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Autore: Hayaros    17/12/2019    0 recensioni
[Xenoblade]
Mòrag viene assillata da un grande dubbio dopo aver scoperto strane somiglianze tra le tradizioni natalizie di Alrest e di Bionis, e decide di investigare insieme a Shulk.
(AVVISO: Grandi spoiler sia per il finale del primo che del secondo gioco!)
(Questa storia partecipa al Calendario dell'Avvento di Fanwriter.it)
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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★★ Calendario dell’Avvento 2019 by Fanwriter.it!
Data: 17/12/2019
Rating/Avvertimenti: Verde – Spoilers (moltissimi, riguardanti sia il primo che il secondo gioco), orrido uso dei pun, penso sia pure abbastanza demenziale.
Due righe (facoltative) sul cosa avete scritto: Mòrag viene assillata da un grande dubbio dopo aver scoperto strane somiglianze tra le tradizioni natalizie di Alrest e di Bionis, e decide di investigare insieme a Shulk.
 

Disclaimer: Xenoblade Chronicles 2 e tutti i suoi personaggi appartengono alla Monolith Software.

Piccolo disclaimer: mi sono permessa di andare un po’ contro il canon su certi aspetti del worldbuilding, specialmente riguardo l’inverno (e, insomma, diciamocelo, anche sull’intera premessa della fanfiction).

- : -

                C’era una volta, in un mondo molto lontano, laddove i suoi abitanti vivevano sui dorsi di enormi Titani che vagavano per il mare di nuvole, una certa soldatessa di alto rango che si trovò con un dilemma a dir poco universale.

Tutto ebbe inizio una notte d’inverno. Il freddo aveva avvinghiato il mondo nella sua morsa gelida e persino Argentum, di norma luogo fervente di scambi e commercio, aveva dovuto chiudere il suo grande mercato. Ora la piazza centrale taceva, mentre fiocchi di neve cadevano sui Titani che la tenevano a galla sul grande mare di nuvole, incuranti del ghiaccio che stava iniziando a formarsi sulle loro schiene.

All'interno della locanda, sotto la luce delle lampade che riscaldavano l'ambiente, trovavano calore e conforto non solo i nopon e tutte le altre razze che abitavano il fantastico mondo di Alrest, ma anche un gruppo di viaggiatori molto speciale: essi, infatti, erano nientenopondimeno che gli accompagnatori dell’Aegis nel suo viaggio verso l’Albero del Mondo.

Ma anche un gruppo di intrepidi eroi come loro non era immune agli effetti dell’inverno, e per quella notte la loro missione principale era riscaldarsi e trovare un poco di pace.

Nia, la gormotti del gruppo, era raggomitolata accanto al fuoco, impervia alle imprecazioni del nopon cuoco che tentava di mandarla via a mestolate, con scarsi risultati.

I suoi compagni di viaggio, decisamente più tranquilli, si godevano il calore e la giovialità seduti attorno al tavolo più grande, Gladius e Ductor riuniti insieme per un lauto pasto, Ursula che deliziava con il suo canto i commensali.

In questo ambiente così cordiale e giulivo, due dei viaggiatori erano immersi in una interessante discussione.

«Quindi... anche voi avete il Natale?»

Colui che aveva parlato era Shulk. Era un umano come loro, ma in quel mondo riusciva a combattere come se fosse una Gladius. Diceva di provenire da un mondo chiamato 'Bionis' ed erano riusciti a incontrarsi per fortuita casualità, grazie a un nopon capace di manipolare il tempo e lo spazio. Aveva presto fatto amicizia con il resto del gruppo ed era ormai diventato parte integrante della squadra.

Rex annuì: «Sì! Anche voi su Bionis?»

«È questo che mi ha sorpreso. Le luci, i canti, i regali... tutto mi ricorda il Natale che festeggiamo anche noi. E, esattamente come voi, anche noi lo festeggiamo nel periodo più freddo dell’anno.»

Zeke, che aveva seguito tutta la conversazione con interesse, interruppe i suoi interlocutori con una risatina: «Hmpf. Freddo.»

Si alzò in piedi, mettendosi in posa drammatica, poggiando la sua fronte sulle sue mani.

Stette immobile qualche secondo, per poi sussurrare: «Ehi. Ehi, Pandy.»

La sua Gladius finì di bere un sorso della zuppa prima di rispondere: «Cosa vuoi?»

«La posa, Pandy. La posa

«Se vuoi diventare una statua di ghiaccio fai pure, io finisco la zuppa.»

Zeke sospirò: «Vedo che anche tu sei debole, Pandy. Questo freddo noi Tantalesi ce lo mangiamo a colazione.»

Brighid alzò lo sguardo, nonostante i suoi occhi perennemente chiusi: «Oh, ma davvero? Allora ti deve essere indigesto, considerato il tremolio delle tue gambe.»

Pandoria rischiò di soffocare quando parte della zuppa le andò di traverso dalle risate.

«Dimmi», disse Mòrag, rivolgendosi a Shulk. «Quali sono le ragioni dietro il vostro Natale?»

«Festeggiamo la nascita di Bionis e Mechonis, i due Titani su cui viviamo.»

Il gruppo ebbe un sussulto a quella rivelazione, guardandosi a vicenda con occhi sgranati.

«Anche amicipon festeggiano il compleannopon del loro creatore?!» Tora saltava eccitato sulla sedia, scordandosi del freddo.

«Anche voi?» ripeté Shulk. «Davvero?»

«Qui ad Alrest celebriamo la nascita dell’Architetto», spiegò Pyra. «Una coincidenza piuttosto sorprendente.»

Mòrag abbassò lo sguardo, guardando la sua ciotola ormai vuota: «Decisamente sorprendente… mi chiedo quale sia la ragione. Che esista veramente un compleanno da celebrare?”

Si volse verso Pyra, la donna parve comprendere l’intento della soldatessa e scosse la testa: «Temo di non saperlo, Mòrag. L'Architetto non ci ha mai rivelato una cosa del genere, né a me né a Mythra.»

«Penso sia solo una tradizione», disse Shulk. «Ogni popolo cerca di dare spiegazioni per le proprie feste, è normale.»

Mòrag aggrottò la fronte, incerta: «Di questo ne sono a conoscenza. Ma ho come l’impressione che sia una coincidenza troppo grande che in mondi diversi si festeggi la nascita del proprio creatore, e nello stesso periodo. Che ci sia un fondo di verità dietro questa festa?»

«La tua è un’ottima domanda, Mòrag.»

Una voce nuova li scosse, facendoli voltare.

Vicino al tavolo si trovava una certa Gladius di loro conoscenza, dai corti capelli turchesi e un grande libro legato alla sua vita. Dopo aver salutato la piccola Ursula che agitava il braccio dal palco, salutò il resto del gruppo con un sorriso.

«Adenine!» esclamò Rex, allargando le braccia. «È da tanto che non ti vediamo. Eri rimasta negli Archivi della Torre, o sbaglio?»

«Esattamente. Ci ho impiegato molto tempo, ma sono a un buon punto della decodificazione di tutto il materiale conservato-»

Zeke alzò la mano: «Ehi, Adenine. Sei qui per dirci qualcosa, giusto?»

«Sai com'è,» proseguì Pandoria. «Qua ci stiamo congelando. Non potresti andare dritta al punto?»

Adenine sospirò, mormorando qualcosa che non capirono ma che suonava vagamente famigliare a un idioti, per poi riprendere: «Mòrag, forse posso fornirti qualche informazione circa le origini del Natale.»

«Davvero? Le hai rinvenute negli Archivi della Torre?»

«Esattamente.»

Mòrag titubò: «Perché dovrebbero esserci informazioni pertinenti al Natale negli Archivi?»

«Che l'Architetto sia un grande ammiratorepon del Natale?» chiese Tora, ma nessuno gli rispose.

«Gli Archivi sono una fonte infinita di informazioni. Alcune irrilevanti, come ricette su come preparare una torta di riso; altre decisamente più utili, come per esempio terraformare un nuovo pianeta, ma suppongo a voi interessi il Natale», serrò le labbra, annuendo a sé stessa. «Ho scoperto che anche il mondo da cui proveniva l'Architetto aveva una festività simile con lo stesso nome.»

«Il mistero s’infittisce», commentò Pyra.

«Anche nel mondo dell’Architetto il Natale era una festività in onore della nascita del loro creatore. E tutte le tradizioni che conosciamo ora, come l'addobbare le nostre case con le luci, scambiarsi regali, stare in famiglia… sono le stesse.»

Il gruppo si guardava a vicenda, senza parole. Troppe coincidenze, troppe somiglianze. Che cosa nascondeva veramente il Natale? La mente di Mòrag iniziò a porsi numerose domande, tutte senza una risposta, mentre ascoltava le parole di Adenine come se la sua vita dipendesse da esse.

«Nei documenti degli Archivi ho trovato anche numerose testimonianze riguardanti una certa entità dal nome di 'Babbo Natale'.»

«Oh, finalmente una differenza!» esclamò Zeke. «Perfetto ragazzi, possiamo andare a dormire.»

«No!» l’esclamazione di Mòrag sorprese tutti i presenti. Quando notò i loro sguardi, si coprì gli occhi con la visiera del cappello. «Ormai è troppo tardi. È nostro dovere arrivare fino alla fine.»

Adenine sorrise: «Babbo Natale, chiamato anche Santa Claus, era un'entità che durante la notte di Natale portava regali ai bambini di tutto il mondo.»

«Inquietante», commentò Brighid. Pandoria annuì.

«Ma riguardante il fatto che durante il Natale si celebra la nascita del creatore… è la verità?» chiese Mòrag.

Adenine fece spallucce: «Non lo so. Gli Archivi non dicono cosa sia vero e cosa sia falso.»


 

Dopo quella brillante conversazione il gruppo si ritirò a dormire, il freddo diventato troppo forte per essere ancora sopportato.

Mòrag era nel suo letto, la luce blu di Brighid perennemente accesa accanto a lei. Era stata una fonte di sicurezza e tranquillità per il suo corpo e per il suo animo anche nei momenti più bui della sua vita ma, in quel momento, neanche quello era abbastanza per renderla quieta.

C'erano troppe coincidenze. Possibile che le origini del Natale nascondessero una qualche verità? Ma in quel caso, quale verità?

Mòrag non riusciva a darsi pace con queste domande, girandosi nel letto per l’ennesima volta.

Il suo Titano stava morendo, ma che l'Architetto l’avesse maledetta se non avesse scoperto la verità!

Il giorno successivo, con il petto che scoppiava dalla voglia di conoscere e scoprire, informò Brighid della sua decisione. La Gladius non comprendeva la scelta della propria Ductor, ma capì che sarebbe stato impossibile farle cambiare idea.

Quando uscì dalla sua stanza vide Shulk al tavolo della locanda intento a fare colazione.

«Oh, buongiorno, Mòrag.»

«Buongiorno, Shulk.»

Quando si sedette accanto a lui, il ragazzo notò lo sguardo della donna e capì che i piani della sua giornata, che voleva trascorrere chiuso in camera a leggere, non si sarebbero mai attuati.

«È successo qualcosa, Mòrag? Ti vedo... preoccupata.»

«Non è preoccupazione quello che mi attanaglia, Shulk. È dubbio. Incertezza.»

Shulk la osservò, sorpreso. Non era da molto tempo che conosceva Mòrag, ma non aveva avuto l’impressione che potesse essere il tipo di persona che si faceva prendere dall’incertezza. Doveva essere una cosa molto seria, per demoralizzarla in quel modo.

«Cos'è successo? Dimmi tutto. Ti aiuterò come posso.»

«Riguarda il Natale.»

In quell'esatto istante Shulk capì che non aveva capito nulla di Mòrag.

«C’è qualcosa che non va? Sei ancora sorpresa da tutte le coincidenze che abbiamo scoperto ieri?»

«Esattamente. Non riesco a darmi pace, Shulk. La mia intuizione mi dice che non si tratta di una semplice coincidenza, e devo scoprire il perché.»

«Quindi... cosa vuoi scoprire esattamente?»

«Perché tutte le versioni del Natale che abbiamo sentito ieri sera fanno riferimento alla nascita di un creatore? Che ci sia una verità dietro?»

«Mòrag, l'ho detto anche ieri. Tutte le popolazioni danno spiegazioni simili.»

«Non posso più ignorare le coincidenze, Shulk. Voglio scoprire la verità. Mi aiuterai?»

Shulk la guardò: era sconvolta. Dalle sue occhiaie, capì che non aveva chiuso occhio quella notte e si chiese come fosse possibile che Mòrag, colei che si vantava di non aver mai avuto problemi a dormire, potesse essere così scossa nel profondo.

«Va bene, ti aiuterò.»

Il sorriso della donna sembrò alleviare un po' del suo dolore: «Hai tutta la mia gratitudine, Shulk. Possiamo iniziare le nostre ricerche partendo dalle biblioteche di Alrest.»

«Quali?»

«Tutte.»

Partirono da quella reale di Mor Ardain, la più facile da accedervi grazie alla posizione della donna.

L’archivista di turno osservò con sguardo torvo Shulk, ma non chiamò le guardie per il semplice fatto che il ragazzo era accompagnato dall’Inquisitore Speciale in persona, facendosi qualche domanda su che razza di amici si fosse fatta durante quel viaggio.

Eppure, non trovarono nessuna nuova informazione a Mor Ardain.

Passarono a Gormott, mettendo a ferro e fuoco la biblioteca che apparteneva al padre di Nia, incuranti degli improperi che rivolgeva loro la ragazza. Dromarch, al contrario, li aiutava nella ricerca. Ma senza risultati.
 

 

E così, giorno dopo giorno, passarono in rassegna tutte le biblioteche e le librerie di Alrest, da quelle più grandi a quelle illegali di Tantal.

Erano avidi di qualsiasi informazione legata al Natale, in ogni sua forma: lessero libri, enciclopedie, persino le brochure con le offerte di Natale che riempivano le strade, senza mai fermarsi.

Ma la verità su quella festa si faceva sempre più lontana, così come ulteriori notizie sull'entità di Babbo Natale, praticamente assente su ogni documento su cui avevano messo le mani.

Un giorno, Shulk disse a Mòrag gravi notizie: doveva ritornare su Bionis, erano stati attaccati da Mechonis e necessitavano del suo aiuto.

«Cercherò ulteriori informazioni sulle origini del Natale», disse Shulk. «La nostra ricerca non morirà così.»

Mòrag sorrise: «Ti ringrazio per tutto il tuo aiuto, Shulk. Sei sempre ben accetto ad Alba Cavanich. Ti auguro buona fortuna per la tua missione.»
 

 

Mòrag e i suoi amici affrontarono numerosi altri pericoli, dopo la loro separazione, continuando il loro viaggio verso l’Albero del Mondo.

Mòrag ebbe persino l'opportunità di incontrare l'Architetto in persona, ma ammise di non avere il coraggio di porre una domanda così banale di fronte al resto del gruppo, perciò rischiò di rimanere senza una risposta, soprattutto dopo che l'Architetto morì.

Nuova vita era iniziata ad Alrest. I Titani si erano fusi con la terraferma lasciata indietro dall'Architetto, permettendo all'umanità di prosperare di nuovo.

Le vecchie preoccupazioni alle loro spalle e con un futuro roseo di fronte a loro, i viaggiatori dell'Aegis iniziarono a lavorare verso una nuova vita.

Eppure, nella testa di Mòrag la domanda senza risposta continuava a tormentarla, senza fine, maledicendosi per il mancato coraggio durante l’incontro con l’Architetto.

Non fu sicura di quanto tempo fosse passato, quando un curioso - ma famigliare - portale apparve di fronte ai suoi occhi durante una mattinata spesa passeggiando sulla spiaggia, un ragazzo dai capelli biondi che uscì da esso, sorridente.

«Shulk?»

«Mòrag!»

Si salutarono calorosamente, Mòrag che gli spiegò in breve cosa fosse successo dopo che lui era andato via.

«Ho scoperto anche io tante cose sul mio mondo», rispose Shulk, lo sguardo rivolto verso l'oceano. La sua voce era greve e Mòrag provò pena.

«Mi spiace», disse. «Abbiamo attraversato entrambi momenti difficili. L'importante è che li abbiamo superati, e che ora ci aspetta un grande futuro.»

Shulk sorrise: «Ma ho delle buone notizie.»

«Di che cosa si tratta?»

«Ho scoperto di più sul Natale.»

In quel momento, Mòrag comprese che tutto quello che aveva fatto, fino al più piccolo passo che aveva compiuto su quella nuova terra, era valso qualcosa. Tutto aveva un senso, ogni minimo piccolo gesto lo aveva, tutto per portarla a quell'esatto istante.

«Dimmi tutto.»

«Ho scoperto che lo spirito di Bionis aveva un nome, Zanza. Zanza… era una delle identità dell’Architetto.»

Mòrag volse lo sguardo verso l’oceano: «Lo sospettavo. L'Architetto ci ha raccontato come ha portato il suo mondo alla rovina con il Conduttore. Ha creato altri mondi... suppongo che il tuo fosse uno di questi.»

«Esatto. Zanza e l'Architetto erano la stessa identica entità, divisa in due parti. Ho scoperto anche altro...»

«Che cosa?»

«Zanza... o l'Architetto, aveva un altro nome, prima di diventare quello che è diventato. Si chiamava Klaus.»

Qualcosa nella mente di Mòrag iniziò a muoversi. Una qualche luce iniziava a intravedersi nell'oscurità, anche se non riusciva ancora a capirne il motivo. Eppure, una crescente tensione iniziò a impossessarsi di lei, facendola tremare. Serrò le labbra, che stavano diventando secche, mentre continuò ad ascoltare Shulk.

«È stato l'Architetto - e Zanza - a creare il Natale nei nuovi mondi da lui creati. Si è basato sulla tradizione che lui stesso conosceva. Ha instillato le stesse tradizioni nelle sue creazioni.»

«Quindi… non è corretto dire che ci sia la nascita di un creatore dietro l’origine del Natale. Nel nostro caso, c’è semplicemente lo stesso ideatore.»

«Non solo. Ho scoperto un'altra verità.»

La tensione non accennava a calare. Mòrag pensò di essere vicina a una verità che era meglio non scoprire, a un segreto che l'universo stesso cercava di tenere nascosto ai comuni mortali. Si chiese cosa sarebbe successo quando l'avrebbe scoperto. Sarebbero morti? Il nuovo mondo sarebbe esploso? La loro memoria sarebbe stata cancellata?

Eppure non poteva più tirarsi indietro. Ormai era troppo tardi.

«Cosa hai scoperto, Shulk?»

«Il vero nome dell'Architetto, Mòrag. Il suo vero nome!»

Shulk si alzò da terra, guardando Mòrag con gli occhi di colui che aveva scoperto ogni verità dell'universo.

«Il suo vero nome... era Zanza Klaus.»

  
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