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Autore: K ANTHOS    15/01/2020    0 recensioni
Viterbo, fine Ottocento.
Anna, una giovane ragazza della media borghesia cittadina, rimane improvvisamente orfana del padre, morto dopo aver perduto gran parte del proprio patrimonio in circostanze poco chiare.
Scossa dalla perdita e rimasta sola, Anna accetta l'invito per l'estate di una facoltosa zia paterna proprietaria di una vasta
tenuta nelle campagne maremmane.
L'incontro fortuito con un cavallo indomabile e con l'anziano stalliere della tenuta la metterà di fronte alle sue fragilità ma anche alla sua inconsapevole forza, coinvolgendola in un percorso di rinascita e di maturazione personale.
L'amore travolgerà Anna senza via di scampo ed avrà gli occhi di un ragazzo volitivo e tenace che non appartiene alla sua classe sociale ma che sarà pronto a lottare contro tutto e tutti pur di conquistarla.
Anna a questo punto dovrà decidere della sua vita: se seguire l'istinto del cuore o rinunciare per sempre ad esso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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CAPITOLO SECONDO

 

Ad un inverno triste e assai rigido era seguita una primavera molto piovosa e buia in completa sintonia con i sentimenti che imperavano nel cuore di Anna.

-Bambina mia allontanati dalla finestra e vieni a bere un po’ di tè caldo, ti scalderà e ti farà bene anche allo spirito- Teresina si dava da fare e cercava sempre di scuoterla da quel suo fissare i movimenti della piazza attraverso la finestra bagnata di pioggia del salotto.

-Sì, arrivo, grazie Teresina-

Stava aspettando una nuova visita dell’avvocato Marcello Lambiati per ragionare su come salvare dalla vendita la casa in cui viveva ed alcuni magazzini dal cui affitto avrebbe avuto una rendita sufficiente per permetterle una vita dignitosa.

Anna non se ne preoccupava, aveva altri struggimenti nel cuore e l’ultimo pensiero era per lei continuare ad avere una vita benestante ed agiata.

Quello che si vociferava sul padre le arrivava alle orecchie tramite Teresina e Giulio i quali, facendo commissioni per la città, intercettavano di tanto in tanto i pettegolezzi della gente e Anna puntualmente insisteva per conoscerli.

Soffriva per la commiserazione delle persone, per i commenti continui verso il padre dissipatore ed ingenuo: lei non lo aveva mai giudicato, avrebbe dato il suo consenso a qualunque progetto le avesse sottoposto. L’immagine che veniva dipinta in città era quella di un uomo schiavo del denaro, della cupidigia e dell’egoismo ma questa stessa immagine non corrispondeva a quella del padre che Anna aveva sempre adorato fin da piccola per la sua generosità. Ci doveva essere un’altra spiegazione, un’altra causa per giustificare il movimento incessante di capitali attuato negli ultimi tempi dal padre e confermato dalle banche. Qualcosa che lei non sapeva doveva averlo forzato ad essere imprudente ed ingenuo e si era prefissata di riuscire a scoprirlo, con tutte le sue forze.

Rammentava con piacere il gusto dello stare insieme a lui che semplicemente e profondamente stimava e amava. 

Non le importava di essere osservata insistentemente la domenica al ritorno dalla messa: era concentrata unicamente sulla perdita dell’affetto del padre, sul ricordo delle chiacchierate con lui, delle uscite con il calesse e delle risate che facevano insieme per le più futili cose.

Usciva comunque di rado e sempre su insistenza della governante, anche solo per comprare qualcosa al vicino mercato: lei la seguiva ma i suoi pensieri la portavano altrove.

 

Sentì suonare al portone e poco dopo apparve l’avvocato Lambiati sulla soglia d’ingresso del salotto.

-Buongiorno avvocato, grazie per essere venuto, accomodatevi pure qui- Anna indicò una poltrona.

-Buongiorno cara-

-Gradite un po’di tè? Lo ha appena fatto Teresina o forse con   questo freddo preferite un liquore?-

-Un tè caldo andrà benissimo, grazie Anna-

Si erano sistemati di fronte al camino acceso da cui ogni tanto una scintilla sembrava volerli colpire ma che veniva inesorabilmente respinta dal paraschizzi in ferro: su Anna il movimento del fuoco aveva una influenza quasi ipnotica.

-Come vi sentite oggi? Mi sembrate un po’ più serena-

-Sì, un po’-

-Sono qui perché forse sono riuscito a capire come fare per salvaguardare la casa e farvi avere una sufficiente rendita. Purtroppo buona parte delle proprietà di vostro padre Luigi dovranno essere vendute per saldare i debiti ma dai calcoli minuziosi che ho fatto, e voglia Iddio senza la presenza di imprevisti, dovreste riuscire a salvare una piccola parte del vostro patrimonio- fece l’avvocato.

Anna sembrava ascoltarlo attentamente ma la sua espressione di quiete apparente non si tramutò in sollievo. Lambiati non riuscì subito a decifrare la mancata reazione di Anna ad una simile notizia ma poi comprese che erano altri i pensieri che la turbavano e ci sarebbe voluto ancora del tempo per vederla più sollevata nello spirito.

-Sono contenta, grazie avvocato, ma la mia vera preoccupazione in questo momento è sapere se potrò permettermi di mantenere Teresina e Giulio: non voglio che si trovino in difficoltà per colpa mia. Posso capire che siano rimasti qui con me perché mi vogliono bene e mi sono affezionati, ma non posso approfittare della loro generosità- gli disse Anna.

Il pensiero di averli accanto così premurosi ma senza poter pagare loro lo stipendio la tormentava.

-Secondo i miei calcoli li potrete tenere con voi ma dovrete licenziare quasi tutto il resto della servitù, credo anzi che potrete permettervi di tenere Gina per le faccende domestiche-

-Sarebbe molto importante per me trovare una sistemazione a quei servitori che dovrò mandare via. Se poteste, avvocato, sentire per una sistemazione anche per loro sarebbe perfetto. Non voglio che altri risentano della disgrazia che mi è capitata-

-Farò del mio meglio Anna. Vostro padre era il mio migliore amico e non lascerò nulla di intentato per salvaguardare la sua memoria e soprattutto voi che più di tutti al mondo adorava- disse l’avvocato Lambiati.

Fino a quel momento Anna aveva bevuto il tè fissando il fuoco e quasi nascondendo il viso dietro la tazza di porcellana ma a quelle parole due grosse lacrime le brillarono sul volto e più non seppe trattenersi.

   
 
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