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Autore: Liulai    31/10/2019    1 recensioni
La natura impazzita è forse la cosa che terrorizza di più, dopo dei bambini che semplicemente sanno ogni cosa.
Oneshot per la prima puntata di Masterpiece, gdr dedicato all'omonimo programma su Telegram.
THE MASTERPIECE: IL TALENT PER SCRITTORI: https://t.me/joinchat/I5e9URNBtjaWZirVTpyb7w
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Janet si alzò strofinandosi gli occhi con i palmi delle mani, intontita: aveva gli occhi cerchiati di profonde occhiaie, non era più riuscita a dormire bene da quando era scattato l'allarme in tutta Demarcy, la sua cittadina.
Sentì lo sfrigolare della radio accesa al piano di sotto e intuì che anche Nigel era sveglio, così si costrinse ad alzarsi dal letto e infilarsi la vestaglia appesa alla testiera del letto. Passò davanti alla finestra sigillata, il ronzio esterno era ancora presente ma più fievole, e Janet fece di tutto per rimanere calma.
Scesa dalle scale, la donna vide il piccolo Nigel seduto sul tappeto del salotto, chino sulla radiolina di giocosa plastica colorata, intento a cercare un canale.
"Nigel, ti sei svegliato presto... Hai fame, tesoro?"
"No, mamma."
Janet s'inginocchiò davanti a lui, accarezzandogli i riccioli castani e ingarbugliati.
"Come mai amore? Ti preparo i pancake, abbiamo ancora tanto sciroppo d'acero!"
Il piccolo incrociò lo sguardo con quello della madre, gli occhi chiari erano quasi pallidi e inespressivi, la vocina bassa e spenta.
"Perché tanto moriremo fra poco, mamma."
Janet strabuzzò gli occhi, mentre il bambino tornò a fissare la sua radiolina e a girare la manopola.
"Ma... Nigel, che dici? Abbiamo tappato ogni buco, non entreranno mai... Lo so che è difficile stare chiusi in casa ma la mamma ha fatto scorta di cibo e ti proteggerà!"
"Sì, mi proteggerai, ma non servirà a nulla." Rispose catatonico Nigel.
Janet rimase intontita e turbata a fissarlo per qualche istante, non sapendo cosa rispondere. L’assoluta certezza delle parole di suo figlio le aveva fatto accelerare i battiti e rispose con una risatina nervosa.
“Entreranno dalla finestra del sottoscala, e sarai tu a farle entrare.” Continuò lui senza alzare gli occhi dalla radiolina. “Saranno confinate lì, ma per poco. Ci seguiranno sulle scale, e arriveranno davanti alla porta della camera, dove mi hai portato. Cercherai di mettermi in salvo, ma sarà inutile perché entreranno, e dopo che ti avranno uccisa, uccideranno anche me.”
A quelle parole, Janet si sentì la gola chiusa dal panico. Si voltò e con passo nervoso andò in corridoio, per controllare la finestrella del sottoscala: era di vetro cemento, rinforzata con una grata metallica, non poteva di certo cedere.
“Nigel, vieni a vedere!” Disse ad alta voce. “Guarda, è completamente chiusa, non possono entrare! Nigel, vieni tesoro, controlla tu stesso!”
Nigel continuò a dare attenzioni alla sua radiolina e a non risponderle, e Janet ebbe un crollo nervoso: L’assoluto isolamento di quelle settimane avevano reso Janet una pentola a pressione pronta a scoppiare: abituata a scaricare il nervoso con la corsa, ad uscire, a bere con le amiche, tra i due era quella che soffriva molto di più la costrizione.
“Insomma, Nigel! Tua madre ti sta chiamando, per dimostrarti che sei al sicuro, e tu la ringrazi così?”
Janet sbattè la porta del sottoscala con violenza, senza accorgersi che il colpo aveva fatto saltare un piccolo pezzo d’intonaco vicino al telaio della finestrella, abbastanza per aprire in minuscolo varco nella casa.
La donna, ormai troppo tesa, soffocò un urlo nel cuscino del divano, ripensando all’allarme che era scattato diverse settimane prima per tutta la regione. Avevano detto che si era sviluppata una strana anomalia delle api, niente di preoccupante, ma di chiudersi in casa. Anomalia… era un eufemismo, pensò Janet mentre cercava di controllare il respiro. Erano ovunque, sembravano impazzite, e la donna era più che certa che nella faccenda erano coinvolte delle multinazionali. Hammond, l’uomo che viveva dall’altra parte della strada, non aveva dato retta a quell’allarme e lei lo aveva visto morire dalla finestra della sala. I suoi urli le erano entrati nel cervello e poteva sentire ancora adesso il ronzio di quelle piccole creature. Il ronzio così forte da sembrare quasi…

Entreranno dalla finestra del sottoscala, e sarai tu a farle entrare.

Alzò la testa dal cuscino in completo silenzio, e incontrò lo sguardo di Nigel, ancora spento, che la fissava.
Il bambino fece un cenno affermativo con la testa, e disse:
“Te l’avevo detto.”
Il ronzio proveniva dal sottoscala e Janet non riuscì a trattenere un urlo, schizzò in piedi e prese in braccio Nigel con le mani tremanti, guardandosi intorno: come avrebbero fatto senza cibo, nel piano di sopra? Il ronzio era troppo forte e non aveva tempo, e corse per le scale, disperata.

Saranno confinate lì, ma per poco.

La camera era come l’aveva lasciata poco prima, lasciò giù il figlio e chiuse la porta dietro di sé. Si avventò sui vestiti appoggiati alla sedia, e li incastrò sotto la porta per evitare il benché minimo spiraglio dove avrebbero potuto passare, ma aveva le mani scosse da tremiti e l’operazione le portò via più tempo del necessario, perché sentì il ronzio diventare sempre più nitido dietro alla porta.

Ci seguiranno sulle scale, e arriveranno davanti alla porta della camera, dove mi hai portato.

“Mamma, in alto.”
Janet guardò in alto e capì che non avevano scapo: la porta di legno della camera aveva una fessura in alto e presto le api l’avrebbero trovata. Janet cominciò a piangere disperatamente, guardandosi intorno per capire cosa fare, corse alla finestra ma c’erano degli sciami anche fuori. L’armadio! Aprì il vecchio armadio in noce, chiuse dentro Nigel, appena prima di sentire il ronzio entrare nella camera.

Cercherai di mettermi in salvo, ma sarà inutile perché entreranno.

Janet urlò di rabbia e paura, prese la mazza da baseball che teneva sotto il letto e cominciò a colpire a casaccio, più per disperazione che per vera autodifesa. Una di loro la punse sulla gamba, e istantaneamente la puntura si gonfiò a dismisura, grossa come una pallina da tennis, abbastanza da distrarre Janet e per farla pungere alla guancia, al braccio e sul fianco. La donna cadde a terra, resa inerme dal veleno, ma ancora abbastanza lucida da vedere quattro di loro avvicinarsi all’armadio e sentire il pianto di Nigel.

Dopo che ti avranno uccisa, uccideranno anche me.
   
 
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