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Autore: JoiningJoice    27/03/2020    0 recensioni
[ FE:3H | Crimson Flower | post time-skip, Ferdibert, primo bacio ]
C’è stato un tempo lontano in cui il solo pensiero della compagnia di Hubert lo avrebbe disgustato; un tempo fatto di capricci ed impulsi, in cui il giovane Ferdinand von Aegir aveva amato dar fiato alla bocca più del necessario. In quei giorni presenti e bui, invece, la presenza di Hubert e le pause che riescono a concedersi gli sembrano una gentile benedizione: forse è merito del giardino in fiore, forse del cielo azzurro sotto cui hanno la fortuna di riposare, ma ha l’impressione di aver vissuto privato dei colori per un lungo periodo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sweet&Sour

 

 

                C’è stato un tempo lontano in cui le labbra di Hubert gli sono sembrate pallide e defunte, come pallido e defunto gli è sembrato lui; privo di anima e di volontà propria, grigio ed oscuro, insulso in quanto consigliere e in quanto persona.

                Tale opinione Ferdinand la ricorda con uno spiccato senso di estraniazione, quasi la persona che credeva fermamente in quel pensiero non esistesse più; forse è lui ad essere cambiato, forse Hubert. Piccole rughe hanno iniziato a scavare i loro volti stanchi; le loro spalle si sono fatte basse, pesanti di preoccupazione e anche Hubert, tra i suoi compagni il meno incline a mostrare emozioni, non riesce interamente a nascondere il modo in cui la guerra ha irrigidito i suoi lineamenti.

                « Io sono convinto che alla fine cambierete idea. »

                C’è stato un tempo lontano in cui il solo pensiero della compagnia di Hubert lo avrebbe disgustato; un tempo fatto di capricci ed impulsi, in cui il giovane Ferdinand von Aegir aveva amato dar fiato alla bocca più del necessario. In quei giorni presenti e bui, invece, la presenza di Hubert e le pause che riescono a concedersi gli sembrano una gentile benedizione: forse è merito del giardino in fiore, forse del cielo azzurro sotto cui hanno la fortuna di riposare, ma ha limpressione di aver vissuto privato dei colori per un lungo periodo. Persino Hubert sembra meno cupo del solito: i guanti giacciono sul prato assieme alla cappa, regalando alla vista di Ferdinand la visuale di un vestiario fatto di grigi; la gemma incastonata nella sua cravatta, invece, è di una particolare sfumatura di verde simile, ma non identica, a quella dei suoi occhi. Più colorato e colorito di ogni altra cosa, tuttavia, è il sottile sorriso che solleva gli angoli della sua bocca nel sentirlo parlare.

                « La vostra testardaggine è al tempo stesso uneccellente qualità e la vostra più ridicola caratteristica, Ferdinand. », gli risponde. Scuote la testa nel notare la rapidità con cui Ferdinand sgrana gli occhi, offeso.

                « Siete consapevole che potrei dire lo stesso di voi, o troppo cocciuto anche solo per realizzarlo? », gli risponde; parla rapidamente, quasi senza pause tra una parola e laltra. « No, anzi: lasciate perdere. Nel vostro caso non è neppure considerabile una qualità. Ed io stupido che ho creduto che »

                « Ho solo pensato fosse opportuno regalarvi del tè, non ho mai detto che avrei riconsiderato la mia visione del mondo. », lo interrompe. « Né su altri argomenti più o meno triviali. »

                Siedono su un ritaglio del prato allinterno del Garreg Mach. La bella stagione ha riportato in vita i colori del monastero, fatto fiorire gli alberi e respirare lambiente intero; il tempo deride la loro guerra, ricorda a Ferdinand che per quanto si affannino sia per un pezzo di terra o per un nobile ideale il mondo continuerà ad esistere anche quando lultimo di loro se ne sarà andato. È un pensiero deprimente, che gli sovviene solo ed esclusivamente per una ragione.

                « Io ho imparato a dare alle opinioni altrui lo stesso credito che do alle mie grazie a voi. », rivela, in un filo di voce. Si volta ad osservare il profilo di Hubert, soffermandosi sulle sue labbra per un lungo, pericoloso istante. « Si potrebbe quasi dire che le nostre divergenze mi abbiano aiutato a crescere. »

                È una tremenda ammissione, che gli costa ogni oncia di coraggio che possiede. Distoglie lo sguardo e si volta per mascherare il rossore che gli riscalda il viso; la presenza della spalla di Hubert, che preme contro la sua, è condanna e conforto assieme. Non hanno ragione di sedere tanto vicini, ma non c’è nessuno in giro, e domandargli di spostarsi ora gli sembra inopportuno, persino unammissione di resa.

                Hubert si chiude in un rigido silenzio, tanto familiare quanto alieno. Sono strani, i silenzi di Hubert: immobili, quasi come smettesse anche di respirare, quando non parla. Ferdinand, invece, anche quando fa silenzio percepisce lintensa attività del suo corpo il battito del cuore, il suono gutturale della gola quando deglutisce, il soffio del proprio fiato. Per questo parla spesso, e spesso a vanvera: per dimenticare momentaneamente quanto scomodo si senta nel proprio corpo.

                La risposta gli arriva, finalmente, sotto forma di un mormorio basso e solo lievemente alterato: « Se date tanta importanza alle nostre divergenze non vedo perché dovrei concordare con voi. Trovo molto più saggio concordare di essere in disaccordo. »

                Alza gli occhi al cielo, incapace di nascondere il sorriso che gli sboccia sulle labbra. « Non riesco a credere che abbiate tirato fuori un discorso del genere da una semplice discussione sul gusto del tè. Siete »

                Laggettivo tarda ad arrivare; Ferdinand si è voltato a guardarlo, finalmente, ed il volto di Hubert è tanto vicino quanto spaventosamente reale la sua espressione, normalmente dura, è ammorbidita dal dubbio e dalla curiosità. Per la prima volta da quando lo conosce Ferdinand sente che Hubert pende dalle sue labbra e morde le proprie, ubriaco di potere e terrorizzato allo stesso tempo.

                « incredibile. », mormora. La voce gli muore in gola, in tempo per pronunciare lultima sillaba; prende fiato, ma si sente privato anche della capacità di respirare. Hubert gli è tanto vicino che ad un folle basterebbe chinarsi appena in avanti per assaporare il sapore delle sue labbra, per tastarne leffettiva morbidezza. Sembrano così soffici, ora non più il dettaglio morto di un quadro immobile, ma vive ed invitanti; e Ferdinand si abbandona volentieri al seme della pazzia. Lentamente, trattenendo quel fiato che si è concesso, gli si avvicina; gli occhi di Hubert sono innaturali, due gocce di colore sempre meno distinte luna dallaltra. Trova il coraggio di compiere lultimo passo chiudendo gli occhi annullando la voce che gli domanda perché lo stia facendo e trovando al tempo stesso la risposta: perché lo desidera, lo ha desiderato per molto tempo. Sente un calore folle riscaldargli il petto, londata di consapevolezza che lo afferra, mista alla realizzazione che non solo Hubert non lo sta respingendo, ma sta rispondendo ai suoi segnali: affonda dita lunghe nei suoi capelli, preme la propria mano su quella di Ferdinand che affonda negli steli derba. La fretta dei suoi movimenti lo spaventa e Ferdinand si ritrae, colto di sorpresa e col fiato corto; sente il calore del respiro di Hubert sul proprio volto e lo scopre cosa viva.

                « Ma che stiamo facendo? », domanda; una risata breve gli spezza il petto, gli occhi vibrano cercando di memorizzare i dettagli del volto di Hubert. Ha il timore che non lo rivedrà più tanto vicino per molto tempo.

                È la mano di Hubert che pone fine a quella paura, scivolando dalla sua nuca al suo profilo, tenendo sollevato il suo mento. Ferdinand trova il coraggio di guardarlo nuovamente negli occhi, e vi scopre ciò che ha sempre sperato di trovarvi: certezza, comune accordo.

                « Non parlate. », lo rimprovera. Ferdinand ride di nuovo, nervoso; la sua risata muore nella bocca di Hubert, che riprende a baciarlo più lentamente, questa volta, e con più decisione. Tra le sue mani e le sue labbra, confuso e felice assieme, Ferdinand sente laroma del caffè e scopre, suo malgrado, di amarne le sfumature più dolci.

 

 

 

 

 

Questa storia è stata scritta su commissione. I più sentiti ringraziamenti al committente, Rie!
Vi lascio il post col mio listino prezzi nel caso anche voi foste interessati ad una fan fiction scritta su commissione, dove trovate anche tutti i miei contatti: LINK AL POST (Aggiornato 8/07/20). Ricordo che potete anche contattarmi su EFP!

Vi ringrazio per lattenzione, alla prossima!

-Joice

 

   
 
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