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Autore: lookatily    21/02/2020    1 recensioni
※Tutto il bene e l'amore faticosamente conquistato vola via in un attimo, nelle fiamme※ | Shu Sakamaki
◖Diabolik Lovers◗  
● Ho scritto questa breve storia semplicemente per raccontare una delle storie dei fratelli Sakamaki, questa volta è stato il turno di Shu tratto da "Diabolik Lovers" ●
Spero vi possa piacere♛ -I
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beatrix, Cordelia, Reiji Sakamaki, Shuu Sakamaki, Yuma Mukami
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Oggi vorrei raccontare una storia, una storia diversa da tutte le altre. La storia parla di un bambino, ma non un bambino qualsiasi, il suo nome è Shū. Shū è un vampiro, il primo genito di una famiglia nella quale successivamente sarebbero nati altri cinque fratelli. Era un bambino energico, capace di trasmettere allegria a chi gli stava intorno. Il suo essere energico e estroverso però non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata un'arma a doppio taglio. Suo padre era sempre assente, egli capeggiava su tutta la stirpe dei vampiri, era un uomo affascinante quanto meschino. Sua madre, donna molto intelligente e bella, fu subito colpita da quell'uomo che si era tanto impegnato per conquistarla. I piani del marito non erano sicuramente gli stessi della moglie, egli infatti si sposò con la donna solo per far ingelosire un'altra donna, una delle donne più desiderate dai vampiri per via della sua discendenza. Questa donna però non voleva dargli figli e per questo motivo l'uomo cercò di istigarla sposando un'altra donna dalla quale sarebbe nato Shū. La madre passò tutto il tempo di gravidanza alternandosi tra ansia, tristezza, agitazione, stress. Tutto ciò per colpa della crudeltà dell'altra donna, che tentava di sminuirla in qualsiasi modo. Cinque mesi dopo il concepimento, la donna partorì prematuramente il suo primo bambino, il quale nacque col peso minore di un kilogrammo. Durante la crescita del bambino nacque da sua madre un altro bambino che possedeva l'esatto contrario del carattere del fratello. Poi nacquero tre gemelli da suo padre e l'altra donna di dinastia superiore e ancora un altro da suo padre e la cugina di quest'ultimo. Tutti maschi. Shū ebbe vari divari con il fratello e i genitori. Era costretto a studiare per tutto il giorno, non aveva mai attimi di libertà, ogni giorno si sentiva sempre più soffocare il respiro che gli mancava dalla nascita. Nonostante tutto Shū sorrideva sempre, nulla gli avrebbe mai potuto togliere quel sorriso. Quella felicità irritava molto il fratello, e tutte le attenzioni che venivano concesse a Shū lo facevano sentire tagliato fuori da una famiglia alla quale non si sentiva appartenere. Shū un giorno, stufo di tutto e di tutti, decise di scappare, andare lontano, ribellarsi. Egli arrivò fino ad una via che collegava il mondo demoniaco al quale apparteneva al mondo mondano. Egli arrivò in una foresta, si era fatto buio, ed era disorientato. Quel giorno in quella foresta incontrò un bambino più piccolo di lui ma che fisicamente sembrava più grande. Egli gli offrì una mela e stette con lui tutta la notte. Sempre più spesso Shū usciva dal suo mondo per andare a trovare il suo nuovo amico, al quale andavano concessi anche gli appellativi di "primo amico" e "unico amico". Ogni pomeriggio tardi Shū riaccompagnava il suo amico al villaggio nel quale viveva e poi tornava a casa nel suo mondo. Per il fatto che lui uscisse di giorno non sempre veniva alla luce il fatto che lui fosse realmente uscito, dato che nel mondo dei vampiri notte e giorno si invertono. Solo il fratello si rendeva conto di tutte le volte che uscisse. Egli si rendeva sempre più conto della felicità del fratello, della felicità che a lui non era stata concessa, per questo ogni giorno coltivava sempre più odio nei confronti non solo del fratello ma anche della madre, la quale non lo degnava mai di uno sguardo. Apparte ciò egli la ammirava, la considerava la donna perfetta. Shū un giorno portò il suo amico ad una festa nel suo mondo, ma la festa non finì bene. Il così caro amico di Shū fu messo in ridicolo dal fratello e perciò egli scappò via imbarazzato. Shū successivamente si scusò con l'amico e tutto si riaggiustò. Poi arrivò quel giorno, quel giorno che segnò per sempre la vita di quel bambino tanto allegro e felice, di quel bambino spensierato e curioso, così curioso da essersi messo in contatto con il suo mondo opposto. Quel mondo per lui era fantastico, tutti erano felici, tutti erano liberi, tutti avevano tante persone intorno con le quali sorridevano. Quel mondo però quel giorno gli crollò addosso in un istante, un istante come quello in cui ci aveva per metterci piede. Era pomeriggio tardi e come suo solito Shū stava ri accompagnando il suo amico al villaggio, il suo amico col quale aveva riso, con il quale si era fatto male, con io quale si era divertito, con il quale aveva assaporato la libertà. Quel giorno il tramonto fu oscurato dalle nubi di fumo che si innalzavano al cielo. Il villaggio era in fiamme. L'amico di Shū subito decise di precipitarsi sul luogo, il luogo a cui apparteneva. Shū tentò di fermarlo, ma nulla, egli si disperse in quelle nubi di fumo ed egli rimase e guardarlo scomparire. In quel momento si pose la domanda "Ed io, a cosa appartengo?". Rimase li a fissare quell'incendio, quel fuoco che gli stava portando via tutto. Pensó al primo giorno in cui si erano incontrati, ripensò a quella mela che gli aveva offerto, rossa come il fuoco che gli si espandeva sotto gli occhi. La mattina quel fuoco si spense insieme a ciò che era Shū, insieme allo Shū allegro, ottimista, vivace, energico, felice. Quella fu l'ultima volta che i due bambini si videro. Shū non fu mai più quello di una volta. Non usciva più di casa, rimaneva sempre steso pigramente con un paio di cuffiette nelle orecchie, dalle quali suonava musica classica. Egli prima amava suonare il piano e il violino e sognava di diventare musicista, ma quei sogni si estinsero. L'unica cosa che riusciva a fare era dormire. Rimase traumatizzato, e in lui si manifestò una vera e propria fobia per il fuoco, per quel fuoco che gli aveva portato via l'unica cosa che lo faceva stare bene. Crescendo Shū cadde in depressione. Scoprì che colui che quella sera aveva appiccato l'incendio era stato suo fratello. Non gliene fece una colpa, non provò rancore nei suoi confronti, perché l'unica colpa alla quale pensava era la sua. Si tormentava, i sensi di colpa lo tormentavano, "Perché non l'ho fermato?" "Come ho potuto lasciare che tutto finisse così?" Ma la domanda peggiore che si poneva era "Come ho potuto affezionarmi tanto ad un umano?" Egli aveva sofferto e ancora soffriva per la vita di un umano. Tutti i vampiri uccidevano gli umani per il sangue, ciò era quello che gli era stato insegnato. Ma lui aveva fatto un'esperienza che nessun vampiro avrebbe mai potuto capire. Pensò che se anche quel giorno il suo caro amico non fosse morto, sarebbe stato triste per lui la perdita di tutti coloro a cui teneva, e nel caso avrebbe superato questo momento egli sarebbe comunque morto un giorno, invece lui aveva il crudele destino dell'immortalità. Quel giorno Shū si spense come il fuoco, insieme al suo migliore amico.
   
 
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