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Autore: mystery_koopa    07/01/2020    5 recensioni
Naxos, Impero Romano d’Oriente, inverno del 710 d.C.
Due sorelle si incontrano nuovamente, dopo anni, in occasione del funerale della madre. Quando una tormenta di neve le costringe a rimandare la partenza, una delle due sente che si tratta del momento giusto per svelare un segreto sepolto dal tempo...
[Questa storia è uno Spin-Off della mia long "Cronache Bizantine", leggibile anche singolarmente; contiene spoiler sulla raccolta prequel "Le campagne di Messina", essendo ambientata dopo tale opera.]
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Genere: Angst, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Medioevo
- Questa storia fa parte della serie 'La Fenice Purpurea'
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GELIDE CONFESSIONI

 
Naxos, Impero Romano d’Oriente, inverno del 710 d.C.

Chryssa rientrò mestamente in casa velata di nero, con lo sguardo distratto, chiudendo la porta d’ingresso. Si tolse il mantello, leggermente ricoperto di bianco: oltre al freddo che aveva dentro, anche la neve contribuiva lentamente ad aumentare il suo malessere. Era da anni che non nevicava, in Sicilia.

Una lettera l’aveva raggiunta due mesi prima, durante il suo secondo soggiorno a Venezia, annunciante il peggioramento delle condizioni di salute di Maria, sua madre. In due giorni aveva fatto preparare la propria nave ed era salpata alla volta di Messina, ma al suo arrivo la situazione era già tragica: l’anziana donna non era più in grado né di muoversi né di parlare, e solamente una lacrima caduta dai suoi occhi già vacui aveva testimoniato il riconoscimento della propria figlia. Un giorno dopo, la donna aveva esalato il suo ultimo respiro.

I funerali della vedova Aristis si erano svolti all’arrivo della seconda figlia, Leonora, in una fredda mattina di dicembre, e la cerimonia era stata come la vita della donna successivamente alla morte del marito: riservata, silenziosa, quasi invisibile.
Chryssa, ripensandoci, non riuscì a trattenere una lacrima di sconforto: l’aveva giurato quella notte di tredici anni prima, e l’aveva ripetuto ogni volta che aveva visto sua madre, ma non aveva mai mantenuto la sua promessa di dire la verità; e oramai era troppo tardi.

Si lasciò cadere su una delle vecchie poltrone poste davanti al camino in pietra, mentre una delle anziane serve della madre lo stava rifornendo con nuova legna; la donna la congedò, permettendole di ritornare dalla propria famiglia, e chiuse gli occhi per un istante. Quello stesso pomeriggio sua sorella sarebbe ripartita per la capitale, ma lei non sapeva cosa avrebbe fatto: forse sarebbe rimasta a Naxos per un po’ per sistemare la gestione dei terreni, in fondo dalla morte di suo padre era lei la reggente della zona, sebbene non se ne fosse mai occupata davvero; poi, probabilmente, si sarebbe definitivamente stanziata a Messina: non poteva lasciare la sua terra senza nessun membro della famiglia Aristis, ma vivere in quello stesso cortile dove era nata e cresciuta le avrebbe fatto troppo male.

Improvvisamente, un tuono la ridestò: osservando al di fuori della finestra, Chryssa vide una vera e propria tormenta iniziare ad abbattersi sulla campagna. Non era la prima volta che ne vedeva una, e non ne restò spaventata: tuttavia, ebbe il timore che essa sarebbe stata l’ultima della sua intera vita: avrebbe mai ripreso a viaggiare come aveva fatto negli ultimi dieci anni? Non lo sapeva, non aveva più certezze, ma sapeva che quel momento sarebbe giunto.

 
***
 
Leonora scese le scale lentamente, ancora inseguita dagli improperi del marito: “lo sapevo che non saremmo dovuti venire, la tomba di tua madre l’avresti vista quest’estate, adesso dovremo rimanere qui un’altra settimana prima di poterci imbarcare…” come se fosse stata lei a decretare un peggioramento delle condizioni meteorologiche. O, peggio, come se fosse stata lei ad addormentarsi in chiesa durante le esequie: odiava suo marito, solo per il fatto che avesse dovuto sposarlo in quel modo. La sua vita a Costantinopoli, poi, era sempre stata una vera prigione dorata: piena di agi, di cibi raffinati e stoffe preziose, ma mai piena d’affetto, mai felice.

In dodici anni di matrimonio non aveva avuto nemmeno un figlio: non che lo desiderasse particolarmente, ma forse sarebbe servito a riempirle la vita. I rapporti con suo marito non erano mai stati frequenti, e con il tempo erano divenuti sempre più sporadici; d’altra parte, di Vassilis le importava talmente poco che, anche se lui l’avesse tradita, la cosa non le avrebbe suscitato la benché minima reazione. Suo suocero era preoccupato per la mancanza di eredi, ma a lei la cosa non pesava affatto; perché avrebbe dovuto, dopotutto?

La nobildonna raggiunse velocemente il salottino posto al piano terra, trovando la sorella in piedi davanti alla finestra; subito dopo, anche Vassilis aveva raggiunto la sala centrale, accompagnato da un servo con i bagagli necessari al viaggio di ritorno. La neve continuava a cadere, sempre più fitta, tanto che stava divenendo difficile perfino vedere il paese posto a poche miglia dalla villa padronale.
Chryssa, senza girarsi, concesse anche al servo di tornare dai propri figli: lui e la moglie ne avevano addirittura cinque, e senza il padre a portare della legna avrebbero sicuramente sofferto il freddo.
L’uomo avrebbe potuto giungere a piedi alla propria modesta abitazione, ma con la bufera imperante sarebbe stato impossibile per una carrozza muoversi di un solo passo; era deciso, fino a un miglioramento delle condizioni esterne la sorella sarebbe dovuta rimanere con lei.
La porta sbatté velocemente: all’interno della casa erano rimasti solamente in tre.

 
***
 
Chryssa tornò a sedersi, guardando Leonora con aria quasi assente: se solo avesse potuto, avrebbe fatto a meno di rivederla proprio in quel momento. Non per astio nei suoi confronti, non perché avrebbe preferito recarsi di persona a Costantinopoli; semplicemente per paura. Ora che anche la madre era morta, era giunto il momento per rivelare almeno alla sorella la verità sulla morte di Kleitos Aristis, anche se sarebbe stato senza dubbio difficile… ma sapeva che non l’avrebbe rivista per altri anni ancora, e non poteva aspettare, non più.
Dopotutto, di cosa avrebbe potuto incolparla la sorella? Di non aver agito prima, forse. Come avrebbe voluto poter salvare anche la sua felicità, oltre che la propria… la decisione del padre era ciò che l’aveva spinta ad agire, ma ormai la condanna all’infelicità di Leonora era già stata firmata, sebbene nessuna delle due al tempo conoscesse la famiglia Cazaretian se non di nome.

Improvvisamente, Vassilis prese la parola con tono visibilmente irritato:
“Leonora, io torno a letto, magari al mio risveglio questa tempesta sarà finita… non azzardarti a venire a disturbarmi”.
La moglie annuì distrattamente, e non appena lui ebbe girato l’angolo del corridoio rivolse la parola alla sorella:
“Come se avessi intenzione di vederlo proprio ora che posso starmene un po’ in pace!”

Le due donne sorrisero leggermente, poi Chryssa divenne seria in un secondo, guardando Leonora negli occhi.
“Devo parlarti”.
“Oh, Chryssa… è successo forse qualcosa di grave?”
“Non ora, né ieri. Molti anni fa; perdonami, Leonora, se puoi: so che anche tu lo hai sempre odiato, come me, ricordo i nostri discorsi da ragazzine… ma era pur sempre nostro padre e io... io non avrei dovuto: credevo di non farlo solo per me, ma anche per te, eppure…. sono stata solo un’egoista, perdonami”.
I suoi occhi erano ritornati lucidi, e non era riuscita a trattenere un singhiozzo: la sorella la guardò, poi, improvvisamente, si alzò dalla propria poltrona avventandosi sulla sorella e stringendola a sé. Chryssa poté sentire chiaramente di non essere l’unica, ad essersi liberata di un peso.

“Non so come sia successo, sorella mia, e non lo voglio nemmeno sapere. Ma non devi più incolparti per quello che è successo; so che non avresti voluto la mia infelicità, e so che né tu né io eravamo in grado di contrastare ciò che aveva deciso per me… ma almeno tu sei ancora te stessa, sei ancora viva; io non so se posso dire lo stesso di me. Forse hai sentito parlare le persone sulla mia reputazione nella capitale, forse no, e io non ti dirò nulla a riguardo; ma sappi che ti amerò sempre, come quando eravamo due bambine incoscienti e inconsapevoli di ciò che le nostre vite sarebbero state”.

Le due sorelle si abbracciarono nuovamente, mentre fuori la tempesta non accennava a calmarsi: sarebbero serviti altri quattro giorni, ma non importava; si sarebbero riviste per la prima volta oltre otto anni dopo, e nulla sarebbe stato più lo stesso.




NOTE:
Per saperne di più sui personaggi, se siete interessati, consiglio ovviamente la lettura della long principale "Cronache Bizantine" e dello spinoff "Le campagne di Messina" incentrato proprio su Chryssa e Leonora.
Piccolo albero genealogico: Leonora e Chryssa sono sorelle, figlie di Kleitos e Maria Aristis. Chryssa è nubile e in quanto figlia maggiore ha ereditato i possedimenti paterni in assenza di eredi maschi, Leonora ha sposato l'influente nobile Vassilis Cazaretian con il quale vive a Costantinopoli.
Grazie a tutti per aver letto e, spero, apprezzato!
mystery_koopa 
  
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