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Autore: NeveDelicata    04/03/2020    5 recensioni
...Il sole finalmente abbracciava la luna, ma quell’eclissi non sarebbe durata un istante ma tutta la vita....
Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arthur Butman, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.


 
Abel gli aveva posato la sua fraterna mano sulla spalla chiedendogli “E tu Arthur, sei felice?”.
Un “Sì” autentico o forse solo pieno di stanchezza, del bisogno di riposo dopo tanta sofferenza, solitudine, amarezza, gli era uscito dalle labbra.
Arthur doveva ricostruire il suo mondo e poi pensare al resto, di certo non a quella frase, detta da suo fratello, “A proposito volevo darti una notizia. La figlia di Dangering, Maria, è andata ad abitare da una sua parente fuori città”.
Lui aveva risposto “Davvero non lo sapevo. Mi auguro che sia veramente felice”, come se non importasse al suo cuore.
Invece, lui aveva voglia di rivederla.
Per questo motivo era là per trovarla, annunciato alla fanciulla come un vecchio amico di famiglia, che presentava le sue condoglianze per il lutto di suo fratello Irwin.
La tutrice di Maria che la scortava per condurla in salotto alla presenza di Arthur vestiva interamente di un nero cupo, dall’abito al frangiato scialle di lana a tessitura fitta, con solo un fermaglio d’argento sui capelli raccolti in ciocche.
Maria, vestita in lutto, pur di viso slavato, sicuramente corrotto dal pianto, offuscata negli occhi dalle lacrime, apparve bella come l’immagine di un quadro d'encomiabile artista, piena di grazia e leggiadria.
La tutrice discreta non parlò, lasciandoli soli, l’unica accortezza nel lasciare semi aperta la porta come volevano le circostanze per una fanciulla in età da marito.
Lui rimase letteralmente incantato nel vederla, quanto lo fu lei, realizzando fosse lui.
“Cai..n” non riuscì a frenare l’affetto che solo lei provava verso quel nome, ma dominò la voce per non ripeterlo, mentre correva ad abbracciarlo: un gesto spontaneo che lo mise al riparo dal possibile rancore di Maria per la perdita di un fratello che anche a lei aveva probabilmente fatto del male.
Lui la raccolse tra le sue braccia, l’avvolse volendo proteggerla dal mondo, sfiorando con i suoi capelli quelli di lei, in un gesto tenero. Pensandoci, l’unico gesto spontaneo che era permesso loro; di cui nessuno dei due aveva mai avuto vergogna. Perfino nel ricordo di averlo manifestato, perché non era mai stato finzione.
“Dovevo impedire tanta cattiveria” un rammarico sofferto nella voce di Maria.
“Dovevo portarti con me” ammise lui. Lei aveva aiutato la sua fuga ma lui non l’aveva invitata a seguirlo.
Il loro abbraccio si fece più stretto, d’una tenerezza senza eguali.
“Maria” la nominò lui, in quel nome tutto il suo amore, una parola che solo quel nome riempiva di vero significato.
“Arthur” disse lei, guardandolo beata come se volesse rivendicare quel nome e farlo suo per sempre. Un nome vero. Il solo nome che per lei aveva valore.
Focalizzati l’uno nell’altra, il mondo accanto a loro non esisteva più e più non aveva importanza.
Arthur si sporse solo di poco verso di lei, quanto lei si alzò per raggiungerlo e, le loro labbra si sfiorarono;  a poco a poco, presero coscienza l’una dell’altra, congiungendosi.
Il sole finalmente abbracciava la luna, ma quell’eclissi non sarebbe durata un istante, ma tutta la vita.


 
NdA: Dedico questa mia breve fanfiction alla mia cara amica Sissi1978 - Spero ti piaccia. 
   
 
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