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Autore: Marlena_Libby    27/03/2020    2 recensioni
[Ricordi dolorosi]
I pensieri che Ruriko e Adam rivolgono ai loro cari che non ci sono più
Genere: Fluff, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naomi Misora, Nuovo personaggio, Raye Penber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P.O.V. Ruriko

Naomi Misora, di nove anni, e la sorellina Ruriko, di sei anni, stavano scappando da un bambino con in mano un serpente di gomma che le inseguiva.
Quel pomeriggio erano andate a giocare al parco vicino casa come tutti i giorni; Naomi si divertiva a dondolarsi sull'altalena, mentre Ruriko giocava nel recinto della sabbia. Poi quel bambino si era avvicinato alla minore e aveva iniziato a spaventarla con il serpente, allora lei era corsa piangendo da Naomi chiedendole di aiutarla. Ovviamente Naomi non era spaventata dal serpente, ma vedendo che la sorellina ne era terrorizzata l'aveva presa per mano e avevano iniziato a scappare per tutto il parco inseguite dal bambino.
Quando arrivarono allo scivolo, Naomi disse: - Forza, Ruriko, saliamo!
Così entrambe salirono la scala fino ad arrivare in cima allo scivolo.
- Adesso vi prendo! - esclamò il bambino con un sorriso furbetto e iniziò ad arrampicarsi dalla parte scivolosa della giostra.
- Ahh! Oneesan, ho paura! - gridò Ruriko piangendo e abbracciando forte la sorella.
- Non ti preoccupare, ci sono qua io! - la rassicurò la maggiore accarezzandole la schiena.
Il bambino era quasi arrivato in cima da loro, quando si fermò un attimo per riprendere fiato e scivolò giù. Cadendo si era sbucciato un ginocchio e iniziò a piangere.
Naomi allora scese e andò verso di lui con Ruriko.
- Oneesan, fai attenzione! - disse la minore nascondendosi dietro di lei.
Naomi si avvicinò al bambino e gli chiese: - Dove ti fa male?
- Qui! - rispose lui tra le lacrime indicando il ginocchio.
Lei controllò la ferita e disse: - Tranquillo, è solo una piccola sbucciatura. Aspetta.
Tirò fuori dalla borsetta una bottiglietta d'acqua e un fazzoletto, lo bagnò un po' e lo passò sulla ferita. Il bambino strizzò un po' gli occhi per il bruciore, ma poi il dolore passò.
- Va meglio? - chiese Naomi.
- Sì, grazie - rispose lui rialzandosi. - Mi dispiace di avervi spaventate. Volevo solo scherzare.
- Non fa niente, tranquillo - lo rassicurò lei con un sorriso.
- Ok. Ciao e grazie ancora - disse ancora lui prima di andare via.
Rimaste sole, Ruriko chiese alla sorella: - Oneesan, perché l'hai aiutato? È stato cattivo con noi.
- Perché aveva bisogno di aiuto. Bisogna sempre aiutare le persone in difficoltà, anche se non sono gentili con noi. E poi hai visto, lui non voleva essere cattivo, voleva solo scherzare.
Ruriko rimase così colpita dalle parole della sorella che sorrise raggiante e l'abbracciò esclamando: - Evviva! La mia Oneesan è la migliore del mondo!


Questa scena era tornata in mente alla giovane Ruriko mentre stava pregando davanti all'altare con le foto di sua sorella e Raye.
Le vennero le lacrime agli occhi: quando qualche anno prima sua sorella era morta le era crollato il mondo addosso; aveva perso colei che la proteggeva, colei che la aiutava a capire meglio cos'era giusto e cos'era sbagliato quando non ci riuscivano i genitori, colei che era un grandissimo punto di riferimento, colei che considerava come una seconda madre.
E non era stata l'unica: i suoi genitori erano talmente distrutti per la morte di Naomi che avevano iniziato a trascurare la loro salute fino a morire. Ovviamente non ce l'aveva con loro per averla lasciata sola, anche lei per il troppo dolore desiderava spesso di andarsene per sempre.
Comunque quando avevano saputo che si era suicidata era ben chiaro che qualcosa non andava: Naomi era una donna forte, per quanto fosse triste per la perdita di Raye non avrebbe mai compiuto un gesto estremo.
E quando avevano saputo anche su chi stava indagando Raye tutto divenne chiaro.
Kira... Quel brutale assassino che si faceva passare per un Dio aveva ucciso sua sorella.
Però adesso non mancava molto: era riuscita a farsi assumere come assistente del grande detective L e aveva piazzato le cimici, ora lei e gli altri dovevano solo ascoltare tutto quello che succedeva in quel palazzo fino a scoprire la verità.
Si alzò in piedi e accarezzò dolcemente una delle foto di Naomi: era così bella e innocente... Come aveva potuto Kira spegnere così la sua vita senza alcuna pietà?
- Me la pagherai, Kira! - mormorò piangendo. - Giuro sulla mia stessa vita che scoprirò chi sei e me la pagherai!




P.O.V. Adam

Adam Penber continuava a fare avanti e indietro davanti alla sala parto da un quarto d'ora.
Erano già cinque ore che sua moglie Tracy era lì dentro.
Quando lei gli aveva comunicato che aspettavano un figlio si era sentito l'uomo più fortunato della terra: loro due erano già molto felici, ma ora sentiva che la loro felicità era completa. In quei mesi aveva fatto di tutto per prendersi cura di lei: aveva cucinato, pulito la casa e anche lavorato il doppio per avere il denaro che serviva a comprare tutto ciò che serviva al bambino.
Il tempo sembrava non passare mai e si stava facendo letteralmente divorare dall'ansia: e se per colpa di qualche complicazione avesse perso il bambino? O Tracy? O, peggio ancora, entrambi?
Finalmente però un dottore uscì dalla sala parto.
- Allora?! Come stanno?! - chiese preoccupato.
- Venga a vedere lei stesso - rispose il dottore.
Entrò nella sala come una furia e vide stesa sul letto la sua bellissima moglie, sfinita ma raggiante, che teneva tra le braccia un piccolo fagottino.
- Adam, avvicinati - gli disse dolcemente.
Lui si avvicinò lentamente e vide in quel fagotto il bambino più bello e dolce che avesse mai visto! Il suo bambino!
- Guarda piccolo, questo è tuo padre - disse Tracy rivolta al figlio, mentre lo passava al marito.
Adam prese il neonato con molta delicatezza e lo guardava come se ne fosse rimasto ipnotizzato.
- Come vuoi chiamarlo? - gli chiese la moglie.
Dopo qualche minuto di silenzio, lui rispose: - Raye. Il suo nome sarà Raye.
Baciò dolcemente la fronte del figlio e sussurrò: - Sarai la nostra ragione di vita.


Questa scena era tornata in mente ad Adam mentre controllava che tutto fosse pronto per il giorno dopo.
Purtroppo la vita era stata crudele con lui: la sua adorata Tracy era morta di cancro quando Raye aveva otto anni. Il piccolo era distrutto e allora lui l'aveva ricoperto d'affetto e aveva fatto mille sacrifici per rendere la sua vita il più felice possibile.
Quando Raye gli aveva detto che voleva diventare un agente dell'FBI, lui si era subito opposto, perché proprio non poteva sopportare l'idea di perdere anche lui. Però lui aveva insistito finché Adam non cambiò idea: come poteva rifiutare ancora dopo che nei suoi occhi aveva visto la stessa tenacia di Tracy?
Alla fine però la sua più grande paura si era avverata: Raye non c'era più... E tutto per colpa di Light Yagami, alias Kira.
Il giorno dopo Light e tutti i responsabili della morte di suo figlio si sarebbero presentati lì; non avevano altra scelta dato che lui, Ruriko e gli altri avevano rapito L.
E allora... lui li avrebbe spazzati via senza pietà, come loro avevano fatto con Raye.
- Preparati, Light Yagami! - mormorò con le lacrime agli occhi. - Presto capirai che cosa significa perdere qualcuno che si ama!
   
 
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