Tic, tic, tic,
tic…
La pioggia batteva
sui vetri della camera, distraendo Dess dalla creazione della sua nuova
arma:
era un coltellino da campeggio, in acciaio inox; certo non aveva
un’aria
temibile, ma una volta completata la sequenza di tredici simboli
sarebbe stata
molto utile contro un oscuro di medio livello.
<<
Oppugnabilità >> sussurrò Dess,
accostando il coltellino alle proprie
labbra. Una volta finito il lavoro, il coltellino finì nella
sacca, insieme a
tutta l’altra “ferraglia”,
così soprannominata da Melissa. Diede un calcio alla
sacca; un rassicurante rumore metallico confermò che la
scorta di armi sarebbe
bastata almeno per due notti. Dess guardò
l’orologio: mancavano trentadue
minuti alla mezzanotte. Ancora centoduemilaquattrocento secondi esatti.
Tic,
tic, tic, tic,
tic…
Questo rumore stava
diventando sempre più insistente e fastidioso. A Dess non
piaceva il rumore
della pioggia. Non c’era una regola che specificasse quante
gocce dovessero
cadere o con che ritmo. Nessuna proporzione, nessuna equazione, nessuna
regola.
Era tutto semplicemente dettato dal caso. Non era regolare.
Chiuse la tenda,
infastidita. Novantaseimila secondi alla mezzanotte.
Tic,
tic, tic, tic,
tic, tic…
Tra poco il tempo
si sarebbe fermato, congelato per un’ora a mezzanotte
precisa. Allora avrebbe
rivisto Rex, Jessica, Jonathan e Melissa.
Melissa… nutriva
una profonda avversione nei suoi confronti. Lei e Rex
l’avevano sempre tagliata fuori. Sin dal primo momento si era
dovuta arrangiare
da sola: temeva la mezzanotte, ha dovuto riporre la propria fiducia
solo in se
stessa e nella matematica. Anche da quando si era “unita al
gruppo” si sentiva
sola. Era sempre stata sola. Tra Melissa e Rex c’era
già da tempo un legame
indissolubile: loro avevano bisogno di lei, ma non la sentivano parte
integrante del gruppo a tutti gli effetti. Faceva solo parte della
collezione,
col suo utilissimo talento di Polimatematica. Lei da loro aveva solo
appreso
informazioni utili; il suo unico divertimento consisteva nel creare
nuove armi,
scoprire regole, assorbire informazioni come una spugna.
Tic,
tic, tic, tic,
tic, tic, tic…
Ora che Jessica e
Jonathan si erano uniti al gruppo si sentiva un po’
meglio… tra loro c’era
affetto incondizionato, dettato dal puro piacere di stare
insieme… con loro non
si sentiva così usata, non avevano doppi fini… ma
avevano tutti segreti,
esperienze, emozioni condivisi col compagno. Lei no.
Aveva imparato a
vivere sola nel suo mondo di numeri; nessuno la capiva.
Stava da sola per
la sopravvivenza. Se si fosse abituata alla compagnia, avrebbe
disimparato a
stare sola. Anche durante l’ora segreta si sentiva
terribilmente sola. C’erano
Rex e Melissa, Jessica e Jonathan e poi
lei. Sola da sempre. Forse per
sempre,
pensò sconfortata. Sarebbe mai diventata una metà
che combaciava perfettamente
con un’altra? Ognuno di loro l’aveva trovata. Lei
si sentiva solo complementare
alla matematica: era tutto quello che aveva e avrà. Solo la
matematica non
l’avrebbe mai tradita. Lei non mentiva mai. Gli
umani sono volubili, pensò, con un sorriso tirato.
Trentaduemila secondi.
Tic,
tic, tic, tic,
tic, tic, tic, tic…
Mancava poco.
Dess chiuse la
sacca, attenta a non svegliare i suoi. Prese Manipolazione
Irrefrenabile Oceanografica,
una collanina con trentanove anelli di acciaio, su ognuno dei quali era
inciso
un simbolo matematico. Se la rigirò tra le dita, ammirando
il suo lavoro. Poi
la indossò con un gesto fluido. Guardò ancora
l’orologio sulla scrivania.
Mancavano ancora otto minuti e trenta secondi. A momenti Melissa e Rex
sarebbero comparsi sulla vecchia Ford e si sarebbero avviati a casa di
Jessica.
Con movimenti attenti e silenziosi andò verso
l’uscita, aprì di soppiatto la
porta e uscì da casa. La strada buia fu tagliata da due
strisce di luce.
Melissa e Rex erano arrivati. Prese la sacca e si avviò
verso la macchina, ben
accorta a celare i propri pensieri. Melissa non si sarebbe impossessata
anche ciò
che apparteneva solo a lei.
Premesso che
è
la prima ff che scrivo su questo meraviglioso libro, vi direi che mi
sono divertita
un mondo a scriverla, ma preferisco dirvi che non sono molto sicura che
quello
che ho scritto possa piacere… voi che ne pensate?
Mi dispiace
rovinare l’insieme delle vostre belle storie infilandoci
questa schifezza, ma
quando l’ho riletta non mi sembrava tanto orribile…
Ho cercato di
pensare come Dess, ma non ho assolutamente nulla contro Melissa, anzi,
è uno
dei miei personaggi preferiti.
Me lo lasciate
un commentino per dirmi cosa ne pensate? Grazie ^^.
Ps:
Se vi piace
ne farei una anche dal punto di vista di Melissa… voi che ne
dite?