Il ticchettio del cuore
Tic tac.
Con un dito seguì i contorni del basso rilievo decorativo a forma di galletto sull’orologio d’oro.
L’unico altro suono nella camera era il respiro della madre, il cui volto era inquieto, finché un’esplosione non scosse l’abitazione, svegliandola.
Si levarono grida terrorizzate e ordini in giapponese - ormai impregnanti Nanchino.
La madre lo spinse nell’armadio a muro, appena prima che la porta della camera venisse divelta violentemente.
Tic tac.
Avvicinò l’orologio al cuore e il ticchettio si fuse con il battito accelerato, che rimbombava così forte – ancora più delle urla materne - che forse l’avrebbero scoperto.
Tic tac.
Forse il padre, impegnato al fronte, stava pensando a loro.