Second
chance
Quella
sera a Valencia si stava bene.
Non
faceva né caldo né freddo, si stava benissimo con
la felpa aperta.
Si
stava bene anche perché non c'era nessun rumore, vista la
tarda ora.
Era quasi mezzanotte.
Taichi
Yagami, ormai venticinquenne, se ne stava sulla sdraio in veranda a
farsi
cullare dalla brezza primaverile senza pensare a nulla, ammirando il
cielo stellato
della meravigliosa città che lo ospitava da ormai quasi
cinque anni.
Dopo aver fatto un anno nella Cantela del Mallorca calcio, ovvero le
giovanili
del calcio Spagnolo, finalmente Taichi aveva avuto l'onore di essere
stato
scelto per entrare direttamente nel Valencia, una delle squadre meglio
viste
del Campionato Spagnolo.
Era
ormai in totale relax, quando sentì rimbombare un rumore di
scarpe nel vialetto
della loro casa.
Il suo compagno di squadra Rodrigo, stava rincasando.
-Ehi
Taichi... Ho trovato una busta per te nella buca delle lettere!
-Per me?
Rispose
il calciatore con sguardo confuso.
Da quanto riceveva lettere?
Da
quando c'era la tecnologia nessuno si scomodava a scrivere
più una lettera.
Si alzò, appoggiandosi alla ringhiera nera della piccola
veranda, del piccolo
appartamento che condivideva con Rodrigo e Gonzalo, un altro compagno
di
squadra.
Estrasse il contenuto velocemente dalla busta gialla, data la
curiosità, e
rimase stupito quando si ritrovò tra le mani un invito di
matrimonio.
Chi mai avrebbe potuto invitarlo al suo matrimonio?
In
quello stesso momento a New York erano le sette di sera, ed una ragazza
dai
lunghi capelli color cenere, stava rientrando dal lavoro.
Era stata una giornata molto pesante per lei.
Mimi
Tachikawa, ormai ventiquattrenne, era diventata una modella di fama
internazionale, amava il suo lavoro ma quel giorno non aveva dato il
meglio di
sé, continuava a dare intralcio ai fotografi, agli stylist e
al resto dello
staff.
Si sentiva strana, come se dovesse succederle qualcosa da un momento
all'altro,
eppure non capiva che cosa.
Tirò
un sospiro di sollievo quando entrò nel suo
bell'appartamento e si buttò di
peso sul divano in pelle nero posto all'ingresso.
Qualcosa però catturò subito la sua attenzione.
Una
busta gialla, che sicuramente la donna delle pulizie aveva messo sul
tavolo
basso in legno davanti al divano.
Prese la busta quasi ansiosa e quando ne capì il contenuto
le si formò un nodo
alla gola.
"Ti prego fa che non sia quello che penso".
SORA
TAKENOUCHI E YAMATO ISHIDA SONO LIETI DI INVITARTI AL LORO
MATRIMONIO, IL 13 APRILE A SHIBUYA AL SANTUARIO MEIJI ALLE ORE 16:00.
Mimi
sbiancò impietrita sul divano e non capiva nulla, sudava
freddo.
Mentre
il suo amico Taichi, a più di seimila chilometri di distanza
da lei, quasi
cadde a terra.
Si
sentirono entrambi come se una nube di fumo gli avesse annebbiato il
cervello e
non riuscissero più a scorgere una luce per uscire.
I
due amici, ebbene sì, avevano una cosa in comune:
la
scelta di andarsene da Odaiba non era un caso, entrambi avevano fatto
quel
passo importante perché non riuscivano ad andare avanti
nella loro città, vedendo
Sora e Yamato insieme.
Mimi era innamorata di Yamato, come Taichi lo era di Sora. Da sempre
era stato
così. Eppure per il bene dei loro amici, avevano sofferto in
silenzio da quella
insopportabile sera di Natale.
E
adesso? Cosa avrebbero dovuto fare?
***
7
aprile
ore 20:00
Valencia
Qualcuno
bussava insistentemente alla porta dell'appartamento di Taichi e quando
il
castano aprì innervosito da tutto quel frastuono, rimase
spiazzato alla vista
di una bellissima ragazza, circondata da valigie di dimensioni diverse
dal
colore verde tiffany.
-Mimi? Che ci fai qui?
-Visto che non hai risposto alle mie email sono venuta a prenderti.
Domani
abbiamo l'aereo!
-Email? Aereo? Che diavolo stai farneticando?
-Come immaginavo.
Sbuffò
l’amica.
-Non
ti sei nemmeno degnato di leggerle. Adesso prendimi le valigie e fammi
entrare!
Il digiprescelto dapprima sbuffò per poi eseguire l'ordine
della ragazza.
-Allora?
Ti decidi a spiegarmi che sei venuta a fare in Spagna?
Appena la ragazza si sedette sul divano della piccola cucina, si
schiarì la
voce.
-Non hai ricevuto nulla Taichi?
Disse lei, mostrando l'invito del matrimonio con aria triste, facendo
finalmente capire all'amico il motivo della visita.
-Non ho nessuna intenzione di andarci!
Replicò deciso.
-E invece verrai eccome. E non solo, fingerai di essere il mio ragazzo.
Non
vorrai far capire a quei due che siamo rimasti a pensare a loro e a
piangerci
addosso dopo tutti questi anni vero?
Taichi sgranò gli occhi.
-Ma sei scema?
-No
sono seria Taichi!
-Non
voglio vederla, affittati un cavaliere che ti accompagni e che finga di
essere
il tuo fidanzatino, i soldi non ti mancano.
-Non è un film Taichi! È la realtà. E
la nostra triste realtà è che siamo
innamorati ancora di loro fin da Digiworld.
Riuscì a concludere lei con tono atono.
-Hai ragione, non ho mai smesso di amarla. È proprio per
questo che non voglio
vederla all'altare con l'abito bianco insieme ad un altro, che per
giunta è
anche il mio migliore amico, nel caso in cui non ti fosse chiaro.
-Lo so Taichi, e la stessa cosa vale per me come ben dovresti sapere.
Ma se noi...
insomma... provassimo a fargli cambiare idea...
-Che? Sei impazzita? Vuoi rovinargli il matrimonio?
-No, voglio solamente che aprano gli occhi.
-Non li vedi da anni. Se sono arrivati a fare un passo del genere vuol
dire che
sono felici insieme.
-Sì ma...
-Sì ma niente! Adesso vai a dormire Mimi. La mia stanza
è in fondo a sinistra,
io dormirò quì sul divano. Poi domani farai
ciò che vuoi, ma non contare su di
me per le tue fantasie strane.
-Ok.
Mimi prese il trolley più piccolo e si diresse nella stanza
indicata dall'amico
quasi con le lacrime agli occhi.
Il
castano di getto si lanciò sul divano, giocherellando con
l'invito del
matrimonio che Mimi aveva fatto cadere.
-Dovresti
andare Taichi!
La voce seria di Rodrigo, lo fece sobbalzare.
-Ma che cavolo… Rodrigo, mi hai fatto prendere un colpo!
-Scusa, non volevo origliare, ma stavo fumando una sigaretta in veranda
e ho
sentito tutto. La tua amica ha ragione, vattela a riprendere! Ti
conosco da
ormai cinque anni e penso di aver capito che quando parli di questa
Sora sei un
altro Taichi. Un Taichi migliore.
-Ma vi siete rimbecilliti entrambi? Si sta sposando, cosa non vi
è chiaro?
-Fa come vuoi, ma per me dovresti fare un ultimo tentativo. O te ne
potresti
pentire a vita. Pensaci Yagami buonanotte.
Il
digiprescelto del coraggio era entrato totalmente in paranoia.
Era
dalla sera che aveva ricevuto quel dannato biglietto che lo era, ma
l'arrivo di
Mimi e tutti quei discorsi l'avevano destabilizzato del tutto.
E
anche Rodrigo non aveva torto, ormai anche lui lo conosceva benissimo
visto il
bellissimo rapporto di amicizia che avevano istaurato.
Ma
adesso Sora, la sua dolce Sora si stava sposando col suo migliore
amico.
Avrebbe
voluto ricevere egoisticamente un messaggio della sua sorellina in
quegli anni,
che le diceva che quei due si fossero lasciati e invece stavano facendo
un
passo così importante.
Possibile che quel bacio, la notte prima della sua partenza per la
Spagna, per
lei non fosse significato nulla?
Flashback
-Taichi
sei uno stupido, Yamato mi ha detto che domani parti. Si
può sapere perché non mi hai detto nulla?
Sora era entrata isterica nella camera del suo migliore amico
urlandogli contro
e chiudendosi la porta alle spalle.
-Ecco... io... perché...
"Perché ti amo e non riesco più a vederti con
Yamato"
Voleva rispondere così ma non poteva farlo.
-È inutile che pensi ad una scusa. Ti odio Taichi!
E corse verso la porta per andarsene, così senza pensarci la
prese dal braccio
girandola con forza verso di lei per poi baciarla.
D'istinto lei si tirò inizialmente indietro.
-Scusami io non volev...
Ma sorprendendolo tornò sulla bocca di lui assaporandola
fino in fondo, un bacio lungo e decisamente importante, voluto e forse
bramato
per anni da entrambi.
Si
addormentarono abbracciati.
Quella fu per Taichi Yagami la notte più bella della sua
vita.
Fine
flashback
Al
pensiero di quel bacio gli venne la pelle d'oca.
Ma lei non lo aveva mai cercato dopo quel gesto e lui non era mai
riuscito a capire
il motivo.
Non
era stato così importante per lei?
Le mancava immensamente e nemmeno lì in Spagna era riuscito
ad andare avanti.
Avrebbe voluto rivederla, baciarla ancora come quella sera ma non era
giusto e
lui lo sapeva benissimo.
Lei
aveva scelto Yamato, non lui.
Nell'altra
stanza Mimi piangeva.
Nemmeno lei era riuscita ad andare avanti in America. Ogni qualvolta,
qualche
bel modello ci provava con lei, per svincolarsi usava sempre la stessa
scusa
"Mi spiace ma ho già un bellissimo fidanzato in Giappone che
si chiama
Yamato e siamo innamoratissimi".
Era
una scusa, ma la faceva andare avanti come se un giorno o l'altro
quella bugia
potesse diventare realtà.
Lei a differenza di Taichi e Sora aveva continuato a sentirlo e il
fatto che
lui continuava a dirle nei messaggi che gli mancavano i suoi baci
irresistibili, la illudeva ogni giorno di più.
Fino
all'arrivo di quel dannato invito.
Cosa
era potuto succedere?
Flashback
Erano in gita scolastica sul monte Takao, le classi del quarto e quelle
del
quinto anno.
Avevano
bevuto abbastanza e Mimi aveva deciso di tornare a
dormire nella tenda che condivideva con Sora.
Yamato, nel frattempo non trovava la sua ragazza e conoscendola era
già andata
a letto, così si infilò senza far rumore nella
sua tenda, per poi entrare nel
sacco a pelo e stringerla a sé da dietro.
Ma
con suo stupore, quando la ragazza si voltò confusa verso di
lui si ritrovò Mimi al posto di Sora.
Entrambi
erano rimasti impassibili ma quel momento di blocco non
durò molto, poiché il biondo portò il
braccio attorno alla sua amica per
avvicinare il viso al suo e baciarla con passione.
Sora
aveva portato Mimi a letto vista la quantità di alcool che
aveva ingerito, per poi dirle di andare ad avvisare il suo ragazzo, e
visto che
non lo trovò tardò il suo rientro in tenda quindi
non si accorse di nulla.
Da
quella notte i baci segreti tra i due digiprescelti
continuarono, ma il ragazzo a differenza di quello che le prometteva
quando
erano da soli, non riusciva a lasciare la rossa.
Così un giorno, per evitare quella frustrazione, la bella
Tachikawa seguì la
scia dell'amico Taichi e tornò dai suoi genitori in America
per distrarsi e
provare a scordarsi del biondo.
Ovviamente
non riuscì nell'ardua impresa.
Fine
Flashback
***
-Buongiorno.
Mimi era entrata in cucina con gli occhi rossi e gonfi.
Taichi stava sorseggiando il suo caffè insieme ai due
coinquilini spagnoli.
-Buongiorno Mimi. Loro sono Rodrigo e Gonzalo.
-Ciao! Piacere.
La
salutarono
i due spagnoli allegramente.
-Piacere mio.
Cercò
di sorridere la ragazza.
I sorrisi sornioni dei due ragazzi fecero per un attimo scordare a Mimi
della
notte insonne che aveva passato e accettando di prendere un
caffè con loro
raccontò ai due ragazzi del suo lavoro e del posto in cui
viveva.
Poi
il digiprescelto
del coraggio la chiamò.
-Mimi vieni in veranda, devo parlarti.
L'amica lo seguì perplessa.
-Dimmi Taichi.
-C’ho pensato tutta la notte. D'accordo! Ci sto.
Verrò ad Odaiba con te, e
starò al tuo gioco infantile, ma non ti assicuro che
resisterò fino al giorno
del matrimonio.
Ho già parlato con i responsabili della mia squadra e visto
che ci saranno dei
giorni di fermo e le vacanze di Pasqua non mi hanno fatto problemi a
partire.
La
digiprescelta della sincerità si lanciò
entusiasta addosso al collo del
ragazzo, non ci poteva credere.
-Grazie Taichi. Ti voglio bene!
***
I
due prescelti stavano finalmente per atterrare a Tokyo.
-Hai capito allora? Ci siamo incontrati a Valencia perché io
a Febbraio
dell'anno scorso ho sfilato alla Valencia fashion week e voi calciatori
eravate
invitati. Poi...
-Poi ci siamo frequentati e abbiamo capito di provare qualcosa... me
l'hai
ripetuto cento volte, non sono stupido.
Taichi era esasperato.
-Sì ma è giusto ripassare onde evitare di dire la
cosa sbagliata.
-Ok va bene, adesso però basta.
Taichi
e Mimi avevano preso due stanze a Shibuya.
Il
castano non volendo dare determinate confidenze alla famiglia per non
dovergli
mentire o dargli spiegazioni sulla sua finta storia con Mimi, decise
che
sarebbe andato a trovarli senza di lei.
Arrivati
in hotel entrambi decisero di rilassarsi con un bel bagno caldo.
Mimi,
non stava nella pelle. Voleva vedere Yamato e fargli sapere subito
della finta
relazione con Taichi per vedere la sua reazione.
Rimanevano
solo quattro giorni per fare annullare quel matrimonio.
Così immersa nella vasca prese coraggio, cercando di stare
tranquilla e chiamò
Sora.
-Mimiii!!!!
La rossa appena vide il numero della sua migliore amica esplose di
gioia,
facendo però sentire Mimi piccola.
Sora
le voleva bene e lei voleva rovinarle il matrimonio.
Cercò di schiacciare subito quel pensiero.
-Sora che bello sentirti.
-Come stai?
-Bene. Io volevo dirti che sono già arrivata a Tokyo.
-Cosa? Sul serio? Dobbiamo vederci subito.
-Certo perché no! Stasera?
-A cena siamo a casa del signor Ishida, ma dopo cena siamo liberi.
Vediamoci
per le dieci da Ruby Room così ci prendiamo una cosa da
bere, ti ricordi dove
si trova vero?
-Va benissimo. Certo che me lo ricordo, ed avendo l’hotel a
Shibuya mi viene
pure comodo. Allora a stasera!
-Perfetto, a stasera!
Non
aveva nominato Taichi per dare il colpo di grazia anche lei. Mimi
sapeva da
sempre che Sora in fondo provava qualcosa per lui, e non si capacitava
del
fatto che stesse invece con Yamato.
Mandò
un messaggio all'amico che era nella camera accanto.
TAICHI ALLE 10:00 CI VEDIAMO CON SORA E YAMATO. MI RACCOMANDO RIPASSA
LA TUA
PARTE.
***
Erano
quasi le dieci, quando Taichi e Mimi stavano aspettando ansiosi davanti
al
locale mano nella mano, cosa che di certo non sfuggì alla
coppia che arrivò in
perfetto orario.
Già
da subito Yamato e Sora rimasero stupefatti nel vedere il ragazzo in
questione,
poiché Mimi non ne aveva fatto parola al telefono alla sua
amica.
A
Sora quasi venne un colpo al cuore nel vederlo dopo tutti quegli anni
inaspettatamente
e senza preavviso.
-Ehi
amico, da quanto tempo?
Fu
Yamato a rompere il ghiaccio salutandolo e abbracciandolo, guardando
però con
aria stranita la mano che i due si stringevano.
-Già,
sono cinque anni esattamente!
Rispose
manifestando quasi disprezzo nel tono.
Le
due ragazze, invece, a differenza dei due si abbracciarono
amorevolmente, la
rossa cercando di non pensare al fatto che la vista di quella mano le
avesse
suscitato un qualcosa di estremamente surreale, e l’altra
mettendo per un
attimo da parte l’ascia di guerra e l’idea di
rovinarle il matrimonio.
Finalmente
erano riusciti a trovare un tavolo libero e dopo aver ordinato una
bottiglia di
vino bianco, i quattro cominciarono a parlare del più e del
meno.
Mimi
raccontò del suo lavoro da modella e Taichi di essere
entrato in una squadra
importante dopo un anno di gavetta, ovviamente non tralasciarono quella
bugia
che avevano tanto studiato sul loro incontro a Valencia e tutto il
teatrino che
aveva montato alla perfezione la ragazza.
Il
tutto contornato da effusioni, smancerie e strette di mano che Mimi non
si limitò
a fare, notando anche con suo sommo piacere sguardi quasi infastiditi
da parte
dei due davanti a lei.
Anche
al castano non passarono inosservati gli sguardi perplessi e seccati da
parte
della sua amata, gasandosi al punto da aiutare Mimi nella sceneggiata
facendole
carezze e dandogli baci sulla guancia.
Perfino
Yamato ad un certo punto si contrariò da quella visione al
punto che si schiarì
la voce e voltò l’attenzione su di lui.
-Io
invece adesso sono diventato un grande musicista sapete? Suono nei
migliori
locali di tutto il Giappone, non più nei piccoli localini
delle periferie. E le
fan aumentano a dismisura, vero amore?
Si
vantò rivolgendosi alla sua amata e baciandola con forza,
mettendola quasi in
imbarazzo.
Cercando
di smorzare la tensione che vedeva negli occhi spenti del suo ormai ex
migliore
amico, la rossa prese parola.
-Io
invece sono entrata nel settore del Designer. Sono una web designer e
al
momento lavoro per varie aziende da casa.
-E
questo matrimonio? Come le hai chiesto di diventare tua moglie?
Si
rivolse il castano al prescelto dell’amicizia con tono
sprezzante e sguardo
gelido, lasciando i presenti sbigottiti da quella domanda e dal cambio
di
argomento radicale.
Anche
la stessa Mimi rimase incredula da quell’uscita da parte del
suo amico.
Sapeva
che il racconto lo avrebbe ferito, ma aveva bisogno di saperlo, di
sapere
perché Sora voleva sposarlo.
Il
biondino senza scomporsi disse in tutta la sua schiettezza:
-Beh
stavamo insieme da un bel e po’, e niente un giorno durante
un mio concerto
l’ho praticamente coinvolta sul palco e le ho chiesto di
sposarmi davanti a
centinaia e centinaia di persone. Anche volendo dirmi di no, non penso
lo
avrebbe fatto! Sono stato furbo, no?
Rise
quasi compulsivamente, a differenza di Taichi che strinse i pugni
cercando di
mandare via quella rabbia che da quando l’aveva rivista era
più evidente del
solito.
La
serata però continuò senza problemi, cercando di
tollerarsi a vicenda e quando
si concluse fu un sollievo per tutti e quattro i prescelti.
***
Il
pomeriggio seguente, Taichi, tornato dal pranzo con la famiglia nella
sua
vecchia casa, aveva deciso di fare un bagno.
Appena
uscito dalla vasca, indossò una tuta nera e una t-shirt
bianca e si era
sdraiato sul letto con una birra in mano.
Continuava
a pensare a Sora, a quanto fosse diventata bella e sensuale, a quanto
le sue
curve l’avevano mandato in tilt la sera precedente.
Al
pensiero delle sue mani che si stringevano con quelle del suo migliore
amico
però ebbe come un conato di vomito susseguito da tanta
rabbia.
Prima
di partire, riusciva a controllare la rabbia ma ora tremava solo a quel
pensiero. Perché? Cos’era cambiato? Forse non
sarebbe dovuto tornare.
Senza
rendersene conto scaraventò a terra la bottiglia di birra
ormai vuota, con
tutta la forza che aveva.
Continuava
a passare lo sguardo dalle sue mani ai cocci di vetro a terra.
Ma
che stava combinando?
Fu
improvvisamente svegliato da quella sorta di stato di trans, da
qualcuno che
bussava alla porta della sua camera.
“Maledizione
ci mancava anche Mimi”.
Aprì
la porta, già convinto di mandarla a quel paese ma quando si
trovò Sora davanti
cambiò espressione radicalmente.
Non
riusciva a spiccicare parola, era inebriato dalla sua bellezza.
Avvolta
in un vestitino rosa cipria con una gonna a ruota, un giubbino di
jeans, un
paio di stivaletti in camoscio ed un cerchietto con delle rose dello
stesso
colore del vestito, gli sembrò la dea della bellezza.
-Allora?
Non mi fai entrare?
Il
ragazzo a quella domanda tornò in sé.
-No,
ehm sì volevo dire sì, scusa è che non
mi aspettavo una tua visita.
Tentò
di giustificarsi.
Quando
la rossa entrò e vide i pezzi di vetro sparsi per la stanza
rimase perplessa.
-Ma
che è successo qui?
-Ah
no scusa, chiamerò poi la reception per avvisarli e far
pulire. Mi è caduta la
bottiglia di birra, devo ancora riprendermi dal jet lag.
Canzonò
lui per difendersi.
-Mimi?
-Cosa
Mimi?
Cosa
voleva sapere? Non aveva studiato una parte per quella evenienza.
-Non
è in stanza?
-Ah
no, abbiamo stanze diverse.
-Ah…
Capisco.
La
sua amata gli sorrise facendolo sciogliere totalmente.
Si
era seduta sul suo letto e lui l’aveva imitata, mettendosi
accanto a lei.
-Allora.
Come stai?
A
quell’ultima domanda Taichi cambiò umore.
“Come
sto? Come vuole che stia?”
-Bene.
Cercò di sembrare tranquillo.
-Sai
non pensavo che saresti venuto al nostro Matrimonio, sono rimasta
spiazzata
ieri sera!
Alla
parola matrimonio si rabbuiò e la rabbia tornò in
lui, se avesse avuto in mano
un’altra birra, sicuramente avrebbe fatto la stessa fine
della prima.
La
ragazza lo guardava interrogativa in attesa di una risposta,
così si affrettò a
rispondere con tutta la sua sincerità.
-In
effetti non volevo venire, mi ha praticamente costretto Mimi.
Non
continuò, si limitò a quella frase per paura di
raccontare il piano dell’amica.
-Io...
lo avrei capito se non fossi venuto.
Un
silenzio quasi imbarazzante avvolse la stanza.
Un
silenzio gelido che però a Taichi aveva riacceso i ricordi
dell’ultima volta
che l’aveva vista.
Improvvisamente
voleva risposte, e così fu costretto a rompere per primo
quell’assenza di
rumori.
-Sora…
perché dopo quel bacio non ti sei fatta sentire? Non
è stato importante per te?
Facendola
impallidire a quel quesito.
-Non
è così Taichi.
-E
com’è? Spiegamelo Sora? Era un problema di fuso
orario per caso?
Il tono di Taichi era diventato severo.
-Il
giorno che sei partito per la Spagna sono stata tutto il tempo a
pensare al
nostro bacio. Mi stavo martellando il cervello, ed ero più
che convinta che la
cosa più giusta in quel momento fosse lasciare Yamato e
raccontargli la verità.
Sicuramente non l'avrebbe presa bene, ma eri lontano non poteva
picchiarti né
metterti in mezzo.
L'idea era che dopo avergli parlato ti avrei chiamato te lo giuro.
-E
poi invece che è successo?
-Quella
sera Yamato e la sua band avevano un concerto. Volevo aspettare che
finisse di
suonare per raccontargli tutto, solo che mentre lui era sul palco mi ha
sorpresa dedicandomi una canzone davanti a tutta quella gente e io
ecco... non
ho avuto più il coraggio di confessargli la
verità.
Lo
sguardo e il suo tono erano spenti a differenza di quelli del ragazzo
che era palesemente
irritato.
-Un
classico. Sempre colpa dei suoi concerti!
Asserì
lui, ovviamente riferendosi alla proposta di matrimonio plateale.
-Mi
dispiace Taichi!
Una
lacrima sincera bagnò il viso della ragazza e lui si
apprestò ad asciugargliela
con il pollice.
Nessuno
dei due si rese conto di preciso come e perché si
ritrovarono con le labbra
attaccate l'uno all'altra. Non sapevano neanche chi avesse preso
l'iniziativa.
Sapevano
solo che in quel momento si stavano baciando. Un bacio per niente
casto.
Non
dovevano farlo, lo sapevano entrambi ma non riuscirono a fermarsi.
In
un attimo Sora si trovo sotto di lui, sdraiata sul divano, le labbra
ancora
attaccate.
Il castano la guardò come a volerla spogliare con lo
sguardo, ma qualcosa li
fece sobbalzare.
Il
telefono di Sora stava suonando, si guardarono qualche istante senza
sapere
cosa fare, poi Sora si decise a rispondere cercando di ricomporsi.
-Yamato?
-Ehi Sora, dove sei?
-Io sono venuta a fare l’ultima prova dell’abito
del matrimonio.
Mentì
di getto.
-Bene passo a prenderti!
-No tranquillo, sono con mamma e devo andare a portare gli ultimi
inviti ai
suoi colleghi.
-D’accordo.
Allora ne approfitto per andare a vedere la partita con mio fratello.
-Va
benissimo a domani.
Quando
chiuse la chiamata fece un sospiro di sollievo che però
durò poco.
-Sora...
-Sì Taichi?
-Vuoi fare anche stavolta finta che non sia successo nulla?
La
digiprescelta dell'amore sgranò gli occhi.
-Io...
Taichi, fra qualche giorno devo sposarmi lo sai.
-Perché mi hai baciato allora? Se non provi nulla, e se sei
così innamorata di Yamato
come dici, dovevi comportarti da fidanzatina fedele, non da poco di
buon...
Paf!
Non
riuscì a completare la frase che Sora lo
schiaffeggiò con tutta la forza che
aveva lasciandogli le cinque dita sulla guancia.
Il
ragazzo rendendosi conto di aver esagerato cercò di scusarsi
con la donna della
sua vita.
-Scusami. Non so perché l'ho detto, lo sai che non penserei
mai una cosa del
genere di te.
Ma non posso più continuare così.
Sono esasperato. Sora. Ti prego Non lo sposare!
All'amica
dopo aver sentito l'ultima frase gli morì il cuore
sentendosi bruciare gli
occhi.
-Perché?
-Perché
sono pazzo di te e voglio passare il resto della mia vita con te.
Perché non
voglio perderti per l'ennesima volta. E perché nessuna al
mondo sa farmi ridere
e farmi stare bene come solo tu sai fare.
Stavolta
lacrime copiose scesero sulle sue guance.
-Tutti
questi anni Taichi, tutto questo tempo e me lo dici proprio adesso.
Come puoi
farmi questo?
Io ho sbagliato non lo nego, non sono di certo la santa della
situazione.
Ma perché non sei venuto a dirmi queste cose prima?
Le
lacrime si erano impossessate di lei.
-Sono
uno stupido Sora, d'altronde me l'hai sempre detto anche tu. Sono uno
stupido
perché mi sono sempre vantato di essere sincero con tutti.
Eccetto con una
persona. Ho raccontato un mare di balle per anni e anni a me stesso,
perché la
verità a volte fa paura.
Ti amo Sora, ti ho sempre amato e sempre ti amerò. Dovevo
dirtelo prima di far
avvicinare Yamato a te quella maledettissima sera di Natale, non dopo
un
secolo.
Ho
sbagliato tutto ma devi sapere cosa provo per te prima che torni tra le
sue
braccia.
-Taichi
Yagami, tu oltre ad essere uno stupido sei il peggior migliore amico di
tutti i
tempi.
Gli
sorrise tra le lacrime per poi avvicinarsi a lui.
Le
sue labbra baciarono con dolcezza quelle del ragazzo, ma lui poco dopo
velocizzò
tutto mandandola in tilt.
Le
lingue adesso si cercavano con insistenza.
Si
baciarono con veemenza, con passione, impeto.
Quel
ragazzo la rendeva vulnerabile, le faceva perdere i battiti, la
destabilizzava.
A
Taichi sembrò tutto meravigliosamente perfetto.
Quella
notte dormirono abbracciati nel letto della sua camera d'albergo.
Ancora una volta l'aveva baciata e ancora una volta l’aveva
stretta a sé tutta
la notte.
Al
suo risveglio però il suo umore cambiò
decisamente.
Sora non era accanto a lui, era riuscita ad andarsene senza svegliarlo
e
accanto a lui c’era un biglietto:
NON
VOGLIO FAR FINTA CHE NON
SIA SUCCESSO NULLA CHE SIA CHIARO. E NON SONO PENTITA PER NIENTE DEI
BACI CHE
CI SIAMO DATI.
MA HO BISOGNO DI CHIARIRE DEL TUTTO I MIEI SENTIMENTI. NON VOGLIO
LASCIARE
YAMATO A SOLI POCHI GIORNI DAL MATRIMONIO COME SE NULLA FOSSE.
SCUSAMI.
TI VOGLIO BENE ❤
SORA
"Aspetta
Taichi sta calmo. Questo biglietto non è chiaro.
Non trarre conclusioni affrettate"
Nonostante quel pensiero era nel panico più totale.
Non
stava succedendo sul serio un’altra volta.
Quello
che entrambi non potevano immaginare è che anche Yamato
quella notte usò la
scusa della partita col fratello per chiamare Mimi.
Per
non farsi vedere da nessuno con lei, la portò a casa sua,
dove al momento
viveva con suo padre fino al giorno del matrimonio, e proprio quel
giorno suo
padre era a Pechino per lavoro.
Sapeva
che nessuno li avrebbe beccati.
-Allora?
Sicura che Taichi non noterà la tua assenza stanotte?
-Ti
ho detto di no, abbiamo preso camere diverse e la notte dorme come un
ghiro.
Allora? Di cosa volermi parlarmi?
La
ragazza cercò di fare la preziosa, ma la voglia di baciarlo
era assurda.
-Di
te e Taichi? Mi avete spiazzato ieri sera, siete sempre stati il cane e
il
gatto quindi non mi aspettavo proprio di vedervi insieme ecco.
-Dovevo
aspettarti tutta la vita come una vecchia zitella?
No
grazie Yamato, mi ero stancata, cosa credi che...
La
risata sonora del biondo non la fece continuare.
-Che
cavolo ridi?
-Mi
fa ridere il tuo modo di agitarti per qualsiasi cosa, è
questa la cosa che ho sempre
adorato di te. Diventi più bella quanto ti agiti e inizi a
gesticolare
animatamente.
La
ragazza arrossì vistosamente. Perché la faceva
sciogliere così?
Yamato
le sollevò il viso e lo avvicinò al suo facendo
incontrare le loro labbra.
Un
bacio, un autentico bacio, in cui le sue
labbra sembravano voler divorare quelle della prescelta. E lei lo
lasciò fare,
paralizzata dall’estati di quel momento.
Un
bacio, lungo e passionale, che finì solo quando Mimi si
tirò indietro, mostrando nelle guance rosse e nel rossetto
rosa sbavato i segni
di quell’incontro.
-Rimani
a dormire con me ti prego? Ti accompagno in albergo
domattina presto prima che Taichi si svegli.
La
implorò.
Ma
Mimi non aveva nessun dubbio.
Sapeva
benissimo che non era la cosa giusta da fare, ma era
l’effetto che quel ragazzo dai bellissimi occhi azzurri le
aveva sempre fatto,
perciò annuì imbarazzata.
Dopo
aver cucinato insieme del ramen, i due, tra un bacio ed
un altro si addormentarono sul divano abbracciati.
Come
promesso il prescelto accompagnò in albergo la ragazza
nelle prime luci dell’alba, che per poco non si
scontrò con la rossa che stava
uscendo silenziosamente dalla stanza di Taichi.
Si
nascose subito dietro l’angolo per non farsi vedere da lei
e se prima si sentiva in colpa per la notte passata con Yamato, vedendo
la sua
amica che aveva fatto la stessa cosa, riuscì ad alleggerire
quella colpa.
Quel
momento di relax non durò molto, perché quando si
buttò
sul letto e carburò la situazione la rabbia si
impossessò di lei.
Perché
sposare Yamato se non lo amava?
Sora
era un egoista, non poteva prendersi l’amore della sua
vita ignorando i suoi sentimenti?
Voleva
dirle tutto, eppure non sapeva se trovandosi davanti a
lei ne avrebbe avuto mai il coraggio.
Cercò
di non pensarci per un po' facendosi avvolgere
nuovamente dalle braccia di morfeo.
***
Quella
sera ci sarebbe stato un evento importante.
Tutti
gli otto digiprescelti, la band di Yamato, alcuni colleghi di lavoro di
Sora,
tutti con i rispettivi fidanzati e fidanzate si sarebbero ritrovati per
festeggiare come una sorta di addio al Celibato/Nubilato i due quasi
sposini.
Mimi
e Taichi erano arrivati nel posto in questione:
un
accogliente sala addobbata di fiori rosa e bianchi con un Dj sul palco
posto in
fondo che passava musica soft.
Alla
destra vi era un lungo tavolo pieno di stuzzichini mentre alla sinistra
un
altro tavolo pieno di cose da bere, per lo più alcoliche.
I
protagonisti della serata erano in kimono, nero per lui e bianco per
lei.
Taichi
notò subito, oltre al fatto che quel kimono stava
divinamente alla ragazza, che
lei aveva lo sguardo spento, ma non riuscì a soffermarsi
tanto su di lei perché
si trovò addosso a lui Koushiro e Joe.
-Ragazzi
che bello vedervi!
Esclamò
l’amico felice.
Si
unirono alla rimpatriata anche Hikari e Takeru, così i sei
amici si avviarono
all’angolo bar per brindare a quell’incontro dopo
tutti quegli anni.
Per
fortuna nessuno di loro aveva fatto caso al fatto che fosse entrato
insieme a Mimi,
e di conseguenza non avevano saputo nulla, nemmeno da parte dei due
digiprescelti
che non stavano partecipando a quel brindisi.
La
serata andò avanti liscia come l’olio, oltre agli
sguardi che continuavano a
lanciarsi Sora e Taichi senza però avvicinarsi
l’uno all’altra, al contrario di
Mimi e Yamato che evitavano gli sguardi a vicenda.
Mimi,
in realtà quella sera per non sbottare si
avvicinò spesso al tavolo degli
alcolici, non aveva mai bevuto tanto come quella sera e di conseguenza
alla
fine la situazione si capovolse.
A
differenza di quello che voleva fare ubriacandosi l’effetto
fu opposto.
Si
lanciò d’istinto sul palco del Dj che stava
suonando e strappandogli il
microfono dalle mani si schiarì la voce salutando tutti i
presenti.
-Bene,
visto che la situazione mi sembra abbastanza moscia volevo dare un
po’ di pepe
a questa serata. Che ne dite?
A
quella frase Yamato sbiancò, mentre Taichi quasi si
strozzò con il cocktail che
stava bevendo.
Il
resto dei presenti la guardò incuriosita, tutti compresa
Sora.
-La
vita è strana… perdiamo tempo con le persone che
non ci vogliono e che non
capiscono il nostro valore. Ho intenzione di parlare a nome di tutti
coloro che
non riescono
a parlare apertamente e
stasera io cambierò le cose.
Taichi
e Yamato deglutirono contemporaneamente.
-A
chi si ama, agli amanti, a chi si ama senza riuscirselo a
dire. Oggi
farò chiarezza, non ci saranno mai più segreti!
Inizio
a parlare con una verità che mi appartiene personalmente.
Yamato. Io ti amo! Ma
questo tu già lo sai vero?
L’espressione
dei presenti mutò in pochi istanti.
Ma
ovviamente Yamato e Sora furono quelli evidentemente più
provati da quella
dichiarazione.
Takeru
e Hikari cercarono di toglierle il microfono senza riuscirci, non
avevano mai
visto la prescelta in quelle condizioni.
-E
così. Mi dispiace non posso farci niente sono innamorata di
te!
Ma
ora parliamo di quelle verità che nessuno riesce a
confessare.
Continuò
imperterrita lei.
-Sora!
Hai capito bene, io amo il tuo fidanzato. E tu? Ami il tuo futuro
marito o ami qualcun
altro?
-Mimi
adesso basta! Smettila.
Taichi
ne aveva abbastanza e cercò di farla ragionare prima che
sganciasse un’altra
bomba ad orologeria.
-No
che non la smetto. L’ho vista uscire dalla tua stanza
stamattina, sai.
Il
microfono era riuscito ad allontanarlo ciononostante tutti avevano
sentito
anche quell’ultima frase.
Il
castano disintegrò con lo sguardo l’amica per poi
rivolgerlo in direzione della
sua amata trovandola con gli occhi lucidi che fissava il vuoto.
Accanto
a lei un Yamato rosso in viso, un misto tra rabbia e mortificazione.
Ormai
il danno era stato fatto, ma prima che Mimi potesse continuare, la
prese di
forza caricandosela sulle spalle per portarsela via, mentre lei si
agitava e
urlava.
Arrivati
in albergo, la ragazza dopo tutto il suo agitarsi, non appena mise i
piedi a
terra si sentì l’alcol salire fino alla testa.
Corse in bagno e vomitò tutta la
restante notte, mentre Taichi da buon amico le restò accanto
a tenerle la
testa. Non appena vide una leggera ripresa, la portò fino al
letto e si
rannicchiò in un angolo per non lasciarla sola fino ad
addormentarsi entrambi.
Al
suo risveglio trovò la giovane modella seduta sul letto che
piangeva.
-Mimi!
-Taichi,
che cosa ho fatto? Sono un essere spregevole.
Continuò
a piangere sempre più vistosamente.
-Non
sei spregevole Mimi, sei solo innamorata.
Cercò
di consolarla.
-Sì,
ma non avevo nessun diritto di fare una cosa del genere alla mia
migliore amica
e al ragazzo che amo.
-Non
eri tu ma l’alcol che parlava al posto tuo! E poi del resto
tu sei la digiprescelta
della sincerità.
Riuscì
a farla sorridere per smorzare la tensione.
Vi
fu un lungo momento di silenzio interrotto poi dal ragazzo.
-Mimi
senti, fra tre giorni ci sarà il Matrimonio.
-Pensi
si sposeranno quindi, nonostante tutto?
-Io
questo non lo so per certo Mimi, ma se dovesse esserci io non
sarò presente.
Come ti avevo già anticipato non ti assicuravo di rimanere
fino all’ultimo.
Parto
oggi stesso, se posso darti un consiglio dovresti farlo anche tu.
-Sì
hai ragione, ho già fatto grossi danni, proverò a
scusarmi per telefono quando arriverò
in America.
Gli
sorrise grata.
-Allora
vado a fare la valigia.
E
salutandola si dileguò nella sua camera.
Avrebbe
voluto mandare un messaggio d’addio a Sora, ma aveva paura di
peggiorare la
situazione.
Quella
stessa sera Taichi riuscì a trovare un volo e
tornò in Spagna senza nemmeno
salutare la sua famiglia.
Mentre
Mimi sarebbe partita il giorno dopo, non era riuscita a trovare un volo
per New
York prima.
***
Il
giorno seguente a quella festa, finita nel peggiore dei modi, Yamato e
Sora
erano nella casa che avevano preso in affitto, dove sarebbero dovuti
andare ad
abitare insieme dopo le nozze.
Era
arrivato il momento dei chiarimenti per loro, ma nessuno dei due sapeva
come
iniziare, poi il biondo riuscì a prendere un po’
di coraggio.
-E
così entrambi, in tutti questi lunghi anni abbiamo omesso
delle cose importanti?
La
ragazza annuì guardandolo negli occhi chiaramente
dispiaciuta.
-Io…
sono davvero dispiaciuta credimi.
Tu
sei perfetto Yamato. Solo che non sei perfetto per me, come io non lo
sono per
te.
Ho
sbagliato tutto, avrei dovuto dirtelo il giorno in cui Taichi se
n’è andato in
Spagna, avrei dovuto dirti di averlo baciato, di aver capito di provare
qualcosa per lui in quel momento e…
Non
riusciva più a continuare, il senso di colpa le stava
divorando lo stomaco e le
lacrime le avevano annebbiato la vista.
-Siamo
entrambi colpevoli Sora! Stiamo insieme da anni e per me ormai era una
routine,
un’abitudine.
Ma
quando vedevo Mimi non ero più cosciente. Siamo due cretini,
e la cosa che mi
fa più male è che non solo siamo stati male noi
non essendo sinceri l’uno con
l’altro, ma abbiamo anche fatto soffrire loro due. Ora so per
certo che se ne
sono andati a causa nostra da quì.
-Si
hai ragione.
La
sua voce si era ridotta ad un mormorio mesto e accusatorio.
-Devi
andare da lui Sora.
Gli
sorrise grata.
-E
tu da lei!
Concluse
convinta più che mai che quella fosse la cosa più
giusta da fare per entrambi.
Si
abbracciarono, capendo per la prima volta da quando si erano messi
insieme che
i loro abbracci fossero abbracci amichevoli e che paragonati a quelli
che si
davano con i veri due prescelti di cui erano innamorati era una
sensazione innocua.
***
Quando
bussarono alla porta, Mimi lasciò perdere la valigia che
stava finendo di
preparare per andare ad aprire.
Alla
vista di Yamato le mancò l’aria di colpo.
-Io…
ecco… Yamato scusa... ti giuro che non volevo. È
stata colpa dell’alcol. Davvero,
te lo giuro… mi spiace.
Biascicava
parole quasi a casaccio perché sapeva di aver fatto un
casino alla festa, ma
dall’altra parte della porta il ragazzo la guardava
amorevolmente non facendole
capire cosa stava realmente succedendo.
-No
Mimi! Tu hai fatto una cosa più che lecita, siamo io e Sora
ad aver
sbagliato.
-Cosa?
Che vuoi dire?
Sperava
di aver capito bene ma aveva di paura di aver frainteso quelle parole.
-Voglio
dire che io non amo lei. Voglio dire che amo te Mimi. E voglio
chiederti anche scusa
per il male che ti ho fatto in tutti questi anni.
Le
aveva detto sul serio di amarla?
I
battiti della ragazza accelerarono notevolmente ma li sentì
aumentare ancora di
più quando il ragazzo entrò, chiuse la porta
dietro di lui e iniziò a baciarla con
foga spingendola verso il letto lasciandola senza fiato.
Si
stese sopra di lei e iniziò a toglierle pian piano la
camicetta bianca che indossava e che lasciava intravedere
l’intimo in pizzo.
Tolta
quella, si affrettò con un movimento rapido a toglierle
anche il reggiseno lasciandola a seno scoperto, iniziando a giocare e a
leccare
i capezzoli, e nel frattempo lei gli tolse la maglietta verde lasciando
scoperto il suo fisico ben definito.
Lui
continuò sfilandole la gonna
longuette
scozzese
che indossava e toccò la sua femminilità
sentendola bagnata,
decise così di toglierle gli slip neri che indossava.
Stessa
cosa fece lei, gli levò i jeans neri e i boxer stetti
che facevano vedere la sua erezione.
Iniziarono
a strusciarsi e poi lui in un colpo le entrò
dentro facendola gemere.
Il
tutto continuò per un bel po’ finché
entrambi non
raggiunsero l'orgasmo e abbracciati rimasero nel letto.
Mimi
era senza fiato, non riusciva a guadarlo negli occhi
perché aveva paura che da un momento all’altro lui
sarebbe tornato ancora da
Sora facendola cadere nuovamente nell’oblio, e i suoi occhi
facevano trapelare
i suoi pensieri facendo così decidere al biondo di
stringerla a sé per
mormorare nel suo orecchio quasi imbarazzato:
-Ti
amo Mimi, vuoi diventare la mia ragazza?
Se
la ragazza non sarebbe stata già distesa nel letto,
sarebbe svenuta sicuramente.
Quelle
erano le parole che aveva da sempre sognato di
sentirsi dire dal suo amato.
E
adesso gliele stava dicendo realmente?
-Sì!
Sì che lo voglio…
Lo
baciò lasciandolo ancora senza fiato, era felice come una
bambina, adesso nulla avrebbe più potuto scalfiggerla.
***
-Taichi!
Rodrigo continuava a chiamarlo dall’uscio della porta, ma il
suo coinquilino
non era in sé, continuava a pensare alla sua Sora che quel
giorno sarebbe
diventata la moglie di Yamato.
Non era voluto rimanere per non assistere alla scena ma la stava
immaginando lo
stesso.
-Taichi
sto parlando con te.
Urlò
stavolta lo spagnolo.
-Che
vuoi Rodrigo? Scusa ero sovrappensiero.
-C’è
qualcuno che ti cerca.
Il
castano si avviò confuso verso la porta per poi sgranare gli
occhi. Era un
sogno o cosa?
-Che
ci fai quì?
-Ero
venuta a cercarti in albergo ma mia hanno detto che eri già
ripartito.
-Non
dovresti essere al tuo matrim…
-Io e Yamato ci siamo lasciati!
Il
ragazzo che aveva davanti cambiò espressione.
Sora non solo non si era sposata come lui stava pensando fino ad un
istante
prima, ma era davvero davanti a lui?
-Taichi,
io non so perché ho sprecato tutti questi anni a fingere che
non mi importasse
né di te né del bacio che ci siamo dati la notte
primi che partissi.
Ma io ti amo, sono innamorata pazza di te e non importa se pensi che
sia troppo
tardi io sono venuta fin qui per dirtelo lo stesso.
Silenzio.
Taichi
non proferì parola, stava ancora cercando di carburare
quello che la sua amata
gli aveva appena detto.
-Dì
qualcosa ti prego.
Stava per avvicinarsi a lui di getto ma Taichi la bloccò.
-Aspetta!
Se tu ti avvicini ancora io non ti lascerò più
andare, né da Yamato né da nessun’altra
parte.
A
quelle parole lei si lanciò su di lui per baciarlo come mai
aveva fatto, e lui
ricambio senza pensarci.
La
strinse a sé, prendendola da sotto le anche per sollevarla
tra le sue braccia, leggera
come una piuma, la portò verso la sua stanza, tralasciando
il fatto che non
aveva chiuso la porta o preso la valigia di Sora.
Non
si curò nemmeno di aver fatto tutto quello davanti allo
sguardo divertito del compagno
di squadra.
Arrivato
in camera adagiò la sua amata sul letto
senza però staccarsi dalle sue labbra magnetiche.
Quel
bacio era diverso dagli altri che si
erano dati in precedenza, si trovarono in un vortice mai provato.
Nuovo,
bellissimo, caotico.
Tutti
i pensieri erano come spariti, sentivano
entrambi solo le mani consumarsi, cercarsi, e studiare ogni centimetro
del loro
corpo.
Taichi
la voleva e stavolta poteva davvero
considerarla sua, dopo una vita a cercare di sopprimere quella voglia,
quel
desiderio, adesso niente e nessuno gliel’avrebbe portata via.
Le
abbassò lentamente la cerniera della gonna
di jeans per sfilargliela e vedendo che la giovane
gliel’aveva lasciato fare, afferrò
l’orlo della maglietta gialla e gliela sfilò
lasciandola in intimo.
Abbandonò
le sue labbra solo per alzarsi e
togliersi velocemente anche i suoi jeans e la t-shirt per tornare
subito sopra
di lei.
Iniziò
a baciarle il collo per poi risalire
verso le sue orecchie e sussurrarle:
-Sora
se vuoi aspettare io…
-No,
abbiamo già aspettato abbastanza, non
credi?
Mormorò
mentre gli abbassava giù i boxer.
Voleva
esserne sicuro e ora che ne aveva la
certezza non si sarebbe più fermato.
Sganciò
con sicurezza il reggiseno in pizzo
nero per farlo volare lontano da loro e seguire la stessa operazione
con gli
slip.
Taichi
si calò sulla sua amata, strappandole
un sospiro, iniziando a muoversi lentamente su di lei.
I
suoi fianchi morbidi e le sue curve
perfette lo ipotizzavano.
I
loro corpi si muovevano all’unisono, il
seno della rossa dondolava al ritmo furioso delle loro spinte.
Erano
quasi arrivati al limite quando il
castano cambiò posizione facendo sedere la sua Sora sopra di
lui così da farne
decidere a lei l’andamento fino a riuscire entrambi a toccare
l’apice del
piacere.
Si
sdraiarono sudati accanto, il ritmo dei
loro respiri era accelerato.
-Ti
amo! Sussurrò Taichi quasi senza fiato, facendo
sorridere la ragazza davanti a lui, e cingendola in vita.
-Anch’io.
Ti amo anch’io Taichi!
Quella
notte dormirono abbracciati, non era
la prima volta del resto ma per loro fu esattamente come se lo fosse.
Prima
non si appartenevano, mentre ora
sapevano che niente e nessuno sarebbe più riuscito a
separarli.
***
Finalmente
questa volta le due neo coppie
erano state formate come doveva essere fin dall’inizio.
Mimi
tornò in Giappone e vista la sua fama
internazionale come modella riuscì presto a trovare
un’agenzia a Tokyo che la
ingaggiasse senza pensarci due volte vista la sua bellezza.
La
storia con Yamato procedeva a meraviglia
ed erano andati a convivere nella casa di proprietà della
ragazza, visto che i
genitori erano in America almeno era a loro disposizione.
È
inutile negare le liti continue tra i due a
causa della gelosia.
Mimi
era stanca della fan sfegatate di Yamato
che oltre ad interferire nei concerti erano riuscite a sapere dove
vivevano e
si appostavano continuamente sotto casa, riempendolo di complimenti e
regali.
D’altro
canto anche Mimi con lavoro che
faceva era continuamente circondata da bei modelli che la
corteggiavano, e a Yamato
la cosa non andava a genio.
Ciononostante,
la loro storia con quelle liti
si rafforzava e loro si amavano ogni giorno di più.
Non
avrebbero potuto chiedere di meglio.
O
forse sì?
Quella
sera Yamato stava rincasando dalle
prove con la band, e quando entro nel grande salone trovò la
sua ragazza bella
da mozzare il fiato seduta sul divano ad aspettarlo con un piccolo
pacco regalo
in mano.
-Che
succede? Oggi non è il mio compleanno.
-Le
tue fan ti fanno regali continuamente e
la tua fidanzata non può farteli?
-Certo
che può.
Le
sorrise amorevolmente, per poi sedersi
accanto a lei ed iniziare a scartare il pacco, rimanendo sbalordito
quando vide
il contenuto.
Iniziò
a scendergli qualche lacrima e non
avendo mai visto il biondo piangere la ragazza si preoccupò.
-Non
sei felice?
Chiese
in uno stato di ansia.
-Sì
che lo sono, sono lacrime di gioia Mimi.
Anzi non vedo l’ora…
Prese
in mano il test di gravidanza che la
sua amata aveva infiocchettato per guardarlo più da vicino.
Bacio
teneramente prima lei, poi la sua
pancia ancora piatta, sussurrandole dolcemente:
-Ti
stiamo aspettando e non vediamo l’ora di
abbracciarti.
Mimi
si sciolse, la sua paura che potesse
reagire male svanì in un colpo.
Adesso
era veramente tutto perfetto.
E
poi c’erano Taichi e Sora.
Lei
era rimasta a vivere a Valencia con lui portando
avanti il lavoro di Web designer dalla casa che avevano affittato con
Taichi.
A
lui avevano rinnovato il contratto per
giocare nella squadra per altri tre anni.
Insieme
erano felici come non lo erano mai
stati.
Sora
non chiedeva altro.
Non
era mai stata così felice come in quel
momento.
Poi
un giorno, durante un allenamento della
squadra, alla quale Sora stava assistendo accadde
l’impensabile.
La
rossa, quel giorno con insistenza del suo
ragazzo era andata in campo per vederlo allenare, perché
dopo sarebbero dovuti andati
insieme a comprare dei mobili per la loro nuova casa.
Lei
guardava compiaciuta il suo uomo era
diventato veramente bravo, poi ad un certo punto un suo compagno di
squadra che
in quel momento giocava contro di lui gli si scaraventò
addosso per togliergli
la palla.
Inutile
dire che all’urlo di Taichi le si
fermò il respiro.
Corse
verso di lui cercando di confortarlo,
ma lui continuava a dimenarsi dal dolore.
-Taichi
sta calmo per favore non agitarti!
Cercò
di tranquillizzarlo lei, prendendosi in
giro da sola, visto che anche lei era morta di paura, non lo aveva mai
visto
così sofferente.
Il
medico che era appena arrivato si apprestò
a soccorrere il ragazzo, e dopo attimi di silenzio e di speranze
annunciò con
sommo dispiacere che l’infortunio del giovane calciatore
fosse veramente grave.
La
sua donna, che aveva seguito attentamente
le parole del medico era palesemente pietrificata, non riusciva a
guardarlo e
senza rendersene conto iniziò a piangere.
Il
castano a quell’esito si agitò nuovamente
mettendosi in posizione prona per poi inginocchiarsi davanti alla sua
amata ed
estrarre davanti al suo sguardo incredulo e confuso una scatolina
bianca, dove
aprendola si notò subito brillare uno splendido anello.
-Sora
Tachenouchi, mi vuoi sposare?
I
compagni, lo staff della squadra, il finto medico
ed alcune persone sugli spalti che avevano assistito alla scena
urlarono
animatamente, qualcuno fischiava e qualcuno applaudiva. Era una scena
epica e
che non si vedeva di certo all’ordine del giorno e Taichi
l’aveva organizzata
alla perfezione solo per lei.
Le
lacrime che le rigavano il viso si
trasformarono subito in lacrime di gioia, sorrise al ragazzo con un
meraviglioso
sorriso che solo lei riusciva a farlo sciogliere.
-Sei
uno stupido Taichi, ma è proprio per
questo che ti amo, Sì che voglio sposarti!
Si
baciarono davanti a tutti, sotto quei
fischi e applausi che gli facevano da cornice a quella scena
così perfetta.
Erano
felici, innamorati e si sarebbero
sposati.
Ora
sì che potevano definirsi davvero completi.
Adesso
ogni tassello era al proprio posto e
nessuno avrebbe più potuto dividere il puzzle della loro
vita.
The
end
Dopo 32 pagine di one shot ho finito sul serio? O_o
Ok che siamo in quarantena ma mi sono praticamente ammazzata a scrivere.
No scherzi a parte, vista la noia di questi giorni che stiamo vivendo in questo periodo noi italiani, oltre alla serie TV, ai film, alle letture varie tra libri, fanfiction e al cazzeggio virtuale dei vari social, mi sono detta
“PERCHE NON SCRIVERE UN’ALTRA TAIORA PER AMMAZZARE IL TEMPO E SOPRATTUTTO PER CONTINUARE A MANTENERE IL FANDOM ATTIVO?”
A proposito:
VI PREGO SCRIVETE STORIE SUI DIGIMON, A MAGGIOR RAGIONE IN QUESTO PERIODO CHE SIAMO TUTTI BLOCCATI A CASA.
DigiHuman (Che voglio ringraziare ancora per avermi fatta ancora da Beta Reader) mi ha minacciato di morte per completarla nonostante i miei perenni dubbi esistenziali. XD
AHHH… Proprio con lei abbiamo un Forum sulle coppie Digimon (che ha creato lei, vi giuro che è qualcosa di meraviglioso) se qualcuno vuole farne parte contattateci.
Detto ciò… spero che questa fanfiction sia stata di vostro gradimento, per complicarmi la vita ho aggiunto anche la Mimato, altra coppia che adoro (Non come la Taiora che sia chiaro), motivo per cui è lunghissima come one shot.
Ora basta parlare!
A chi ha letto e di conseguenza è arrivato a questo punto GRAZIE DI CUORE!
Alla prossima
Wendy