Nota dell'autrice
Ho scritto questa piccola storia per dare un lieto fine a Sidney e Charlotte.
Adoro questi personaggi e la serie mi è piaciuta tantissimo, peccato per quel finale decisamente non alla Jane Austen. Spero in una seconda stagione e nel frattempo ho voluto dare io un lieto fine a questi due bellissimi protagonisti.
Ho scritto questa piccola storia per dare un lieto fine a Sidney e Charlotte.
Adoro questi personaggi e la serie mi è piaciuta tantissimo, peccato per quel finale decisamente non alla Jane Austen. Spero in una seconda stagione e nel frattempo ho voluto dare io un lieto fine a questi due bellissimi protagonisti.
La monotonia era diventata ormai sovrana a
Willingden e Charlotte Heywood stava lentamente riabituandosi a quella vita
tanto diversa da quella vissuta fino a poco tempo prima.
Sanditon rappresentava per lei non soltanto una
piacevole avventura, ma anche l’evento più bello di tutta la sua vita.
Era passata quasi una settimana, da quando era
salita in carrozza diretta a casa e la mattina si svegliava sentendo la
mancanza del profumo del mare. Si preoccupava per come stava la sua amica
Georgiana, aveva voglia di vedere Mary e giocare con i suoi bambini, si
chiedeva come stava andando il processo di ristrutturazione di Tom e le mancava
persino la signora Denham.
Avrebbe potuto scrivere a Mary per conoscere le
novità, ma si frenava ogni volta che ne aveva voglia perché il timore che la
sua vecchia amica le avrebbe parlato di Sidney era troppo forte e lei voleva
saperne il meno possibile.
Sidney Parker le aveva rubato il cuore e non sarebbe
mai stato suo. Aveva compiuto un’azione generosa e altruista decidendo di
aiutare suo fratello sacrificando la sua felicità, ma questo non la faceva
sentire meglio perché il suo cuore soffriva con lui. Charlotte ricordava ogni
parola che lui aveva pronunciato mentre stava tornando a Willingden. Lui non
amava la sua futura sposa, ma sarebbe diventato suo marito e a quest’ora ormai
erano sicuramente i coniugi Parker rispettati e ben voluti da tutti. Forse
erano andati a vivere a Londra o forse...
No, non voleva più pensarci, né ricordare che la
persona che gli mancava più di Sanditon era l’unica che non poteva avere.
Doveva dimenticarlo e lavorare sodo l’avrebbe aiutato in questo.
«Charlotte, sta arrivando qualcuno».
Sua sorella la distrasse da quei tristi pensieri e
ci mise un attimo in più a capire le sue parole.
«Sarà un vicino di casa che vuole salutare i nostri
genitori» minimizzò tranquilla. Difficilmente a Willingden c’era movimento, ma
ogni tanto capitava di ricevere qualche visita improvvisa.
«Non mi sembra, io un cavallo del genere non l’ho
mai visto».
«Cavallo?» ripeté confusa Charlotte. Di solito i
vicini venivano in carrozza, un solo animale poteva trasportare un’unica
persona.
Si sollevò da terra nello stesso momento delle sue
sorelle. I loro vestiti erano sporchi di terreno, stavano cogliendo fiori da
portare in casa e come spesso capitava tornavano a casa con gli abiti che
avevano bisogno di essere lavati, ma soddisfatte del lavoro compiuto.
Le sorelle Heywood in quel momento erano troppo
concentrate a capire chi fosse lo sconosciuto visitatore per preoccuparsi dei vestiti,
ma quando il cavallo si avvicinò il cuore di Charlotte perse un battito.
L’uomo a cavallo scese nell’esatto momento in cui
l’animale nitrì e il cuore di Charlotte smise di battere quando capì chi avesse
di fronte.
«Buongiorno signorine» disse quella voce a lei così
cara eppure assurda da sentire proprio adesso.
Sidney Parker si liberò dal cappello per inchinarsi
brevemente alle tre sorelle, ma era verso la maggiore su cui soffermò il suo
sguardo.
«Posso parlarti in privato Charlotte?»
Sidney l’aveva chiamata pochissime volte col suo
nome di battesimo. Charlotte ricordava benissimo nelle molte occasioni in cui
non erano andati d’accordo e mai in nessun altro modo c’era stata tanta
dolcezza nella sua voce.
«Andiamo a dire alla mamma di avere ospiti» affermò
sua sorella tirando dietro l’altra e correndo avanti. I gridolini divertiti
delle piccole che si allontanavano fu l’unico suono che si udì per un lungo
momento, Charlotte ne era quasi grata perché temeva che lui potesse sentire il
suo cuore battere così forte da risultare assordante.
«Mia cara Charlotte».
Sidney aveva fatto un passo avanti, ma lei ne fece
uno indietro. Il suo desiderio più grande era quello di gettarsi tra le sue
braccia, ma non poteva farlo e lui non poteva essere così assurdo da averlo
dato per scontato.
«No»
«No, cosa?» chiese Sidney. C’era sincera confusione
nel suo sguardo, ma Charlotte evitò di guardarlo troppo lungo prima di restare
ammaliata da quello sguardo così magnetico. Preferì guardare le sue scarpe
sporche e l’orlo del suo vestito che aveva bisogno di un lavaggio.
«Sono profondamente delusa Mr Parker, pensavo che
aveste imparato a conoscermi e invece venite qui da uomo sposato a chiedermi
chissà cosa, quindi la mia risposta è no».
«Forse quello che voglio chiederti è diverso da ciò
che pensi, potresti guardarmi per favore?»
Si era avvicinato nonostante il linguaggio del suo
corpo parlasse chiaro. Le guance scottavano e non era colpa del sole, era
soltanto a causa sua e lo detestò per questo.
«Devo tornare a casa e voi fareste meglio a
raggiungere vostra moglie».
Charlotte, la sua cara Charlotte si stava
allontanando da lui dopo che aveva fatto correre come un pazzo il suo cavallo
per arrivare il prima possibile. Avrebbe dovuto arrabbiarsi con lei, invece
quel comportamento lo fece sorridere e gli ricordò quanto gli era mancata
quella ragazza così diversa dalle altre.
Sidney non era una persona che si affezionava a
chiunque, ma Charlotte Heywood aveva ormai in ostaggio il suo cuore ed era
necessario che lo sapesse. Le impedì di andare via e le sollevò il mento con
due dita, adesso i suoi dolci occhi erano tutti per lui.
«Mi sei mancata tanto» disse sincero. Lei sussultò e
cercò di spostarsi, ma Sidney glielo impedì.
«Non desidero essere in nessun altro posto, se non
qui con te. Mi ci sono voluti dei giorni, ma ho sistemato le cose e adesso
tutti sarebbero felici di rivederti. Sanditon sente la tua mancanza».
Charlotte sussultò perché per lei era lo stesso, ma
non era necessario che lui lo sapesse.
«Sono perfettamente felice a casa mia, lì non c’è
niente che mi trattenga, ma verrò a trovare Mary e i bambini un giorno in cui
sarò libera».
«Io invece sono infelice da quando sei andata via».
«Sidney» mormorò Charlotte per poi correggersi
subito. «Mr Parker»
«Preferisco Sidney» sorrise lui. «Perché tu per me
sarai sempre la mia cara Charlotte».
«Per favore smettetela, voi siete un uomo sposato
adesso e io devo andare a casa».
Stavolta Charlotte riuscì a liberarsi della sua
presenza e sollevò il vestito per correre veloce lontana da lui. Non aveva
previsto la determinazione del suo visitatore che nuovamente si parò di fronte
a lui.
«Sono un uomo libero davanti a Dio e al mondo, non
ho contratto alcun matrimonio perché l’unica donna che voglio sposare è davanti
a me».
Il cuore di Charlotte prese a battere più veloce, la
gioia e la speranza cominciarono a danzare una folle danza, ma l’incredulità fu
il sentimento che venne a galla per primo.
«Ma come... tu... io credevo che...»
«Te l’ho detto che ho trovato un sistema» interruppe
quel fiume di parole senza senso Sidney. Spostò i capelli che il vento faceva
ondeggiare come piume leggere e carezzò la sua guancia.
«Sono venuto qui perché Sanditon non è la stessa
senza di te. Non credo di riuscire a essere l’uomo che voglio se tu non sei al mio
fianco.
Mi hai cambiato Charlotte, sono un uomo migliore
grazie a te e per fare in modo che tutto ciò sia permanente c’è un’unica cosa
da fare: vuoi sposarmi?»
Charlotte trattenne il respiro quando nel bel mezzo
del nulla, in un prato con dei fiori profumati e un vento che ondeggiava tra
loro Sidney Parker s’inginocchiò davanti a lei prendendo la sua mano. Non
staccò gli occhi dai suoi nemmeno per un momento, la sua espressione era
solenne mentre la fissava con intensità.
«Rendimi un uomo felice mia cara Charlotte e dimmi
di sì».
«Sì» rispose Charlotte tra le lacrime. «Sì».
In seguito non seppe dire come si ritrovò un anello
al dito, riusciva soltanto a sentire le braccia di quell’uomo splendido che la
stringevano. Percepiva soltanto quelle labbra che la baciavano. La sola e unica
volta che era accaduto non le era bastato, voleva di più.
L’amore che provava per lui era immenso ed enorme,
era stata una sciocca a pensare di poterlo dimenticare perché un sentimento del
genere non sarebbe potuto sparire.
«Prometto che non piangerai più a causa mia, ma il
matrimonio sarà celebrato in fretta e tu verrai a vivere a Sanditon insieme a
me. È quella la nostra casa».
Autoritario e deciso lo era sempre stato e c’era un
tempo in cui non sopportava questo lato del suo carattere, adesso invece
sentirlo parlare della loro vita insieme rendeva soltanto felice Charlotte che
annuì con un sorriso luminoso.
«Sanditon è casa nostra» ripeté convinta e lo
pensava davvero. Quel luogo non rappresentava soltanto un’avventura momentanea,
era il suo futuro e quando mano nella mano si diressero verso casa a comunicare
la lieta notizia ai suoi genitori, Charlotte sentì di aver raggiunto finalmente
la vera felicità.