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Autore: Andrea Micky    24/01/2020    0 recensioni
Ambientata durante la stagione 5 della serie in CGI, questa storia vede anche la partecipazione della mutante Alopex, che in questa continuity é la sorella di Tiger Claw.
TMNT and related characters created by Peter Eastman and Kevin Laird
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Baxter Stockman, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che fine ha fatto Baxter Stockman?
by Andrea Micky

Sempre protetta dalle ombre della notte, Alopex stava continuando il suo girovagare per New York.
Ad un certo punto però, la mutante sostò sopra un tetto per riposare e proprio in quel momento, avvertì una presenza nemica.
“Chi c’é?” chiese Alopex, mentre 2 occhi non umani la inquadravano.
Emettendo una serie di strani rumori, una sagoma massiccia si mosse fra le ombre, studiando sia la sua preda che l’ambiente circostante.
“Vieni fuori e combatti” incitò Alopex, sfoderando le sue kusarigama.
Allora, il misterioso nemico emerse dalle ombre, sbalordendo la giovane mutante.

Come di consueto, le 4 Tartarughe Ninja Leonardo, Michelangelo, Donatello e Raffaello stavano compiendo la loro ronda serale.
“Serata fiacca anche oggi” si lamentò Raffaello.
“Beh, così potremo tornare al covo e divertirci” notò Michelangelo.
“Non siate precipitosi: potremmo sempre imbatterci in qualcosa che ci costringa ad intervenire” obbiettò Leonardo.
“Considerando i vari fattori, le statistiche indicano una probabilità su 750 che ciò accada” calcolò Donatello.
In quel momento, alle orecchie dei 4 ninja giunsero una serie di rumori, che indicavano un combattimento in corso.
“Credo che sia necessario il nostro intervento” disse Leonardo, accorrendo sul posto.
“Devi rivedere le tue statistiche, Donnie” sbottò Raffaello, mentre lui e gli altri seguivano il loro leader.

Saltando di tetto in tetto, le 4 tartarughe raggiunsero il punto da cui provenivano i rumori, assistendo così ad una scena incredibile.
“Vedete anche voi quello che vedo io?” chiese attonito Donatello.
“Se si tratta di Alopex che combatte un gigantesco ragno robot, allora sì” gli rispose Michelangelo.
Infatti, su di un tetto poco distante, Alopex si stava battendo con un grosso robot, che aveva le sembianze di un ragno.
“State pronti ad intervenire” avvertì Leonardo, sguainando le sue katane.
“E perché? Alopex se la sta cavando bene anche da sola” obbiettò Raffaello.
Infatti, grazie alla sua agilità, la volpe mutante riusciva a schivare tutti gli attacchi che il robot sferrava con le sue zampe, dotate di mani violacee chiuse a pugno.
Ma l’automa capì che quegli attacchi così semplici non avrebbero funzionato con la sua avversaria e facendo uscire un fucile dalle sue fauci, si mise a spararle contro dei raggi laser.
La cosa non infastidì Alopex, che schivò i colpi con un balzo verso l’alto; ma proprio mentre la mutante era in aria, il robot sparò una fune dalla bocca, con cui la immobilizzò.
E quando Alopex cadde a terra, dall’addome del robot uscì un pungiglione metallico, che luccicò sinistramente.
“Possiamo intervenire, adesso?” chiese Michelangelo.
“Certamente” rispose Leonardo.

Divincolandosi furiosamente, Alopex tentò invano di liberarsi, mentre il ragno robot le si avvicinava sempre di più, pronto a sferrare il colpo finale con il suo pungiglione.
Fortunatamente, l’aculeo metallico venne tranciato da un fendente di Leonardo, mentre il successivo attacco di Raffaello e Michelangelo sbilanciò l’automa, facendolo cadere a terra.
“Tutto bene, Alopex?” chiese Donatello, mentre allentava le corde.
“Tartarughe! Ci incontriamo nuovamente” disse Alopex.
“Anche per noi é un piacere rivederti” le disse Michelangelo.
In quel momento, il ragno robot si rialzò, ma anziché combattere, si diede ad una rapida fuga.
“Hey, quella lattina gigante se la svigna” avvertì Raffaello.
“Per adesso, lasciamola andare. Dobbiamo scoprire chi l’ha costruita, prima di affrontarla nuovamente” stabilì Leonardo.
“Io ho già un’idea” disse Donatello, mentre esaminava attentamente il pungiglione mozzato.

Poco dopo, Alopex sedeva nella cucina delle tartarughe, sorseggiando del tè.
“Grazie per la vostra ospitalità, tartarughe” disse la volpe, facendo un inchino.
“Non c’é di che” replicò Leonardo.
“E poi, dobbiamo aiutarci fra noi mutanti” aggiunse Michelangelo.
“Devo ammettere che, sotto questo aspetto, gli umani sono indietro, rispetto a noi” rifletté Alopex.
“Gli umani non sono sempre all’avanguardia come credono” sentenziò Raffaello, alzando le spalle.
In quella, Donatello arrivò di corsa, annunciando “Ragazzi, ci sono delle novità”.

Dopo aver convocato tutti gli altri nel suo laboratorio, Donatello si sedette al suo computer.
“Allora Donnie, dicci cos’hai scoperto” lo incitò Raffaello.
Consultando il suo PC, Donatello dichiarò “Quel ragno robot lo ha costruito Baxter Stockman”.
“Hai riconosciuto la sua tecnologia?” chiese Michelangelo.
“No, lo aveva scritto qui” rispose Donatello, indicando la minuscola scritta PROPRIETà DI BAXTER STOCKMAN sul pungiglione.
“E chi sarebbe costui?” domandò Alopex.
“Uno scienziato che fino a non molto tempo fa lavorava per il capo di tuo fratello, Shredder” rispose Leonardo.
“Che lo aveva trasformato in un mutante per metà mosca, fino a quando noi lo abbiamo fatto tornare umano” aggiunse Michelangelo.
“E come ci siete riusciti?” volle sapere con una certa impazienza Alopex.
“Avevamo fabbricato delle dosi di retro-mutageno, ma adesso non ne abbiamo più” spiegò Raffaello.
“E potreste produrne dell’altro?” chiese Alopex.
“Improbabile. Ci vogliono 65 contenitori di mutageno per ottenere una piccola dose di retro-mutageno” rispose Raffaello.
“E dopo la sconfitta dei Kraang, il mutageno é diventato quasi impossibile da reperire” aggiunse Michelangelo.
“Ed é per questo che Baxter vuole estrarlo dai mutanti già esistenti” intervenne Donatello.
“Come sarebbe a dire, Donnie?” chiese Leonardo.
Indicando il pungiglione mozzato, Donatello spiegò “Ho esaminato i circuiti di quel pungiglione e ho scoperto che compongono un apparato estrattivo per il mutageno. Probabilmente, quel ragno robot é programmato per aggredire ogni mutante che incontra”. 
“Allora, perché non ha aggredito anche noi?” domandò Raffaello.
“Perché senza il pungiglione, non può seguire la sua direttiva principale, ovvero il recupero del mutageno” spiegò Donatello.
“Quindi, Baxter vuole creare dei nuovi mutanti” ipotizzò Leonardo.
“O ritrasformare se stesso. Si era arrabbiato molto, quando lo abbiamo fatto tornare umano” ricordò Michelangelo.
“In ogni caso, lo dobbiamo fermare” disse Alopex.
“Ma prima di tutto, dobbiamo trovarlo” notò Donatello.
“Conoscendolo, sarà tornato al suo vecchio laboratorio” disse Raffaello.
“Cominceremo da lì la nostra ricerca” decise Leonardo.

Muovendosi agilmente sui tetti, il gruppo di mutanti raggiunse il vecchio laboratorio di Baxter Stockman e la presenza di alcuni Mouser messi di guardia sembrò confermare l’ipotesi di Donatello.
Gesticolando, Leonardo diede le istruzioni per un attacco a sorpresa, ma ricorrendo alla sua super velocità, Alopex distrusse i robot in pochi secondi.
“Scusa, ma il tuo piano andava troppo per le lunghe” disse la volpe mutante.
“Mi piace come ragioni” ammise Raffaello, sorridendo.
“Capisco che non sei abituata a fare gioco di squadra, ma cerca di seguire gli ordini, in futuro” brontolò Leonardo.
“Ragazzi!” li interruppe Donatello, sbirciando dal lucernario del tetto.
L’intero gruppo si strinse intorno a lui e sbirciando di sotto, vide Baxter Stockman armeggiare intorno al ragno robot.

Concentrato sulle riparazioni del suo robot, Baxter Stockman non si accorse che i suoi nemici si stavano calando silenziosamente nel laboratorio.
“Quelle dannate tartarughe sono sempre fra i piedi” brontolò Stockman, mentre riponeva i suoi attrezzi nell’apposita cassetta.
“Non é carino parlare così dei tuoi amici” disse Raffaello, incrociando le braccia sul petto.
“Voi? Cosa siete venuti a fare qui?” domandò sorpreso lo scienziato, quando si accorse di essere circondato.
“Siamo venuti qui per fermarti” gli rispose Leonardo.
“Meglio così. Adesso che l’ho riparato, Knucklehead estrarrà ogni goccia di mutageno che avete in corpo, così non solo tornerò ad essere un mutante, ma potrò crearne degli altri” ghignò soddisfatto Stockman.
“Knucklehead? Davvero hai chiamato così quel robot?” chiese Michelangelo.
“Si. Perché? Non é un bel nome?” domandò indignato Baxter.
“Non é male, ma io avrei saputo fare di meglio” affermò con una certa sicurezza Michelangelo.
“Ma perché vuoi tornare ad essere un mutante?” volle sapere Alopex.
“Perché ero più forte, più intelligente ed anche più bello di adesso -rispose Baxter- Con quelle capacità superiori, avrei potuto avere l’intera città ai miei piedi”.
“Sei consumato dalla follia e perciò devi essere fermato” sentenziò Alopex, mentre lei e gli altri sfoderavano le loro armi.
“Non crediate che sarà facile fermarmi” disse Stockman, infilando la mano destra in una tasca dei pantaloni.
In quello stesso momento, gli occhi di Knucklehead si accesero, mentre il robot si alzava in piedi.
E muovendosi rapidamente quanto Alopex, Knucklehead afferrò il suo padrone, per poi arrampicarsi sul muro, depositandolo sopra una piattaforma zeppa di macchinari.
“Adesso Knucklehead, distruggi quegli intrusi e poi, estrai tutto il mutageno che hanno in corpo” ordinò Baxter, in tono perentorio.
Il robot non rispose a parole, ma il balzo che lo fece atterrare davanti ai 5 intrusi chiarì inequivocabilmente le sue intenzioni.

“Ragazzi, all’attacco!” ordinò Leonardo, mirando alla testa del nemico.
Obbedendo agli ordini ricevuti, Raffaello e Alopex attaccarono il robot al fianco destro, mentre Michelangelo e Donatello attaccarono il fianco sinistro.
Ma nonostante i colpi ricevuti, Knucklehead non dimostrò segni di cedimento e reagì con un paio di zampate, che spedirono lontano i suoi avversari.
“Leo, quel robot é blindato quanto un furgone portavalori” avvertì Donatello.
“E allora, come lo fermiamo?” chiese Raffaello.
Notando che Stockman stava manovrando il suo robot con un telecomando, Leonardo rifletté “Knucklehead é solo una marionetta e Splinter diceva che per sconfiggere una marionetta, é necessario tagliare i fili di chi la controlla”.
“Quindi, dobbiamo fermare Stockman per fermare Knucklehead” ricapitolò Michelangelo.
“Ma nessuno di noi può arrivare lassù” obbiettò Raffaello.
”Io posso” assicurò Alopex.
“Allora, mentre noi teniamo impegnato Knucklehead, tu cerca di raggiungere Stockman” le ordinò Leonardo.
“D’accordo” rispose la volpe mutante, prima di mettersi a correre a super velocità sul muro.

“Quella mutante si muove velocemente” ammise Stockman, mentre dava al suo robot un nuovo ordine.
Obbedendo al suo padrone, Knucklehead balzò sul muro, proprio davanti ad Alopex, che tentò di colpire, lanciandosi alla carica come un toro infuriato.
Sfortunatamente per lui, Alopex era dotata di riflessi rapidi ed evitò l’attacco senza problemi.
“Ragazzi, se non tenete occupato il robot, non posso raggiungere Stockman” avvertì la mutante.
“Lanciamo i nostri attacchi da più direzioni, così distrarremo Knucklehead” decise Leonardo.
Facendo ciò che era stato detto loro, le altre 3 tartarughe si lanciarono nuovamente all’attacco, ma Knucklehead reagì mettendosi a sparare la sua tela dalla bocca.
“Attenti! Quella tela é fatta con una lega metallica quasi indistruttibile” avvertì Donatello.
“Mi é venuta un’idea” disse Alopex, osservando i movimenti del robot.

Disponendosi in cerchio, i 5 mutanti circondarono Knucklehead, che ipotizzò un attacco combinato.
Allora, il ragno robot sparò la sua tela verso il soffitto, mettendosi poi a penzolare come una palla demolitrice, nel tentativo di colpire i suoi avversari.
Ma approfittando della situazione, Alopex si lanciò verso il robot e correndo sul filo di tela metallica, la mutante riuscì ad affiancare la piattaforma di Stockman.
Ma ipotizzando che la piattaforma fosse protetta, Alopex vi scagliò contro una delle sue kusarigama, che finì fulminata.
“Ragazzi, la piattaforma di Stockman é protetta da una barriera” avvertì Alopex, recuperando al volo la sua arma.
“Ci penso io” rispose Donatello, notando un generatore elettrico, i cui cavi si collegavano proprio alla piattaforma.
E mettendosi davanti al suddetto generatore, Donatello si mise a fare le smorfie a Knucklehead, incitandolo ad attaccare.
Il ragno robot si lanciò verso Donatello, ma all’ultimo secondo, la tartaruga si scansò e Knucklehead andò a sbattere contro il generatore, distruggendolo.
Contemporaneamente, la barriera protettiva cessò di funzionare e Alopex scagliò entrambe le sue kusarigama verso Stockman: la prima inchiodò lo scienziato al muro, mentre la seconda distrusse il telecomando di Knucklehead, causandone lo spegnimento.
“É finita, Stockman” dichiarò Alopex, lanciando una gelida occhiata al suo nemico.

Dopo essere scesa dalla piattaforma insieme a Stockman, Alopex lo gettò a terra, davanti alle 4 tartarughe.
“Se mi consegnate alla polizia, racconterò a tutti di voi” minacciò Baxter.
“É un rischio che siamo disposti a correre” replicò risoluto Leonardo.

Poche ore dopo, Baxter Stockman era rinchiuso nella cella di un manicomio.
“Quelle maledette tartarughe me la pagheranno cara. Non appena uscirò di qui, studierò un nuovo piano per vendicarmi” giurò Baxter, mentre camminava freneticamente nella cella.
Dallo spioncino della porta, un paio di poliziotti ed uno psichiatra stavano osservando quella scena pietosa.
“Cosa ne pensa, dottore?” chiese un poliziotto.
“Direi che si tratta di un caso di esaurimento nervoso, accompagnato da allucinazioni. Ma con le adeguate cure, dovremmo riuscire a guarirlo” rispose lo psichiatra, consultando la cartella clinica di Stockman.
“Comunque, mai sentita una storia così assurda: delle tartarughe umanoidi che praticano le arti ninja” sbottò l’altro poliziotto.
“Oh, ne ho sentite di peggiori” assicurò lo psichiatra, allontanandosi insieme ai suoi interlocutori.

Dal tetto di un edificio adiacente il manicomio, Alopex e le tartarughe avevano assistito a tutta la scena.
“Beh, direi che non sentiremo parlare di Baxter Stockman per un bel pezzo” dichiarò soddisfatto Raffaello.
“Così pare” disse Alopex, allontanandosi dai 4 fratelli.
“E adesso, dove te ne vai?” le chiese tristemente Michelangelo.
“Vado per la mia strada” rispose altrettanto mestamente la volpe.
“Comunque, se avrai ancora bisogno di noi, sai dove trovarci” le ricordò Leonardo.
“Lo so e vi ringrazio per questo” rispose Alopex, facendo un piccolo sorriso.
E senza aggiungere altro, la mutante corse via, sparendo presto nelle tenebre notturne.

FINE

 

   
 
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