Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: karter    08/11/2019    5 recensioni
[Storia partecipante al contest Storie racchiuse tra le pagine di un libro indetto da AleDic sul forum di EFP]
[Storia partecipante al contest Tattoo Studio indetto da wurags - giudice sostitutivo Juriaka - sul forum di EFP]
[Questa storia partecipa alla Infinity Prompt Challenge indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP]
[Storia partecipante alla Challenge delle sei coppie indetta da GiuniaPalma/LadyPalma sul forum di EFP]
[Storia partecipante alla 666 prompt per essere come il diavolo Challenge indetta da Arianna.1992 sul forum di EFP]
[Storia partecipante alla challenge Fandom 100’s indetta da Ghostmaker sul forum di EFP]
Dal testo:
"Si portò una mano sulla guancia lesa.
Nel momento in cui aveva detto a Ran di aver bisogno di tempo, di non essere pronto a darle ciò che voleva da lui, se lo era aspettato un simile gesto, ma aveva fatto male ugualmente. Era stato il dolore di un’amicizia distrutta.
Sospirò sedendosi su una delle altalene di quel parco dove era solito andare a giocare con lei e i Detective Boys quando il suo nome era Conan Edogawa.
Gli dispiaceva aver detto quelle cose all'amica, ma [...]"
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In Your Memory


 
Progetto-senza-titolo
 

 
 
 

Uno sparo. Veloce, preciso mortale.
Un’ombra sguscia dalle tenebre.
Un ghigno compiaciuto. Occhi di ghiaccio[1] soddisfatti, divertiti.
Occhi increduli, terrorizzati. Un grido strozzato.
Un corpo si accascia al suolo. Ribelli capelli ramati si allargano sul pavimento. Un dolce sorriso dipinge le labbra.
Sangue.
Troppo sangue.
Sangue sui vestiti di lei.
Sangue sui vestiti di lui corso a sorreggerla, desideroso di salvarla.
Mani frenetiche cercano di frenare l’emorragia.
Mani lattee gli sfiorano il viso. Una carezza, l’ultima.
Una risata sguaiata, folle, soddisfatta. 
Uno sparo inaspettato[2].
Un tonfo sordo.
Grida preoccupate.
Grida di festa.
Grida di ogni genere.
Ma il detective non le udì.
Vedeva lei. Solo lei.
Occhi verdi sereni, opachi.
«Arigatou, Kudo-kun»
Palpebre che calano sullo sguardo smeraldino, occhi blu che si spalancano.
Lacrime amare rigano il volto.
«Ashiteru, Shinichi»
Labbra rosee si stendono in un sorriso.
L’ultimo alito di vita l’ha abbandonata.
Lacrime piovono sul suo volto. Sembra stia piangendo anche lei.
Un grido disperato sovrasta ogni cosa.

 
Shinichi si sollevò di scatto, mentre con occhi febbrili si osservava intorno prima di prendere un respiro profondo.
Era stato solo un sogno, di nuovo.
Stanco si lasciò cadere sul letto portandosi un braccio a coprire lo sguardo color dello zaffiro.
Era trascorsa una settimana da quel maledetto giorno, eppure gli sembrava di aver vissuto il tutto solo poche ore prima.
Se chiudeva gli occhi riusciva ancora a vedere la cattiveria con la quale Gin aveva premuto il grilletto convinto di potersi finalmente liberare di lui, peccato che anche quella volta niente fosse andato come aveva previsto. Si era salvato, di nuovo, ma il prezzo pagato gli sembrava troppo alto.
Una lacrima gli rigò il volto.
Perché lo aveva fatto?
Perché si era messa in mezzo?
Perché aveva sacrificato se stessa per salvarlo?
Conosceva la risposta ad ogni domanda, lei gliel’aveva rivelata un attimo prima che la vita l’abbandonasse.
Come era potuto essere così cieco?
Come aveva fatto a non capire ciò che la sua partner, la sua migliore amica provava per lui?
E perché la sua assenza faceva così male?
Aveva sempre pensato che una volta riacquistata la sua vera età sarebbe corso da Ran e mai più l'avrebbe lasciata, invece erano trascorse due settimane da quando aveva ripreso le sue vere sembianze, una da quando l'Organizzazione era stata privata dei suoi membri più importanti[3], e la sola idea di incontrarla lo terrorizzava.
Come poteva presentarsi davanti a lei, alla quale aveva dichiarato i suoi sentimenti[4] mesi prima e dirle che era disperato per la morte di un’altra donna?
Ran non avrebbe mai capito e non era certo di poter spiegare il malessere che lo divorava al pensiero di Shiho, del suo corpo che diventava sempre più freddo tra le proprie braccia .
Frustrato scansò le coperte dal letto e si mise in piedi. Erano le cinque del mattino ma sapeva che, dopo aver rivissuto per l'ennesima volta la sua morte, mai sarebbe riuscito a tornare a dormire.
Sbadigliando si stava dirigendo in bagno, quando si arrestò improvvisamente.
Gli era parso di vedere un'ombra fin troppo familiare, diversa dalla sua, nello specchio accanto al letto. Accigliato si voltò in quella direzione, ma non vi era nulla di strano.
Il detective dell’est studiò a lungo quel riflesso, prima di darsi dell’idiota. Doveva essere stata la sua immaginazione. Ne sentiva talmente la mancanza da vederla riflessa ovunque.
 
 

 ҉  –  ҉  –  ҉
 
 

«Kudo, molla quel libro e vieni a darmi una mano»
La voce di Shiho era esasperata. Da quando avevano ripreso il loro vero aspetto, due giorni prima, il detective aveva passato tutto il suo tempo tra la biblioteca a leggere i suoi amati gialli e il soggiorno dove si svolgevano le riunioni con l’FBI, il PSB, e la CIA. Per il resto, Shinichi Kudo era come se non esistesse.
Il padrone di casa sollevò lo sguardo sulla sua inquilina momentanea e non riuscì a trattenere un sussulto.
Non era mai una buona cosa quando Ai lo guardava con cipiglio severo e braccia incrociate al petto, non immaginava cosa si sarebbe potuta inventare ora che aveva ripreso le sue vere sembianze.
Come una molla scattò al suo seguito facendo nascere un sorriso divertito sul volto della ragazza. Alle volte bastava così poco per farsi ascoltare.

 
Un sorriso dipingeva le labbra di Shinichi mentre gli occhi cerulei si aprivano.
Se lo ricordava quel giorno. Erano tornati adulti e avevano iniziato ad abitare sotto lo stesso tetto da pochi giorni. L’avevano trovato più comodo sia per proteggere il professore sia perché tutte le riunioni si svolgevano lì.
Non era stata per niente una convivenza facile. Lui tendeva a rinchiudersi nel suo mondo, Shiho a fare qualsiasi cosa pur di tenere la mente impegnata e non pensare che a breve avrebbero dovuto affrontare il suo peggiore incubo.
Eppure, nonostante tutto, erano stati bene. Avevano trovato un loro equilibrio e il legame tra loro era cresciuto ancor di più. Perché non erano più due finti bambini che condividevano un segreto troppo grande, ma due adolescenti troppo maturi che stavano preparandosi per affrontare la più dura delle battaglie.
Sospirò puntando lo sguardo sulla sveglia. Erano le sette e sedici minuti. Da quel giorno non gli era più capitato di dormire tanto, sempre svegliato da quel maledetto incubo che per una volta sembrava avesse deciso di lasciarlo in pace. Peccato che i propri sogni non volessero abbandonare lei.
Un po' più sereno si alzò dal letto pronto ad affrontare una nuova giornata. Aveva deciso che quel giorno avrebbe ripreso in mano la sua vita. Avrebbe riacceso il telefono, sarebbe tornato a scuola, si sarebbe fermato a giocare a calcio. Avrebbe fatto tutto ciò che si era prefissato nel momento in cui aveva ingerito l'antidoto definitivo, ma che aveva sempre rimandato[5].
Con un peso in meno sul cuore si avviò verso il bagno, ma anche quel giorno, nel momento in cui si trovò davanti allo specchio, la vide.
Alle sue spalle, seduta a gambe incrociate sul letto con indosso solo una sua camicia, stava lei che leggeva distrattamente una rivista.
Con il cuore in gola si girò verso il letto desideroso di poterla stringere ancora una volta.
Invano.
Sul letto, non c'era nessuno.
Immediatamente si voltò in direzione dello specchio. Lei era sparita.
Frustrato diede un pugno su quella superficie riflettente. Che stesse impazzendo del tutto? Che quell’isolamento volontario gli avesse fatto perdere qualche rotella? No, era certo di stare bene. Eppure...
Scosse il capo dandosi dello sciocco. Doveva essere la sua mancanza a fargli avere quelle strane visioni. Magari riprendendo in mano la propria vita la situazione sarebbe migliorata.
 

 
҉  –  ҉  –  ҉
 

 
Shinichi sospirò voltando lo sguardo fuori dalla finestra. Forse non era stata una buona idea quella di tornare a scuola. I suoi compagni di classe l'avevano accolto a braccia aperte, certo Ran e Sonoko un po' meno dato che non le aveva avvisate, però non gli avevano dato un attimo di tregua. Solo l’intervento del professore lo aveva salvato dal loro interrogatorio anche se sentiva ancora gli occhi di tutti bruciargli la schiena.
Sospirò già stanco prima di sentire il proprio cuore perdere un battito.
In cortile, una ragazza dai ribelli capelli ramati, stava seduta sotto una quercia insieme ad altre ragazze. Shinichi la osservò qualche istante incredulo prima che un enorme sorriso gli dipingesse le labbra.
Senza preoccuparsi di ciò che lo circondava si alzò e corse fuori dall’aula incurante delle urla del professore e dei compagni. Se Shiho era davvero viva l’avrebbe rimproverata per averlo fatto stare in pensiero e poi stritolata nel suo abbraccio. Corse come un folle in direzione del punto in cui l’aveva vista e quando vi fu davanti si bloccò.
Era vero, sotto quell’albero vi erano tre ragazze che chiacchieravano, ma nessuna di loro era lei.
Frustrato si lasciò cadere in terra mentre amare lacrime gli rigavano il volto. Non riusciva a capire. Eppure gli era parsa lei. Perché la sua mente si divertiva a prenderlo in giro in quel modo? Non stava già soffrendo abbastanza?

 
 
 ҉  –  ҉  –  ҉
 

 
«Sei un idiota, Kudo»
Shiho era seduta al tavolo della cucina. Una tazza di caffè amaro tra le mani e uno sguardo contrariato sul volto stanco.
«Il tuo piano è folle e ti farai ammazzare»
Il suo tono era piatto, sembrava quasi non le importasse, peccato che con il tempo, Shinichi avesse imparato a conoscerla e poteva leggere nei suoi occhi la preoccupazione.
«È l’unico modo, e lo sai» le rispose il ragazzo tentando di rassicurarla con uno dei suoi sorrisi, inutilmente.
La scienziata lo studiava con i suoi profondi occhi verdi e sembrava volesse scavargli fin dentro l'anima, come se durante il periodo che si erano ritrovati a condividere lo stesso segreto non lo avesse già fatto centinaia di volte.
«Ti sbagli» lo smentì sfoggiando il suo miglior sorriso derisorio che fece accapponare la pelle al diciassettenne.
Sapeva dove la sua amica voleva andare a parare, ma non le avrebbe mai permesso di correre un simile pericolo.

 
Shinichi si portò un braccio a coprire gli occhi. Se solo fosse stato in grado di convincerla, invece...
Quella testona doveva sempre fare di testa sua. Perché non era potuta rimanere a casa come avevano programmato?
Con Akai e Rei avevano fatto i diavoli a quattro per convincere le varie agenzie a lasciarla fuori, a proseguire senza di lei. Era una missione troppo pericolosa e la sua vita era troppo importante per loro[6].
Peccato che non avesse voluto saperne. Shiho non poteva tollerare che altre persone rischiassero la vita per lei e così aveva agito di conseguenza e aveva pagato il prezzo più alto.
Frustrato sollevò gli occhi sullo specchio. Sapeva che era solo un’illusione, ma ne aveva estremamente bisogno.
Come si era aspettato, lei era lì, seduta al suo fianco che lo osservava con sguardo corrucciato mentre scuoteva il capo.
Era così bella, così intelligente, così pura nonostante il suo passato.
Sorrise.
Si era sempre considerata un anima nera, lei. Un angelo cui avevano strappato le ali facendolo precipitare nel buio dell’inferno. Non aveva mai capito che, per chiunque le fosse accanto, era l’innocenza celata dietro uno sguardo fin troppo maturo e un sorriso velato da cattive esperienze.
Kami quanto gli mancava.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterla vedere un'ultima volta, per poter discutere ancora con lei, poterla osservare mentre si scostava quella ciocca fastidiosa dal volto e stringerla ancora nuovamente tra le braccia.
Non poteva.
Gin gliel’aveva strappata via.
Scosse il capo distogliendo lo sguardo da quella figura che solo lui poteva vedere prima di alzarsi dal letto.
Un altro giorno era appena iniziato, ma Shinichi non era certo di avere la forza per affrontarlo.

 
 
҉  –  ҉  –  ҉ 
 

 
Si portò una mano sulla guancia lesa.
Nel momento in cui aveva detto a Ran di aver bisogno di tempo, di non essere pronto a darle ciò che voleva da lui, se lo era aspettato un simile gesto, ma aveva fatto male ugualmente. Era stato il dolore di un’amicizia distrutta.
Sospirò sedendosi su una delle altalene di quel parco dove era solito andare a giocare con lei e i Detective Boys quando il suo nome era Conan Edogawa.
Gli dispiaceva aver detto quelle cose all'amica, ma non trovava giusto continuare a mentirle, non quando il suo unico pensiero era quella ragazza dai ribelli capelli ramati che vedeva nei sogni e nel riflesso del suo specchio.
Ran meritava qualcuno che potesse amarla a trecentosessanta gradi e contrariamente a ciò che aveva sempre creduto, quel qualcuno non era lui, non più.

 
 
҉  –  ҉  –  ҉
 

 
Erano seduti sul divano, vicini ma senza toccarsi. Lo sguardo fisso sullo schermo ma la mente persa in pensieri lontani.
Era la prima sera che si trovavano a vivere entrambi nei propri corpi e la paura che da un momento all'altro l’effetto dell'antidoto svanisse era fortissima, per entrambi.
Troppe volte si erano illusi per poi piegarsi a causa dei dolori che li avevano riparati bambini troppo presto.
Eppure nessuno dei due aveva espresso quel timore ad alta voce. Si erano limitati a sedersi vicini su quel divano e cercare qualcosa da guardare, insieme.
E insieme su quel divano avevano passato la notte prima di scambiarsi un sorriso incredulo e felice. Ce l'avevano fatta. L’antidoto aveva funzionato.

 
Sospirò, Shinichi, mettendosi seduto sul letto.
Quel piccolo frammento di passato gli aveva alleggerito il cuore, specie dopo la giornata che aveva vissuto.
Possibile che nessuno capisse che non aveva voglia di parlare di ciò che era accaduto durante la sua assenza? Possibile che non comprendessero quanto gli faceva male ricordare?
Sì, si rispose alzandosi senza avere il coraggio di posare lo sguardo sullo specchio. Sapeva che se lo avesse fatto avrebbe visto lei, di nuovo, e non poteva affrontarlo, non in quel momento in cui il suo unico desiderio era averla con lì, con lui.
Perché lei lo capiva, sempre.
Peccato fosse morta tra le sue braccia e nessuno avrebbe potuto ridargliela indietro.
 

 
҉  –  ҉  –  ҉

 
 
Heiji era in città. Lo aveva tempestato di chiamate alle quali non aveva risposto. Sapeva di star sbagliando, ma come poteva affrontare lui quando non riusciva nemmeno a guardare il suo riflesso in uno specchio senza vedere lei? Come poteva provare a spiegarsi se ogniqualvolta chiudeva gli occhi la sua mente gli ripresentava sotto forma di sogni tanti piccoli momenti di lei?
Era vero, Heiji era il suo migliore amico ma quella volta non avrebbe capito. Nessuno l’avrebbe fatto.
Perché per nessuno lei era tanto importante, quanto per lui. Lui che non aveva mai compreso cosa sentisse per lei prima di perderla.
Era stato così sciocco. Così accecato dai sentimenti che si era convinto di provare per Ran da non accorgersi che il proprio cuore aveva iniziato a battere per lei e nel momento in cui l'aveva capito era troppo tardi. Era volata in cielo, lasciandolo indietro. Aveva raggiunto la famiglia che troppo presto le era stata portata via. Chissà se era felice? Chissà se da lassù lo stava guardando? Se la poteva quasi immaginare seduta ad un tavolino fatto di nuvole, a sorseggiare una tazza di caffè mentre lo osservava con disapprovazione.
Non avrebbe mai voluto che si riducesse in tal modo, lo sapeva, eppure non poteva fare a meno di passare i suoi giorni a pensare a lei che era andata via senza sapere di essere corrisposta. Lei che si era sacrificata per permettergli di tornare alla vita che aveva lasciato indietro. Lei che non aveva capito che l’unica vita che voleva era al suo fianco.
Sospirò tornando a osservare il telefono.
L’icona di un messaggio faceva bella mostra di sé tra tutte quelle chiamate.
Curioso lo aprì e rimase qualche secondo a bocca aperta.
 
“Non posso nemmeno immaginare come ti senta, ma devi darti una svegliata, Kudo. Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere[7]. Lei non lo avrebbe voluto”
 
Da quando Hattori era così saggio?
 
 

 
҉  –  ҉  –  ҉

 
 
Era stato un attimo. Un istante prima si stavano urlando contro i peggio improperi, quello dopo erano vicini, le labbra attaccate e le braccia ad avvolgersi l’un l'altra.
Era stato un bacio inaspettato, desiderato, magico. Un fondersi di anime tormentate che avevano agognato quel momento per troppo tempo senza nemmeno rendersene conto.
Uno scontro di labbra, lingue, denti. Sembrava si stessero divorando con quel contatto che aveva incendiato i cuori di entrambi.
La perfetta apoteosi per un rapporto come il loro, basato su scontri e complicità.
Quando si erano allontanati avevano entrambi le labbra gonfie e le gote arrossate.

 
Sbatté le palpebre mentre una lacrima gli rigava il volto. Il loro primo bacio. Il loro unico bacio.
Era stato così sciocco. Per paura di far male a Ran aveva mandato a puttane uno dei momenti più belli della sua vita. Si passò una mano sul volto stanco ad asciugare quelle lacrime ribelli che non era riuscito a controllare.
Non aveva dovuto dire una parola. Shiho gli aveva letto negli occhi l’indecisione, la paura e si era fatta da parte. Gli aveva dato dello stupido e gli aveva ordinato di non provarci mai più. Tutto senza guardarlo in faccia. Aveva il presentimento che non ne avrebbe avuto la forza e nemmeno lui. Se avesse continuato a guardarla negli occhi si sarebbe rituffato su quelle labbra, perché, per quanto si ostinasse a ripetersi di amare ancora Ran, la scienziata gli aveva scaldato il cuore allontanando il ricordo della sua amica, lentamente, ma inevitabilmente. Le avventure vissute, la paura sempre in agguato, il segreto condiviso, le urla per farsi ascoltare, i gesti d'affetto. Si erano costruiti un mondo tutto loro e non se n'erano nemmeno accorti.
Nel suo cuore, ormai, c'era spazio per una sola persona, peccato che non fosse più lì con lui. Non fisicamente almeno. Sospirò tirandosi a sedere e volgendo lo sguardo fuori dalla finestra. Era una notte limpida e il cielo era pieno di stelle. L’avrebbe amato.
Sorrise. Ogni volta che ci pensava non poteva che meravigliarsi. Lei così razionale, innamorata delle stelle. Lei, splendida rosa canina, all'apparenza così fragile e delicata, ma capace di ferire un uomo con il solo sguardo, avrebbe passato ore a contemplare il cielo stellato.
Sereno si voltò in direzione di quello specchio che, come immaginava, gli rimandava la figura di lei.  Era bellissima seduta a gambe incrociate sul letto, avvolta in una felpa enorme con le cuffiette alle orecchie. Poteva quasi sentirla canticchiare le parole di quella canzone che ascoltava a tutte le ore.

“I turn to the sky wondering where you are. Wondering where you are. I wonder if we look up on the same star. Same star”[8]

I Kami solo sapevano quanto il detective l'aveva odiata. Shiho aveva preso a canticchiarla in qualsiasi momento e Shinichi non aveva mai capito cosa l’affascinasse tanto in quei versi per lui privi di senso. Forse la sua assenza era riuscita a spiegarglielo, perché si ritrovava a sussurrare quei versi sempre più spesso pensando a lei. Perché gli sarebbe davvero piaciuto poter dire di star osservando lo stesso cielo e le stesse stelle. Sarebbe stato più sopportabile dover convivere con quell'assenza che gli dilaniava il cuore. Non più facile, perché mai il suo ricordo l'avrebbe abbandonato. Avrebbe custodito ogni istante vissuto insieme e vi avrebbe fatto ricorso tutte le volte che la vita gli sarebbe parsa intollerabile.
Kami quanto gli mancava.
Perché aveva dovuto lasciarlo?
Perché non l’aveva portato con sé?
 
 
 
 
 




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
Note:
 
1. Gli occhi di ghiaccio sono quelli di Gin che si diverte nel vedere la vita abbandonare le sue vittime per opera della sua pistola.
2. Questa volta è Akai a premere il grilletto. Chi se non lui poteva essere il responsabile della disfatta dell'uomo in nero che gli ha strappato per sempre Akemi?
3. L'Organizzazione degli Uomini in Nero ha nuclei operativi in tutto il mondo. Il nucleo Giapponese è stato fermato e le varie agenzie stanno provvedendo ad arrestare tutti i suoi membri, per i nuclei in giro per il mondo ci si sta ancora lavorando, ma si è sulla buona strada.
4. Come dimenticare la dichiarazione che Shinichi rivolge a Ran tra le strade di Londra?
5. Dopo la sconfitta dei MiB, Shinichi è piombato in un forte stato di apatia. Non è mai riuscito a perdonarsi il non aver mantenuto la sua promessa. A contribuire il suo malessere è il fatto che Shiho sia morta per proteggere lui.
6. Ognuno di tre è legato a Shiho in maniera diversa. Shinichi la considera la sua migliore amica, la sua partner, uno dei suoi punti di riferimento. Per Shuichi è la sorellina da proteggere, nonostante lei lo detesti con tutto il cuore, ma ad Akai non importa. Avrebbe protetto Shiho come non era riuscito a fare con Akemi. Rei si sente legato alla ragazza grazie alla madre. Elena era stato il suo primo punto di riferimento e le aveva promesso che si sarebbe preso cura delle sue figlie. Con Akemi ha fallito, non può farlo anche con Shiho.
7. J. K. Rowling in Harry Potter e la Pietra Filosofale
8. Dead By April, Same Star
 
 
NdA:
 
Ebbene sì. nonostante ho ancora una raccolta in sospeso, eccomi di ritrono in questo fandom con una nuova OS che ha come protagonisti i miei due bimbi preferiti. Dato però che ormai mi son dovuta mettere l'anima in pace per quanto li riguarda come coppia, non potevo mica scrivere una storia a lieto fine?
Quindi buttiamoci sull'angst e speriamo di non fare danni!
 
Come spero si sia capito la vicenda è ambientata dopo la sconfitta dei MiB, quando ormai i nostri amati finti bambini sono tornati adulti. Peccato che non tutto sia andato come speravamo. Nell'ultimo scontro, infatti, Shiho ha perso la vita per salvare Shinichi e da allora il detective non è più lo stesso.
Shinichi vive nel senso di colpa per non aver mantenuto la promessa di proteggerla e nel rimorso di aver capito troppo tardi i sentimenti che nutre per lei.
La sua psiche è schiacciata da tali sentimenti per questo non fa che riproporgli gli ultimi giorni vissuti insieme. Quando dorme, sotto forma di sogno, di giorno riflessa nello specchio della sua camera che funge un po' come lo specchio delle EMARB in Harry Potter (vi è riflesso il suo desiderio più profondo).
 
Bene, chiariti questi dettagli sulla trama, vi spiego un po' la struttura della storia.
Le parti in corsivo sono i sogni di Shinichi.
Il primo è stato scritto volutamente così criptico perché ho immaginato fossero i dettagli che coglie la mente di Shinichi nel momento in cui si svolge la scena.
 
La vicenda si svolge in più giorni e se questa rispecchia l'ordine cronologico delle cose, i sogni non lo fanno.
 
Okei, credo di aver detto tutto e spero davvero questo testo possa esservi piaciuto.
 
Alla prossima! ^^
 
karter
 
 
 
 
 
 
Ah, prima che me ne dimentichi questa storia partecipa ad un po' di contest e challenge, se non li avete letti nell'introduzione ve li lascio anche qui sotto.
 
 
Storia partecipante al contest Storie racchiuse tra le pagine di un libro indetto da AleDic sul forum di EFP
Pacchetto HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE
Citazione: “Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere
Prompt: Specchio      
Situazione: A soffre per una perdita che non riesce a superare né dimenticare
 
Storia partecipante al contest Tattoo Studio indetto da wurags - giudice sostitutivo Juriaka - sul forum di EFP
Elementi scelti
Rosa canina: meravigliosa e passionale se la si guarda, dolorosa quando si tocca. Rappresenta un momento, una persona, un legame nella vita di chi l’ha tatuata estremamente importante, che comporta però anche delle sofferenze.
Dito: “Non serve a niente, Harry, rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere
 
Questa storia partecipa alla Infinity Prompt Challenge indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP
Prompt Canzoni:
#003. “I turn to the sky wondering where you are. Wondering where you are. I wonder if we look up on the same star. Same star” / “Mi giro verso il cielo chiedendomi dove tu sia. Chiedendomi dove tu sia. Mi chiedo se guardiamo la stessa stella. La stessa stella”
– Dead By April, Same Star
 
Storia partecipante alla Challenge delle sei coppie indetta da GiuniaPalma/LadyPalma sul forum di EFP
OTP Shiho/Shinichi
 
Storia partecipante alla 666 prompt per essere come il diavolo Challenge indetta da Arianna.1992 sul forum di EFP
Prompt: 598. Specchio
 
Storia partecipante alla challenge Fandom 100’s indetta da Ghostmaker sul forum di EFP
Genere: Drammatico
 
 
  
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