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Autore: bathtubreadings    02/10/2019    2 recensioni
[1524 parole]
[#writober2019]
[Luhan/Minseok]
.
Ciclamino, da regalare a chi è sfortunato.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Xiumin, Xiumin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'WRITOBER 2019'
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Faceva freddo. Luhan non aveva ancora aperto gli occhi, non si era nemmeno completamente svegliato, era cosciente dei suoi dintorni al 56%, ma se c’era una cosa di cui era certo al 100% era che la sera prima aveva chiuso sia la finestra che la tapparella, ma in quel momento erano spalancate entrambe, e tutta l’aria fredda delle 6 di mattina di metà settembre stava entrando nella sua stanza. Sia chiaro, anche se andavano tutti ancora in giro a maniche corte, ottobre era alle porte, ma alle 6 di mattina faceva un freddo tremendo.

 

Quello che lo infastidiva ancora di più era il doversi alzare prestissimo, prima ancora che la sua sveglia suonasse – e quel martedì sarebbe suonata alle 9 visto che aveva lezione alle 14 in università, avrebbe potuto fare con comodo. Ma no, alziamoci all’alba, prima ancora che i galli inizino a cantare per chiudere quella stramaledettissima finestra!

 

Aprì un occhio, poi l’altro. Probabilmente gli ci volle un quarto d’ora. A fatica – un altro quarto d’ora, s’intende – si mise a sedere sul letto, girando la testa verso la finestra e guardandola incazzato. Era impossibile che si fosse aperta da sola, Luhan si era assicurato che fosse chiusa prima di mettersi a letto e, se non fosse che abitava al settimo piano di una palazzina da dodici piani, avrebbe pensato che qualcuno fosse entrato in casa sua dalla finestra. Letteralmente impossibile.

 

Scendere dal letto fu la cosa più difficile che probabilmente avrebbe fatto durante il corso di tutta la giornata. Fece attenzione a non trascinarsi dietro il lenzuolo – visto che si sarebbe rimesso a dormire una volta richiusa la finestra e non voleva doverlo risistemare – e a piccoli passi la raggiunse.

 

Il sole era chiaramente sorto da pochissimo, il cielo era limpido e di un colore indefinito, giallino ma rosa, con qualche tocco di azzurro, tutto molto bello. Ma faceva freddo. Più stava là davanti a guardare il cielo, più la punta del naso gli si congelava. Decise di non chiudere la tapparella, la luce non gli dava particolarmente fastidio. Quando distolse lo sguardo dal cielo e fece per chiudere la finestra, notò sul piccolo davanzale bianco alcuni petali di ciclamino. Come diavolo c’erano arrivati là? Si sporse leggermente all’infuori, cercando di capire se qualcuno dei davanzali sopra il suo avesse dei vasi, magari erano caduti. Però non riuscì a vedere niente. Senza pensarci due volte li raccolse e li mise sul suo comodino, ci avrebbe pensato in un altro momento.

 

Rimettersi a dormire non era stata la scelta più intelligente.

 

Non aveva sentito la sveglia e si era svegliato alle 11, troppo presto per pranzare decentemente, ma troppo tardi per fare una colazione abbondante: in meno di venti minuti sarebbe dovuto uscire di casa per prendere il treno, non avrebbe fatto in tempo a fare nessuna delle due cose. Per miracolo riuscì a vestirsi in un battibaleno e a correre fuori di casa con una brioche in bocca, appena in tempo per riuscire a non perdere la coincidenza.

 

Le mattine seguenti furono simili: alle 6 si svegliava infreddolito, notava che la finestra era aperta, si alzava per chiuderla, e puntualmente c’erano alcuni petali di ciclamino sul davanzale. Era inspiegabile.

 

Domenica mattina per poco non scoppiò a piangere. Domenica uguale giorno di riposo, uguale non alzarsi dal letto prima delle 10, uguale non svegliarsi prima delle 9. Ma ovviamente, puntualmente, la cazzo di finestra era aperta. Che palle.

 

Scese dal letto furioso, pronto a sigillare la finestra con la colla a caldo che teneva nel cassetto della scrivania. Ma ancora una volta quei petali erano là, sul suo davanzale, a dargli il buongiorno. Sembrava quasi una presa in giro. Luhan voleva dormire, non dei petali di ciclamino – che aveva meticolosamente riposto in una delle enciclopedie che non usava più, si sarebbero seccati a dovere stretti tra quelle pagine, sarebbero diventati ancora più belli. Li fissò per qualche secondo, assorto, sembravano di un colore così vivido, quasi irreale a contrasto con i colori tenui della mattina.

 

Poi sentì un rumore alla sua destra.

 

Voltò la testa di scatto sperando di vedere qualcosa, qualsiasi cosa, ma non cera niente, solo un piccolo omino che sbucava leggermente dalla finestra dell’appartamento accanto al suo, che guardava Luhan con degli occhioni grandi. Aspetta, che?

 

Luhan aggrottò le sopracciglia e si strofinò gli occhi con le mani, incredulo. Quando guardò di nuovo l’altra finestra, l’omino era sparito. Sicuramente se lo sarà immaginato.

 

Luhan aveva bisogno di dormire.

 

La settimana dopo non fu differente: ogni mattina si svegliava alle 6, scendeva dal letto, si avvicinava alla finestra, raccoglieva i petali – cercava discretamente di guardare se l’omino se l’era effettivamente immaginato oppure no. Non lo aveva più visto, chiaramente non era reale.

 

Quindi perché, quando il suo nuovo vicino di casa gli si presentò, Luhan non poté fare a meno di associare il suo volto a quello dell’omino? Ovviamente Luhan sapeva che Minseok, il suo nuovo vicino, pur essendo più basso di lui e pressoché minuto, non poteva di certo essere l’omino alto una decina di centimetri che aveva visto – immaginato – qualche giorno prima?

 

Certo, c’è anche da dire che Minseok non era esattamente ‘nuovo’, era là già da un paio di settimane, ma non si erano mai presentati lui e Luhan prima di quel giorno – primo di ottobre, finalmente, era ufficialmente Halloween –, ed era successo perché Luhan non guardava mai dove andava, e si era scontrato sulle scale mentre saliva con l’altro ragazzo, che intanto scendeva.

 

Non poté fare a meno di pensare a Minseok per il resto della giornata: non solo gli ricordava quell’omino, era anche dannatamente bello!

 

Quando Luhan si preparò per andare a letto, troppo assorto nei suoi pensieri, si dimenticò di chiudere la finestra.

 

Il mattino dopo faceva ancora più freddo dei giorni precedenti, Luhan voleva maledirsi, desiderava di poter tornare indietro nel tempo di qualche ora e chiudere quella dannata finestra. Si alzò per chiuderla, prendendo atto del fatto che la sveglia sul comodino segnava le 5:38. Era prestissimo!

 

Se non fosse che quelle ultime due settimane, mattine a parte, erano state le migliori della sua vita – con nessun ritardo a lezione, treni sempre in orario, aveva persino trovato 20 euro sul marciapiede qualche giorno prima! – l’incazzatura e la stanchezza che provava in quel momento gli avrebbero fatto venire quasi voglia di buttarsi di sotto.

 

All’inizio non se ne accorse, troppo stanco, ancora addormentato, si muoveva per inerzia ormai. Poi notò un movimento veloce quando allungò una mano per prendere i soliti petali di ciclamino – poteva farci una corona di fiori con tutti quelli che aveva. Poi lo vide, con la coda dell’occhio, qualcosa che si muoveva velocemente – volava? – accanto alla sua mano sinistra.

 

L’omino era là, sul suo davanzale, alle 5:38 di mercoledì mattina, con un petalo di ciclamino quasi grande quanto lui usato come scudo. Era vestito di rosa e bianco, intonato al ciclamino che stringeva tra le manine, con una piccola coroncina di fiori minuscoli adagiata dolcemente sui capelli neri, e due piccole ali di un rosa trasparente attaccate alla sua schiena. Ah, ed era totalmente identico a Minseok, 100% uguale, due gocce d’acqua – a Luhan sarebbe piaciuto dire che l’unica cosa che avevano di diverso erano i vestiti, ma Minseok aveva una camicia rosa addosso il giorno prima, quindi davvero, erano spiccicati.

 

“Minseok?” domandò Luhan. La sua voce non sembrava nemmeno così stupita, sarà perché era davvero prestissimo, sarà perché probabilmente niente di tutto quello che stava succedendo era reale e in realtà Luhan stava sognando.

 

Il piccolo Minseok abbassò il petalo abbastanza da rivelare interamente la sua faccia e annuì. Luhan sospirò stanco.

 

“Sei tu che mi apri la finestra tutte le mattine?” ancora una volta il piccolo Minseok annuì. Ma che creatura era? Un elfo? Una fatina? Campanellino???

 

No, non poteva essere Campanellino, non aveva sentito nessun tintinnio, e non aveva il vestitino verde.

 

“Perché?” chiese Luhan esasperato. Minseok si coprì di nuovo con il petalo, spaventato. Luhan aveva usato un tono un po’ brusco in effetti – ma Minseok se lo meritava un pochino visto che era colpa sua se a Luhan stava iniziando a venire il raffreddore.

 

“Minseok” lo chiamò Luhan, sperando che la fatina – era una fatina, giusto? – sarebbe uscita da dietro al petalo. Rimase nascosto. Luhan si abbassò fino ad arrivare alla sua altezza e cercò di spostare il petalo delicatamente con un dito. Minseok stava guardando verso il basso, imbarazzato “perché mi apri la finestra tutte le mattine?”

 

Minseok lo guardò dal basso. Non poteva essere più alto di dieci centimetri, era così piccino. Poi fece un paio di passi in avanti, sembrava quasi saltellasse tanto erano delicati, fino ad arrivare vicino alla faccia di Luhan, più precisamente vicino al suo orecchio. Luhan non si mosse di un millimetro.

 

“Ho visto che ti serviva un po’ di fortuna” bisbigliò Minseok ridacchiando “e poi sei molto carino”

 

A quelle parole Luhan inarcò le sopracciglia sorpreso, ma non fece in tempo a girarsi a guardare la fatina che questi gli lasciò un bacino sulla guancia e poi volò via, nascondendosi nel suo appartamento.

 

Luhan rimase di stucco.

 

Una fata si era presa una cotta per lui?




 
 

HEYO IO FACCIO RITORNO CON IL #WRITOBER2019 SHDJFKSD PERDONATEMI SONO SPARITO PER UN ANNO
Che poi faccio ridere, il writober consiste nello scrivere una fic al giorno per tutto il mese e io sono già in ritardo, va beh ok, chiedo perdono anche per questo, scusatemi sdkjsdf
Spero che questa fic vi sia piaciuta, ho iniziato a scrivere alle 23 perché
1) sono tornato a casa tardi ed ero STANCO (come Luhan qua, ma peggio)
2) oggi giornata di merda ma lasciamo perdere
3) non avevo idee sjdjkdsjfs
Ho creato un profilo su facebook, pls aggiungetemi e siate pazienti perché non ho idea di come si usi chiedo perdono dsjkghg.
Bene a voi non interessa niente di tutto ciò, il programma delle altre 30 fic che pubblicherò per il writober lo trovate sul mio twitter.

Un bacio!

 

   
 
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