogghignò rispondendole.
“Penso che la febbre te la ritroverai tu se non vai a scaldarti subito da qualche parte…e non credo che al Baratie facciano entrare due idioti bagnati come noi. Non siamo proprio un bello spettacolo così conciati.”- sorrise.
“Allora cosa proponi?”
Effettivamente stavano entrambi congelando, e il tempo non accennava a migliorare, probabilmente la tormenta sarebbe proseguita per tutta la notte ed oltre.
“Che ne dici di..io, te, qualcosa di caldo in un bar carino…”- disse avvicinandosi a lui con un sorriso affettato in volto-“..e poi una stanza di hotel vicino con una bella visuale sulla nevicata sulla baia? Come all’isola Drum…ma senza febbre possibilmente.”
“Questo vorrebbe dire annullare la prenotazione…”
“Al diavolo la prenotazione, tutta questa giornata mi ha fatto passare la voglia di andare in quel posto. Penso che non vorrò nemmeno vederlo e sentirlo nominare fino all’anniversario prossimo.”
“Beh non mi stai scaricando allora, è un buon segno direi.”
“Ti ho fatto anche risparmiare qualche berry, questi sono punti in più per me.”
“Direi che il mio portafoglio ti ringrazia per questa sera.”
Zoro si tirò su il cappuccio della felpa ormai zuppa di neve, e offrì la mano a Nami che la strinse sorridendo, ed insieme cominciarono ad allontanarsi dal Baratie andando verso il centro del quartiere, dove le tante luci al neon colorate dei locali facevano già pregustare una serata decisamente più adatta a loro.
 

“A proposito di portafogli…”
“Hm? Cosa?”
“Ricordi quel viaggio tre anni fa…dove avevi perso qualcosa…”
“Ah, lasciamo stare. Sei riuscita pure a spillarmi gli unici berry che non avevo nel portafoglio…chissà come ho fatto a perderlo, ogni tanto ci ripenso..”
Nami rise silenziosamente fra sé accarezzando un oggetto che sporgeva dalla tasca del suo cappotto.
“Sai, credo che il regalo per oggi potrebbe piacerti allora…”
 
 
 
 
  
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