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Autore: Francyzago77    24/01/2020    6 recensioni
Ecco "La figlia di Georgie" una nuova storia che inizia dove "Georgie il sequel" era terminato...qual è il segreto che ruota attorno alla piccola Sophie? Tra dubbi, amori e tormenti vecchi e nuovi personaggi si intrecceranno dando vita a un racconto immerso nelle vaste e sconfinate praterie australiane.
La maggior parte dei personaggi qui presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La piccola Sophie aveva messo i fiori in un bel vaso al centro del tavolo e stava sistemando la tovaglia assicurandosi che non fosse troppo lunga da un lato e troppo corta dall’altro.
-Sei stata molto brava – le sorrise Georgie – proprio brava.
-Voglio che zia Maria trovi tutto perfetto qui – disse la bimba contenta.
Tra poco infatti sarebbe arrivata Maria, finalmente aveva lasciato l’ospedale ed avrebbe alloggiato nella casetta al paese. Aveva bisogno di riposo assoluto e quell’abitazione era l’ideale, vicino allo studio del dottore e abbastanza tranquilla e silenziosa.
Georgie aveva preparato tutto con cura ma era tesa e pensierosa. Lei e Maria non avevano avuto mai l’occasione di parlare e, seppur tra Abel e Arthur era tornata la serenità, non aveva capito fino in fondo quali fossero i veri sentimenti della cognata. Osservava Sophie e si chiedeva come Maria potesse rapportarsi alla bambina, dentro sentiva ancora un forte senso di colpa.
Un rumore la distolse dai suoi pensieri, erano Abel ed Eric che rientravano in casa.
-Quanto ci mettono ad arrivare? – chiese il bambino impaziente, si riferiva infatti ai suoi genitori.
-Tra poco dovrebbero essere qui – rispose Abel – l’attesa sarà breve.
-È tanto che aspetto il ritorno della mamma! – sospirò Eric.
Abel era commosso mentre guardava il nipote che si metteva alla finestra trepidante. 
-Maria me lo ha affidato – disse piano Georgie – ha ancora fiducia in me.
-Certo – rispose Abel – devi stare tranquilla.
Ma Georgie tranquilla non lo era e sobbalzò nel sentire il nitrito di un cavallo e la frenata delle ruote di una carrozza.
-Sono loro! – urlò Eric correndo veloce fuori casa.
Abel, Georgie e Sophie si fermarono sulla porta perché avendo visto Eric che dopo giorni e giorni finalmente riabbracciava la sua mamma preferirono non spezzare quell’incanto.
Maria entrò in casa tenendo il suo bambino per mano e accompagnata da Arthur. Subito Sophie le corse incontro per salutarla e la zia le accarezzò dolcemente la testa bionda. Georgie era in disparte, Abel si avvicinò dicendo:
-Bentornata Maria, siamo tutti molto felici di rivederti qui e in salute.
-Grazie – rispose lei – mi sento meglio soprattutto perché sono tornata dalla mia famiglia.
-Io e la mamma – disse Sophie – abbiamo preparato la tua stanza e io ho sistemato quei fiori.
E indicò il vaso sul tavolo.
-Bentornata – esordì Georgie avvicinandosi.
Maria la salutò con un cenno del capo ma non disse nulla.
-Riposati ora – le suggerì Arthur – il viaggio è stato comunque faticoso per te.
Maria annuì e andò a sedersi sul piccolo divano accanto al tavolo. 
-Mammina – le disse Eric sedendosi anch’egli – voglio rimanere qui con te.
-No – disse Arthur - ti ho già detto che andrai a casa con gli zii, c’è la scuola domani, potrai stare dalla mamma tutti i pomeriggi.
-Non m’importa più della scuola! - sbuffò il bimbo.
-Non farmi stare in pena – disse Maria.
-Quando tornerai in classe? – domandò Sophie andando accanto a loro sul divano.
-Adesso basta – li rimproverò Abel – Maria deve prendersi tutto il tempo per riposare e voi andrete a scuola, dalla signorina Carter!
--Non è lo stesso! – ribatté Sophie.
-La signorina Carter è noiosa – piagnucolò Eric.
-Sciocchezze – disse Abel – basta coi capricci!
-Ma – continuò Sophie – non ci racconta mai le fiabe prima d’iniziare la lezione!
-È vero – aggiunse Eric – solo compiti su compiti.
-E voi quello dovete fare! – ribadì Arthur.
-Mamma, raccontaci una fiaba ora – gridò Eric.
-Sì, sì – disse Sophie con gioia – quelle storie che inventi tu zia.
Abel spazientito stava per condurre fuori i bambini ma Maria sorridendo guardò Georgie e disse:
-Bene, vi racconterò questa fiaba.
Ed iniziò. Tutti ascoltarono in silenzio.
“C’era una volta, in un regno lontano, un re ed una regina che vivevano in un grande castello ed avevano una figlia bellissima. Era una bambina con i capelli d’oro e gli occhi azzurri come il cielo, dolcissima e buona. 
Una mattina la regina era con la figlia presso un laghetto, la bimba iniziava a camminare e la mamma la seguiva passo passo lungo la riva. Nel laghetto c’erano dei cigni bianchi e la piccola con la mamma tiravano loro delle molliche di pane per farli mangiare. Erano felici e serene ma, ad un certo punto, arrivò un cigno nero che afferrò la bimba e volando la portò via. La regina disperata in lacrime vedeva la sua piccola che spariva lontano nel cielo. In realtà il cigno era una strega nera che, invidiosa della felicità dei reali, abbandonò la bambina in un bosco lontano convinta che lì sarebbe morta di stenti. Invece la bimba fu trovata da un povero taglialegna che la portò a casa sua. La principessina crebbe felice con il taglialegna e sua moglie che, anche se non erano ricchi, diedero tanto amore a quella bambina così dolce e bella. Intanto il regno era sprofondato nella miseria più assoluta perché i reali, dopo la scomparsa della figlia, non erano più felici ma tristi e sconsolati. Un giorno il taglialegna era nel bosco con la moglie e la bambina e, camminando camminando, giunsero al laghetto dove c’era un cigno nero. Intorno tutto era in rovina: il castello, la vegetazione, le case. Il cigno, appena vide la bambina, le si avventò contro ma il taglialegna lo uccise mozzandogli la testa. Tutto improvvisamente rifiorì, le piante, gli uccellini ricominciarono a cinguettare e nel laghetto tornarono i cigni bianchi. Il re e la regina uscirono dal castello stupiti e videro la loro amata figlia accanto al laghetto. La riconobbero e l’abbracciarono con amore.  Il taglialegna e la moglie, avendo capito che la bimba aveva ritrovato i suoi veri genitori, stavano per andar via ma il re li fermò dicendo:
-Anche voi siete i genitori della bimba, l’avete cresciuta con amore incondizionato. Vivremo tutti insieme al castello per sempre, come una grande famiglia.
E così fu.”
-Grazie per la fiaba! – gridarono i bimbi in coro.
-Di nulla – rispose Maria – l’ho inventata ora.
Eric baciò la sua mamma poi, insieme a Sophie, seguì Abel e Arthur che andavano a preparare il carro e il cavallo fuori. 
Georgie, con le lacrime agli occhi, abbracciò Maria dicendole con un sorriso dolce, un po’ da bambina, solamente:
-Grazie, ti voglio bene!
-Siamo una grande famiglia – le sussurrò Maria sorridendo.
E Georgie pensò che ora poteva essere finalmente felice e contenta.
 
 
 
 
   
 
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