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Autore: Miharu_phos    24/12/2019    0 recensioni
[fudoukidou]
Il 25 dicembre di Caleb si prospetta veramente come un giorno triste e solitario, ma una sorpresa inaspettata lo stupirà, rendendo quel giorno il Natale più speciale della sua vita.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caleb era circondato dalla calma più assoluta mentre se ne stava nel letto, sveglio, a fissare malinconico le tende socchiuse che mantenevano la stanza avvolta nelle tenebre.

 

Dalle pareti non provenivano i soliti rumori molesti dei suoi coninquilini, d'altronde era il giorno di Natale e tutti erano ritornati a casa per le feste.

 

Il campus perciò era mezzo vuoto e Caleb era uno dei pochi studenti che non era andato a trovare la famiglia per l'occasione.

 

Non perché non avesse voluto, sia chiaro, anzi gli avrebbe fatto bene staccare per un po' e allontanarsi dall'aria soffocante di Londra per qualche giorno.

 

Il punto era che lui una famiglia non ce l'aveva più da tempo; il padre aveva fatto perdere le proprie tracce da oltre vent'anni mentre la madre era stata portata via da una malattia solo due anni prima.

 

Con i parenti inoltre non aveva mai avuto chissà che rapporto, e presto aveva perso i contatti anche con questi ultimi; d'altronde non avrebbe fatto piacere a Caleb, né tanto meno a loro, passare insieme il Natale.

 

Caleb sospirava fra le lenzuola e si rigirava, tentando disperatamente di rimettersi a dormire; ogni giorno per lui svegliarsi e andare a lezione era una vera e propria lotta eppure stranamente, durante le vacanze di Natale, il suo cervello si ostinava a fargli aprire gli occhi alle sette del mattino o anche prima.

 

Avrebbe voluto restare a letto per far passare più in fretta la giornata e non sentire il peso della solitudine di quel giorno, ma questa consapevolezza glielo impediva, facendogli vivere secondo per secondo quella lenta tortura.

 

I suoi pensieri vennero interrotti da uno strano rumore, simile ad una matassa di pentole che cadevano sul pavimento.

 

Scattò giù dal letto, credendo che qualcuno si fosse intrufolato nel suo alloggio, magari convinto che fosse rimasto vuoto.

 

Prese la mazza da baseball dall'armadio ed aprì lentamente la porta della camera da letto, pronto a colpire il malintenzionato.

 

Quando però notò una testa piena di rasta intrecciati, sbucare dietro al piano della cucina, si bloccò.

 

-Jude...?-

 

Il ragazzo in questione sollevò il viso spalancando gli occhi, come se fosse stato colto sul fatto.

 

-Scusa, ti ho svegliato, sono un disastro- si lamentò, passandosi una mano sulla fronte.

 

-Ma non eri partito ieri sera?-

 

Il rasta sospirò, richiudendo con forza le pentole che minacciavano ancora di cadere, e facendo poi cenno al castano di aspettare un attimo mentre controllava il forno.

 

-E stai cucinando...?-

 

-Beh, suppongo di aver rovinato tutto ormai ma comunque...sorpresa!!!-

 

Caleb guardò il compagno di stanza con un sopracciglio alzato, non sapendo come interpretare la presenza del rasta.

 

-Gli altri se ne sono andati vero? O siete rimasti tutti alla fine?-

 

-Si, gli altri tre sono partiti. Ci sono solo io- mormorò Jude un po' deluso dalla reazione leggermente infastidita dell'altro.

 

-Ma cos'è successo, hai perso l'aereo?-

 

Jude deglutì, guardando per un secondo il castano, per poi voltare lo sguardo fingendosi indaffarato.

 

-Si...ho perso l'aereo.- mentì.

 

-Ah, ecco. Beh se ti sbrighi fai ancora in tempo- lo informò controllando sul cellulare -ce n'è un altro che parte a mezzo giorno, dovresti darti una mossa-

 

Jude si stropicciò gli occhi, sentendosi uno stupido per aver pensato che la sua presenza avrebbe potuto far piacere all'amico e tirò fuori il ciambellone dal forno, ormai pronto.

 

-No, lascia stare. Non ho abbastanza soldi per prendere un'altro biglietto- mentì, ancora.

 

Caleb lo guardò stranito ma si trattenne dal fare una delle sue solite battutine. Sapeva cosa significava non potersi permettere un volo all'ultimo minuto e non avrebbe infierito, anche se non capiva perché mai il compagno di stanza non avesse chiesto aiuto a suo padre, che di soldi ne aveva in abbondanza.

 

-Ah, scusa allora...-

 

-Beh, pare che dovremo passare il Natale insieme. Sempre che non ti sia già organizzato diversamente- mormorò il rasta, speranzoso.

 

-Beh in effetti avevo un appuntamento molto importante con il letto e netflix ma un po' di compagnia non mi dispiace, se vuoi aggregarti. Prima però devo assaggiare questa delizia- ghignò, avvicinandosi al dolce sfornato dall'altro.

 

Jude si morse il labbro inferiore, insicuro della buona riuscita del ciambellone ed attese impaziente il giudizio dell'altro.

 

-Mhf. Stai miglioranfo- biascicò l'altro con la bocca piena.

 

-Potrebbe farti male, è ancora caldo-

 

-Stomaco di ferro- mormorò il castano picchiettandosi la pancia piatta coperta dal maglione.

 

-Senti Cal...-

 

Jude era timoroso, sapeva che il suo invito sarebbe sembrato alquanto strano all'amico, così tentò di mascherare il tutto con un po' di finto disinteresse.

 

-Mhf?-

 

Vedere l'amico ingozzarsi con qualcosa che aveva cucinato lui lo faceva sorridere come un bambino, ma cercava di contenere la felicità.

 

-Beh, mio padre per consolarmi mi ha prenotato un pranzo per due allo Shard, e siccome non ho nessuno da portarci e mi dispiace sprecar-

 

-Lo Shard?!?! Il grattacielo più alto di Londra? E tu vuoi sprecarlo per me?!?-

 

Caleb aveva sputato mezzo boccone per la sorpresa e Jude lo aveva guardato alterato, mentre cercava di ripulirsi la camicia dalla poltiglia volata fuori dalla bocca del castano.

 

-Caleb...CHE SCHIFO!-

 

Il castano era scoppiato a ridere e si era scusato, porgendo altri fazzoletti al compagno che, disperato, aveva cominciato a sbottonarsi la camicia ormai sporca.

 

Caleb era rimasto immobile mentre l'altro si scopriva il petto, rivelando un fisico a dir poco perfetto e tonico.

 

Aveva distolto lo sguardo quando era stato sorpreso dagli occhi del rasta e gli aveva passato una t-shirt, che giaceva sullo schienale di una sedia.

 

Jude l'aveva presa imbarazzato e si era coperto quell'addome decisamente troppo invitante.

 

-Dicevi comunque...? Dello Shard?-

 

-Ah, si. Niente ho due posti prenotati che andranno sprecati se non vieni con me. Ci facciamo una mangiata gratis- 

 

Caleb si grattò la testa, era imbarazzato ma cercava di mascherarlo anche lui con l'indifferenza.

 

-Beh, se non hai nessun altro okay...non mi cambia niente-

 

-Andata allora. Dai, vestiamoci decentemente perché sono quasi sicuro che ci sia un codice di abbigliamento per un posto del genere-

 

-Allora vengo in tuta, voglio farmi due risate se permetti! Tanto è gratis- aveva mormorato il castano ed il rasta aveva roteato gli occhi, senza riuscire a trattenere un sorriso.

 

Il suo piano stava andando decisamente storto, a cominciare dal fatto che aveva mascherato il suo invito come un'occasione per scroccare cibo gratis, cosa che non era affatto vera visto che avrebbe dato fondo al budget mensile per poter pagare il conto di quel ristorante, ma questo a Caleb non riusciva proprio a dirlo.

 

Il pranzo andò bene, anzi benissimo; Caleb come al solito riusciva ad animare l'atmosfera con le sue battutine e gli insulti fatti sottovoce praticamente a chiunque.

 

Mangiarono in abbondanza e si persero a guardare il bellissimo panorama che si godeva da lassù, tentando di riconoscere i posti che frequentavano di solito.

 

Jude guardava l'amico sorridere mentre indicava i vari luoghi, aggrappandosi all'asta di metallo davanti alla vetrata come se si trovasse su di una giostra.

 

Gli sembrava un bambino e la sua risata genuina gli scaldava il cuore, tanto da doversi trattenere a fatica per non avvolgere la schiena del compagno con un braccio.

 

-Certo che di sera dev'essere veramente uno spettacolo- osservò il castano, continuando ad ammirare la vista mozzafiato.

 

Jude si sentiva così debole, poter passare tutto quel tempo con quel ragazzo gli sembrava un sogno e vederlo così contento lo riempiva di tenerezza.

 

Avrebbe tanto voluto lasciarsi andare, raccontare a Caleb la verità, ma temeva di rovinare tutto quanto con le sue confessioni, o di sembrare ridicolo e ricevere in risposta una risata o ancor peggio un rifiuto.

 

Continuò ad ammirare il castano ignaro e cercò di godersi quella giornata secondo per secondo.

 

Nel pomeriggio, quando ormai era buio, decisero di andare a pattinare su una delle tante piste all'aperto di Londra.

 

Jude aveva preso lezioni da bambino, perciò era più che esperto ormai, ma la stessa cosa non si poteva dire di Caleb che non faceva che cadere col sedere sul ghiaccio ogni tre per due.

 

-Mi sa che non ci arrivo tutto intero a domani- aveva biascicato mentre Jude lo tirava su per l'ennesima volta, aiutandolo a rimettersi in piedi.

 

-Te l'ho detto, devi tenere le gambe aperte così, alla "dieci e dieci"- spiegava Jude, mostrando ancora una volta quale fosse il modo più sicuro per mantenersi in equilibrio.

 

-Senti sono quasi certo di essermi fratturato almeno una decina di ossa con tutte queste cadute quindi scusa se non riesco nemmeno ad avere il tempo di aprire le gambe prima di ritrovarmi di nuovo col culo per terra-

 

Jude aveva riso, tenendo stretto l'amico che gli restava aggrappato come un gatto spaventato che si appiglia con le unghiette al padrone.

 

-Dai, ti aiuto io. Non fare mosse azzardate, resta calmo e scivola apprendo le gambe, così-

 

Il rasta teneva il braccio stretto attorno al fianco dell'amico, godendosi quel contatto all'insaputa dell'altro.

 

Lentamente Caleb si sciolse sempre di più nei movimenti, anche se non mancarono altre cadute con tanto di tonfo, durante una delle quali trascinò con sé anche il povero Jude.

 

Si ritrovarono sul ghiaccio, uno di fianco all'altro, doloranti.

 

Caleb bestemmiava arrabbiato mentre Jude se la rideva, nonostante il profondo dolore al fondo schiena.

 

-Sei un impedito, ci rinuncio!-

 

Il castano non la smetteva di lamentarsi, così Jude si rimise in piedi attirandolo a sé e quello per poco non scivolò di nuovo, questa volta in avanti, ma venne bloccato dal petto forte di Jude, al quale si appigliò terrorizzato.

 

Il rasta lo strinse a sé, ritrovandosi il viso affondato nei suoi capelli disordinati e ricevette una testata dritta nel naso quanto il castano si fu rimesso finalmente in piedi.

 

-Oh cazzo...scusa, dannazione non volevo, scusa davvero-

 

Jude scuoteva la testa mentre teneva il mento alzato, tentando di fermare il sanguinamento.

 

Si ritrovarono un'ora dopo a passeggiare lungo le vie illuminate della città.

 

Jude aveva le narici piene di cotone e Caleb per farsi perdonare gli aveva comprato dei waffle, waffle che stava finendo per mangiarsi lui stesso, dato che l'altro era troppo lento e decisamente fuori combattimento dopo il pranzo abbondante di qualche ora prima.

 

-Dai rientriamo, dovresti metterci un po' di ghiaccio- aveva detto il castano, buttando giù l'ultimo boccone.

 

-Aspetta, prima saliamo su una torre del ponte? Non ci sono mai stato da quando sono qui-

 

La voce di Jude era nasale e si sarebbe detto che fosse soltanto raffreddato se non fosse stato per l'ematoma che gli si era creato in mezzo agli occhi.

 

Caleb aveva acconsentito ed insieme avevano cominciato la lunga scalata, finché non si erano ritrovati in cima.

 

C'era tanta gente e molti di loro guardavano dai telescopi, scrutando il cielo.

 

I due ragazzi si appoggiarono al bordo, mentre osservavano le bellissime luci colorate che riempivano la città.

 

Caleb come al solito non la smetteva di parlare e non perdeva occasione per criticare qualunque cosa, sarebbe stato capace di trovare qualcosa da ridire perfino sulla forma della luna se avesse voluto.

 

-Senti Cal...io ti avrei fatto, ecco...ti avrei fatto un regalo. Ecco, è per te. Spero ti piaccia, non è nulla di che. Non devi ricambiare, sia chiaro, l'ho visto ed ho pensato potesse piacerti.-

 

Caleb aveva accettato la bustina, mettendo finalmente freno alla sua bocca blaterante ed aveva guardato con stupore l'altro che invece fingeva di essere preso dal proprio naso, pur di non guardare l'amico negli occhi.

 

-Bullet For My Valentine. Come fai a sapere che mi piacciono?-

 

-Beh diciamo che mi rompi abbastanza i timpani con la tua musica circa dodici ore al giorno ecco. E ho notato che questo non lo avevi nella tua collezione, così te l'ho preso. Per la collezione.-

 

-Mh. Grazie. Beh io non ti ho fatto nulla, non sapevo-

 

-Non fa niente, non mi aspettavo niente, sta tranquillo. Dopotutto siamo solo coinquilini. Non ci facciamo i regali fra coinquilini, è normale, altrimenti avremmo dovuto farli anche agli altri tre.-

 

-Già.- concluse Caleb, un po' deluso di venir definito soltanto come un coinquilino, ma cercò di non darlo a vedere.

 

-Senti Jude-

 

-Mh?-

 

-Ma l'hai perso veramente l'aereo? Non ti sto accusando di aver mentito ma ti ho visto quando hai detto di dover andare in bagno e invece sei andato a pagare il conto. Se hai pagato in contanti avevi abbastanza denaro per prendere l'aereo di stamattina. Sei rimasto qui di proposito, non è vero? E tuo padre non ha prenotato proprio nulla...-

 

Jude si sentì avvampare, non avrebbe mai pensato che Caleb fosse un tipo così attento, credeva di essere lui il detective fra i due.

 

Anche se in effetti non ci voleva poi tanto per fare due più due, considerando il suo tono imbarazzato e per nulla convincente mentre gli raccontava tutte quelle frottole.

 

-Scusa. È che non mi andava di lasciarti solo, al momento del check in mi sono sentito in colpa e non ce l'ho fatta. Non l'ho fatto per pietà, ti prego non pensare questo. Volevo davvero passare il Natale con te, ecco.-

 

Caleb si sentiva pervaso da brividi mentre ascoltava quelle parole e continuava a fissare il cd, incapace di spiccicare anche solo una misera sillaba.

 

-Scusami se ti ho mentito-

 

-È che non capisco perché hai fatto tutto questo per me. L'aereo, il ristorante e poi questo.-

 

-Scusami, speravo potesse farti piacere-

 

La voce di Jude era talmente imbarazzata da provocare tenerezza persino in Caleb, che non si impietosiva letteralmente davanti a nulla.

 

Caleb gli prese una mano, sorprendendo il rasta, che prese a fissare le dita che si intrecciavano istintivamente.

 

-È il più bel Natale che io abbia mai avuto. Beh, non ci voleva poi tanto, in effetti- ridacchiò -ma davvero, grazie, lo apprezzo tantissimo.-

 

Jude abbassò il viso mordendosi un labbro e spostò lo sguardo lontano, oltre il corso del fiume.

 

Caleb si sporse verso di lui e gli schioccò un bacio sulla guancia.

 

-Andiamo?-

 

Jude dovette trattenere il sorriso mentre si incamminavano lungo le scale, ancora mano nella mano come una coppietta.

 

Per circa mezz'ora quel contatto non venne interrotto, resistendo anche quando presero il bus e andarono a sedersi insieme nei sedili in fondo.

 

Jude guardava fuori dal finestrino e Caleb lo osservava, incuriosito.

 

Il suo naso aveva assunto una forma assurda a causa del cotone che lo riempiva e Caleb, abbandonando la mano calda di Jude ancora stretta nella sua, prese dalla propria tasca un fazzolettino.

 

Jude tirò subito a sé la mano nascondendola sul grembo, sentire quel freddo dovuto all'interruzione del contatto lo aveva fatto rabbrividire, oltre al fatto che sentire la propria mano che veniva abbandonata non era stato esattamente piacevole.

 

Caleb gli aveva preso il viso delicatamente e Jude lo aveva guardato sorpreso.

 

Il castano si era avvicinato, sembrava che gli stesse fissando le labbra e per poco a Jude non venne un infarto quando sembrò esattamente che stesse per baciarlo.

 

Jude socchiuse gli occhi ma inaspettatamente si sentì tirare fuori dal naso i due tamponi, per poi guardare un Caleb che appallottolava il fazzolettino per lanciarlo fuori dall'autobus in corsa.

 

-Incivile- biascicò, tentando di sopprimere la vergogna, ma Caleb gli prese ancora la mano che aveva abbandonato poco prima e lo guardò, questa volta dritto negli occhi.

 

-Eri proprio inguardabile con quei cosi nel naso-

 

Jude alzò un sopracciglio confuso e lo vide concentrare nuovamente lo sguardo in basso, ma questa volta le labbra sembravano davvero essere il punto su cui quelle iridi verdi si stavano focalizzando.

 

-E poi non sarei riuscito a baciarti se non li toglievo- spiegò il castano, prima di sporgersi gentilmente sulle labbra dell'amico, che si irrigidì in preda alla sorpresa.

 

Si staccarono dopo pochi secondi, entrambi in preda all'imbarazzo.

 

-Se non li avessi tolti- lo corresse Jude dopo un po', prendendo a fissare in basso, dove le loro mani si stringevano più che mai.

 

Caleb sorrise, e senza aggiungere altro appoggiò la testa sulla spalla di Jude, facendolo sorridere a sua volta.

 

 

   
 
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