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Autore: Wendy_88    17/03/2020    10 recensioni
"Mimi era innamorata di Yamato come Taichi lo era di Sora. Da sempre era stato così. Eppure per il bene dei loro amici, avevano sofferto in silenzio da quella insopportabile sera di Natale.
E adesso? Cosa avrebbero dovuto fare?"
Una seconda chance nell'amore è sempre gradita. Dedico questa oneshot a chi ama la Taiora e la Mimato.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Second chance

https://i.postimg.cc/tJLcY5Zc/IMG-20200318-222619.jpg 

Quella sera a Valencia si stava bene.

Non faceva né caldo né freddo, si stava benissimo con la felpa aperta.

Si stava bene anche perché non c'era nessun rumore, vista la tarda ora.
Era quasi mezzanotte.

Taichi Yagami, ormai venticinquenne, se ne stava sulla sdraio in veranda a farsi cullare dalla brezza primaverile senza pensare a nulla, ammirando il cielo stellato della meravigliosa città che lo ospitava da ormai quasi cinque anni.
Dopo aver fatto un anno nella Cantela del Mallorca calcio, ovvero le giovanili del calcio Spagnolo, finalmente Taichi aveva avuto l'onore di essere stato scelto per entrare direttamente nel Valencia, una delle squadre meglio viste del Campionato Spagnolo.

Era ormai in totale relax, quando sentì rimbombare un rumore di scarpe nel vialetto della loro casa.
Il suo compagno di squadra Rodrigo, stava rincasando.

-Ehi Taichi... Ho trovato una busta per te nella buca delle lettere!
-Per me?

Rispose il calciatore con sguardo confuso.
Da quanto riceveva lettere?

Da quando c'era la tecnologia nessuno si scomodava a scrivere più una lettera.
Si alzò, appoggiandosi alla ringhiera nera della piccola veranda, del piccolo appartamento che condivideva con Rodrigo e Gonzalo, un altro compagno di squadra.
Estrasse il contenuto velocemente dalla busta gialla, data la curiosità, e rimase stupito quando si ritrovò tra le mani un invito di matrimonio.
Chi mai avrebbe potuto invitarlo al suo matrimonio?

 

 

In quello stesso momento a New York erano le sette di sera, ed una ragazza dai lunghi capelli color cenere, stava rientrando dal lavoro.
Era stata una giornata molto pesante per lei.

Mimi Tachikawa, ormai ventiquattrenne, era diventata una modella di fama internazionale, amava il suo lavoro ma quel giorno non aveva dato il meglio di sé, continuava a dare intralcio ai fotografi, agli stylist e al resto dello staff.
Si sentiva strana, come se dovesse succederle qualcosa da un momento all'altro, eppure non capiva che cosa.

Tirò un sospiro di sollievo quando entrò nel suo bell'appartamento e si buttò di peso sul divano in pelle nero posto all'ingresso.
Qualcosa però catturò subito la sua attenzione.

Una busta gialla, che sicuramente la donna delle pulizie aveva messo sul tavolo basso in legno davanti al divano.
Prese la busta quasi ansiosa e quando ne capì il contenuto le si formò un nodo alla gola.
"Ti prego fa che non sia quello che penso".

 

SORA TAKENOUCHI E YAMATO ISHIDA SONO LIETI DI INVITARTI AL LORO MATRIMONIO, IL 13 APRILE A SHIBUYA AL SANTUARIO MEIJI ALLE ORE 16:00.

 

Mimi sbiancò impietrita sul divano e non capiva nulla, sudava freddo.

Mentre il suo amico Taichi, a più di seimila chilometri di distanza da lei, quasi cadde a terra.

Si sentirono entrambi come se una nube di fumo gli avesse annebbiato il cervello e non riuscissero più a scorgere una luce per uscire.

I due amici, ebbene sì, avevano una cosa in comune:

la scelta di andarsene da Odaiba non era un caso, entrambi avevano fatto quel passo importante perché non riuscivano ad andare avanti nella loro città, vedendo Sora e Yamato insieme.
Mimi era innamorata di Yamato, come Taichi lo era di Sora. Da sempre era stato così. Eppure per il bene dei loro amici, avevano sofferto in silenzio da quella insopportabile sera di Natale.

E adesso? Cosa avrebbero dovuto fare?

 

 

***

 

 

7 aprile
ore 20:00
Valencia

 

Qualcuno bussava insistentemente alla porta dell'appartamento di Taichi e quando il castano aprì innervosito da tutto quel frastuono, rimase spiazzato alla vista di una bellissima ragazza, circondata da valigie di dimensioni diverse dal colore verde tiffany.
-Mimi? Che ci fai qui?
-Visto che non hai risposto alle mie email sono venuta a prenderti. Domani abbiamo l'aereo!
-Email? Aereo? Che diavolo stai farneticando?
-Come immaginavo.

Sbuffò l’amica.

-Non ti sei nemmeno degnato di leggerle. Adesso prendimi le valigie e fammi entrare!
Il digiprescelto dapprima sbuffò per poi eseguire l'ordine della ragazza.

-Allora? Ti decidi a spiegarmi che sei venuta a fare in Spagna?
Appena la ragazza si sedette sul divano della piccola cucina, si schiarì la voce.
-Non hai ricevuto nulla Taichi?
Disse lei, mostrando l'invito del matrimonio con aria triste, facendo finalmente capire all'amico il motivo della visita.
-Non ho nessuna intenzione di andarci!
Replicò deciso.
-E invece verrai eccome. E non solo, fingerai di essere il mio ragazzo. Non vorrai far capire a quei due che siamo rimasti a pensare a loro e a piangerci addosso dopo tutti questi anni vero?
Taichi sgranò gli occhi.
-Ma sei scema?

-No sono seria Taichi!

-Non voglio vederla, affittati un cavaliere che ti accompagni e che finga di essere il tuo fidanzatino, i soldi non ti mancano.
-Non è un film Taichi! È la realtà. E la nostra triste realtà è che siamo innamorati ancora di loro fin da Digiworld.
Riuscì a concludere lei con tono atono.
-Hai ragione, non ho mai smesso di amarla. È proprio per questo che non voglio vederla all'altare con l'abito bianco insieme ad un altro, che per giunta è anche il mio migliore amico, nel caso in cui non ti fosse chiaro.
-Lo so Taichi, e la stessa cosa vale per me come ben dovresti sapere. Ma se noi... insomma... provassimo a fargli cambiare idea...
-Che? Sei impazzita? Vuoi rovinargli il matrimonio?
-No, voglio solamente che aprano gli occhi.
-Non li vedi da anni. Se sono arrivati a fare un passo del genere vuol dire che sono felici insieme.
-Sì ma...
-Sì ma niente! Adesso vai a dormire Mimi. La mia stanza è in fondo a sinistra, io dormirò quì sul divano. Poi domani farai ciò che vuoi, ma non contare su di me per le tue fantasie strane.
-Ok.
Mimi prese il trolley più piccolo e si diresse nella stanza indicata dall'amico quasi con le lacrime agli occhi.

 

Il castano di getto si lanciò sul divano, giocherellando con l'invito del matrimonio che Mimi aveva fatto cadere.

-Dovresti andare Taichi!
La voce seria di Rodrigo, lo fece sobbalzare.
-Ma che cavolo… Rodrigo, mi hai fatto prendere un colpo!
-Scusa, non volevo origliare, ma stavo fumando una sigaretta in veranda e ho sentito tutto. La tua amica ha ragione, vattela a riprendere! Ti conosco da ormai cinque anni e penso di aver capito che quando parli di questa Sora sei un altro Taichi. Un Taichi migliore.
-Ma vi siete rimbecilliti entrambi? Si sta sposando, cosa non vi è chiaro?
-Fa come vuoi, ma per me dovresti fare un ultimo tentativo. O te ne potresti pentire a vita. Pensaci Yagami buonanotte.

 

Il digiprescelto del coraggio era entrato totalmente in paranoia.

Era dalla sera che aveva ricevuto quel dannato biglietto che lo era, ma l'arrivo di Mimi e tutti quei discorsi l'avevano destabilizzato del tutto.

E anche Rodrigo non aveva torto, ormai anche lui lo conosceva benissimo visto il bellissimo rapporto di amicizia che avevano istaurato.

 

Ma adesso Sora, la sua dolce Sora si stava sposando col suo migliore amico.

Avrebbe voluto ricevere egoisticamente un messaggio della sua sorellina in quegli anni, che le diceva che quei due si fossero lasciati e invece stavano facendo un passo così importante.
Possibile che quel bacio, la notte prima della sua partenza per la Spagna, per lei non fosse significato nulla?

 

Flashback

-Taichi sei uno stupido, Yamato mi ha detto che domani parti. Si può sapere perché non mi hai detto nulla?
Sora era entrata isterica nella camera del suo migliore amico urlandogli contro e chiudendosi la porta alle spalle.
-Ecco... io... perché...
"Perché ti amo e non riesco più a vederti con Yamato"
Voleva rispondere così ma non poteva farlo.
-È inutile che pensi ad una scusa. Ti odio Taichi!
E corse verso la porta per andarsene, così senza pensarci la prese dal braccio girandola con forza verso di lei per poi baciarla.
D'istinto lei si tirò inizialmente indietro.
-Scusami io non volev...
Ma sorprendendolo tornò sulla bocca di lui assaporandola
fino in fondo, un bacio lungo e decisamente importante, voluto e forse bramato per anni da entrambi.

Si addormentarono abbracciati.
Quella fu per Taichi Yagami la notte più bella della sua vita.

Fine flashback

 

Al pensiero di quel bacio gli venne la pelle d'oca.
Ma lei non lo aveva mai cercato dopo quel gesto e lui non era mai riuscito a capire il motivo.

Non era stato così importante per lei?
Le mancava immensamente e nemmeno lì in Spagna era riuscito ad andare avanti.
Avrebbe voluto rivederla, baciarla ancora come quella sera ma non era giusto e lui lo sapeva benissimo.

Lei aveva scelto Yamato, non lui.

 

 

Nell'altra stanza Mimi piangeva.
Nemmeno lei era riuscita ad andare avanti in America. Ogni qualvolta, qualche bel modello ci provava con lei, per svincolarsi usava sempre la stessa scusa "Mi spiace ma ho già un bellissimo fidanzato in Giappone che si chiama Yamato e siamo innamoratissimi".

Era una scusa, ma la faceva andare avanti come se un giorno o l'altro quella bugia potesse diventare realtà.
Lei a differenza di Taichi e Sora aveva continuato a sentirlo e il fatto che lui continuava a dirle nei messaggi che gli mancavano i suoi baci irresistibili, la illudeva ogni giorno di più.

Fino all'arrivo di quel dannato invito.

Cosa era potuto succedere?

 

Flashback
Erano in gita scolastica sul monte Takao, le classi del quarto e quelle del quinto anno.

Avevano bevuto abbastanza e Mimi aveva deciso di tornare a dormire nella tenda che condivideva con Sora.
Yamato, nel frattempo non trovava la sua ragazza e conoscendola era già andata a letto, così si infilò senza far rumore nella sua tenda, per poi entrare nel sacco a pelo e stringerla a sé da dietro.

Ma con suo stupore, quando la ragazza si voltò confusa verso di lui si ritrovò Mimi al posto di Sora.

Entrambi erano rimasti impassibili ma quel momento di blocco non durò molto, poiché il biondo portò il braccio attorno alla sua amica per avvicinare il viso al suo e baciarla con passione.

Sora aveva portato Mimi a letto vista la quantità di alcool che aveva ingerito, per poi dirle di andare ad avvisare il suo ragazzo, e visto che non lo trovò tardò il suo rientro in tenda quindi non si accorse di nulla.

Da quella notte i baci segreti tra i due digiprescelti continuarono, ma il ragazzo a differenza di quello che le prometteva quando erano da soli, non riusciva a lasciare la rossa.
Così un giorno, per evitare quella frustrazione, la bella Tachikawa seguì la scia dell'amico Taichi e tornò dai suoi genitori in America per distrarsi e provare a scordarsi del biondo.

Ovviamente non riuscì nell'ardua impresa.

Fine Flashback

 

***

 

-Buongiorno.
Mimi era entrata in cucina con gli occhi rossi e gonfi.
Taichi stava sorseggiando il suo caffè insieme ai due coinquilini spagnoli.
-Buongiorno Mimi. Loro sono Rodrigo e Gonzalo.
-Ciao! Piacere.

La salutarono i due spagnoli allegramente.
-Piacere mio.

Cercò di sorridere la ragazza.
I sorrisi sornioni dei due ragazzi fecero per un attimo scordare a Mimi della notte insonne che aveva passato e accettando di prendere un caffè con loro raccontò ai due ragazzi del suo lavoro e del posto in cui viveva.

 

Poi il digiprescelto del coraggio la chiamò.
-Mimi vieni in veranda, devo parlarti.
L'amica lo seguì perplessa.
-Dimmi Taichi.
-C’ho pensato tutta la notte. D'accordo! Ci sto. Verrò ad Odaiba con te, e starò al tuo gioco infantile, ma non ti assicuro che resisterò fino al giorno del matrimonio.
Ho già parlato con i responsabili della mia squadra e visto che ci saranno dei giorni di fermo e le vacanze di Pasqua non mi hanno fatto problemi a partire.

La digiprescelta della sincerità si lanciò entusiasta addosso al collo del ragazzo, non ci poteva credere.
-Grazie Taichi. Ti voglio bene!

 

***

 

I due prescelti stavano finalmente per atterrare a Tokyo.
-Hai capito allora? Ci siamo incontrati a Valencia perché io a Febbraio dell'anno scorso ho sfilato alla Valencia fashion week e voi calciatori eravate invitati. Poi...
-Poi ci siamo frequentati e abbiamo capito di provare qualcosa... me l'hai ripetuto cento volte, non sono stupido.
Taichi era esasperato.
-Sì ma è giusto ripassare onde evitare di dire la cosa sbagliata.
-Ok va bene, adesso però basta.

 

Taichi e Mimi avevano preso due stanze a Shibuya.

Il castano non volendo dare determinate confidenze alla famiglia per non dovergli mentire o dargli spiegazioni sulla sua finta storia con Mimi, decise che sarebbe andato a trovarli senza di lei.

Arrivati in hotel entrambi decisero di rilassarsi con un bel bagno caldo.

Mimi, non stava nella pelle. Voleva vedere Yamato e fargli sapere subito della finta relazione con Taichi per vedere la sua reazione.

Rimanevano solo quattro giorni per fare annullare quel matrimonio.
Così immersa nella vasca prese coraggio, cercando di stare tranquilla e chiamò Sora.

-Mimiii!!!!
La rossa appena vide il numero della sua migliore amica esplose di gioia, facendo però sentire Mimi piccola.

Sora le voleva bene e lei voleva rovinarle il matrimonio.
Cercò di schiacciare subito quel pensiero.
-Sora che bello sentirti.
-Come stai?
-Bene. Io volevo dirti che sono già arrivata a Tokyo.
-Cosa? Sul serio? Dobbiamo vederci subito.
-Certo perché no! Stasera?
-A cena siamo a casa del signor Ishida, ma dopo cena siamo liberi. Vediamoci per le dieci da Ruby Room così ci prendiamo una cosa da bere, ti ricordi dove si trova vero?
-Va benissimo. Certo che me lo ricordo, ed avendo l’hotel a Shibuya mi viene pure comodo. Allora a stasera!
-Perfetto, a stasera!

 

Non aveva nominato Taichi per dare il colpo di grazia anche lei. Mimi sapeva da sempre che Sora in fondo provava qualcosa per lui, e non si capacitava del fatto che stesse invece con Yamato.

Mandò un messaggio all'amico che era nella camera accanto.
TAICHI ALLE 10:00 CI VEDIAMO CON SORA E YAMATO. MI RACCOMANDO RIPASSA LA TUA PARTE.

***

 

Erano quasi le dieci, quando Taichi e Mimi stavano aspettando ansiosi davanti al locale mano nella mano, cosa che di certo non sfuggì alla coppia che arrivò in perfetto orario.

Già da subito Yamato e Sora rimasero stupefatti nel vedere il ragazzo in questione, poiché Mimi non ne aveva fatto parola al telefono alla sua amica.

A Sora quasi venne un colpo al cuore nel vederlo dopo tutti quegli anni inaspettatamente e senza preavviso.

 

-Ehi amico, da quanto tempo?

Fu Yamato a rompere il ghiaccio salutandolo e abbracciandolo, guardando però con aria stranita la mano che i due si stringevano.

-Già, sono cinque anni esattamente!

Rispose manifestando quasi disprezzo nel tono.

Le due ragazze, invece, a differenza dei due si abbracciarono amorevolmente, la rossa cercando di non pensare al fatto che la vista di quella mano le avesse suscitato un qualcosa di estremamente surreale, e l’altra mettendo per un attimo da parte l’ascia di guerra e l’idea di rovinarle il matrimonio.

 

Finalmente erano riusciti a trovare un tavolo libero e dopo aver ordinato una bottiglia di vino bianco, i quattro cominciarono a parlare del più e del meno.

Mimi raccontò del suo lavoro da modella e Taichi di essere entrato in una squadra importante dopo un anno di gavetta, ovviamente non tralasciarono quella bugia che avevano tanto studiato sul loro incontro a Valencia e tutto il teatrino che aveva montato alla perfezione la ragazza.

Il tutto contornato da effusioni, smancerie e strette di mano che Mimi non si limitò a fare, notando anche con suo sommo piacere sguardi quasi infastiditi da parte dei due davanti a lei.

Anche al castano non passarono inosservati gli sguardi perplessi e seccati da parte della sua amata, gasandosi al punto da aiutare Mimi nella sceneggiata facendole carezze e dandogli baci sulla guancia.

Perfino Yamato ad un certo punto si contrariò da quella visione al punto che si schiarì la voce e voltò l’attenzione su di lui.

 

-Io invece adesso sono diventato un grande musicista sapete? Suono nei migliori locali di tutto il Giappone, non più nei piccoli localini delle periferie. E le fan aumentano a dismisura, vero amore?

Si vantò rivolgendosi alla sua amata e baciandola con forza, mettendola quasi in imbarazzo.

Cercando di smorzare la tensione che vedeva negli occhi spenti del suo ormai ex migliore amico, la rossa prese parola.

-Io invece sono entrata nel settore del Designer. Sono una web designer e al momento lavoro per varie aziende da casa.

-E questo matrimonio? Come le hai chiesto di diventare tua moglie?

Si rivolse il castano al prescelto dell’amicizia con tono sprezzante e sguardo gelido, lasciando i presenti sbigottiti da quella domanda e dal cambio di argomento radicale.

Anche la stessa Mimi rimase incredula da quell’uscita da parte del suo amico.

Sapeva che il racconto lo avrebbe ferito, ma aveva bisogno di saperlo, di sapere perché Sora voleva sposarlo.

Il biondino senza scomporsi disse in tutta la sua schiettezza:

-Beh stavamo insieme da un bel e po’, e niente un giorno durante un mio concerto l’ho praticamente coinvolta sul palco e le ho chiesto di sposarmi davanti a centinaia e centinaia di persone. Anche volendo dirmi di no, non penso lo avrebbe fatto! Sono stato furbo, no?

Rise quasi compulsivamente, a differenza di Taichi che strinse i pugni cercando di mandare via quella rabbia che da quando l’aveva rivista era più evidente del solito.

La serata però continuò senza problemi, cercando di tollerarsi a vicenda e quando si concluse fu un sollievo per tutti e quattro i prescelti. 

 

 

***

 

Il pomeriggio seguente, Taichi, tornato dal pranzo con la famiglia nella sua vecchia casa, aveva deciso di fare un bagno.

Appena uscito dalla vasca, indossò una tuta nera e una t-shirt bianca e si era sdraiato sul letto con una birra in mano.

Continuava a pensare a Sora, a quanto fosse diventata bella e sensuale, a quanto le sue curve l’avevano mandato in tilt la sera precedente.

Al pensiero delle sue mani che si stringevano con quelle del suo migliore amico però ebbe come un conato di vomito susseguito da tanta rabbia.

Prima di partire, riusciva a controllare la rabbia ma ora tremava solo a quel pensiero. Perché? Cos’era cambiato? Forse non sarebbe dovuto tornare.

Senza rendersene conto scaraventò a terra la bottiglia di birra ormai vuota, con tutta la forza che aveva.

Continuava a passare lo sguardo dalle sue mani ai cocci di vetro a terra.

Ma che stava combinando?

Fu improvvisamente svegliato da quella sorta di stato di trans, da qualcuno che bussava alla porta della sua camera.

“Maledizione ci mancava anche Mimi”.

Aprì la porta, già convinto di mandarla a quel paese ma quando si trovò Sora davanti cambiò espressione radicalmente.

Non riusciva a spiccicare parola, era inebriato dalla sua bellezza.

Avvolta in un vestitino rosa cipria con una gonna a ruota, un giubbino di jeans, un paio di stivaletti in camoscio ed un cerchietto con delle rose dello stesso colore del vestito, gli sembrò la dea della bellezza.

-Allora? Non mi fai entrare?

Il ragazzo a quella domanda tornò in sé.

-No, ehm sì volevo dire sì, scusa è che non mi aspettavo una tua visita.

Tentò di giustificarsi.

 

Quando la rossa entrò e vide i pezzi di vetro sparsi per la stanza rimase perplessa.

-Ma che è successo qui?

-Ah no scusa, chiamerò poi la reception per avvisarli e far pulire. Mi è caduta la bottiglia di birra, devo ancora riprendermi dal jet lag.

Canzonò lui per difendersi.

-Mimi?

-Cosa Mimi?

Cosa voleva sapere? Non aveva studiato una parte per quella evenienza.

-Non è in stanza?

-Ah no, abbiamo stanze diverse.

-Ah… Capisco.

La sua amata gli sorrise facendolo sciogliere totalmente.

Si era seduta sul suo letto e lui l’aveva imitata, mettendosi accanto a lei.

-Allora. Come stai?

A quell’ultima domanda Taichi cambiò umore.

“Come sto? Come vuole che stia?”

-Bene. Cercò di sembrare tranquillo.

-Sai non pensavo che saresti venuto al nostro Matrimonio, sono rimasta spiazzata ieri sera!

Alla parola matrimonio si rabbuiò e la rabbia tornò in lui, se avesse avuto in mano un’altra birra, sicuramente avrebbe fatto la stessa fine della prima.

La ragazza lo guardava interrogativa in attesa di una risposta, così si affrettò a rispondere con tutta la sua sincerità.

-In effetti non volevo venire, mi ha praticamente costretto Mimi.

Non continuò, si limitò a quella frase per paura di raccontare il piano dell’amica.

-Io... lo avrei capito se non fossi venuto.

 

Un silenzio quasi imbarazzante avvolse la stanza.

Un silenzio gelido che però a Taichi aveva riacceso i ricordi dell’ultima volta che l’aveva vista.

Improvvisamente voleva risposte, e così fu costretto a rompere per primo quell’assenza di rumori.

  

-Sora… perché dopo quel bacio non ti sei fatta sentire? Non è stato importante per te?

Facendola impallidire a quel quesito.

-Non è così Taichi.

-E com’è? Spiegamelo Sora? Era un problema di fuso orario per caso?
Il tono di Taichi era diventato severo.

-Il giorno che sei partito per la Spagna sono stata tutto il tempo a pensare al nostro bacio. Mi stavo martellando il cervello, ed ero più che convinta che la cosa più giusta in quel momento fosse lasciare Yamato e raccontargli la verità. Sicuramente non l'avrebbe presa bene, ma eri lontano non poteva picchiarti né metterti in mezzo.
L'idea era che dopo avergli parlato ti avrei chiamato te lo giuro.

-E poi invece che è successo?

-Quella sera Yamato e la sua band avevano un concerto. Volevo aspettare che finisse di suonare per raccontargli tutto, solo che mentre lui era sul palco mi ha sorpresa dedicandomi una canzone davanti a tutta quella gente e io ecco... non ho avuto più il coraggio di confessargli la verità.

Lo sguardo e il suo tono erano spenti a differenza di quelli del ragazzo che era palesemente irritato.

-Un classico. Sempre colpa dei suoi concerti!

Asserì lui, ovviamente riferendosi alla proposta di matrimonio plateale.

-Mi dispiace Taichi!

Una lacrima sincera bagnò il viso della ragazza e lui si apprestò ad asciugargliela con il pollice.

 

Nessuno dei due si rese conto di preciso come e perché si ritrovarono con le labbra attaccate l'uno all'altra. Non sapevano neanche chi avesse preso l'iniziativa.

Sapevano solo che in quel momento si stavano baciando. Un bacio per niente casto.

Non dovevano farlo, lo sapevano entrambi ma non riuscirono a fermarsi.

In un attimo Sora si trovo sotto di lui, sdraiata sul divano, le labbra ancora attaccate.
Il castano la guardò come a volerla spogliare con lo sguardo, ma qualcosa li fece sobbalzare.

Il telefono di Sora stava suonando, si guardarono qualche istante senza sapere cosa fare, poi Sora si decise a rispondere cercando di ricomporsi.

-Yamato?
-Ehi Sora, dove sei?
-Io sono venuta a fare l’ultima prova dell’abito del matrimonio.

Mentì di getto.
-Bene passo a prenderti!
-No tranquillo, sono con mamma e devo andare a portare gli ultimi inviti ai suoi colleghi.

-D’accordo. Allora ne approfitto per andare a vedere la partita con mio fratello.

-Va benissimo a domani.

 

Quando chiuse la chiamata fece un sospiro di sollievo che però durò poco.

-Sora...
-Sì Taichi?
-Vuoi fare anche stavolta finta che non sia successo nulla?

La digiprescelta dell'amore sgranò gli occhi.

-Io... Taichi, fra qualche giorno devo sposarmi lo sai.
-Perché mi hai baciato allora? Se non provi nulla, e se sei così innamorata di Yamato come dici, dovevi comportarti da fidanzatina fedele, non da poco di buon...

 

Paf!

Non riuscì a completare la frase che Sora lo schiaffeggiò con tutta la forza che aveva lasciandogli le cinque dita sulla guancia.

Il ragazzo rendendosi conto di aver esagerato cercò di scusarsi con la donna della sua vita.
-Scusami. Non so perché l'ho detto, lo sai che non penserei mai una cosa del genere di te.
Ma non posso più continuare così.
Sono esasperato. Sora. Ti prego Non lo sposare!

 

All'amica dopo aver sentito l'ultima frase gli morì il cuore sentendosi bruciare gli occhi.

-Perché?

-Perché sono pazzo di te e voglio passare il resto della mia vita con te. Perché non voglio perderti per l'ennesima volta. E perché nessuna al mondo sa farmi ridere e farmi stare bene come solo tu sai fare.

 

Stavolta lacrime copiose scesero sulle sue guance.

-Tutti questi anni Taichi, tutto questo tempo e me lo dici proprio adesso. Come puoi farmi questo?
Io ho sbagliato non lo nego, non sono di certo la santa della situazione.
Ma perché non sei venuto a dirmi queste cose prima?

Le lacrime si erano impossessate di lei.

 

-Sono uno stupido Sora, d'altronde me l'hai sempre detto anche tu. Sono uno stupido perché mi sono sempre vantato di essere sincero con tutti. Eccetto con una persona. Ho raccontato un mare di balle per anni e anni a me stesso, perché la verità a volte fa paura.
Ti amo Sora, ti ho sempre amato e sempre ti amerò. Dovevo dirtelo prima di far avvicinare Yamato a te quella maledettissima sera di Natale, non dopo un secolo.

Ho sbagliato tutto ma devi sapere cosa provo per te prima che torni tra le sue braccia.

 

-Taichi Yagami, tu oltre ad essere uno stupido sei il peggior migliore amico di tutti i tempi.

 

Gli sorrise tra le lacrime per poi avvicinarsi a lui.

Le sue labbra baciarono con dolcezza quelle del ragazzo, ma lui poco dopo velocizzò tutto mandandola in tilt.

Le lingue adesso si cercavano con insistenza.

Si baciarono con veemenza, con passione, impeto.

Quel ragazzo la rendeva vulnerabile, le faceva perdere i battiti, la destabilizzava.

A Taichi sembrò tutto meravigliosamente perfetto.

Quella notte dormirono abbracciati nel letto della sua camera d'albergo.
Ancora una volta l'aveva baciata e ancora una volta l’aveva stretta a sé tutta la notte.

 

Al suo risveglio però il suo umore cambiò decisamente.
Sora non era accanto a lui, era riuscita ad andarsene senza svegliarlo e accanto a lui c’era un biglietto:

 

NON VOGLIO FAR FINTA CHE NON SIA SUCCESSO NULLA CHE SIA CHIARO. E NON SONO PENTITA PER NIENTE DEI BACI CHE CI SIAMO DATI.
MA HO BISOGNO DI CHIARIRE DEL TUTTO I MIEI SENTIMENTI. NON VOGLIO LASCIARE YAMATO A SOLI POCHI GIORNI DAL MATRIMONIO COME SE NULLA FOSSE.
SCUSAMI.
TI VOGLIO BENE

SORA

 

"Aspetta Taichi sta calmo. Questo biglietto non è chiaro. Non trarre conclusioni affrettate"
Nonostante quel pensiero era nel panico più totale.

Non stava succedendo sul serio un’altra volta.

 

 

Quello che entrambi non potevano immaginare è che anche Yamato quella notte usò la scusa della partita col fratello per chiamare Mimi.

Per non farsi vedere da nessuno con lei, la portò a casa sua, dove al momento viveva con suo padre fino al giorno del matrimonio, e proprio quel giorno suo padre era a Pechino per lavoro.

Sapeva che nessuno li avrebbe beccati.

-Allora? Sicura che Taichi non noterà la tua assenza stanotte?

-Ti ho detto di no, abbiamo preso camere diverse e la notte dorme come un ghiro. Allora? Di cosa volermi parlarmi?

La ragazza cercò di fare la preziosa, ma la voglia di baciarlo era assurda.

-Di te e Taichi? Mi avete spiazzato ieri sera, siete sempre stati il cane e il gatto quindi non mi aspettavo proprio di vedervi insieme ecco.

-Dovevo aspettarti tutta la vita come una vecchia zitella?

No grazie Yamato, mi ero stancata, cosa credi che...

La risata sonora del biondo non la fece continuare.

-Che cavolo ridi?

-Mi fa ridere il tuo modo di agitarti per qualsiasi cosa, è questa la cosa che ho sempre adorato di te. Diventi più bella quanto ti agiti e inizi a gesticolare animatamente.

La ragazza arrossì vistosamente. Perché la faceva sciogliere così?

 

Yamato le sollevò il viso e lo avvicinò al suo facendo incontrare le loro labbra.
Un bacio, un autentico bacio, in cui le sue labbra sembravano voler divorare quelle della prescelta. E lei lo lasciò fare, paralizzata dall’estati di quel momento.

Un bacio, lungo e passionale, che finì solo quando Mimi si tirò indietro, mostrando nelle guance rosse e nel rossetto rosa sbavato i segni di quell’incontro.

-Rimani a dormire con me ti prego? Ti accompagno in albergo domattina presto prima che Taichi si svegli.

La implorò.

Ma Mimi non aveva nessun dubbio.

Sapeva benissimo che non era la cosa giusta da fare, ma era l’effetto che quel ragazzo dai bellissimi occhi azzurri le aveva sempre fatto, perciò annuì imbarazzata.

Dopo aver cucinato insieme del ramen, i due, tra un bacio ed un altro si addormentarono sul divano abbracciati.

 

Come promesso il prescelto accompagnò in albergo la ragazza nelle prime luci dell’alba, che per poco non si scontrò con la rossa che stava uscendo silenziosamente dalla stanza di Taichi.

 

Si nascose subito dietro l’angolo per non farsi vedere da lei e se prima si sentiva in colpa per la notte passata con Yamato, vedendo la sua amica che aveva fatto la stessa cosa, riuscì ad alleggerire quella colpa.

 

Quel momento di relax non durò molto, perché quando si buttò sul letto e carburò la situazione la rabbia si impossessò di lei.

Perché sposare Yamato se non lo amava?

Sora era un egoista, non poteva prendersi l’amore della sua vita ignorando i suoi sentimenti?

Voleva dirle tutto, eppure non sapeva se trovandosi davanti a lei ne avrebbe avuto mai il coraggio.

Cercò di non pensarci per un po' facendosi avvolgere nuovamente dalle braccia di morfeo.

 

 

***

 

 

Quella sera ci sarebbe stato un evento importante.

Tutti gli otto digiprescelti, la band di Yamato, alcuni colleghi di lavoro di Sora, tutti con i rispettivi fidanzati e fidanzate si sarebbero ritrovati per festeggiare come una sorta di addio al Celibato/Nubilato i due quasi sposini.

 

Mimi e Taichi erano arrivati nel posto in questione:

un accogliente sala addobbata di fiori rosa e bianchi con un Dj sul palco posto in fondo che passava musica soft.

Alla destra vi era un lungo tavolo pieno di stuzzichini mentre alla sinistra un altro tavolo pieno di cose da bere, per lo più alcoliche.

I protagonisti della serata erano in kimono, nero per lui e bianco per lei.

Taichi notò subito, oltre al fatto che quel kimono stava divinamente alla ragazza, che lei aveva lo sguardo spento, ma non riuscì a soffermarsi tanto su di lei perché si trovò addosso a lui Koushiro e Joe.

-Ragazzi che bello vedervi!

Esclamò l’amico felice.

Si unirono alla rimpatriata anche Hikari e Takeru, così i sei amici si avviarono all’angolo bar per brindare a quell’incontro dopo tutti quegli anni.

Per fortuna nessuno di loro aveva fatto caso al fatto che fosse entrato insieme a Mimi, e di conseguenza non avevano saputo nulla, nemmeno da parte dei due digiprescelti che non stavano partecipando a quel brindisi.

 

La serata andò avanti liscia come l’olio, oltre agli sguardi che continuavano a lanciarsi Sora e Taichi senza però avvicinarsi l’uno all’altra, al contrario di Mimi e Yamato che evitavano gli sguardi a vicenda.

Mimi, in realtà quella sera per non sbottare si avvicinò spesso al tavolo degli alcolici, non aveva mai bevuto tanto come quella sera e di conseguenza alla fine la situazione si capovolse.

A differenza di quello che voleva fare ubriacandosi l’effetto fu opposto.

Si lanciò d’istinto sul palco del Dj che stava suonando e strappandogli il microfono dalle mani si schiarì la voce salutando tutti i presenti.

-Bene, visto che la situazione mi sembra abbastanza moscia volevo dare un po’ di pepe a questa serata. Che ne dite?

A quella frase Yamato sbiancò, mentre Taichi quasi si strozzò con il cocktail che stava bevendo.

Il resto dei presenti la guardò incuriosita, tutti compresa Sora.

 

-La vita è strana… perdiamo tempo con le persone che non ci vogliono e che non capiscono il nostro valore. Ho intenzione di parlare a nome di tutti coloro che non   riescono a parlare apertamente e stasera io cambierò le cose.

 

Taichi e Yamato deglutirono contemporaneamente.

-A chi si ama, agli amanti, a chi si ama senza riuscirselo a dire. Oggi farò chiarezza, non ci saranno mai più segreti!

Inizio a parlare con una verità che mi appartiene personalmente. Yamato. Io ti amo! Ma questo tu già lo sai vero?

 

L’espressione dei presenti mutò in pochi istanti.

Ma ovviamente Yamato e Sora furono quelli evidentemente più provati da quella dichiarazione.

Takeru e Hikari cercarono di toglierle il microfono senza riuscirci, non avevano mai visto la prescelta in quelle condizioni.

 

-E così. Mi dispiace non posso farci niente sono innamorata di te!

Ma ora parliamo di quelle verità che nessuno riesce a confessare.

Continuò imperterrita lei.

-Sora! Hai capito bene, io amo il tuo fidanzato. E tu? Ami il tuo futuro marito o ami qualcun altro?

 

-Mimi adesso basta! Smettila.

Taichi ne aveva abbastanza e cercò di farla ragionare prima che sganciasse un’altra bomba ad orologeria.

-No che non la smetto. L’ho vista uscire dalla tua stanza stamattina, sai.

 

Il microfono era riuscito ad allontanarlo ciononostante tutti avevano sentito anche quell’ultima frase.

Il castano disintegrò con lo sguardo l’amica per poi rivolgerlo in direzione della sua amata trovandola con gli occhi lucidi che fissava il vuoto.

Accanto a lei un Yamato rosso in viso, un misto tra rabbia e mortificazione.

Ormai il danno era stato fatto, ma prima che Mimi potesse continuare, la prese di forza caricandosela sulle spalle per portarsela via, mentre lei si agitava e urlava.

 

Arrivati in albergo, la ragazza dopo tutto il suo agitarsi, non appena mise i piedi a terra si sentì l’alcol salire fino alla testa. Corse in bagno e vomitò tutta la restante notte, mentre Taichi da buon amico le restò accanto a tenerle la testa. Non appena vide una leggera ripresa, la portò fino al letto e si rannicchiò in un angolo per non lasciarla sola fino ad addormentarsi entrambi.

 

Al suo risveglio trovò la giovane modella seduta sul letto che piangeva.

 

-Mimi!

-Taichi, che cosa ho fatto? Sono un essere spregevole.

Continuò a piangere sempre più vistosamente.

-Non sei spregevole Mimi, sei solo innamorata.

Cercò di consolarla.

-Sì, ma non avevo nessun diritto di fare una cosa del genere alla mia migliore amica e al ragazzo che amo.

-Non eri tu ma l’alcol che parlava al posto tuo! E poi del resto tu sei la digiprescelta della sincerità. 

Riuscì a farla sorridere per smorzare la tensione.  

 

Vi fu un lungo momento di silenzio interrotto poi dal ragazzo.

 

-Mimi senti, fra tre giorni ci sarà il Matrimonio.

-Pensi si sposeranno quindi, nonostante tutto?

-Io questo non lo so per certo Mimi, ma se dovesse esserci io non sarò presente. Come ti avevo già anticipato non ti assicuravo di rimanere fino all’ultimo.

Parto oggi stesso, se posso darti un consiglio dovresti farlo anche tu.

-Sì hai ragione, ho già fatto grossi danni, proverò a scusarmi per telefono quando arriverò in America.

Gli sorrise grata.

-Allora vado a fare la valigia.

E salutandola si dileguò nella sua camera.

Avrebbe voluto mandare un messaggio d’addio a Sora, ma aveva paura di peggiorare la situazione.

 

Quella stessa sera Taichi riuscì a trovare un volo e tornò in Spagna senza nemmeno salutare la sua famiglia.

Mentre Mimi sarebbe partita il giorno dopo, non era riuscita a trovare un volo per New York prima.

 

***

 

 

Il giorno seguente a quella festa, finita nel peggiore dei modi, Yamato e Sora erano nella casa che avevano preso in affitto, dove sarebbero dovuti andare ad abitare insieme dopo le nozze.

Era arrivato il momento dei chiarimenti per loro, ma nessuno dei due sapeva come iniziare, poi il biondo riuscì a prendere un po’ di coraggio.

 

-E così entrambi, in tutti questi lunghi anni abbiamo omesso delle cose importanti?

La ragazza annuì guardandolo negli occhi chiaramente dispiaciuta.

 

-Io… sono davvero dispiaciuta credimi.

Tu sei perfetto Yamato. Solo che non sei perfetto per me, come io non lo sono per te.

Ho sbagliato tutto, avrei dovuto dirtelo il giorno in cui Taichi se n’è andato in Spagna, avrei dovuto dirti di averlo baciato, di aver capito di provare qualcosa per lui in quel momento e…

Non riusciva più a continuare, il senso di colpa le stava divorando lo stomaco e le lacrime le avevano annebbiato la vista.

 

-Siamo entrambi colpevoli Sora! Stiamo insieme da anni e per me ormai era una routine, un’abitudine.

Ma quando vedevo Mimi non ero più cosciente. Siamo due cretini, e la cosa che mi fa più male è che non solo siamo stati male noi non essendo sinceri l’uno con l’altro, ma abbiamo anche fatto soffrire loro due. Ora so per certo che se ne sono andati a causa nostra da quì.

 

-Si hai ragione.

La sua voce si era ridotta ad un mormorio mesto e accusatorio.

 

-Devi andare da lui Sora.

Gli sorrise grata.

-E tu da lei!

Concluse convinta più che mai che quella fosse la cosa più giusta da fare per entrambi.

 

Si abbracciarono, capendo per la prima volta da quando si erano messi insieme che i loro abbracci fossero abbracci amichevoli e che paragonati a quelli che si davano con i veri due prescelti di cui erano innamorati era una sensazione innocua.

 

 

***

 

Quando bussarono alla porta, Mimi lasciò perdere la valigia che stava finendo di preparare per andare ad aprire.

Alla vista di Yamato le mancò l’aria di colpo.

-Io… ecco… Yamato scusa... ti giuro che non volevo. È stata colpa dell’alcol. Davvero, te lo giuro… mi spiace.

Biascicava parole quasi a casaccio perché sapeva di aver fatto un casino alla festa, ma dall’altra parte della porta il ragazzo la guardava amorevolmente non facendole capire cosa stava realmente succedendo.

-No Mimi! Tu hai fatto una cosa più che lecita, siamo io e Sora ad aver sbagliato. 

-Cosa? Che vuoi dire?

Sperava di aver capito bene ma aveva di paura di aver frainteso quelle parole.

-Voglio dire che io non amo lei. Voglio dire che amo te Mimi. E voglio chiederti anche scusa per il male che ti ho fatto in tutti questi anni.

 

Le aveva detto sul serio di amarla?

I battiti della ragazza accelerarono notevolmente ma li sentì aumentare ancora di più quando il ragazzo entrò, chiuse la porta dietro di lui e iniziò a baciarla con foga spingendola verso il letto lasciandola senza fiato.

Si stese sopra di lei e iniziò a toglierle pian piano la camicetta bianca che indossava e che lasciava intravedere l’intimo in pizzo.

Tolta quella, si affrettò con un movimento rapido a toglierle anche il reggiseno lasciandola a seno scoperto, iniziando a giocare e a leccare i capezzoli, e nel frattempo lei gli tolse la maglietta verde lasciando scoperto il suo fisico ben definito.

Lui continuò sfilandole la gonna longuette scozzese che indossava e toccò la sua femminilità sentendola bagnata, decise così di toglierle gli slip neri che indossava.

Stessa cosa fece lei, gli levò i jeans neri e i boxer stetti che facevano vedere la sua erezione.

Iniziarono a strusciarsi e poi lui in un colpo le entrò dentro facendola gemere.

Il tutto continuò per un bel po’ finché entrambi non raggiunsero l'orgasmo e abbracciati rimasero nel letto.

 

Mimi era senza fiato, non riusciva a guadarlo negli occhi perché aveva paura che da un momento all’altro lui sarebbe tornato ancora da Sora facendola cadere nuovamente nell’oblio, e i suoi occhi facevano trapelare i suoi pensieri facendo così decidere al biondo di stringerla a sé per mormorare nel suo orecchio quasi imbarazzato:

-Ti amo Mimi, vuoi diventare la mia ragazza?

Se la ragazza non sarebbe stata già distesa nel letto, sarebbe svenuta sicuramente.

Quelle erano le parole che aveva da sempre sognato di sentirsi dire dal suo amato.

E adesso gliele stava dicendo realmente?

-Sì! Sì che lo voglio…

Lo baciò lasciandolo ancora senza fiato, era felice come una bambina, adesso nulla avrebbe più potuto scalfiggerla.

 

 

 

***

 

 

-Taichi!
Rodrigo continuava a chiamarlo dall’uscio della porta, ma il suo coinquilino non era in sé, continuava a pensare alla sua Sora che quel giorno sarebbe diventata la moglie di Yamato.
Non era voluto rimanere per non assistere alla scena ma la stava immaginando lo stesso.

-Taichi sto parlando con te.

Urlò stavolta lo spagnolo.

-Che vuoi Rodrigo? Scusa ero sovrappensiero.

-C’è qualcuno che ti cerca.

Il castano si avviò confuso verso la porta per poi sgranare gli occhi. Era un sogno o cosa?

-Che ci fai quì?

-Ero venuta a cercarti in albergo ma mia hanno detto che eri già ripartito.

-Non dovresti essere al tuo matrim…
-Io e Yamato ci siamo lasciati!

Il ragazzo che aveva davanti cambiò espressione.
Sora non solo non si era sposata come lui stava pensando fino ad un istante prima, ma era davvero davanti a lui?

 

-Taichi, io non so perché ho sprecato tutti questi anni a fingere che non mi importasse né di te né del bacio che ci siamo dati la notte primi che partissi.
Ma io ti amo, sono innamorata pazza di te e non importa se pensi che sia troppo tardi io sono venuta fin qui per dirtelo lo stesso.

 

Silenzio.

Taichi non proferì parola, stava ancora cercando di carburare quello che la sua amata gli aveva appena detto.

 

-Dì qualcosa ti prego.
Stava per avvicinarsi a lui di getto ma Taichi la bloccò.

 

-Aspetta!
Se tu ti avvicini ancora io non ti lascerò più andare, né da Yamato né da nessun’altra parte.

A quelle parole lei si lanciò su di lui per baciarlo come mai aveva fatto, e lui ricambio senza pensarci.

La strinse a sé, prendendola da sotto le anche per sollevarla tra le sue braccia, leggera come una piuma, la portò verso la sua stanza, tralasciando il fatto che non aveva chiuso la porta o preso la valigia di Sora.

Non si curò nemmeno di aver fatto tutto quello davanti allo sguardo divertito del compagno di squadra.

 

Arrivato in camera adagiò la sua amata sul letto senza però staccarsi dalle sue labbra magnetiche.

Quel bacio era diverso dagli altri che si erano dati in precedenza, si trovarono in un vortice mai provato.

Nuovo, bellissimo, caotico.

Tutti i pensieri erano come spariti, sentivano entrambi solo le mani consumarsi, cercarsi, e studiare ogni centimetro del loro corpo.

Taichi la voleva e stavolta poteva davvero considerarla sua, dopo una vita a cercare di sopprimere quella voglia, quel desiderio, adesso niente e nessuno gliel’avrebbe portata via.  

Le abbassò lentamente la cerniera della gonna di jeans per sfilargliela e vedendo che la giovane gliel’aveva lasciato fare, afferrò l’orlo della maglietta gialla e gliela sfilò lasciandola in intimo.

Abbandonò le sue labbra solo per alzarsi e togliersi velocemente anche i suoi jeans e la t-shirt per tornare subito sopra di lei.

Iniziò a baciarle il collo per poi risalire verso le sue orecchie e sussurrarle:

-Sora se vuoi aspettare io…

-No, abbiamo già aspettato abbastanza, non credi?

Mormorò mentre gli abbassava giù i boxer.

Voleva esserne sicuro e ora che ne aveva la certezza non si sarebbe più fermato.

Sganciò con sicurezza il reggiseno in pizzo nero per farlo volare lontano da loro e seguire la stessa operazione con gli slip.

Taichi si calò sulla sua amata, strappandole un sospiro, iniziando a muoversi lentamente su di lei.

I suoi fianchi morbidi e le sue curve perfette lo ipotizzavano.

I loro corpi si muovevano all’unisono, il seno della rossa dondolava al ritmo furioso delle loro spinte.

Erano quasi arrivati al limite quando il castano cambiò posizione facendo sedere la sua Sora sopra di lui così da farne decidere a lei l’andamento fino a riuscire entrambi a toccare l’apice del piacere.

Si sdraiarono sudati accanto, il ritmo dei loro respiri era accelerato.

-Ti amo! Sussurrò Taichi quasi senza fiato, facendo sorridere la ragazza davanti a lui, e cingendola in vita.

-Anch’io. Ti amo anch’io Taichi!

Quella notte dormirono abbracciati, non era la prima volta del resto ma per loro fu esattamente come se lo fosse.

Prima non si appartenevano, mentre ora sapevano che niente e nessuno sarebbe più riuscito a separarli.

 

 

***

 

Finalmente questa volta le due neo coppie erano state formate come doveva essere fin dall’inizio.

Mimi tornò in Giappone e vista la sua fama internazionale come modella riuscì presto a trovare un’agenzia a Tokyo che la ingaggiasse senza pensarci due volte vista la sua bellezza.

La storia con Yamato procedeva a meraviglia ed erano andati a convivere nella casa di proprietà della ragazza, visto che i genitori erano in America almeno era a loro disposizione.

È inutile negare le liti continue tra i due a causa della gelosia.

Mimi era stanca della fan sfegatate di Yamato che oltre ad interferire nei concerti erano riuscite a sapere dove vivevano e si appostavano continuamente sotto casa, riempendolo di complimenti e regali.

D’altro canto anche Mimi con lavoro che faceva era continuamente circondata da bei modelli che la corteggiavano, e a Yamato la cosa non andava a genio.

Ciononostante, la loro storia con quelle liti si rafforzava e loro si amavano ogni giorno di più.

Non avrebbero potuto chiedere di meglio.

O forse sì?

Quella sera Yamato stava rincasando dalle prove con la band, e quando entro nel grande salone trovò la sua ragazza bella da mozzare il fiato seduta sul divano ad aspettarlo con un piccolo pacco regalo in mano.

-Che succede? Oggi non è il mio compleanno.

-Le tue fan ti fanno regali continuamente e la tua fidanzata non può farteli?

-Certo che può.

Le sorrise amorevolmente, per poi sedersi accanto a lei ed iniziare a scartare il pacco, rimanendo sbalordito quando vide il contenuto.

Iniziò a scendergli qualche lacrima e non avendo mai visto il biondo piangere la ragazza si preoccupò.

-Non sei felice?

Chiese in uno stato di ansia.

-Sì che lo sono, sono lacrime di gioia Mimi. Anzi non vedo l’ora…

Prese in mano il test di gravidanza che la sua amata aveva infiocchettato per guardarlo più da vicino.

Bacio teneramente prima lei, poi la sua pancia ancora piatta, sussurrandole dolcemente:

-Ti stiamo aspettando e non vediamo l’ora di abbracciarti.

Mimi si sciolse, la sua paura che potesse reagire male svanì in un colpo.

Adesso era veramente tutto perfetto.

 

 

E poi c’erano Taichi e Sora.

Lei era rimasta a vivere a Valencia con lui portando avanti il lavoro di Web designer dalla casa che avevano affittato con Taichi.

A lui avevano rinnovato il contratto per giocare nella squadra per altri tre anni.

Insieme erano felici come non lo erano mai stati.

Sora non chiedeva altro.

Non era mai stata così felice come in quel momento.

Poi un giorno, durante un allenamento della squadra, alla quale Sora stava assistendo accadde l’impensabile.

La rossa, quel giorno con insistenza del suo ragazzo era andata in campo per vederlo allenare, perché dopo sarebbero dovuti andati insieme a comprare dei mobili per la loro nuova casa.

Lei guardava compiaciuta il suo uomo era diventato veramente bravo, poi ad un certo punto un suo compagno di squadra che in quel momento giocava contro di lui gli si scaraventò addosso per togliergli la palla. 

Inutile dire che all’urlo di Taichi le si fermò il respiro.

Corse verso di lui cercando di confortarlo, ma lui continuava a dimenarsi dal dolore.

-Taichi sta calmo per favore non agitarti!

Cercò di tranquillizzarlo lei, prendendosi in giro da sola, visto che anche lei era morta di paura, non lo aveva mai visto così sofferente.

Il medico che era appena arrivato si apprestò a soccorrere il ragazzo, e dopo attimi di silenzio e di speranze annunciò con sommo dispiacere che l’infortunio del giovane calciatore fosse veramente grave.

La sua donna, che aveva seguito attentamente le parole del medico era palesemente pietrificata, non riusciva a guardarlo e senza rendersene conto iniziò a piangere.

Il castano a quell’esito si agitò nuovamente mettendosi in posizione prona per poi inginocchiarsi davanti alla sua amata ed estrarre davanti al suo sguardo incredulo e confuso una scatolina bianca, dove aprendola si notò subito brillare uno splendido anello.

-Sora Tachenouchi, mi vuoi sposare?

I compagni, lo staff della squadra, il finto medico ed alcune persone sugli spalti che avevano assistito alla scena urlarono animatamente, qualcuno fischiava e qualcuno applaudiva. Era una scena epica e che non si vedeva di certo all’ordine del giorno e Taichi l’aveva organizzata alla perfezione solo per lei.

Le lacrime che le rigavano il viso si trasformarono subito in lacrime di gioia, sorrise al ragazzo con un meraviglioso sorriso che solo lei riusciva a farlo sciogliere.

-Sei uno stupido Taichi, ma è proprio per questo che ti amo, Sì che voglio sposarti!

Si baciarono davanti a tutti, sotto quei fischi e applausi che gli facevano da cornice a quella scena così perfetta.

Erano felici, innamorati e si sarebbero sposati.

Ora sì che potevano definirsi davvero completi.

Adesso ogni tassello era al proprio posto e nessuno avrebbe più potuto dividere il puzzle della loro vita.

 

The end

 

 

Note dell’autrice:


Dopo 32 pagine di one shot ho finito sul serio? O_o
Ok che siamo in quarantena ma mi sono praticamente ammazzata a scrivere.
No scherzi a parte, vista la noia di questi giorni che stiamo vivendo in questo periodo noi italiani, oltre alla serie TV, ai film, alle letture varie tra libri, fanfiction e al cazzeggio virtuale dei vari social, mi sono detta
“PERCHE NON SCRIVERE UN’ALTRA TAIORA PER AMMAZZARE IL TEMPO E SOPRATTUTTO PER CONTINUARE A MANTENERE IL FANDOM ATTIVO?”

A proposito:
VI PREGO SCRIVETE STORIE SUI DIGIMON, A MAGGIOR RAGIONE IN QUESTO PERIODO CHE SIAMO TUTTI BLOCCATI A CASA.
DigiHuman (Che voglio ringraziare ancora per avermi fatta ancora da Beta Reader) mi ha minacciato di morte per completarla nonostante i miei perenni dubbi esistenziali. XD

AHHH… Proprio con lei abbiamo un Forum sulle coppie Digimon (che ha creato lei, vi giuro che è qualcosa di meraviglioso) se qualcuno vuole farne parte contattateci.

Detto ciò… spero che questa fanfiction sia stata di vostro gradimento, per complicarmi la vita ho aggiunto anche la Mimato, altra coppia che adoro (Non come la Taiora che sia chiaro), motivo per cui è lunghissima come one shot.
Ora basta parlare!

A chi ha letto e di conseguenza è arrivato a questo punto
GRAZIE DI CUORE!
Alla prossima
Wendy
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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