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Autore: Trilla    06/08/2009    9 recensioni
Gola, Accidia, Superbia, Avarizia, Lussuria, Ira, Invidia. Sette peccati, sette capitoli, sette storie diverse. 1-Gola 2-Accidia 3-Avarizia 4-Invidia 5-Lussuria 6-Superbia
Genere: Malinconico, Horror, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sette peccati:

Accidia

Ora vi racconterò una fiaba che le mamme di qualche tempo fa usavano per far lavorare i propri figliuoli. Ma forse è meglio, visto che questa è una fiaba, che incominci a narrare dicendo...

C'era una volta, in un paese della Russia, un re molto pigro. Gli abitanti del suo regno lo chiamavano Re Fannullone, deridendolo.
Giravano molte voci sulla sua proverbiale pigrizia, in città: ad esempio, si diceva che al matrimonio del fratello minore egli avesse declinato l'invito dicendo "Fratello mio, sono stanco, perchè non vieni a sposarti qui da me?", suscitando l'ilarità della propria corte.
Un'altra voce, più macabra, raccontava della defunta moglie del re e del modo in cui era morta. Si diceva che la regina stesse sistemando dei fiori nei vasi sul balcone della torre più alta del castello; il re, nel frettempo, leggeva svogliatamente un libro sdraiato su un divano. Improvvisamente la regina lanciò un grido e il re, allarmato, andò alla finestra, alzò lo sguardo per vedere da chi proveniva l'urlo e con orrore scoprì la moglie che si teneva aggrappata alla ringhiera del balcone. Il re chiamò un valletto e gli disse di andare a chiamare le guardie e di recarsi immediatamente all'ultimo piano della torre più alta per salvare la sua sposa. Il valletto corse più veloce della luce e, arrivato al piano terra, chiamò i soldati che, veloci anch'essi come lampi, corsero su per le scale; passarono anche per il piano del re, che continuava a rimanere affacciato alla finestra. Quando arrivarono all'ultimo piano, le guardie e il valletto si affacciarono al balcone: la regina, ormai, giaceva a terra in una posa innaturale, con l'osso del ginocchio della gamba destra in fuori e un'aureola di sangue intorno ai riccioli biondi. Ai funerali il re pianse, poichè egli era pigro ma non senza cuore; tuttavia i suoi sudditi non lo rispettarono più da allora in poi, pensando che se il loro re, invece di mandare a chiamare guardie e valletto, si fosse precipitato su avrebbe salvato la regina.
Tuttavia girava un'altra versione dell'accaduto, la meno accreditata e forse la più veritiera: la regina soffriva da tempo di depressione a causa della perdita di un figlio, così si recò sulla torre più alta e si gettò da essa. Probabilmente il re stava davvero facendo altro in quel momento, forse assistì alla scena e chiamò le guardie, ma certamente non si recò lui di persona a salvarla.
Queste però erano solo voci, e nessuno avrebbe mai saputo la verità dato che il re non voleva ricordare quel triste evento.
In quei tempi i regni vicini erano sconvolti dai saccheggi ad opera di un consistente esercito di stranieri, barbari dai capelli neri e i turbanti venuti dalla Turchia con l'intenzione di conquistare la Bretagna. Fu così che il fratello del Re Fannullone chiese di essere convocato per parlare di questi barbari:
-Fratello mio, dobbiamo allearci e combattere contro di loro prima che arrivino qui!-
-Ma no, fratello!- ribattè il Re Fannullone che non aveva alcuna voglia di scendere in campo -Non è detto che questi barbari continuino a devastare la nostra terra. Potrebbero benissimo decidere di spostarsi...-
Il colloquio terminò pochi minuti dopo. Il Re Fannullone non voleva sentire ragioni, così il fratello rinunciò a combattere da solo.
"D'altronde" si disse il Re Fannullone "chi non preferirebbe restarsene a casa propria in panciolle, piuttosto che scendere in un campo di battaglia e togliere delle vite?". Così usava discolparsi il sovrano, in genere...
Arrivò però un brutto giorno. Circa due settimane dopo la sua visita, il regno del fratello del re venne devastato; il re mandò allora un servo per farsi dire che cosa ne era stato di suo fratello e della sua famiglia e in che condizioni era la città.
-Maestà, una cosa terribile!- annunciò il servo in preda all'orrore, quando fu di ritorno -Le case della città sono quasi tutte bruciate! Gli uomini sono stati mutilati dei loro arti, mentre alle donne è stata tagliata la testa! Tutti i neonati e i bambini della città sono stati accatastati in una montagna di corpi bruciati! E vostro fratello e la sua famiglia sono stati impalati davanti al palazzo reale. Vostro fratello era il più in alto e il suo palo era ricoperto d'oro; sua moglie era ricoperta di miele e gli insetti le divoravano la faccia; al figlio maggiore è stato reciso un braccio e perdeva sangue; il figlio minore era ancora vivo quando sono arrivato. Scivolava sempre più giù sul palo, che era stato unto di olio per facilitare la discesa, e si graffiava la faccia dal dolore. Purtroppo è morto poco dopo...-
Il re iniziò a piangere e ordinò ai suoi sudditi di vestirsi a lutto per il fratello per una settimana. Lo stesso giorno, uno dei ministri si fece avanti e chiese al re di viaggiare il più in fretta possibile a Roma, per chiedere aiuto alla chiesa cristiana di scacciare gli infedeli turchi. Ma il Re Fannullone rispose:
-Mio buon ministro, se lasciassi il mio paese adesso i barbari attaccherebbero! Non vorrai che lasci la capitale incustodita, vero?-
Il ministro dubitava, conoscendo la natura del suo sovrano, che la ragione fosse questa.
Il sesto giorno di quella settimana di lutto i barbari attaccarono.
Il loro capo era un uomo fiero e coraggioso. La sua crudeltà era citata nei libri e suscitava tra i suoi sudditi un misto di rispetto e timore, poichè sapevano che egli puniva dolorosamente chi commetteva dei crimini, e sapevano anche che era un uomo facile preda della rabbia. Era forse la nemesi del Re Fannullone, poichè scendeva sempre in battaglia con i suoi uomini, sempre il primo tra le sue fila, pronto ad abbattere i nemici e i suoi uomini codardi se voltavano la schiena alla battaglia.
A cavallo del suo arabo bianco, puntò la sciabola contro la città e gridò ai suoi uomini:
-ABBATTETELA!-
I soldati oltrepassarono il loro comandante e attaccarono.

**************************************************************
Il Re Fannullone strisciò sanguinante fino all'uscita del palazzo. I turchi avevano attaccato presto, troppo presto. Sarebbe dovuto andare a Roma a chiedere rinforzi, come il ministro gli aveva consigliato; a proposito del ministro, egli era nella sala del trono, un'ascia gli aveva reciso una parte della faccia e aveva tagliato a metà il bulbo oculare sinistro.
Il re si era slavato per miracolo. Guardò il alto, verso il cielo... e si sdegnò: come poteva quel cielo che assisteva alla disfatte della sua città essere così blu? E con quelle vezzose nuvole bianche, poi! Neanche il fumo degli incendi sembrava oscurarlo un po'...
Ancora a terra, si trovò improvvisamente faccia a faccia con degli stivali neri. Alzò ancora lo sguardo... e vide il suo carnefice.
Il capo dei turchi sorrideva, si sarebbe potuto dire, bonariamente. Chiuse gli occhi, sospirò, si stiracchiò le braccia e poi si guardò intorno soddisfatto.
-E' una bella giornata per una battaglia, vero?- chiese al re ai suoi piedi, senza guardarlo direttamente. Questo pensò che forse quel barbaro gli avrebbe risparmiato la vita; dopotutto, non sembrava poi così malvagio.
-Sei in grado di alzarti?- gli chiese ancora il turco.
-Sì, credo...- rispose il re sempre più speranzoso.
-Ah!- sbottò il comandante. Teneva nella mano destra la sua sciabola ancora grondante di sangue -Allora impugna la tua arma e combattiamo.-
Il re spalancò gli occhi impaurito e non osò muoversi da terra. Egli aveva un'arma, la portava sempre con sè: una spada dall'impugnatura d'oro, che però non usava oramai da anni!
-Ma... ma non vorrai combattere contro di me, che sono ferito così!- e accompagnò le parole ai gesti mostrando la schiena decorata di un lungo taglio. Ma il turco rise malignamente e rispose:
-So bene come ti sei procurato quel taglio, perchè l'uomo che ti ha colpito mi ha informato...- la sua voce, dapprima calma ma tonante, divenne sprezzante e disgustata -Sei scappato via, hai voltato le spalle! Sei un vigliacco!- e senza preavviso affondò la sciabola nella spalla destra del re, che gridò di dolore.
Il comandante turco chiamò e i suoi uomini e disse loro:
-Ceniamo qui stanotte! Preparate i pali...-
I soldati preparano un lungo palo sotto ordine del loro capo e lo cosparsero di olio. Poi vi incisero sopra delle tacche, al fine di aumentare il tempo dell'agonia della vittima rallentando la sua discesa; dopodichè si fecero portare il re, che aveva continuato a giacere sofferente.
I soldati lo fecero sdriare con la pancia a terra, gli legarono le mani dietro la schiena con una corda e la assicurarono a ciascuna delle caviglie dell'uomo, cosicchè quando tirarono le funi le gambe si divaricarono.
Quattro uomini sollevarono orizzontalmente il palo: era largo alla base e molto sottile in punta, dove era rivestito da una piccola copertura di metallo smussata. L'appoggiarono su due grossi cilindri usati come rulli per farlo scorrere.
Il re gemeva; non era molto cosciente di quel che gli stava succedendo, il dolore lo annebbiava. Senti qualcuno, sicuramente uno di turchi, che si inginocchiava dietro di lui e tagliare la stoffa dei calzoni in mezzo ai glutei. Si chiese quale orribile atto di violenza volessero infliggergli, quegli infedeli, ma non ebbe il tempo di darsi una risposta che un dolore acutissimo lo sovrastò. Senti l'ano bruciare ed ebbe l'impressione che la sua persona stesse per spaccarsi a metà, quando sentì un forte colpo e la cosa appuntita fini ancora più in profondità toccando l'intestino.
Il re urlava, piangeva, chiedeva pietà, la schiena era inarcata come quella di un delfino. Per far entrare il palo del corpo dell'uomo, uno dei soldati più robusti si era armato di un grosso e pesante martello e dava ripetuti colpi di mazza al palo; nel frattempo diceva agli uomini che tenevano la fune a cui erano legate le caviglie del re come tirarle, in modo tale che il suo corpo fosse nella posizione giusta per non dilaniare gli organi vitali.
Il re smise di urlare al terzo colpo. L'aria gli serviva solo per respirare perchè il palo appuntito aveva lacerato gli intestini. Non sapeva più neanche chi era, sentiva solo quel maledetto e atroce dolore che faceva pulsare tutto il suo corpo, anche se la parte che maggiormente gli doleva era l'ano che si allargava sempre di più mano a mano che il palo entrava.
Una protuberanza gli si formo sulla spalla destra, segno che l'asta era arrivata fino a lì e che doveva uscire in qualche modo: non si ebbe bisogno di incidere una croce sulla spalla, per prendere la mira, poichè si intravedeva, tra il sangue e i lembi di carne strappata, la punta di metallo del palo. Ancora due colpi e l'asta fuoriuscì dalla scapola del re, schizzando un po' di sangue su un soldato lì vicino (che si lamentò sonoramente) e lacerando la carne e la pelle.
Nel frattempo il capo dei turchi si era fatto imbandire una tavola davanti al palazzo, circondato da uomini e donne impalati. Rimaneva uno squarcio tra tutte quelle vittime, riservato al re che stavano portanto i soldati. Piantarono l'asta proprio davanti al banchetto del comandante turco.
Il re cominciò lentamente a scivolare verso la base del palo; il sangue gli colava dalla bocca, dall'ano e dalla spalla. Vide il turco mangiare la propria cena di gusto, incurante del fetore che emanavano i corpi dilaniati degli impalati. Ad un tratto questo si rivolse al re alzando una coppa di vino e dicendo:
-Brindo a te, Re Fannullone. No, anzi! Brindo alla tua pigrizia, che mi ha permesso di vincere questa battaglia. In effetti, il risultato non sarebbe stato lo stesso se ti fossi alleato con quel regno che abbiamo conquistato una settimana fa, o se avessi chiamato aiuti dalla vostra chiesa...-
Fu l'ultima cosa che il re sentì. Non abituato al dolore, vomitò un'ultima volta sangue e, roteando gl'occhi, morì.
Il comandante turco bevve un lungo sorso di vino, si pulì i baffi con un tovagliolo e poi aggiunse malinconicamente, guardando le nuvole bianche sopra di sè:
-Come vorrei che tutte le mie conquiste avvenissero sotto un cielo così blu!-




Ma il cielo è seeempre più blu! Non so come mai, ma ho trovato tantissimi spunti comici per questa storia. Sapete quando il capo dei turchi grida ai suoi uomini "Abbattetela!", rivolto alla città? Ecco, lì all'inizio avevo pensato di scrivere:
A cavallo del suo arabo bianco, puntò la sciabola contro la città e gridò ai suoi uomini:
-THIS IS SPARTAAA!-

Ok! Basta con le scemenze XD Ecco un altro peccato: l'accidia, la pigrizia! Aaah, Dio solo sa quanto ne soffro! Ma lasciatemi ordunque (influenzata dallo stile di scrittura fiabesco...) alcune cosette su questa novella:
1) All'inizio ho collocato il regno del re in Russia. Forse, alcuni di voi (quelli che si divertono con la settimana enigmistica) hanno notato che non ho chiamato il re Zar, nonostante ci si trovi in Russia. E' presto detto il perchè non l'ho fatto: il termine Zar, da come spiega Wikipedia, fu usato per la prima volta nel 1700 e qualcosa ad opera di un imperatore per definire la sua stirpe. E da lì in poi è storia.
Siccome desideravo aggiungere nella storia il personaggio di cui parlerò qui sotto ho pensato che il regno del re fosse durante il 1460 o giù di lì... Ecco perchè non uso questo termine.
2) Come ho detto sopra, la storia è ambientata nel 1460 o giù di lì, ovvero il periodo in cui una certa figura storica viveva il suo tempo. La storia e la psicologia di quest'uomo mi hanno sempre affascinato, e ho pensato sempre come sarebbe stato averlo nel nostro tempo come politico... comunque si tratta di Vlad III di Valacchia, o Vlad Tepes, o Vlad l'Impalatore, o Dracula (ma questo nome lasciamolo perdere...). Costui, che secondo le leggende è il vampiro per eccellenza, durante il suo regno ha compiuto terribili atti di  crudeltà: chi si macchiava di tradimento o di qualsiasi altro crimine veniva impalato; chi non gli andava a genio, lo faceva arrabbiare, gli faceva torto anche inconsapevolmente veniva impalato. Vlad aveva persino inventato vari metodi per impalare le persone a seconda della classe a cui appartenevano e aveva preso abitudine di banchettare vicino agli impalati (il banchetto dove viene impalato il re... U_U), perchè voleva vederli soffrire. Aveva un grande (e molto personale) senso della giustizia: gradiva le persone pronte di mente, gli spiritosi e premiava il coraggio dei suoi soldati se quisti non avevano arretrato di fronte al nemico. Amava anche i complimenti, ma se scadevano in adulazione si arrabbiava e, volgarmente detto, erano cazzi! Nonostante questa crudeltà e il timore che incuteva, Vlad era anche un grande condottiere, coraggioso fino all'estremo e un buon marito: amò tantissimo la prima moglie, ma purtroppo questa si suicidò buttandosi da una torre per non farsi prendere dagli invasori (mi sono ispirata a questo episodio per il suicidio della moglie del re), e Vlad divenne, se possibile, ancora più crudele.
Fatto questo piccolo riassuntino posso affermare che il condottiero dei Turchi che invadono la città del re è liberamente ispirato alla figura di quel grande uomo morto troppo presto che era Vlad III.



RECENSIONIIIII:

violettamiciamiao: Spero davvero che Steven non faccia la stessa fine, piuttosto... non dovrebbe visto hce i genitori non si sono separati... Boh! Questa storia mi è uscita di getto, quindi... :D

nikoletta89: Come ho risposto a violetta non dovrebbe succedere, la situazione è diversa, ma dopotutto chi può dirlo! Mwuahahahahahaha!!!! *o* E grazie per aver detto che la scena è stata disgustata, era quello che volevo ottenere! ;-) (ps: per capire cosa si provava ho provato a mangiare un KitKat e un pezzo di pizza bianca insieme! Buono!)

XXManu: Dopotutto non si dice sempre "la colpa è dei genitori?" U_U Comunque all'inizio non volevo che i genitori fossero una figura negativa, specialmente la madre.  Mi sono ispirata molto alla madre di una mia amica anoressica, che tentava in tutti i modi di aiutarla, ma la figlia ignorava i suoi sforzi. E nonostante questo la madre continuava a consigliarla... Forse la vera figura negativa è il padre, che non ha fatto niente! O_o

Miss_Juls_giu: grazie per il consiglio, come vedi l'ho seguito! In questa storia è messo una figura per me molto importante! :D Non credo però che nelle altre mie precedenti ne troverai molte: erano tutte fanfic di manga e anime e tutte demenziali! XD
   
 
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