La fiducia di Camille intanto stava cominciando a
scemare. E se Becky avesse avuto ragione e Mr F. fosse stato trattenuto da un
contrattempo? Anche se le avesse scritto per avvisarla, la lettera non sarebbe
arrivata in tempo e Camille non osava pensare a cosa sarebbe successo se la
missiva fosse stata recapitata nelle mani di sua madre.
La musica improvvisamente superò il volume delle
chiacchiere e per un attimo Camille ne restò spaesata. Come al solito, si era
persa nei suoi pensieri al punto da dimenticarsi dove fosse e persino chi
fossero coloro che le erano stati presentati, ma che ora le parevano solo
sconosciuti che le roteavano intorno muovendosi nella calca. Non le succedeva
spesso, di solito era attenta alle nuove conoscenza, ma questa volta i suoi
pensieri erano volti in tutt'altra direzione e perciò si sentì confusa e presa
in contropiede quando un uomo s'inchinò verso di lei. Doveva essere uno di quei
gentiluomini che le avevano presentato poco prima, ma, appunto, era stata
distratta e ora non restava che fare buon viso a cattivo gioco.
«Mi concedete questo ballo Miss Morgan?»
Le altre persone attorno a lei la guardavano in
attesa. Avrebbe fatto una pessima figura se avesse rifiutato quel gentile
invito, a maggior ragione per il fatto che non ricordava minimamente come si
chiamasse il suo cavaliere. Avrebbe voluto tenere tutti i balli liberi per il
suo Mr. F. ma sarebbe stata un'infrazione troppo grande all'etichetta e
comunque non sarebbe mai arrivato in tempo per quel ballo, che stava per
cominciare.
«Con piacere».
Becky le rivolse un sorriso d'incoraggiamento e
Camille offrì la sua mano a quella del giovane, che la condusse all'estremità
delle due lunghe file di dame e cavalieri affrontati. Era una contraddanza con
molti scambi e forse non c'era nemmeno
bisogno di fare molta conversazione.
«Sono solo un modesto ballerino» disse il suo
accompagnatore spezzando sul nascere la sua errata conclusione. «Ma sono
davvero felice che lei abbiate accettato il mio invito».
Camille rivolse un sorriso cortese all'uomo, che soltanto
adesso guardò con più attenzione. Poco più alto di lei, aveva un viso
mediamente affascinante, uno di quelli che passa inosservato, se non lo si
osservava attentamente. La sua voce gentile e delicata contrastava con la
tensione dei movimenti, anche se si sforzava di apparire rilassato. A quanto
pare nemmeno lui era lì di sua volontà, forse si era sentito in dovere di
invitarla per qualcosa che era stato detto in precedenza e si pentì ancora una
volta di non essere stata più attenta qualche minuto prima.
«Nemmeno io sono bravissima» gli rispose con un
lieve sorriso. «E per ripagare la vostra sincerità, vi confesso con evidente
franchezza che i miei successivi balli sono già stati impegnati da un'altra
persona».
Camille lo notò irrigidirsi ancora di più, forse non
era solo il ballo che lo rendeva inquieto, magari c'era qualcos' altro.
«Siete... impegnata Miss Morgan? No, perdonate la
mia invadenza non avrei dovuto chiederlo, vi faccio però le mie
congratulazioni. Chiunque sia il fortunato, per riservargli tutte le danze,
deve essere un impegno di natura definitiva»
«Vi ringrazio» rispose Camille non riuscendo a
capire perché l'espressione del suo cavaliere si fosse improvvisamente
rattristata. «Mi auguro che anche voi possiate incontrare una persona che vi
rubi cuore e anima».
«In realtà credevo di averla incontrata, ma adesso
ho timore di dichiarare apertamente ciò che provo».
Quelle parole pronunciate con ardore, resero
diventare immediatamente simpatico a Camille il suo cavaliere. Cominciò a
guardarlo con occhi diversi, perché una persona innamorata non poteva essere
più affine a lei in quel preciso momento.
«E perché mai dovreste avere timore? Ogni signorina
amarebbe sentire dichiarazioni d'amore sincere e dettate dal cuore. Cosa vi
frena? E perché state ballando con me in questo momento, se dovete dichiararvi
a un'altra?»
Lui non rispose subito e Camille si pentì d'essere
stata così esplicita. Non stava facendo una bella figura, soprattutto
considerando il fatto che non si conoscevano affatto. Aprì la bocca, pronta a
scusarsi del suo pessimo atteggiamento, ma il suo accompagnatore fu più veloce.
«L'autostima che nutro verso me stesso è scesa
moltissimo da quando l'ho vista, perché lei è davvero superiore a ogni mia
aspettativa. Ne ho avuto dimostrazione quando mi ha visto, ma non mi ha
veramente guardato. Evidentemente si aspettava di meglio e, senza saperlo, mi
ha confermato che non sono affatto la persona che lei vorrebbe.
Avevo stupidamente pensato che avrebbe capito subito,
una volta che le fossi stato di fronte, la mia identità, perché mi conosce
intimamente e profondamente. E invece sono restato deluso, anche se una parte
di me l'aveva già previsto. Ballare con lei era l'unico modo che avessi per
poter passare del tempo insieme. Non voglio sprecare ulteriormente il vostro
tempo Miss Morgan, perciò vi chiedo scusa e vi auguro miglior fortuna».
Un leggero inchino, con la testa bassa come se non
riuscisse neppure a sopportare la sua vista e il suo accompagnatore stava già facendo
un passo indietro per allontanarsi da lei.