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Autore: GeorgianaDenisa    02/12/2019    2 recensioni
Sakura si è stufata di attendere il ritorno del testardo Uchiha. La rosa ha lasciato Konoha già da un bel po'.
Gli anni sono ormai passati. I loro caratteri sono cambiati.
Il gioco del gatto che da la caccia al topo ormai è finito.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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La luce alla fine del tunnel è una cosa che non vedo più da un bel po' di tempo. Vorrei che non fosse così, ma gli anni passano e la consapevolezza arriva da dietro.

 

Sono diventata un Anbu proprio per il loro stile di vita. Proprio perché mi ero rotta di stare e aspettare che lui tornasse. Ha detto che il nostro viaggio sarà per la prossima volta, ma tre anni sono passati, e di lui nessun segno di vita. 

 

Ho lasciato Konoha da più di un anno. Questo dopo che la mia mente a deciso di non seguire più il cuore. Fino ad ora tutte le cazzate fatte sono state fatte per colpa sua. 

 

Cuore ingenuo che non riesci a non spezzarti.

 

Il sogno di una bambina che tempo fa era la positività fatta persona ormai è chiuso in un casetta. 

 

La mia posizione è quella maggiormente in vantaggio. Il ramo sul quale sono è uno dei più coperti. La mia figura dovrebbe essere abbastanza coperta. Non dai suoi occhi però.

 

Lui sa che sono qui. Lui ha voluto trovarmi qui. In svantaggio.

 

Il kunai che portò alla caviglia è la prima cosa sulla quale le mie dita si precipitano. Il pericolo che il mio cuore vede è uno più devastante di quello visto dagli occhi.

 

Spalle più ampie. Capelli più lunghi. Mantello nero che copre il suo fisico che sicuramente è rimasto asciutto.

 

Resterei qui per sempre, lontana da lui quanto basta per non respirare la sua stessa aria. Ma tutto ciò non è possibile. 

 

Salto giù. Anche se non sono tanto convinta del mio gesto. Magari posso ancora scappare dall'altra parte. Forse non è troppo tardi. In fin dei conti lui nemmeno si è girato per guardarmi.

 

Faccio un passo indietro, e lascio il kunai ancora in aria. Come se avessi paura del suo modo di reagire. 

 

„ Un kunai Sakura? Seriamente?" la sua voce è profonda.

 

Non deve guardarmi per farmi lasciare l'arma. È bastato il suo tono di voce per farmi drizzare i peli sulle braccia. Questa sua visita non è una di cortesia, però nemmeno una battaglia. Non una fisica perlomeno.

 

La battaglia che io, Sakura Haruno, e lui, Sasuke Uchiha, dobbiamo portare è una psicologica. Una battaglia sentimentale. Una dove i risentimenti sono le armi. 

 

Una battaglia che forse non avrà ne vincitore ne vinto.

 

„ Come vanno le missioni?" la stessa voce pacata.

 

Lo prenderei a sberle, ma forse le sberle questa volta le merito di più io che lui.

 

„ Tutto bene." lascio la testa da un lato, pronta a osservare le sue mosse, troppo stupida da capire che si le è calcolate tutte già da prima.

 

Questa forse diventerà una battaglia alla quale io piangerò la sconfitta.

 

La sua figura si gira, e ciò mi prende alla sprovvista. Non ero pronta a rivederlo di spalle, figuriamoci così.

 

I tratti più marcati. La mascella rigida. Sguardo che mi rimprovera. Mi sento come una bambina che ha sbagliato tutto nella vita. 

 

Vorrei piangere e poi tirargli un pugno. Vorrei poter gridare e dire un'infinità di maledizioni. 

 

Forse avrei dovuto ascoltare Ino e Naruto. Forse il mio cuore non stava lì per aspettare il nulla eterno.

 

„ Te ne sei andata." la saliva non mi fa parlare.

 

Sento già le lacrime negli occhi. La voce mi tremerà sicuramente se inizierò a parlare.

 

„ Ti ho aspettato." mi informa.

 

Non so se guardarlo negli occhi va bene o meno. Non so nemmeno perché non riesco a parlare.

 

Questo è un genjutsu, fanculo. Fanculo, Sasuke Uchiha.

 

Lascio cadere il kunai dalle dita. Il rumore del suo tocco con la terra è impercettibile. 

 

Tutto questo non è un genjutsu. Sono in una realtà che forse è in un universo parallelo. No, non può essere. 

 

La mia logica cerca di capire da dove arriva tutto questo interessa da parte di Sasuke. Cerco di capire, ma non trovo nessuna risposta abbastanza intelligente.

 

Questo suo modo di guardare mi mette in soggezione. Vorrei dire o fare qualcosa, però il suo sguardo non mi permette di fare nemmeno una mossa. 

 

Devo comprendere. Non posso restare così. È solo un instante. È solo un secondo quello che va dal pensare al fare. Il mio pugno pieno di chakra si avvia verso di lui. Verso quel illusioni che già mi ha fatto perdere con troppo tempo.

 

Sasuke non verrebbe mai a cercarmi. In fin dei conti lui è un Uchiha.

 

Si sposta. Il suo corpo schiva il mio pugno, ma non solo. Il suo sharingan si attiva. Mi blocco, ma non prima di aver distrutto almeno una decina di alberi ci un solo pugno. Meno male che ho fermato il flusso di chakra. 

 

Mi giro. Lo sguardo sconvolto e le labbra socchiuse. Le illusioni non si movono così. Non so se credere o meno.

 

„ Forse questa volta sono io che dovrei fermare te prima che qualcuno dei due si faccia male."

 

Inarcò le sopracciglia aspettando una continuazione alla frase, ma forse non dovrei aspettare. La sua mano che mi circonda la vita è la motivazione che arriva subito dopo.

 

Le dita stette attorno alla mia maglia. Gli occhi che mi scrutano cercando qualsiasi spiegazione che può essermi rubata attraverso uno sguardo.

 

Occhi pace che si perdono in occhi smeraldo.

 

Le labbra socchiuse e la punta della lingua che vuole uscire fuori per bagnarle. Mani che stanno accanto al corpo in modo rigido.

 

Vorrei dire che il mio corpo non reagisce al contato con il suo, però questa sarebbe una bugia.

 

Sento il cuore che inizia a battere a mille. Il nodo alla gola sta diventando insopportabile.

 

Vorrei dire qualcosa. Fare qualcosa. Però il suo sguardo mi intimidisce ancora di più adesso, dopo anni passati lontani l'uno dall'altro.

 

Socchiudo le labbra per parlare, la la sua bocca blocca la mia. Le sue labbra si poggiano sulle mie facendomi sussultare per la sorpresa.

 

Socchiudo gli occhi e lascio che là sua indole vinca sulla mia. 

 

I passi che faccio indietro non so nemmeno quando li faccio. Solo che adesso sento il tronco di un albero dietro di me.

 

La sua lingua cerca la mia e, timidamente, la mia fa lo stesso con la sua.

 

Lascio che sia lui a guidare questa guerra. Lascio che sia lui a rompere le barriere che ci separano.

 

I vestiti finiscono a terra. Prima i miei, poi i suoi. Diventano una coperta sulla quale i nostri corpi si uniscono in un gesto d'amore.

 

Un gesto d'amore al quale io non speravo più. Uno che adesso mi fa crescere il cuore.

 

Forse la luce alla fine del tunnel inizio a vederla anch'io ora, tra le sue braccia sotto i rami dei alberi in mezzo alla radura. 

 

I raggi del solo ci sono stati testimoni, lasciando però adesso che la luna ci nasconda dagli sguardi indiscreti.

   
 
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