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Autore: BeautyLovegood    25/09/2019    2 recensioni
Un crossover tra i nostri maritini e la mia fiaba preferita, ma non tutte le fiabe possono avere un lieto fine...
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aziraphale fissò la porta scura davanti a sé.

- Dio, ti prego, perdonami!- pensò a voce alta.

Era agitato ed emozionato al tempo stesso. Bussò alla porta, che si aprì da sola. Aziraphale entrò in punta di piedi.

- C’è nessuno? Crowley?

Fece un giro completo della casa. Ogni stanza aveva le pareti nere ed era grande e spaziosa, ma erano tutte disordinate, tranne quella delle piante, lucide e lussureggianti.

- Che belle…- disse Aziraphale. Stava per sfiorare la foglia della pianta più alta, quando nell’aria si diffuse uno strano verso che gli fece accapponare la pelle.

- Non osssssare!

Aziraphale si voltò e vide un grande serpente dalle squame nere come la pece, ma ce n’erano anche alcune rosse che strisciavano sul pavimento. I suoi occhi gialli fissavano l’angelo e la sua bocca si stava aprendo lentamente, mostrando due denti grandi e appuntiti.

- Crowley? Sei tu?

Il serpente si alzò fino a trovarsi all’altezza di Aziraphale. Il suo corpo era più lungo di quanto l’angelo si aspettasse.

- Ssssì, ssssono io!- sibilò Crowley minaccioso.

- Ma che cosa ti è successo? Perché non assumi il tuo aspetto umano?- chiese Aziraphale rimanendo fermo immobile.

- Non possssssssso farlo! E non possssssso vederti! Vattene!- esclamò Crowley sfiorando il viso dell’angelo con la punta della lingua biforcuta. Due centimetri e avrebbe potuto mordere il suo amico.

- Non essere sciocco, Crowley! Ti conosco da sempre, puoi dirmi che cosa ti è successo! E poi… ti devo un favore per avermi salvato dai nazisti…

Aziraphale disse quest’ultima frase con un tono dolce che fece sibilare e allontanare Crowley, ma poi si attaccò all’angelo, arrivando quasi a strozzarlo.

- Ssssssssei in ritardo di trent’anni, angelo!- disse fissandolo negli occhi, come se volesse ipnotizzarlo.

Aziraphale fece per ribattere, ma la parola trent’anni lo bloccò.

- Seriamente, Crowley, dimmi che cosa ti è successo.

Crowley si arrese e lasciò andare Aziraphale. Lui fece apparire una sedia per sedersi e guardò il serpente demoniaco strisciare intorno alle piante.

- Non posssssso trasformarmi in umano, perché… è la mia punizione per il piccolo miracolo demoniaco che ho fatto quella notte che ti ho ssssssalvato da quei figli di p*****a (gli asterischi sono da parte della sottoscritta!) dei nazisti!

Crowley azzannò le foglie rovinate di una pianta, lo sputacchiò sul pavimento e lo colpì con la coda.

- Quel mosssssscone puzzolente di Belzebù… mi dissssssssssse che quel ssssssssssssssalvataggio era la goccia che aveva fatto traboccare il vassssso… sapeva dei nostri numerosssssssi incontri, grazie a quelle lingue lunghe e viscide di Hasssssssstur e Ligur, ma aveva ssssssempre pensato che ssssssstesssssssssssssssssi facendo il doppio gioco per far cadere voi angeli in una trappola…

Aziraphale si portò una mano sulla bocca. Aveva le lacrime agli occhi.

- Oh, santo cielo… Crowley… mi dispiace tantissimo… mi sento in colpa!

Spostò la mano dalla bocca agli occhi per non farsi vedere piangere dal suo amico.

- Non è colpa tua, angelo… è ssssssssolo mia…

- No, Crowley, è mia, perché ti ho sempre considerato un amico… e poi… da quando mi hai salvato dai nazisti… non faccio che pensare a te.

Crowley strisciò lentamente contro la gamba di Aziraphale fino a sistemarsi contro la sua pancia come se fosse un cuscino.

- Dici ssssssul sssssserio, angelo?

La sua lingua faceva il solletico ad Aziraphale, ma lui gli passò dolcemente una mano sulla testa.

- Se non ti avessi rivolto la parola quel giorno in cima all’Eden… tutto questo non sarebbe successo… darei la mia libreria… le mie ali per aiutarti…

Aziraphale strinse Crowley a sé come se fosse un gattino.

- Non dire sssssssciocchezze, angelo…

- No, Crowley, sono serio! Forse ti sembro uno che corre troppo, ma… darei qualunque cosa per sciogliere questa tua punizione… perché so che tu faresti lo stesso per me. Me lo hai dimostrato altre volte…

- Oh, angelo…

Crowley avvolse di nuovo Aziraphale con il suo corpo e lo fissò negli occhi.

- … tu sei la mia rovina… ma non solo… resteresti a dormire qua da me? Solo questa notte? Non ti morderò, te lo prometto.

Aziraphale respirò lentamente, non per la stretta di Crowley.

- Volentieri…

Dopo essere stato liberato, l’angelo schioccò le dita per pulire la casa e si occupò anche delle piante. Invece di tremare, rimasero ferme e si lasciarono bagnare e accarezzare dall’angelo, con grande disapprovazione per il serpente Crowley, ma riuscì a resistere alla tentazione di fermarlo.

Passarono il resto della giornata a parlare dei loro lavori e Aziraphale raccontò persino tutto quello che sapeva sui serpenti grazie ai suoi amati libri.

- Sssssssspero che non ssssssssi dissssssssperino per l’asssssssssssenza del loro paparino!- sibilò Crowley dopo aver sopportato l’ennesima muta ed essersi mangiato la ex-pelle. Per Aziraphale fu una visione affascinante ma anche inquietante e ringraziò Dio per non aver donato questa capacità anche agli umani.

Quando Aziraphale si sentì stanco, Crowley gli permise di sdraiarsi sul letto in camera sua, strisciò vicino a lui e lo guardò intensamente mentre si spogliava, tenendosi soltanto i boxer e la canottiera addosso. L’angelo non aveva paura, si fidava del suo amico e voleva dimostrarglielo.

- Posssssssssssssso dormire con te, angelo?

- Certo.- disse invitando con la mano il serpente a posarsi sul suo petto.

- Attento a non stringere troppo…- aggiunse prima di accarezzare il suo amico fino ad addormentarsi.

 

*

 

Alle sei del mattino, Aziraphale aprì gli occhi. Quello che vide lo lasciò senza fiato.

Crowley stava dormendo sul suo petto, ma non come serpente. Era tornato un umano, o per l’esattezza, avevo ripreso il suo aspetto umano, magro e affascinante con lunghi e scompigliati capelli rossi. Ed era persino nudo!

Aziraphale strizzò gli occhi un paio di volte per assicurarsi di non essere in un sogno.

La testa, i capelli rossi e le mani di Crowley erano ancora sul suo petto.

Cercando di non svegliarlo, Aziraphale si staccò da lui e si sedette sul letto, voltandogli le spalle, per pensare meglio.

Che cosa è successo? Non può essere stato Belzebù! No, sarebbe assurdo persino per Crowley!, pensò tra sé e sé, poi chiuse gli occhi e si toccò la testa con le dita, alla ricerca disperata di una spiegazione.

- Aziraphale? Angelo? Va tutto bene?

Crowley liberò un urlo sconvolto. Aziraphale si girò a guardarlo. Guardava le sue mani e si toccò i capelli come se fosse la prima volta.

- Che cosa è successo?

- Credimi, Crowley, non lo so neanche io e non sono neanche sicuro che sia stato un miracolo.- disse l’angelo un po’ imbarazzato.

- L’ultima cosa che ricordo è che ti stavo guardando e prima di addormentarmi… ti ho sentito dire…

Crowley si bloccò e voltò le spalle al suo amico, che gli posò una mano sulla spalla.

- Che cosa ho detto, Crowley?

- Niente… non hai detto niente!

- Oh, dai, non fare il bambino! Non bisogna sottovalutare il potere delle parole!

- Oh, per l’odio di Satana, angelo, tu passi troppo tempo in mezzo ai libri!

- Sono serio, Crowley! Ti prego, dimmi che cosa ti ho detto prima che tu ti addormentassi!

La presa di Aziraphale si fece stretta per far capire al rosso demone che era veramente serio.

- Hai detto… Crowley… ti amo…

Lo sconvolto angelo lasciò andare il suo amico e gli voltò di nuovo le spalle. Sentì Crowley ridere, ma la sua era una risata triste.

- Sembra… sembra di essere in una favola melensa… dove basta una parola o un bacio d’amore per sciogliere una maledizione… è ridicolo…

- Ah, tu trovi quello che è successo ridicolo? Pensi che l’amore che provo per te sia ridicolo?

Offeso e arrabbiato, Aziraphale schioccò le dita per rivestirsi e si diresse verso la porta d’ingresso.

- Angelo, aspetta! Non intendevo dire questo…- disse Crowley inseguendolo dopo aver schioccato le dita per vestirsi anche lui.

- Angelo, mi dispiace, io…

- Non mi sono mai sentito così umiliato in tutta la mia esistenza! Mi fa piacere che tu non sia più un serpente, ma da questo momento, tu per me non esisti più! E non mi sento in colpa ad augurarti di… andare all’Inferno!- disse l’angelo fissando il demone con le lacrime agli occhi e se ne andò.

Crowley non fece e non disse niente.

Si sentiva una vera e propria merda. Forse aveva ragione, forse era stata la forza dell’amore a fargli riavere un aspetto umano, o magari Dio aveva sentito le parole di Aziraphale e aveva fatto un dono ad entrambi senza terribili conseguenze, ma ce n’era appena stata una ed era solo colpa sua.

Crowley si trasformò in serpente, ma di sua spontanea volontà, e strisciò per tutta la casa, distruggendo di nuovo tutto quello che trovava davanti a sé, comprese le povere piante.

- Belzebù non avrà bissssssssogno di cercarmi! Le ho risssssssparmiato la fatica e quessssssssssta volta me lo merito davvero! Mi disssssssssspiace, angelo… per quel che può valere… anche io ti amo…- sibilò tra le infinite lacrime che versò senza sosta.
























Lo so, questa storia è una pugnalata al cuore, soprattutto da parte di una romanticona come me. Non sapete quanto mi sento in colpa, ma fa parte dell'essere scrittori, bisogna saper prendere anche strade diverse quando si racconta una storia per non rischiare di essere ripetitivi e qualche "sacrificio" è necessario. A parte questo, spero che comunque sia stata di vostro gradimento.
A presto!
  
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