4.
“Posso stringerti le mani?
Come sono fredde tu tremi
No, non sto sbagliando mi ami
Dimmi che è vero”
Scatto come una molla
e le afferro un polso prima che lei possa entrare in casa. La porta le sfugge
di mano e rimane socchiusa mentre io mi affretto a prendere entrambe le sue
mani tra le mie. Sono stranamente fredde, ma non sudate.
“Jane?” Mi guarda
sbalordita mentre i suoi occhi verdi scattano in continuazione alternandosi tra
le sue piccole mani nascoste tra le mie e i miei occhi. È un attimo ma noto che
i suoi occhi si dilatano appena. Ecco, lo sapevo. Avevo davvero bisogno di
questa conferma? Lisbon prova qualcosa per me. Lo sospetto da tempo ma il problema
è un altro. Posso accettarlo? Mi merito una donna così straordinaria come lei? Non
ne sono ancora sicuro. E se non lo sono io allora non posso coinvolgerla in una
cosa a metà. Non è giusto per lei. Questa è anche la sua vita e…
Sposto appena la
mia mano sinistra sopra le sue e qualcosa le fa rompere ogni contatto con me. Abbassa
gli occhi e libera le mani.
“Senti, Jane, è
tardi. È meglio che tu vada ora.” Trema appena ma cerca di non darlo a vedere. Io
non capisco. Non capisco perché si è allontanata così repentinamente da me. Abbasso
lo sguardo anche io, mortificato. Starà pensando a Pike che la aspetta in casa,
avrà paura che lui possa aver visto quel gesto tanto tenero e dolce che è stato
il tenerle in quel modo le mani. Perché lo so che anche lei ha provato qualcosa
di intenso in quel momento. Poi un luccichio sul mio anulare sinistro richiama
la mia attenzione. La fede. E tutto torna chiaro. Lisbon ha di nuovo notato la
mia fede al dito. La porto ancora e forse la porterò per sempre. Ecco perché ha
deciso di sfuggire dalle mie mani. Lei non mi biasima, lo so. Mi capisce come
forse nessuno è mai riuscito a fare dai tempi di Angela, ma sa anche che non
sono ancora pronto per lei. La mia Teresa in queste cose è un passo avanti a
me.
Cerco di
trattenere un sorriso per nascondere il mio ultimo pensiero. Ho davvero pensato
a Lisbon come mia e l’ho chiamata per nome. Manca poco ma non sono ancora
pronto per te. Hai ragione tu, Lisbon. Forse domani.
“D’accordo. Hai ragione.
Scusa il disturbo. Buona notte, Lisbon. Ah, buonanotte anche a te, Pike.”
Alle mie ultime parole
lei si gira e nota che dietro alla porta socchiusa è comparso Marcus.
Lui le abbozza un
sorriso forse per giustificare la sua comparsa silenziosa e le mette una mano
sulla spalla. Un moto improvviso di gelosia – gelosia? – mi spinge a chiudere
la mano sinistra a pugno e sento il metallo freddo della fede a contatto con la
punta del pollice. Ma è solo un attimo.
“Va tutto bene?”
chiede Pike.
Lisbon annuisce presa
in contropiede. È il mio momento di intervenire. Non riesco a non farlo. Dopotutto
io sono anche questo, irriverente e diretto. Pessima combinazione.