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Autore: EmilyG66    28/02/2020    1 recensioni
Dopo due anni dalla propria dipartita Facilier nota con piacere che niente sembra essere cambiato a New Orleans. I suoi “amici” dell’aldilà lo hanno liberato dalla prigionia, poiché senza di lui non riuscivano ad ottenere abbastanza anime, ed un nuovo patto è stato sigillato.
Lo stregone voodoo però non ha alcuna intenzione di passare tutta la vita al servizio degli spiriti Loa e troverà una scappatoia servendosi ancora una volta di Charlotte La Bouff.
Lei desidera ardentemente trovare il Vero amore che i suoi soldi non possono comprare ed essere riconosciuta come una principessa di qualsiasi genere, Facilier invece brama il potere e denaro a palate.
Non vi sembra il principio di un ottimo affare?
I personaggi non appartengono a me ma alla Disney.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlotte La Bouff, Dottor Facilier, Eli La Bouff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New Orleans quel giorno risuonava di un centinaio di suoni, dal jazz delle strade sino alle abitazioni private, dove uomini e donne facoltosi si apprestavano ad uscire di casa e salire nelle costose auto appena messe in moto.

La città era in fermento come al solito e piena di gente che svolgeva diverse attività.

Alcuni bambini giocavano a rincorrersi sul marciapiede, le donne aprivano le imposte dei piani alti e cominciavano a rassettare la casa, molti si dirigevano a lavoro ed altri a fare compere usufruendo di una delle cinque linee tranviarie del posto.

Seduti ai bar diversi uomini leggevano il giornale mentre le loro signore conversavano scambiandosi gli ultimi pettegolezzi e le auto e i mezzi pubblici marciavano sui ciottoli delle strade poco distanti.

La cittadina era variopinta, armoniosa e con un gradevole via vai di gente di ogni ceto sociale, razza o età. In poche parole: era viva.

Il sole splendeva alto nel cielo azzurro e distribuiva i suoi luminosi raggi sulla strada trafficata spargendoli lungo le vie, sui vialetti alberati, lungo il fiume e giù fino al bayou.

La luce del sole raggiunse anche il silenzioso cimitero, ora molto meno lugubre di quanto lo sarebbe stato una volta che fossero calate le tenebre.

Le lapidi erano tutte al loro posto e le tombe inviolate. Nessuno si sarebbe mai aspettato di scorgervi qualcosa di insolito, eppure una lapide che in precedenza aveva spaventato qualche marmocchio e fatto storcere il naso ai passanti per il “cattivo gusto” avuto nel realizzarla era misteriosamente tornata ad essere una semplice pietra senza più nulla scolpito sopra se non il nome dello sfortunato.

La sgradevole faccia piena di terrore non c’era più ma il nome “Facilier” vi era ancora inciso come un monito, prima o poi sarebbe tornato in quel luogo definitivamente e la tomba l’avrebbe riaccolto.

 

Spostiamoci in una zona un po’ più briosa e svoltiamo l’angolo per entrare nel negozio a lungo trascurato del dottor Facilier.

L’aria era stantia, polvere e ragnatele ricoprivano gran parte degli oggetti presenti al suo interno e non filtrava un raggio di luce.

Era un miracolo che nessuno avesse rivendicato l’immobile dopo l’inattività durata per ben due anni.

Comunque, il nostro stregone era indaffarato per dare al proprio luogo di lavoro un aspetto migliore.

Non che disdegnasse polvere e ragnatele, le quali conferivano all’ambiente quell’aspetto mistico e ricercato, ma sarebbe stato impossibile ricevere clienti a quel modo dato che lo stesso stregone non riusciva a respirare.

Per prima cosa aveva spalancato porta e finestre rimuovendo i tappeti e le tende, dopodiché si era premunito di pulire il tavolo dove avrebbe tenuto nuovamente le sue sedute.

Successivamente aveva preso la scopa e si era dato da fare.

Era così umiliante, non aveva soldi neanche per pagare un ragazzino per pulirgli il negozio ed anche se li avesse avuti non avrebbe gradito affatto che qualcuno mettesse le mani dove non doveva.

Spazzava alla bell’e meglio tutto lo sporco oltre la porta trascurando qua e là qualche angolino.

Fisicamente l’uomo ombra non era cambiato affatto, il suo aspetto non era invecchiato, indossava sempre gli stessi abiti scuri, lo stesso cappello ed il consueto bastone. In quanto nobile da parte di madre.

Gli spiriti erano stati molto chiari con lui: sarebbe rimasto in quel mondo fintanto che avesse fornito loro anime molto spesso, altrimenti…

Facilier rabbrividì e quasi gli cadde di mano la scopa mentre ricordava com’era il mondo dall’altra parte.

No, molto meglio dove si trovava ora.

Allontanò quei pensieri e continuò diligente il proprio operato, almeno aveva ancora la sua ombra ad aiutarlo.

 

Lo stregone aveva profumato la stanza con un incenso rimasto dall’ultima seduta e adesso, mentre bruciava in un contenitore rotondo con il coperchio forato su uno scaffale, l’odore di abbandono del locale era stato soffocato da quest’ultimo.

Guardandosi in torno gli occhi viola dell’uomo si posarono sul pianoforte con evidente desiderio. Avrebbe volentieri suonato un po’ per rilassarsi in onore dei bei vecchi tempi, ma prima avrebbe dovuto accordare lo strumento.

-Ehilà! -irruppe all’improvviso una voce maschile, roca e amichevole.

Il dottore congelò sul posto.

Un cliente?

Non ricordava dove avesse già sentito quella voce ma era certo di conoscerla.

 

Non aveva messo piede fuori dall’emporio dal suo ritorno e non era affatto preoccupato per quello che avrebbe potuto pensare la gente del posto vedendolo ricomparire così dal nulla.

Sapevano fin troppo bene che era strano e misterioso, non aveva certo una buona reputazione. No, Facilier era più intimorito che il principe da strapazzo e la cameriera avessero parlato e che egli sarebbe finito presto in prigione.

-C’è nessuno in negozio? -domandò ancora una volta gentilmente la stessa voce facendosi più vicina.

-Sto arrivando. -disse lo stregone nascosto da un guazzabuglio di oggetti poco distante dall’ingresso.

Ad un gesto del capo la sua ombra smise di sistemare gli scaffali e ritornò al proprio posto sotto i piedi del bokor.

Con calma apparente egli si sbarazzò della scopa lanciandola da qualche parte, si aggiustò addosso il giacchetto stirandone le invisibili pieghe ed inclinò leggermente l’alto cappello riprendendo in mano il proprio bastone.

Fece esattamente tre passi verso la porta prima di fermarsi colto alla sprovvista.

Sulla soglia dell’umile emporio si era appena palesato forse l’uomo più ricco di tutta New Orleans.

Elijah La Bouff soprannominato “Gran Papà”.

-Eccoti qua! L’uomo ombra giusto? -domandò l’omone con un gran sorriso.

La sua figura occupava gran parte della porta e Facilier si chiese come fosse riuscito a passarvici. Il pancione prominente era nascosto da un gilet verde ed indossava un completo costoso color bianco panna.

Lo guardava con insensata benignità, gli occhi azzurri sembravano sorridere anch’essi e destabilizzarono per un momento lo stregone che tuttavia si riprese subito.

-Monsieur La Bouff che piacevole sorpresa! Enchanté, si toglie il cappello il dottor Facilier. -fece con tono affabile l’uomo ombra recitando la stessa frase in rima con cui era solito presentarsi.

Sollevò dunque il cappello per qualche secondo dopodiché, per via dei suoi voluminosi capelli sempre in disordine, lo rimise immediatamente.

L’uomo lo prese subito in simpatia.

-Oh oh! Molto bene, detto fra noi: speravo di trovarla ancora in giro. -disse Gran Papà avvicinando la mano al viso per celare le parole ad inesistenti orecchie indiscrete -Sapete, sono stato al cimitero a trovare mia moglie e ho visto la vostra lapide. Ero un po’ preoccupato a dire il vero. -ammise il ricco signore impettito portando entrambe le mani a stringere leggermente i risvolti della giacca.

Sembrò poi riflettere e piegandosi verso Facilier aggiunse dubbioso: -Non sarete mica resuscitato spero. -

Lo stregone stirò appena il falso sorriso che aveva stampato in faccia e si appoggiò al bastone. In verità era andata proprio così.

 

Dal suo comportamento il bokor dedusse che il ricco uomo non era ancora a conoscenza del fatto che proprio lui, due anni prima, avesse architettato il falso matrimonio di sua figlia e tentato di ucciderlo.

Davvero molto vantaggioso.

-Oh no, no, no. Era solo uno scherzo di pessimo gusto di alcuni vecchi amici, ero andato fuori città per un po’. -negò sollevando una mano.

Elijah espirò sollevato.

-Bene. Parliamo di affari. -continuò sfregandosi le mani. -Posso sedermi? -domandò indicando una delle due sedie intorno al tavolo.

-Vi prego. -rispose lo stregone servizievole inclinando il capo ed indicando la seduta.

Schioccò le dita e la porta si chiuse con un colpo sordo facendo sobbalzare il suo ospite.

Le luci si accesero e commentando con un “Impressionante” l’uomo in carne si sedette. Poco dopo schizzò in piedi.

-Ohi! Credo di essermi punto con qualcosa. -confermò massaggiandosi una natica con la mano destra e piegandosi per ispezionare la sedia con lo sguardo.

Facilier gli si accostò proprio quando La Bouff, scovato il colpevole, emise un versetto vittorioso mostrando lo spillo allo stregone. Questi lo esaminò per un momento dopodiché lo prese e lo ripose nel taschino interno della giacca.

-Siete un uomo molto fortunato, lo spillo che vi ha punto è di colore verde. Simboleggia il denaro ma sfortunatamente perché faccia effetto deve infilzare una bambola, non voi. -decretò con elegante ironia lo stregone facendo il giro del tavolo e sedendosi al proprio posto.

-Ah ah, beh l’imbottitura c’è sempre. -confermò divertito a sua volta Gran Papà battendosi il pancione e posando nuovamente il didietro sulla sedia.

-Cosa posso fare per l’uomo più ricco della città che ha già tutto? -chiese il bokor umilmente.

Mentre diceva ciò incrociò le lunghe gambe e poggiò un gomito sulla tovaglia gesticolando con l’altra mano.

-Dunque, io voglio che lei intrattenga i miei ospiti alla cena di domani sera. -rivelò il ricco uomo andando dritto al punto.

Facilier non se lo aspettò.

-Le dispiacerebbe ripetere? -domandò.

-Ma certo. -rispose La Bouff mettendosi più comodo.

-Desidero ingaggiarla. Vorrei che lei lavorasse per me domani sera, sempre se per lei non è un disturbo. Ho appena concluso un affare molto vantaggioso e modestamente ho sempre dato delle feste meravigliose, tutti si aspettano qualcosa di insolito e sorprendente quest’anno ma sono a corto di idee. -ammise -Ho provato di tutto: trapezisti, mangiatori di fuoco, ballerini, attori di teatro, animali addestrati ecc… - continuò a dire picchiettando un dito sul palmo della mano sinistra mentre elencava.

-Capisco… - confermò lo stregone massaggiandosi il mento e mascherando la propria soddisfazione.

Che branco di idioti e di dilettanti” pensò.

-Allora? -volle sapere Gran Papà.

Facilier decise di tenerlo un po’ sulle spine per puro gusto personale ed iniziò a recitare la parte dell’uomo pieno di impegni.

-Hm...dunque vediamo. Con così poco preavviso...dovrei spostare qualche seduta ma……sì. Sì penso proprio di potere domani. -confermò infine.

-Perfetto! -esultò l’omone.

-E...il compenso? -domandò allora il bokor molto più interessato sfregando le dita della mano destra.

Nei suoi occhi violetti c’era una lucentezza sinistra che l’altro non colse.

-Dunque, penso che un prezzo onesto sia...- Elijah interruppe la frase di proposito chinandosi per sussurrare allo stregone la cifra allo strambo orecchio.

Quest’ultimo sgranò gli occhi, la sua ombra sembrò fremere e guardando il grand’uomo scostarsi il dottore si chiese mentalmente se fosse serio.

-Solo...per “fare i miei giochetti” e predire il futuro a tutti i suoi invitati? -ripeté incredulo.

Erano parecchi dollari quelli che gli aveva promesso, lui non aveva mai posseduto una tale quantità di danaro.

Il signor La Bouff fraintese il suo tono. Forse non era abbastanza…che sciocco, certo che non era abbastanza! Il voodoo era una cosa impegnativa e magica, lui non poteva che comprarne una minima parte.

-Non bastano? Sa che le dico, lei ha perfettamente ragione. Aggiunga pure uno zero e la chiudiamo qui. D’accordo? -domandò con un sorriso pur sempre gentile.

Quel signorotto era infinitamente generoso...fin troppo generoso!

Ripresosi dalla sorpresa il dottore sorrise accattivante allungando una mano.

-Andata. Abbiamo un accordo. -confermò subito stringendo la mano di Elijah il quale si alzò molto grato per ricambiare con una vigorosa stretta.

-Allora ci vediamo domani sera, mi raccomando non faccia tardi. -lo salutò poi l’uomo incamminandosi verso l’uscita.

-No di certo. -affermò Facilier.

Lo accompagnò alla porta ma poco dopo che Gran Papà ne ebbe varcato la soglia si fermò, guardò l’insegna del negozio e si voltò nuovamente verso lo stregone incuriosito.

-Mi tolga una curiosità, perché dottore? Lei non è un vero dottore, o mi sbaglio? -domandò legittimamente.

Lo stregone sorrise ampiamente sollevando appena le spalle.

-Che posso dire, risolvo i problemi della gente... -

-Proprio come un dottore. -concluse per lui il ricco uomo sorridendo all’ironia.

Il bokor annuì.

-Esatto. Au revoir. -disse educatamente, e con un cenno rispettoso del cappello la porta si chiuse lentamente da sola.

Gran Papà lasciò il vicolo di buon umore avanzando baldanzosamente, Facilier invece si gettò su un vecchio divanetto rosso sistemano momentaneamente in un angolo della stanza e coperto sino ad allora da logore coperte.

Si massaggiò le tempie con la mano destra stanco ma soddisfatto dell’affare appena stipulato, un sorriso si fece largo sul suo viso. Entro domani avrebbe ricevuto una piccola fortuna e qualcun altro avrebbe ripulito l’emporio per lui.

Le cose cominciavano a girare per il verso giusto una volta tanto.

  
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