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Autore: alenan    20/02/2020    3 recensioni
Coda dell'episodio 15x09, Dean ha ancora cose da dire, Cas ha dei problemi a stargli troppo vicino. Insomma i soliti due idioti, come piacciono a noi. I love YOU Peaches
Genere: Angst, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Consigli di ascolto mentre leggete: Send me an Angel - Scorpions 



Di sicuro tutto era iniziato dalla sensazione che il Purgatorio scatena dentro le persone. Quel bisogno di vivere e liberarsi delle proprie colpe, dei pesi che opprimono l’anima oppure tutto era semplicemente dentro di lui pronto ad uscire. La paura, anzi il terrore, di perderlo di doverlo lasciare indietro avevano certamente dato un forte contributo. Dean era confuso sul perché, ma non lo era più sul come. Tutto quello che provava era uscito come un fiume in piena travolgendo tutto e facendogli dimenticare quello che lo circondava, desiderava solo che Cas lo sentisse. Voleva dire tanto, voleva dire tutto, ma ad un certo punto aveva capito che alcuni dettagli non li poteva affidare solo ad una preghiera. Dopo 11 anni era arrivato il momento di affrontare quello che covava da tanto tempo, faccia a faccia.

Aveva aspettato la fine di quella interminabile giornata; raccogliendo nel percorso suo fratello a pezzi, per quanto aveva visto, il primo premio per la giornata orribile lo aveva senza alcun dubbio vinto Sam. Quando Eileen aveva lasciato il bunker non aveva assistito. Sicuramente per dare a suo fratello la privacy necessaria, ma in modo molto più egoistico non voleva rivivere la scena in cui aveva lasciato andare Castiel. 

Sam era andato in camera sua mentre lui e Cas erano rimasti nella cucina del bunker a quel piccolo tavolo, in assoluto silenzio, godendosi quella strana normalità che era mancata ad entrambi. In realtà Cas era rilassato, ma lui non lo era per nulla, felice sicuramente ma teso. Doveva affrontare il resto del suo discorso, ma il coraggio da purgatorio era svanito, quindi doveva contare solo su stesso, e sapeva che i discorsi faccia a faccia e di cuore non erano esattamente il suo forte. Negli anni aveva sempre aspettato che, in un modo o in un altro, tutti i tasselli delle sue relazioni famigliari e non andassero a posto da soli, seguendo un ordine che spesso era stato catastrofico. Questa volta non voleva una catastrofe, voleva il suo personale finale, e doveva quindi affrontare se stesso. 

Era talmente assorto nei suoi pensieri che quasi, appunto quasi, non si accorse che Cas si era appena alzato.

“Dove vai?”, chiese Dean con un certo timore, sperando che Cas non stesse lasciando nuovamente il bunker.
“In realtà non lo so, ma tu stai pensando talmente forte, Dean, che non riesco ad evitare di captare le tue emozioni e, sapendo che non ti piace che sbirci nella tua mente, sto cercando un po’ di lontananza”.
Dean sollevo la testa fissando l’angelo, spesso dimenticava che Cas non fosse umano, troppo spesso dimenticava che fosse un essere millenario, che probabilmente il suo vero io lo avrebbe potuto uccidere solo fissandolo, per lui era semplicemente Castiel. Spesso si era chiesto se, al posto di Cas, avrebbe davvero rinunciato a tutto per seguire un umano che alla fine era un minuscolo bip in un universo millenario. 

“Lo stai facendo di nuovo Dean, stai pensando troppo forte. Vuoi che cambi stanza?” chiese l’angelo fissandolo per qualche secondo.
Dean prese il coraggio a due mani.
“In realtà vorrei parlare con te, ma non qui. È un discorso delicato, possiamo concludere la serata nella mia stanza?”, Chiese avvicinandosi alla credenza, afferrando due bicchieri puliti e la bottiglia sul tavolo.
“Va bene, ma promettimi che parlerai. Perchè diventa davvero difficile schivare i tuoi pensieri”, rispose Cas accennando un sorriso.
“Parola di scout. Parlerò.” rispose l’hunter dirigendosi verso il corridoio con l’altro uomo poco dietro di lui, che tra se e se si chiedeva cosa diavolo avevano a che fare gli scout con quello che Dean aveva da dire.


Raggiunta la sua stanza Dean aspettò che Cas fosse dentro e si assicurò che la porta fosse chiusa. Non era decisamente un momento che voleva condividere con suo fratello, è già difficile pensare di dire certe cose a voce alta, figurati con un possibile pubblico.
“Sai cosa mi ha turbato più di ogni altra cosa sentita oggi?” disse Cas dietro alle sue spalle, fissandolo e versando da bere ad entrambi.


Dean si girò e lo guardò, prese il bicchiere dalle mani di Castiel, “Cosa?” chiese fermandosi a circa un metro dall’altro uomo.
“L’idea di essere intrappolato per l’eternità in una scatola, sono stato attraversato da una sensazione molto umana come la disperazione. E’ forse la prima volta che mi succede, sarà dipeso dal fatto che sono sempre più umano e questo mi rende molto più debole verso le mie emozioni” rispose continuando a fissarlo.

“Non sei debole Cas, semplicemente l’eternità al buio terrorizzerebbe chiunque”. Dean tirò su la testa notando  che l’angelo  lo osservava intensamente.
“Non era l’eternità al buio il problema, era l’eternità lontano da qui. Credo di essere veramente molto umano in questo momento.” 
“L’eternità lontano dalla terra? “ chiese Dean, continuando a fissarlo.
“No Dean, l’eternità senza vedere te” rispose Castiel abbassando lo sguardo.

Dean rimase immobile a fissare l’angelo, aveva aspettato 11 anni, aveva passato tutta la serata a farsi coraggio per confessare i suoi reali sentimenti e alla fine era stato Cas, con la sua ritrovata umanità, a mettere sul tavolo i fatti come erano realmente.

“Perdonami Dean, siamo arrivati ad un punto in cui non trovo sensato continuare a rimandare qualcosa che è qui presente con noi. È tra di noi da talmente tanto che è palese per tutti, tranne per te. Probabilmente dovrei tornare in camera mia, sono consapevole di aver oltrepassato una linea e non è più possibile tornare indietro. Negli ultimi tempi viviamo non sapendo se la mattina saremo ancora qui e spariremo in una nuvola di polvere, e trovo poco pratico e molto stupido non dire come la penso. E con questo ti saluto, buonanotte Dean”. E così dicendo Castiel si girò verso la porta, ma prima di riuscire a completare la rotazione del suo corpo sentì la mano dell’altro uomo sulla spalla.

“Non vuoi sentire la mia opinione in merito? Riconosco di avere qualche problema con questo genere di discorsi, ma il fatto di averti chiesto di seguirmi in camera mia per parlare forse doveva darti un indizio Cas. “ disse il biondo iniziando a sorridere fissando l’altro che intanto si era fermato  
“Cosa c’è di divertente, sono particolarmente confuso Dean, puoi spiegarmi? Pensavo mi avresti buttato fuori tu e invece mi guardi e ridi?”.
“Scusa Cas, non rido di te ma di me, sono ore che cerco il modo e alla fine arrivi tu, che dopo un discorso su una catastrofe possibile in ogni istante, dici con dieci parole in tutto quello che volevo dire io, con un discorso complesso del perché e del come. Mi sento un po’ stupido in questo momento, cosa non nuova per me in realtà, ripensandoci”, rispose il cacciatore facendo un passo verso l’altro che lo stava ancora ascoltando e guardando.

Dean fece ruotare l’altro verso di lui premendo sulla sua spalla. 
“Non voglio che tu vada in camera tua, non voglio che tu vada più da nessuna parte se non con me. Voglio che resti Cas, non permetterò più a niente e a nessuno, incluso me stesso, di respingerti o allontanarti da me. Prometti che mi aiuterai ad impedire che io ti allontani nuovamente, sono un vigliacco in queste situazioni, la rabbia è il mio strumento preferito per arrivare a ottenere quello che in realtà non desidero, e scacciare quello che voglio. Voglio te Cas, voglio noi, vo..” il cacciatore non riuscì a finire il suo discorso perché si ritrovò con le spalle alla parete, due braccia muscolose ai lati del corpo e un paio di labbra molto morbide e esigenti sulle sue. 

Dean non riusciva esattamente a comprendere il come ma di certo non aveva più scuse per evitare di seguire i suoi istinti, e quindi rispose con entusiasmo a quel bacio rimandato da tanto, troppo tempo. Denti, lingua, labbra tutto si mischiava in modo disordinato ma perfetto, nemmeno nei suoi sogni fatti mille volte aveva mai immaginato la perfezione di quell’unione così bene come era in realtà. Dopo tanto tempo desiderava soltanto abbandonarsi, non voleva il controllo, e si lasciò andare, e Cas lo strinse ancora più forte, come se avesse capito, e probabilmente era così, il suo desiderio. 

Dean sente le mani di Cas stringere la cintura dei suoi jeans per tirarlo verso di se. Lo sta spingendo lentamente, ma in modo deciso verso il suo letto. Lui lo lascia fare. In questo momento non vuole il controllo. È con l’unica persona nell’universo a cui sa che può affidare la sua vita, oltre a suo fratello, e non desidera altro che questo, non dover scegliere.

E’ seduto sul suo letto con Cas davanti a lui che lo fissa stando in piedi cercando, probabilmente, un accenno di dubbio o pentimento, ma che non troverà. Dean vuole tutto questo e l’angelo lo capisce iniziando con il togliersi trench e giacca, facendo seguire la cravatta e la camicia. Dean si blocca e lo fissa. Cas è bello, il suo corpo è tonico, muscoloso e la sua pelle ha un colore leggermente dorato, non pallida come la sua. Si rende conto di non riuscire a togliergli gli occhi di dosso. 

L’angelo continua a guardarlo mentre gli pone le mani sulle spalle fa scorrere la sua camicia lungo le braccia togliendola e scartandola insieme ai suoi abiti già sulla sedia. Prosegue portando le sue mani sui fianchi facendo fare alla maglietta la stessa fine. Non toglie mai gli occhi da lui, attento ad ogni possibile dubbio che lo possa attraversare, ma nuovamente non ne troverà, Dean desidera tutto questo così tanto.

Castiel lo spinge verso l’alto nel letto coricandosi sopra di lui, i suoi occhi azzurri lo stanno guardando come se fosse l’unica cosa reale al mondo in questo momento e Dean, per un secondo, si sente sopraffatto dalle emozioni che sente non essere solo le sue, e trema.
“Scusami Dean, non è facile reprimere la mia natura in questo momento. Non voglio farti sentire a disagio, io..” ma la mano di Dean copre la sua bocca.
“Stop Cas, posso sopportarlo, è tanto, è molto intenso ma è bellissimo. Tu sei bellissimo” e, così dicendo, tira l’angelo nuovamente sopra di lui. Sente l’eccitazione contro la sua coscia. Si sente bene con questa sensazione: L’idea di essere desiderato lo rende più audace e più rilassato, tanto da proseguire a spogliarsi arrivando alla sua cintura, slacciando tutto e cercando di trascinare via dal suo corpo i vestiti rimasti non volendo, però perdere il contatto con il suo compagno. 

Castiel capisce quello che Dean desidera quindi si solleva e aiuta entrambi a completare l’opera di svestimento. Adesso non c’è più nulla tra di loro e Dean sente la pelle di Cas così calda. Non aveva mai fatto caso al calore che emana il corpo del suo amante, si sente così bene, rilassato e al sicuro.

Le labbra di Cas sono sul suo collo, i denti adesso sono sul suo petto, e poi sul suo stomaco, fino a quando capisce a cosa sta mirando e quando, finalmente, le labbra esigenti dell’angelo avvolgono la sua erezione pensa seriamente di perdere la ragione. La bocca dell’angelo e calda perfetta ed è davvero tanto, troppo che non gli succede una cosa del genere. La sua lingua è morbida e perfetta, si rende conto che se non smette non resisterà ancora per più di qualche secondo.

Dean cerca di avvertirlo. Non vuole questo, almeno non così, ma l’altro è molto concentrato nel suo compito e prima di riuscire a fare qualcosa si rende conto che il suo orgasmo lo ha raggiunto forte e prepotente, come una piena che spezza una diga di paure e insicurezze e l’altro non si muove di un millimetro. Lo accompagna fino alla fine, per poi trascinarsi nuovamente sopra di lui, portando le sue labbra su quelle di Dean e baciandolo profondamente, come mai successo prima. 

E lui risponde al bacio perché è bello, perché è giusto, perché scopre di avere un nuovo kink, il suo gusto sulla lingua del suo amante.

Il cacciatore è stanco, spossato, non si ricorda di essere mai stato così  sfinito da tempo lontanissimo.

“Cas tu?”, chiede il cacciatore mentre le braccia del suo amante lo avvolgono stretto.
“Dormi Dean, non posso dirti che abbiamo tutta la vita davanti, ma sono sicurissimo che qualche ora, più tardi, ci sarà ancora concessa.” Così dicendo lo stringe più forte contro di sé e Dean finalmente sente di potersi lasciare andare ad un sonno, dopo tanto tempo, senza incubi. 
  
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