Ci sono persone che nella propria vita entrano per caso, che credono in
te e che cercano di spronarti a fare sempre meglio. Questo era il caso
di Mariacristina Longiardi, una mia prof della mia scuola
superiore, il liceo Sabin di Bologna. Anche se non era una mia docente
nutrivo una forte stima per lei e ci intrattenivamo spesso a parlare di
letteratura, viaggi, musica, film e di argomenti di
attualità, era una persona speciale che era sempre aperta al
dialogo, sempre dalla parte degli studenti perchè come
diceva lei la scuola doveva essere una sorta di "Grande famiglia" dove
tutti si aiutavano l'uno l'altro durante i momenti di crisi e di grande
difficoltà
A fine anno scolastico del mio quarto anno di liceo quindi maggio del
2011 mi chiese:" Dai vieni a cantare alla festa di fine anno scolastico
al teatro Dehoon, a te piacciono gli 883, dai che sei bravino". Sorrisi
e dissi in modo deciso:" Prof lasciamo stare, sono negato, lasciamo
perdere". Lei mi guardò in modo decise e mi disse in modo
fermo:" Non puoi saperlo questo e comunque no, non sei negato, sei un
ragazzo in gamba Federico". Alla fine decisi di accettare, la presi
come un gioco, sapevo che potevo cantare e divertirtmi se fosse andata
bene sarei stato contento se fosse andata male ci avrei riso sopra come
nella scena di un film comico. Invece andò bene anzi...
Molto bene, se non mi spronava lei probabilmente non ci sarei mai
riuscito a cantare, a sconfiggere la mia insicurezza, le mie paure e le
mie ansie, una cosa per cui non smetterò mai di rigraziarla
per tutta la durata della mia vita, quando una persona crede in te
è sempre un qualcosa di magico che porti nel cuore e
nell'anima.
Purtroppo nel 2014 la prof Longiardi si ammalò gravemente,
aveva un tumore al seno che era andato in metastasi, una roba brutta e
orrenda, vedere la sofferenza sul suo viso è stato orribile,
lancinante e straziante... Sembrava che stesse migliorando visto che
aveva già avuto qualche recidiva e invece il bastardo
purtroppo stava "vincendo". La vidi qualche giorno prima della fine
della scuola per definire gli ultimi dettagli della mia esibizione che
avrei dovuto tenere il sabato dopo. Mi disse:" Andrà bene,
non ti preoccupare, tu sei un ragazzo forte". L'aiutai a scendere le
scale della scuola tenendola per il braccio, è
stata una cosa che mi ha fatto tanto male ma in quel momento non ci
pensavo alle mie emozioni, volevo aiutare la prof a scendere le scale
che per me era cosa da poco per lei era il monte Everest da scalare.
Qualche settimana dopo la mia esibizione alla festa di fine anno
scolastico purtroppo è venuta a mancare. Si fanno sempre
fatica a trovare le parole, quando qualcuno che ci ha voluto bene ci
lascia è devastante, ti lascia disarmato e ti chiedi:"
Cazzo, ma perchè è andata così? Non
può essere davvero andata in questo, perchè?". Ti
chiedi se certe cose sono giuste, cambi la prospettiva di vedere le
cose, dici che vuoi vivere la vita senza sbattimenti e senza troppi:"
Si, dai lo faccio poi la prossima settimana". Inutile dire che il
giorno dei funerali mi nascosi dietro una maschera di lacrime
strazianti, abbracciai i miei compagni di liceo, non sapevo che cazzo
dire? Ogni parola era supeflua, sarebbe stata inutile e per la prima
volta le parole mancavano anche a me, avevo già patito la
morte di un mio compagno di scuola per via di un tragico incidente
aereo sul fiume Hudson a New York e questo altro lutto non volevo
accettarlo, pensavo:" No cazzo, è troppo
così, no". volevo leggere qualcosa durante il funerale non
ci riuscì, non me l'ero sentita... La preside mi
abbracciò e capì il mio stato d'animo ma una cosa
la posso dire... La prof definiva il liceo Sabin "Una grande famiglia"
è vero quella scuola è una grande
famiglia e quel giorno la grande famiglia del Sabin era li
per lei, non l'avevamo abbandonata ed eravamo li per lei, ci aveva
tutti rinuiti, alunni, professori, bidelli, tutti quanti li per lei e
io mi sentivo ancora più orgoglioso di aver fatto parte di
quella grande famiglia che nemmeno la morte poteva spezzare. Si sa la
morte è la peggiore delle verità da accettare ma
a distanza di anni ringrazio la mia prof che ha creduto in me, ora ogni
volta prima di salire sul palco un mio saluto va sempre a lei e al mio
amico Pippo (Mi batto 2 volte il pugno sul cuore) è un modo
per sentirli più vicino a me in un momento per me sempre
delicato e intenso. Nessuno muore veramente quando ci cambia la vita e
quando ha creduto in te e non ti ha mai tradito. Il giorno del funerale
chiesi se aveva visto il video della mia esibizione di qualche giorno
prima con la paura di sembrare inopportuno in un momento di
così grande cordoglio e dolore ma ci tenevo a questa cosa e
mi dissero:" Si la visto, è molto orgogliosa di te la prof,
ha detto che sei un ragazzo forte, ti vuole bene". Mi misi a piangere
con il cuore e l'anima in pezzi, non riuscivo a respirare dalle lacrime
che scendevano dal mio viso, prima di andare via toccai un ultima volta
la bara che era già sul carro funebre e dicendo
semplicemente:" Grazie prof, grazie per tutto". Dopo mi rifugiai in un
bar cercando di calmarmi e di bere qualcosa. Una mia amica di liceo mi
seguì e entrò dentro al bar abbracciandomi
dicendo:" Tesoro, vieni qui, abbracciami". Ci siamo abbracciati
entrambi piangendo ma tra le sue braccia piano piano si apriva qualche
spiraglio di sole in un momento di profonda oscurità e
tristezza per me... Tornai a casa qualche ora dopo, c'erano i mondiali
in Brasile e nemmeno le partite riuscivano a farmi distrarre da
ciò che avevo patito quel pomeriggio, quel giorno di giugno
del 2014 fu probabilmente uno dei più duri e tristi della
mia vita. Grazie di cuore prof per aver creduto in me quel giorno nel
211, nelle mie potenzialità e in ciò che posso
fare e se oggi sono un uomo migliore lo devo anche a lei. Mi manca
davvero tanto, però prof ci rivedremo prima o poi, si
ricorda che ci dobbiamo ancora prendere quel caffè insieme
perchè in fondo la morte non è niente.