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Autore: DarkDarrik    25/01/2020    3 recensioni
Questa storia è un tentativo di romanzare le vicende del famoso videogioco sui Pokèmon.
Ho cercato di renderlo in un contesto abbastanza " realistico" prendendomi piccole libertà creative.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blue, Prof Oak, Red, Team Rocket
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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CAPITOLO 1

La scelta più difficile

Red osservò la sveglia indicare le sette di mattina, lo strumento suonò ma lui lo spense subito, era già sveglio da due ore senza che riuscisse a riaddormentarsi.
Era teso ed eccitato perché quel giorno sarebbe stato importante per lui: avrebbe iniziato il suo viaggio per diventare Allenatore di pokèmon. 
Aveva ormai quattordici anni e aveva completato gli studi alla Scuola Pokèmon.
Nel suo piccolo paese non vi era un istituto, in quanto se ne potevano trovare solamente nelle città dove c’erano le palestre pokèmon, e la più vicina a Biancavilla era quella di Smeraldopoli.

Il sogno di Red era quello di conquistare le otto medaglie della ragione di Kanto per poi sfidare la Lega e diventarne così il Campione.

 

Dopo una doccia veloce il giovane era già davanti allo specchio pronto a vestirsi: indossò un paio di jeans chiari, una t-shirt nera e sopra di essa un giubottino rosso con le maniche corte e bianche, così come lo erano  le tasche ai lati del suo indumento.

Red fissò il suo riflesso mettendosi in testa il suo cappello preferito, anch’esso rosso, ma con una banda verticale bianca sulla quale, in alto a sinistra,vi era ricucito il marchio ufficiale della Lega Pokèmon.

L’aspirante allenatore aveva capelli color pece e occhi marrone scuro, era di corporatura e altezza normali, mentre i suoi lineamenti apparivano duri e determinati come d’altronde il suo stesso carattere.

Sua madre lo guardò con una scatola in mano e gli sorrise dolcemente.

 

«Ho una sorpresa per te, prima che tu vada a ritirare il tuo primo pokèmon» disse la donna mentre suo figlio si voltava a osservarla.

Sua madre era una donna sulla quarantina, aveva capelli color miele raccolti in una coda e occhi color nocciola, più chiari di quelli del figlio.

La donna indossava un grembiule bianco che copriva la sua tenuta casalinga di colore rosa.

Red prese le scatola senza dire nulla, e la poggiò sul proprio letto.

 

«Grazie mille mamma! Le scarpe da corsa che volevo!»esclamò entusiasta, calzando subito il regalo che gli era stato fatto.

Si trattava di un paio di sneakers rosse e bianche che il giovane aveva visto qualche settimana addietro nel grande centro commerciale di Azzurropoli.

«Ora corri dal Prosessor Oak! Ci saluteremo prima che tu parta» lo incalzò la donna.

 

«Sarò qui in un batter d’occhio! Con queste andrò fortissimo!» affermò entusiasta Red per poi guardarsi con le scarpe ai piedi.
Il giovane ridiscese le scale e partì di corsa alla volta del laboratorio che distava pochi minuti da casa sua.

 

Biancavilla era un paese tranquillo, meta scelta molti anni prima dal Professor Oak per mettere in piedi il suo laboratorio di ricerca pokèmon, proprio per la calma e la quiete che risiedevano in quel luogo.
Red non perse tempo e iniziò a correre il più veloce possibile, perché non vedeva l’ora di ricevere il suo primo pokèmon.

 

Chi frequentava la scuola e completava gli studi con buoni voti poteva ricevere un pokèmon raro come suo starter direttamente dal famoso Professore. 
Il ragazzo ci mise poco ad arrivare a destinazione e davanti al laboratorio un signore in carne parlava con un assistente del Professor Oak.

 

«Certo che il sistema PC è qualcosa di fantastico! Puoi recuperare i tuoi Pokèmon in qualsiasi Centro Pokèmon della ragione!»affermò l’uomo entusiasta.

 

«Si, è tutto collegato in maniera elettronica, ci sono voluti tanti anni di lavoro per renderlo possibile, anche noi abbiamo aiutata, ma non è una nostra invenzione» rispose lo studioso sistemandosi gli occhiali sul naso per poi rivolgere un saluto a Red, invitandolo ad entrare.

 

Il giovane non se lo fece ripetere due volte e poco dopo varcò la soglia dell’edificio. Il Laboratorio era grande, un'unica area dove vi erano macchinari e scaffali di libri di ogni genere, alcuni assistenti erano impegnati con dei microscopi mentre una donna prendeva dei dati e li annotava sulla sua cartelletta.

Il Professor Oak stava parlando con un ragazzo che Red riconobbe subito.

 

Aveva dei capelli sparati biondo cenere e occhi color miele, indossava una polo nera e pantaloni viola muniti di tasconi. Blue aveva al collo il suo inseparabile ciondolo d’argento a forma di goccia e lo toccava mentre parlava con suo nonno.

 

«Red! Finalmente se qui, avvicinati c’è una cosa di cui voglio parlarti insieme a mio nipote» esordì l’uomo una volta vista l’incertezza del nuovo arrivato nell’avvicinarsi.
I due giovani si salutarono in maniera fredda, non erano mai stati amici e tra loro persisteva una rivalità fin dai tempi della scuola.

 

«Ho qui due versioni nuove e moderne del pokèdex, rispetto a quelle più comuni e vecchie che hanno tutti gli allenatori per raccogliere elettronicamente i loro dati,per le competizioni della Lega e via dicendo, queste registrano nel dettaglio tutti i pokèmon presenti a Kanto, il loro stato, il loro livello di potenza, le loro mosse. In più è compatibile con il classico registro dei Punti Allenatore che potete usare per fare gli acquisti e che acquisite dopo che vincete uno scontro»spiegò l’uomo.

 

«Ma è fantastico! Come mai vuole darlo proprio a noi, Professore?» domandò curioso Red sotto lo sguardo scocciato di Blue.

 

«Voi siete di Biancavilla, ho perfetta fiducia in voi dato che vi ho visti crescere. Vi chiedo solo di tornare qui una volta conquistate le otto medaglie, per farmi registrare questi nuovi dati! So che potrete farcela a entrare alla Lega di quest’anno!» affermò il Professore.

 

«Mh! Io ci riuscirò sicuro! Grazie nonno, avrò cura del Pokèdex e cercherò di catturarli tutti!» sentenziò il biondino.

 

«Può scommetterci! Darò il massimo in questo anno per poter entrare nella Lega e catturare più Pokèmon possibili!» rispose a sua volta l’altro ragazzo.

 

«Quale Pokèmon scegli come tuo starter?» domandò Oak a Red.

 

Blue cercò di intromettersi ma un’occhiataccia del nonno lo zittì subito. La scelta per il ragazzo era stata ardua e ci aveva pensato diverse settimane, ma era arrivato a una conclusione negli ultimi giorni.

 

«Charmander!»rispose immediatamente il giovane andando a prendere la sfera pokè dove sapeva esserci il Pokèmon.

 

Red fece subito uscire la sua creatura dall’oggetto dov’era contenuto.

Charmander, una salamandra bipede arancione, si materializzo sul pavimento del laboratorio. Ricordava un po’ un piccolo dinosauro, con zampe artigliate e aveva una lunga coda con al fondo una fiamma viva.
Il piccolo pokèmon ripeté il suo nome, come facevano tutte quelle creature e iniziò a zampettare felice intorno al suo nuovo allenatore.

 

«Io tanto ho sempre voluto uno Squirtle!» affermò Blue prendendo a sua volta una sfera e facendo uscire il suo nuovo amico.

 

Squirtle era un piccolo Pokémon bipede dalle sembianze di una tartaruga dal colore celeste, una sua caratteristica era il resistente guscio marrone sulla schiena, il quale era molto duro e difficile da scalfire.
Red guardò divertito questa scena e poi ritirò il Pokedex e le cinque sfere pokè che il Professore gli consegnò insieme a una cintura per contenerle.

 

«Grazie di tutto professore, passerò da mia madre e andrò al percorso 1 il prima possibile»si congedò il neo allenatore pronto a far tornare il suo  Charmander nella sfera.

 

«Che ne dici di lottare?» domandò diretto Blue osservando il suo Squitle e poi Red.

Il giovane dai capelli neri fece un ghigno e si voltò di scatto accettando la sfida senza pensarci due volte!

Red usò il Poèdex e subito si rese conto come il suo Starter conoscesse solo due mosse delle quattro totali che ogni pokèmon poteva essere in grado di imparare, ma la cosa non lo stupì considerando il livello basso della piccola creatura.

 

«Charmander, Ruggito!» ordinò il ragazzo al suo nuovo amico che eseguì il comando gridando verso il suo avversario, il quale a sua volta era già partito alla carica per colpirlo con “Azione” chiamata da Blue.

L’impatto tra la tartaruga e la salamandra fu meno violento di quello che ci si aspettasse, visto che la mossa di Red aveva avuto effetto riducendo l’attacco di Squirtle.

 

«Graffio!» gridò Red muovendo la mano davanti al viso con un gesto secco. Il suo pokèmon si lanciò alla carica, e con una piccola artigliata protesa in avanti colpì l’avversario sulla testa tonda disorientandolo.

 

«Colpo coda!» ordinò Blue e poco dopo Squirtle agitò velocemente la coda sferzando l’aria:Charmender dovette mettere le zampe anteriori davanti al viso perché accecato dal forte vento.

 

«Attacca di nuovo!» comandò Red, ma questa volta i piccoli artigli di Charmander impattarono sulla spessa corazza di Squirtle il quale caricò con tutto il corpo l’altro pokèmon mandandolo al tappeto definitivamente per mezzo di quel secondo micidiale attacco dopo che aveva indebolito saggiamente le sue difese.

Blue sorrise mestamente e fece rientrare un trionfante Squirtle nella sua pokèball.

Il Pokèdex registrò i Punti Allenatore persi da Red.

 

«Devi usare più strategia, sei troppo irruento! Hai molto da imparare. Ci becchiamo perdente!» concluse infine il nipote di Oak alzando due dita dalle tempie in direzione di Red in segno di saluto per poi andare via.

Il neo allenatore si chinò su Charmander e lo accarezzò per fargli capire che andava bene lo stesso. Quel suo viaggio non pareva essere iniziato nel migliore dei modi, ma era ugualmente determinato a diventare il migliore.

   
 
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