Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Zujane98    25/02/2020    0 recensioni
Jorah aveva un solo pensiero:ritrovarla. Tutto il resto non importava.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jorah Mormont
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Era scomparsa. Scomparsa e sola. O forse morta. Alcuni dicevano anche questo. In centinaia l'avevano vista cadere dalla schiena del drago per cadere chissà dove. Ma se davvero fosse morta una parte di me si sarebbe spenta e di certo me ne sarei reso conto. Quindi era viva. Doveva esserlo. Magari era ferita...sola e affamata. Ma Drogon avrebbe in qualche modo badato a lei, è la loro Madre come potrebbero mai farla soffrire, lei non lo farebbe mai." Sello' il cavallo quando il sole ormai era calato. Il caldo era comunque estenuante, l'umidità gli bagnava la pelle facendo intravedere i muscoli sotto la sottile camicia gialla. Ma questo sembrava non toccarlo minimamente. Diede un cenno di talloni e il cavallo iniziò la sua marcia. Chissà quanto sarebbe durata. Giorni, notti, settimane, non gli importava. Aveva tutto quello che gli serviva:un cavallo, una spada e in mente il ricordo del suo volto e la speranza di poterlo rivedere dal vivo e non solo con gli occhi della mente. La notte non era così buia, la luna piena illuminava il sentiero davanti a lui. Quando il sole iniziò a scalfire le tenebre diede comando al suo cavallo di andare più veloce e così lui fece. Gli zoccoli prestavano la terra arida lasciando dietro di loro una nube di polvere finissima, sembrava volassero. Erano uomo e cavallo ma in quel momento, come altre centinaia di volte prima, erano un corpo unico, l'uno capiva l altro con un minimo genno. "Sse si può provare questa sensazione cavalcando un ronzino chissà cosa significa stare sulla schiena di un drago. Ma mi accontento di questo, sono troppo vecchio per certe fantasie." Nel pomeriggio il paesaggio finalmente cambiò. Gli alberi, se pur pochi e radi, coloravano la terra marrone con qualche macchia di verde e giallo di tanto in tanto. Cercò una fonte di acqua e scese dal cavallo. Il ruscello era piccolo ma con abbastanza acqua da abbeverare un uomo esausto. Uni' le mani a formare una coppa e bevve. Dopo ore di caldo quello era il vino più buono e dolce che avesse mai bevuto. Si bagno' la faccia e il collo per scacciare per qualche minuto la polvere che si era attaccata su di lui. Non voleva riposare a lungo ma ne aveva bisogno. "A Daenerys non serviro' se perdo le forze prima di trovarla." E ormai le sue forze erano quasi allo stremo dopo le frustate che il suo padrone yunkai gli aveva fatto infliggere. La sua schiena era come una tela dipinta con lunghi tratti di un brutto color rosso viola. Se ci pensava sentiva male anche solo a respirare, ma ora non poteva pensare. Doveva solo continuare, cavalcare o camminare non faceva importanza, finché la forza ancora riempiva i suoi muscoli non si sarebbe fermato di certo per qualche ferita. Aveva imparato che la pelle guarisce ma l anima no. E non voleva più in soffrire in quel modo. Davanti a lui vide una distesa di erba. Arrivava fino alla staffa della sua sella. Comandò al cavallo di proseguire al passo, se ci fossero state buche rischiava di farlo azzoppare ed era l ultima cosa che doveva succedere. Il vento accarezzava ogni filo come le dita dolci delle madri fanno con i volti dei loro bambini. Un leggero lamento si muoveva a seconda di come le folate di vento passavano tra gli steli disegnando onde verdi che si agitavano. Il mare dothraki. Così lo chiamavano. Era già stato lì quando seguiva il Khalasar di Drogo, ma ora senza quelle migliaia di cavalli con i loro guerrieri, di donne con i loro bambini rumorosi sembrava un deserto senza fine. "Daenerys dove sei" disse a voce bassa, ma il vento raccolse quella sua richiesta e la portò tra l erba facendola risuonare come un grido di aiuto. Un brivido percorse il suo corpo ma l unica cosa che riuscì a pensare era se anche lei lo avesse sentito. Avanzò per ore in quella distesa verde. Senti' alcuni rumori farsi vicini per poi sembrare lontani chissà dove. Il vento giocava con lui. Chissà quanti altri uomini si erano persi in quel mare così infimo. Un altro suono arrivò alle sue orecchie, sembrava che qualcosa si stesse frantumando tagliando il cielo. Alzò lo sguardo e si paro' gli occhi con la mano per vedere meglio. Fumo. "è davvero fumo quello o è questo posto maledetto che mi sta facendo girare intorno! Se è fumo significa solo due cose:un Khalasar o un drago. Drogon? Se è drogon allora lei dev essere con lui.. Se invece è khal jogo sono morto non appena mi vedono." Non esito nemmeno un secondo sulla seconda possibilità. Sperono' il cavallo e iniziò a galoppare verso quella nube grigia. Non gli importava più delle buche o degli scherzi del vento. Corse. Volò su quelle onde come non aveva mai fatto. Il vento tra i capelli lo fece sentire vivo, ancora di più lo fece il pensiero di trovarla là con Drogon. Aveva il fiatone, il cavallo stremato quando finalmente si fermò. Era ancora distante almeno un miglio ma scese dalla sella per proseguire a piedi. I passi erano sicuri. Non sembrò esserci nessun pericolo, nessun guerriero dotraki nelle vicinanze. Drogon era coricato su una roccia grossa almeno due volte più di lui. Era in mezzo alla distesa come se fosse stata messa lì apposta. Non c entrava niente con quel luogo. Lasciò le redini dietro di sé e prosegui da solo. Non voleva che il suo cavallo fosse il prossimo pasto del drago. Non appena si avvicinò la creatura alzò la testa dal suo riposo e lo fissò. I suoi occhi sembravano pozzi d ori, le scaglie pietra nera scintillante al sole. Dalle sue narici uscirono due piccoli fuochi. Snudo' i denti. "Forse sarò io la sua prossima cena". Si guardarono negli occhi per un istante infinito, gli occhi del drago si riflessero in quelli dell uomo. L oro incontrò l azzurro, stelle e cielo. "Drogon sono io, sono Jorah... Lei dov è?" il drago piegò lievemente di lato la testa cercando di riconoscere quella voce, l aveva sentita decine di volte parlare con sua Madre. Drogon sembrò capire e si calmo' tornando al suo riposo senza far più caso a lui e a quello che stava cercando. Jorah avanzò verso la roccia e vide che in una delle venature della pietra c era una piccola insenatura. Lei era lì, coricata all, ombra della pietra. Sembrava una bambina. Piegata su se stessa, indifesa ai piedi di quella roccia enorme. Corse verso di lei. Si inginocchiò e le prese la testa tra le mani alzandogliela abbastanza per farla bere dalla sua borraccia . Le sue labbra erano secche e tagliate dalla sete. La pelle bruciata dal sole. I piedi piegati per il camminare. Non appena l acqua le toccò le labbra si risvegliero' da quel sonno di stanchezza in cui era caduta. I suoi occhi si aprirono piano. Loro erano rimasti come sempre:viola e lucenti. "Tu... Tu non... " disse con un soffio di voce. "Shh.. non parlare ora... Cerca di bere ancora un poco. Ma fai piano". Lei obbedi senza dire altro. Lui si bagno' un palmo della mano e piano le rinfresco' la fronte. Si sedette vicino a lei appoggiando la schiena alla pietra. Delicatamente adagio' la testa di Dany sulle sue gambe per farla stare un po' più comoda.  Dalla tasca tirò fuori un sacchetto di tela con della carne essiccata. Ne spezzo un piccolo pezzo con le mani e lo avvicinò alle sue labbra. "Prova a mangiare questa" "Non ho fame" "Provaci lo stesso ". Non appena senti il gusto gli tornò la fame e mangio il pezzo che jorah le aveva dato chiedendone altra subito dopo. Mangiò ma poco dopo la stanchezza riprese il sopravvento e i suoi occhi si chiusero. Si addormentò appoggiata con la testa alle gambe di lui quando ormai il sole stava calando. Lui rimase lì, quasi immobile per paura di svegliarla muovendosi. Con le dita le accarezzò i capelli dorati come per cullarla in quel sonno, voleva farle capire che ora non era più sola.
   
 
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