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Autore: guimug    01/12/2019    0 recensioni
Sullo scenario della seconda guerra mondiale Terence si ritrova a dover sottostare ad un ricatto governativo e nello stesso tempo a dover gestire i turbamenti amorosi della figlia Angie, in ansia per la sorte del suo John.
Nel frattempo un mistero aleggia su una tomba vuota e su qualcuno che chiama da un lontano passato...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Candy saga'
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Capitolo 8

 
La sala era ormai piena, dallo spioncino del sipario Terence osservava il pubblico considerando le differenze fra i soliti signori e signore in abiti eleganti cui era abituato a Broadway e questa platea di uomini in divisa. Ma anche questo era un pubblico, e lui avrebbe saputo conquistarlo con la sua arte!

In prima fila notò tre persone che conversavano fittamente, al centro del terzetto c’era un uomo corpulento vestito di nero con un sigaro in mano che Terence riconobbe subito per Winston Churchill, alla sua destra era seduto un alto ufficiale con la divisa dell’esercito francese che sicuramente era il generale De Gaulle. A completare il trio c’era un generale americano che Terence era sicuro di aver già visto su qualche giornale ma di cui non riusciva a ricordare il nome. Tutto intorno alla sala l’imponente schieramento di sicurezza della Military Police e di altri soldati armati che avrebbero dovuto garantire il tranquillo svolgimento dell’evento.

Un tenente si avvicinò a Terence avvertendolo che era arrivato il momento di cominciare, il giovane ringraziò e voltatosi incrociò lo sguardo dei suoi due compagni che tradivano un sacro terrore al doversi esibire in quello strano contesto.

“Coraggio ragazzi!” cercò di scuoterli Terence “Dopotutto è solo una rappresentazione come tante altre! Non conta chi sia seduto in platea o chi ci sia fuori dal teatro, sul palco ci siamo noi e l’arte di Shakespeare!”

“Va bene Terence” rispose la giovane Christine “Ma per me ed Alan è la prima volta che ci troviamo di fronte ad delle personalità così importanti. E se sbagliamo qualcosa?”

“Voi non dovete preoccuparvi di questo, vi ho osservati in questi giorni di prove e so che siete in gamba. L’importante è che pensiate ai vostri ruoli e basta, il resto non conta!”

Rincuorati dalle parole di apprezzamento di un attore di quel calibro Alan e Christine si apprestarono a cominciare lo spettacolo, mentre prendevano i loro posti sulla scena Terence li guardò con l’aria di una chioccia coi suoi pulcini.

“Eh Robert!” si disse pensando al suo impresario “Chissà quante volte ti sei trovato a dover gestire queste situazioni!”

Venne dato il “Chi è di scena!” ed il sipario si aprì, il primo quadro era un estratto del Macbeth e Christine, tremando di paura, cominciò la scena della macchia di sangue.

In un angolo appartato della sala Manndorf osservava lo svolgersi della rappresentazione, quella ragazzina nella parte di lady Macbeth non era certo stata perfetta nondimeno ci aveva messo forza ed impegno e questo era indice di passione. Anche l’altro ragazzo non se l'era cavata male, aveva recitato piuttosto bene alcuni sonetti ma ora sulla scena c’era l’attore principale: Terence Graham. Stava interpretando una scena da Otello, precisamente quando il moro dà sfogo alla sua cieca gelosia soffocando Desdemona e la drammaticità che traspariva dalla sua recitazione era palpabile. L’intera platea era ammutolita, e certo non si poteva dire che fosse composta da fini intenditori di teatro visti gli apprezzamenti che poco prima rivolgevano alla giovane Christine, ma ora tutti erano senza parole, conquistati dalla forza recitativa di Terence. Ad Otello seguì il celeberrimo monologo di Amleto, poi un brano da “Le allegre comari di Windsor” quindi, dopo un altro passaggio di sonetti, il palco fu preparato per il gran finale che sarebbe stata la scena del balcone di “Romeo e Giulietta”.

Manndorf guardò verso le prime file e vide Churchill e De Gaulle intenti a seguire rapiti la scena assieme a quel generale americano che li accompagnava, era arrivato il momento di mettere in atto il piano eppure c’era qualcosa che lo tratteneva. Sul palco Romeo stava introducendosi furtivamente nel giardino di Giulietta pronto a confessarle il suo amore e l’intensità del momento lo aveva talmente coinvolto da fargli dimenticare perché si trovasse lì.

Cominciò a pensare a quando da ragazzo studiava le opere teatrali ed a quanto le avesse amate. Aveva anche provato a recitare ma ben presto si era reso conto di non avere il minimo talento interpretativo, però la passione lo aveva portato in giro per tanti teatri a nutrirsi delle parole degli attori. Ma l’interpretazione di Graham stasera gli stava dando qualcosa di più, gli stava facendo comprendere che la bellezza dell’arte non può essere macchiata da un atto vile.

Tutte quelle persone erano lì per godere di quella magnificenza e lui non poteva tradirle, e poi in nome di chi? DI Hitler? Ma che ne sapeva il Fuhrer di cosa si prova quando si è rapiti dall’estasi? Sì, lui si proclamava un fine esteta ma come può un animo gentile essere capace di ordinare atti così abietti? Nella sua mente passarono le immagini delle devastazioni che lui ed i suoi commilitoni avevano visto, rivide le città distrutte ed i cadaveri abbandonati per le strade, pensò a quel che gli avevano raccontato alcuni soldati reduci dal fronte orientale di quei campi in Polonia e pensò ancora a quei piloti nascosti nella cripta di Amiens.

Prese la sua decisione, non si sarebbe reso ancora complice di nuovi assassini, ormai non gli importava più nulla della guerra! Uno dei suoi compagni gli si avvicinò e chiese

“Herr sergeant, possiamo procedere?”

Manndorf si girò e guardò negli occhi il soldato, vide due iridi vacue che non riflettevano passione. Vide solo una macchina pronta ad eseguire degli ordini e meccanicamente rispose

“Sì, possiamo…” ma subito si interruppe. Al soldato però quella mezza risposta era bastata ed aveva cominciato a correre verso il sotterraneo per dare fuoco alla miccia, Manndorf si riscosse e lo inseguì urlando

“Nein! Nein! Die aktion wird abgebrochen! L’operazione è annullata!”

Il soldato che già aveva raggiunto i compagni si voltò stupito, cosa voleva dire il sergente con quelle parole?

“Was? Cosa significa annullata?”

“Significa che non se ne fa più nulla, non sarò io a metter fine alla vita di un attore così talentuoso!”

“Herr sergeant, ist verrückt geworden? È impazzito? Abbiamo una missione da portare a termine per la gloria del Reich!”

A sentir parlare di Reich Manndorf perse completamente il controllo

“Non mi interessa nulla del Reich e della sua gloria, abbiamo già combattuto abbastanza per quel pazzo del Fuhrer e con quali risultati? Quanti di noi non hanno più nemmeno una casa a cui tornare? Quanti morti fra le nostre famiglie e tutto per la mania di grandezza di un uomo? La guerra per noi è finita, ora disinnescherò la bomba e mi arrenderò… voi potete cercare di fuggire se volete!”

“Herr sergeant, du bist ein Verräter! Siete un traditore!”

Uno dei tre soldati estrasse una Luger e la puntò contro Manndorf, un colpo seguito da alcune raffiche di mitra e quattro corpi giacquero sul pavimento.
 
  
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