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Autore: _Trixie_    27/03/2020    4 recensioni
Onestamente? Emma non aveva idea di come fosse successo.
Ancora più onestamente? A Emma non importava, come fosse successo.
Aveva vissuto la sua intera esistenza cacciandosi in situazioni che, nella migliore delle ipotesi, erano imbarazzanti o in cui rischiava di lasciarci la vita. O, peggio, di umiliarsi di fronte a Regina. Così, quando Emma si rese conto che lei e Regina non facevo che comportarsi come se fossero sposate l’una con l’altra, Emma non si fece alcuna domanda.
[Swanqueen fluff, tutto qui]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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VIII
Al gusto di cannella, mele e cioccolato



 
«É bello vedere come, nonostante tutto, alcune cose non cambino mai. Vedo che le tasse dei contribuenti sono sempre ben spese, signorina Swan» disse Regina, appena arrivata alla stazione di polizia.
Lo sceriffo abbassò le braccia che aveva alzato in segno di vittoria dopo aver centrato il bersaglio proprio al centro, nonostante suo padre fosse convinto che ce l’avrebbe mai fatta.
«Regina!» esclamò Emma con tono sognante, sorridendo immediatamente al sindaco.
David, che fino a quel momento era rimasto appoggiato alla sua scrivania con le braccia incrociate, lanciò uno sguardo divertito a sua figlia e scosse la testa. «Bene, io vado a… controllare che Leroy si tenga fuori dai guai».
«Certo» rispose Emma, senza nemmeno distogliere lo sguardo dal sindaco. Senza ombra di dubbio, Emma non aveva nemmeno ascoltato che cosa suo padre avesse detto, perché la scusa di David era la peggiore a cui avesse potuto ricorrere l’uomo in quel momento, considerando che Leroy si teneva lontano dai guai da anni, ormai. Ma da qualcuno Emma doveva pur aver preso, no?
«Fantastico. A dopo!» fece David, infilandosi la giacca e passando accanto al sindaco. «Regina» le disse, a mo’ di saluto.
«David» ricambiò questa, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo, perché intenta ad osservare Emma. David sospirò, sconsolato. A quanto pareva sua moglie aveva – di nuovo – ragione, eppure David aveva avuto fiducia nella capacità di Regina di comportarsi da donna adulta.
 
*
 
Non appena David se ne fu andato, e Regina registrò in una parte remota del proprio cervello che quella dell’uomo era stata chiaramente una scusa, il sindaco entrò nell’ufficio di Emma senza nemmeno chiedere il permesso e attese che lo sceriffo la seguisse.
«Ti ho riportato i vestiti» disse Regina, posando una borsa sulla scrivania di Emma, mentre questa prendeva posto. «Lavati e stirati».
«Davvero? Non serviva, Regina! Io non li stiro mai» fece la ragazza, sorridendole.
«Il che spiega perché Henry non lascia mai i vestiti sporchi da te» fece Regina, scuotendo la testa.
«Il ragazzino potrebbe anche iniziare a pensare da solo ai propri vestiti, Regina» le fece notare Emma, ben sapendo che era una discussione persa in partenza. Henry deve concentrarsi solo sullo studio, signorina Swan, il suo unico dovere e blah blah blah. Come no. «Piuttosto, non hai portato altro per me, vero?» indagò Emma, notando che Regina aveva altre due borse con sé e temendo che in una di quelle ci fosse il resoconto dell’attività della stazione di polizia dell’ultimo trimestre. Emma l’aveva stilato qualche sera prima e, se ne era accorta persino lei, era pessimo. Regina glielo avrebbe fatto rifare, senza ombra di dubbio, ma c’era la possibilità che il sindaco non l’avesse ancora letto.
«A dire il vero sì» fece Regina.
E Emma gemette, sconfortata.
«Cupcake» aggiunse il sindaco porgendole una scatola. Gli occhi di Emma si illuminarono all’istante e la ragazza prese la scatola, aprendola immediatamente. «Al cioccolato!»
«Per ringraziarti dei vestiti» aggiunse Regina, cercando di non dare retta al suo cuore che si era riempito di infinita gioia alla vista della felicità di Emma per dei semplici cupcake.
«E li hai fatti tu!»
«Sì-»
Ma le parole di Regina furono sovrastate dal gridolino di contentezza della signorina Swan. «Per un lungo attimo ho temuto che avessi portato altro» confessò Emma, prima di addentare un cupcake.
Regina le sorrise, alzando l’ultima borsa. «Come il vergognoso resoconto che hai compilato, sceriffo Swan?»
E a Emma andò di traverso il cupcake.
 
*
 
Erano sedute dallo stesso lato della scrivania, chine sui fogli del resoconto di Emma, intente a correggerlo e a sistemarlo. Ciascuna di loro era terribilmente consapevole della presenza dell’altra, del gomito di Regina che sfiorava quello di Emma, del ginocchio di Emma che premeva contro quello di Regina, del profumo di mele che si mischiava a quello di cannella. E, ciascuna di loro, faceva di tutto perché l’altra non si accorgesse del lieve tremore delle mani, degli sguardi furtivi lanciati all’altra, del cuore che sembrava sul punto di scoppiare nel petto. Il che richiedeva tutta l’attenzione di cui erano capaci, al punto che nessuna delle due si accorse del ritorno di David, al quale bastò un’occhiata alle due donne, attraverso le pareti trasparenti dell’ufficio di Emma, per capire che sarebbe stato meglio fare un altro giro fuori dalla stazione di polizia.
 
*
 
Una parte di Regina era più che consapevole che quel resoconto non era migliorato affatto dopo che lei e Emma vi avevano lavorato insieme, perché Regina non riusciva proprio a concentrarsi e, ovviamente, la colpa non era d’altri se non della signorina Swan.
«Smettila di mangiare i cupcake sopra i fogli, Emma. Li hai riempiti di briciole! Hai riempito me, di briciole!» 
«Esagerata» sentenziò Emma, prima di mordere il terzo cupcake e far cadere una cascata di briciole sui suoi jeans. Regina si passò una mano tra i capelli e riportò l’attenzione sul resoconto.
«Ad ogni modo, qui non si capisce assolutamente che cosa volessi dire» disse, indicando buona parte della pagina. Emma bofonchiò qualcosa, ma parlò a bocca piena, il che rese assolutamente incomprensibile anche le sue parole. Fantastico.
«Emma, non parlare con la bocca-» iniziò Regina, sollevando di nuovo lo sguardo sulla signorina Swan, che la stava osservando a sua volta. Lo sceriffo deglutì. «Cosa?»
«Hai…» iniziò Regina, gli occhi puntati all’angolo della bocca della signorina Swan. «Hai… Hai del cioccolato sulle labbra».
«Oh. Dove?» domandò Emma, guardando verso il basso come se le fosse possibile vedere la propria bocca.
«Qui» sussurrò Regina e, prima che potesse realizzare cosa stesse facendo, allungò la mano verso il volto di Emma, pulendole l’angolo della bocca con il pollice. Poi, Regina rimase immobile, volendo accarezzare la guancia di Emma, che si era immediatamente tinta di rosso, ma non sicura che Emma avrebbe apprezzato. Passarono secondi infiniti, in cui gli occhi di Emma non lasciarono mai quelli di Regina, fino a quando lo sceriffo non mosse la propria mano e prese quella del sindaco, ancora sospesa a mezz’aria, sfiorandole la pelle.
«Grazie» bisbigliò Emma, prendendo un tovagliolino con la mano libera per pulire il pollice di Regina, che scosse la testa. Il sindaco lasciò che Emma le togliesse il cioccolato dalla pelle e, quando lo sceriffo ebbe finito, intrecciò le proprie dita a quelle di Regina.
Emma tornò a guardare il volto di Regina, lo sguardo che indugiava sulle sue labbra. Entrambe avevano iniziato ad avvicinarsi lentamente l’una all’altra, senza nemmeno accorgersene. E avrebbero continuato ad avvicinarsi, se il cellulare della signorina Swan non avesse squillato proprio in quell’istante.
Emma e Regina si allontanarono immediatamente l’una dall’altra, come se avessero preso la scossa. Emma imprecò sonoramente e, in questo caso soltanto, Regina non se la sentì di rimproverarla. Lo sceriffo prese il telefono dalla tasca dei pantaloni e mostrò lo schermo a Regina. «Inizio a capire perché hai provato a farla fuori» disse, prima di rispondere alla telefonata. «Pronto, mamma. Spero che qualcuno sia in pericolo di vita».
Regina, le guance ancora rosse, sorrise a Emma e scosse la testa.
«Sì, sono con Regina» confermò Emma, al telefono. «Cosa vuol dire che credevi che papà mentisse? In che senso? Mamma, di cosa stai parlando?!» domandò lo sceriffo Swan, esasperata, al telefono.
Né Emma né Regina lasciarono andare la mano dell’altra ed entrambe capirono, in quel momento, di voler strozzare Snow per quell’interruzione.
 

 
***
 
 
NdA
Buon venerdì!
A domani con l’ultimo capitolo!
T. <3
   
 
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