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Autore: MagicFantasy    31/12/2019    1 recensioni
Il tempo non aveva dato loro modo di viversi. Se n'era andato senza lasciare traccia di se stesso, senza lasciare loro le indicazioni su come abituarsi.
"Io ti aspetto, e ti prometto che ci rivedremo ancora"
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Feliciano correva. Correva il più veloce possibile. Il sudore come acqua cristallina gli scorreva meticolosamente sulla fronte e il suo braccio lo buttava via, mentre era impegnato a spostare i capelli dalla propria fronte. I vestiti gli erano incollati addosso come calamite, bagnati fradici. Sapeva di essere in ritardo, e il vento che gli si infrangeva sul viso mentre cercava di raggiungere il fienile il prima possibile non faceva altro che ricordarlo. Durante la sua corsa si lasciava prendere dalla gioia, dalla felicità, perché nonostante la sua dimenticanza, immaginava, si aspettava, era sicuro in cuor suo che Ludwig lo avrebbe guardato con aria apprensiva, cercando di mantenere un atteggiamento duro e composto, ma che poi si sarebbe sciolto nell'abbraccio che Feliciano gli avrebbe dato. Così piccolo, non reggeva il confronto con la statuaria fisicità di Ludwig. Ah, Ludwig. Da quando si erano incontrati la prima volta non riusciva più a fare a meno di lui. Il suo pensiero lo perseguitava, si impossessava della sua mente e si adagiava nel suo cuore prendendo tutto lo spazio, tutte le memorie e tutti i sentimenti di Feliciano. Non poteva più pensare ad altro che al suo stomaco contorto ogni volta quando lo vedeva. Alla terra che gli cedeva sotto i piedi quando Ludwig lo guardava con i suoi occhi azzurri, come se avesse strappato un pezzo di cielo e lo avesse inserito attorno alla pupilla. Non poteva fare altro che perdersi nelle palpitazioni al tocco delicato delle mani di Ludwig, ai giramenti di testa ogni qual volta sentiva la sua voce profonda. Dio, quella voce. L'aveva sentita gridare, imprecare, fare paura, sottomettere qualsiasi cosa o persona avesse osato contraddirlo. Quella voce, così soave, dolce, che gli sussurava quanto lo amasse mentre gli accarezzava i capelli dopo una notte d'amore. Che gli sussurava quanto Feliciano avesse riportato i colori nella sua vita grigia e monotona. Quanto lo avesse scombussolato e questo non poteva fare altro che renderlo il tedesco più felice al mondo. La porta del fienile si spalancò, e Feliciano si piegò sulla propria pancia, cercando di riprendere fiato. L'affanno faceva fare su e giù freneticamente alla sua schiena, e quando riuscì a trovare la forza di alzare lo sguardo, sorrise, scusandosi del ritardo. Poi si avvicinò alla foto di Ludwig posta sul caminetto della struttura, la prese, ne accarezzerò i bordi e poi il viso, come se potesse sentirne il contatto con la pelle. Fu solo in quel momento che una lacrima gli solcò il viso, e la terra cominciò a squarciarsi sotto le sue suole. Il dolore mentale si tramutò in dolore fisico, e tutto smise di avere senso. Non lo avrebbe mai superato, perché la morte di Ludwig gli aveva devastato l'esistenza. E non esisteva modo di colmare quel vuoto così grande, così potente che era stato capace di risucchiare qualsiasi emozione nel corpo del piccolo Feliciano. Guardò ancora una volta la sua fotografia. Il sorriso appena accennato lo tranquillizzò e per un attimo gli sembrò di sentire le forti braccia di Ludwig stringerlo da dietro, per proteggerlo da tutti i mali di quel mondo cattivo, crudele. Un brivido gli traversò la spina dorsale e contorse le spalle. Ingoiò un groppo alla gola, spinse indietro le lacrime. Baciò quella foto, scattata esattamente un anno prima. Quando l'amore di una vita intera morì, aveva lo stesso i capelli biondi in ordine, la mano gelida era accostata a quella di Feliciano, nello stesso letto. Non sapeva spiegarsi come, perché era successo. Semplicemente, quella mattina, Ludwig non si era svegliato e Feliciano lo aveva capito quando non era riuscito più a sentire il melodioso suono del battito del cuore del suo Ludwig. Crogiolato nel dolore, si era creato la piccola speranza che Ludwig lo avesse abbandonato per restare in un sogno bello, tranquillo, troppo fantastico per potersi svegliare. E si augurò di essere parte integrante di quel sogno. "non importa se non ci sei più, io ti aspetterò, e ti prometto, che ci rivedremo ancora" Riuscì a sussurrare, prima di essere colto da un tuono in lontanza. E capì che doveva abbandonare quello che era stato il loro piccolo nascondiglio d'amore.
   
 
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