Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Itachi95    28/03/2020    2 recensioni
Un ragazzo, segnato da una tragedia che gli ha lasciato una cicatrice indelebile, vive il presente carico di rabbia, odio e trepidazione per la vendetta che un giorno sa che compirà. La piccola e insignificante gilda in cui è entrato non è nient'altro che una copertura, un mezzo per raggiungere più velocemente il suo scopo. Ma un giorno un evento inaspettato sconvolge i suoi piani. I membri della gilda scomparsi sette anni prima riappaiono inaspettatamente. Riusciranno a eliminare l'odio e le tenebre dal cuore dell'ultimo arrivato e a mostrargli come dovrebbe essere veramente un membro di Fairy Tail? O saranno coinvolti nella sua vendetta e verranno travolti dalla sua furia.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mirajane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Salve a tutti!
Finalmente ce l'ho fatta! Dopo tanto tempo (e non vi dico quanto) sono riuscito a finire il mio lavoro. È stata dura ma alla fine sono orgoglioso di quello che ho scritto. Non voglio perdere altro tempo però voglio darvi qualche informazione sulla storia:
- innanzitutto sappiate che la storia è già conclusa e revisionata, quindi indipendentemente dal successo che avrà la pubblicherò tutta. Quindi se decidete di leggere questa storia sappiate che ne vedrete la fine;
- è una storia canonica, in pratica è la storia del personaggio da me creato con la storia che tutti conosciamo che farà da sfondo. Qua e là ho dovuto fare delle modifiche per rendere l'intreccio più interessante, ma sono modifiche che non alterano la trama principale in maniera significativa;
- pubblicherò una volta alla settimana a fine settimana, forse più avanti potrei anche decidere di intensificare, vedremo.
Bene per il momento non ho altro da aggiungere.
Buona lettura!   
 
 
1. INCONTRO
 
Un ragazzo camminava a passo spedito per le vie di Magnolia.
Aveva un atteggiamento fiero e orgoglioso, camminava a grandi falcate, teneva la testa alta, il petto in fuori e aveva un sorrisetto arrogante sul volto. I lunghi capelli seguivano la scia che lasciava la sua andatura e ondeggiavano.
Intorno a lui c’era la solita confusione mattutina della città, che ormai, era la sua casa da un paio d’anni: gente che si affrettava qua e là per svolgere delle commissioni, o semplicemente per non far tardi per andare da qualche parte, commercianti che urlavano elogiando la loro mercanzia nel tentativo di attirare clienti.
Uscì dalla strada principale e prese una stradina secondaria per dirigersi verso la periferia della città. La strada che aveva imboccato era quasi deserta, le laterali della strada principale erano sempre così anche di giorno, nonostante bastasse svoltare l’angolo per trovarsi già nel traffico cittadino.
Dopotutto, nonostante fosse un importante porto d’approdo, quella era una piccola cittadina.
Sbuffò.
Non aveva voglia di ritornare in gilda.
Sperava che il lavoro durasse di più, ma aveva risolto tutto in mezza giornata e inoltre il committente si trovava nella città vicina quindi non poteva usare scuse del tipo che aveva perso il treno o che si era fermato a visitare qualche posto di villeggiatura, dato che, nonostante in quella gilda ci fossero solo dei coglioni falliti, non erano stupidi o almeno, non così tanto.
Prese un’altra strada e si avviò all’uscita della città, ormai attorno a lui c’erano solo case, non più edifici.
Pensò che nelle ultime settimane non era mai stato lontano dalla gilda per più di qualche giorno. In genere le missioni a cui partecipava lo tenevano sempre lontano dalla gilda almeno per più di una settimana, ma non per il fatto che erano missioni complicate o perché fossero tutte in luoghi lontani e difficilmente raggiungibili, ma per il fatto che erano solo una copertura per quella che era la sua vera missione.
La ricerca dell’essere che gli aveva rovinato la vita, dell’essere che gli aveva portato via tutto, ormai sei anni prima.
Le sue missioni venivano sempre completate in giornata, non ci aveva mai messo di più. Una volta terminata la missione per conto della gilda cominciava quella per conto suo, la ciaccia alle gilde oscure.
Da quando si era unito alla gilda di Fairy Tail ne aveva distrutte già diverse, massacrando ogni volta i loro membri, il suo scopo era solo quello di avere informazioni su quell’essere. Sapeva che in passato aveva avuto a che fare con una particolare gilda oscura e quindi aveva pensato che avrebbe trovato informazioni battendo pesantemente il terreno delle gilde oscure, dato che, non solo nel continente, ma anche in tutto il regno di Fiore a quanto pare ve ne erano molte.
Ma dopo poco più di due anni, ancora niente.
Inizialmente aveva pensato che avrebbe potuto fare tutto da solo, ma naturalmente le gilde oscure erano famose per starsene nell’ombra, perciò trovarle senza aiuti o conoscenze adeguate era risultato un processo troppo lungo e quasi privo di risultati.
Ecco perché aveva deciso di rivolgersi a una persona, che con le sue capacità avrebbe compiuto la ricerca per lui, dandogli le informazioni sull’ubicazione delle gilde oscure non appena le avesse rintracciate. Ovviamente un individuo del genere non lavorava gratis, ecco perché avrebbe dovuto lavorare per trovare i soldi che gli servivano.
Ma dove?
Dato che usava la magia una gilda era la scelta più giusta, ma le gilde erano sempre sotto il controllo del consiglio e un individuo come lui, col suo passato, con tutte le ombre che lo avvolgevano avrebbe attirato senza dubbio l’attenzione, e questa era l’ultima cosa che voleva. Doveva passare assolutamente inosservato.
Ecco perché la sua scelta era caduta su Fairy Tail. Un tempo la gilda migliore, più rispettata e più forte della nazione, ora una gilda completamente in rovina, all’ultimo posto tra le gilde del regno.
Era perfetto.
In una gilda come quella il controllo del consiglio era praticamente inesistente, poteva muoversi come voleva e nessuno dei pezzi grossi avrebbe anche solo pensato di venire ad indagare in una gilda di disperati che sapevano solo rimpiangere i tempi d’oro.
Aveva temuto che tutta la scia di cadaveri che si lasciava alle spalle, ma mano che distruggeva gilde oscure, avrebbe potuto attirare l’attenzione, fortunatamente quegli scemi del consiglio avevano scaricato la colpa su quella gilda clandestina: Crime Sorciere.
Almeno della sua copertura era soddisfatto, anche se non lo era del resto.
Nemmeno un’informazione utile: aveva minacciato, ucciso, torturato, ma niente che potesse ricondurlo a lui, o perlomeno alla gilda di cui si era servito.
La sua rabbia e il suo rancore erano sempre in attesa si esplodere da un momento all’altro, dopo anni aveva imparato a mascherarli bene, in attesa del giorno in cui li avrebbe scaricati contro il suo obiettivo, ma qualche volta ripensando agli avvenimenti di quella notte qualcosa fuoriusciva, e per attimo, un solo attimo, perdeva il controllo.
Quando ripensava alle loro morti.
Strinse i denti fortissimo.
Crack!
Si bloccò e guardò il terreno sotto i suoi piedi, il piede destro aveva rotto il terreno e vi ci era affondato di un poco.
Fece un profondo respiro e riprese a camminare.
Ormai era quasi fuori dalla città, in lontananza si vedeva la gilda fatiscente e il boschetto che c’era lì vicino.
“Tra qualche giorno sarà il momento dell’incontro con l’informatore”.
Qualche giorno prima gli era arrivata una lettera in cui l’informatore gli comunicava che finalmente aveva trovato le informazioni che cercava, dopo quasi due anni di attesa era giunto il momento.
Qualcosa aveva iniziato a muoversi.
Sapeva di avere già sufficienti soldi per pagarlo e anche per pagare l’affitto, avrebbe potuto tranquillamente aspettare quel momento, ma decise che appena rientrato in gilda avrebbe preso un altro lavoro e sarebbe partito il giorno dopo.
Non aveva voglia di passare anche un solo secondo più del necessario con quegli sfigati deprimenti e piagnucolanti.
Arrivato alla gilda salì i pochi scalini e si fermò a qualche passo dalla porta di ingresso.
Inspirò profondamente e poi espirò.
Era stufo di ripetere quella farsa tutte le volte, ma non aveva altra scelta, doveva dare l’impressione di essere un bravo ragazzo, una persona innocente e ingenua, qualcuno di cui si potessero fidare, in modo che non iniziassero a fare troppe domande e ad insospettirsi.
Si diede qualche schiaffo sul viso e poi si sforzò di sorridere, si raschiò la gola in modo da ammorbidire il tono della voce, si spostò il lungo ciuffo di capelli in modo che coprisse parte del volto e poi fece per aprire la porta, ma si bloccò.
Dall’interno venivano forti rumori.
Strano che se ne forse accorto solo all’ultimo.
Grida, schiamazzi, risate. Stavano facendo baldoria, sembrava che lì dentro ci fosse una festa.
“Che minchia hanno da festeggiare”?
Pensò.
Da quello che sapeva la gilda non se la passava affatto bene, anzi era sull’orlo della chiusura.  
Ascoltò più attentamente e si accorse che si sentivano più voci.
Dentro c’era molta più gente anziché le solite poche persone.
Anche se qualche persona nuova si fosse unita alla gilda non ci sarebbe stato alcun motivo per festeggiare.
Alzò gli occhi al cielo.
Sinceramente di quello che facevano non gli importava nulla.
Avrebbe dovuto semplicemente entrare come suo solito, salutare, fare qualche battuta, fingersi interessato ai loro problemi, anche se in realtà non gliene fregava nulla, prendere un incarico e poi scappare a casa.
La solita routine.
 
«Festeggiamo!!», gridò Natsu a pieni polmoni.
Una grande baraonda si diffuse in tutta la gilda.
Fino a qualche momento prima lì c’erano solo poche persone che venivano vessati da individui di un’altra gilda, ma ora, c’erano solo compagni di Fairy Tail che ridevano, bevevano, cantavano e scherzavano.
Mirajane era ritornata al suo posto dietro il bancone a riempire boccali e servire alcolici.
«Mira, non c’è bisogno che lavori, oggi dovete festeggiare! Lascia che ci pensi io», le disse una voce alle sue spalle.
Lei si voltò e sorrise.
«Non preoccuparti Kinana. Lo faccio volentieri. Dopotutto sono pur sempre la barista di Fairy Tail, questo è il mio lavoro, e poi non posso lasciarti fare tutto da sola».
«Allora ti ringrazio», le rispose mentre prendeva un vassoio carico di boccali.
«Allora Kinana! Il secondo giro?!», la chiamò Macao.
«Arrivo master!».
La guardò allontanarsi.
Per lei e gli altri erano passate solo pochi giorni, ma per i loro compagni rimasti erano passati ormai sette anni.
Sette anni.
Guardò Kinana muoversi tra i tavoli per distribuire i boccali.
Era cambiata molto.
Ma non era la sola.
Alzack e Bisca si erano sposati e avevano avuto una figlia.
Macao era divenuto il nuovo master mentre suo figlio Romeo ormai era un adolescente.
Tutti alla fine erano cambiati.
Si guardò intorno.
La loro bella e maestosa gilda ora era solo un edificio abbandonato e fatiscente e Fairy Tail si era dovuta trasferire in quella catapecchia abbandonata relegata ai confini della città. Questo edificio non era messo per niente bene, era piccolo, ammuffito e col soffitto pericolante.
Guardo le facce dei suoi compagni: Laki, Max, Visitor, Reedus, Nab, Warren, Macao e Romeo, Wakaba, Jet e Droy, Alzack e Bisca.
Chissà cosa dovevano averne passate negli ultimi sete anni.
Ma ora era tutto finito, dato che ora erano tornati.
«Mira?», la chiamò una voce che la distrasse dai suoi pensieri.
«Si, master?».
«Sei in pensiero?», le chiese Makarov seduto a gambe incrociate sul bancone.
«Niente di che, master. Stavo solo pensando a cosa fosse accaduto negli ultimi sette anni ai nostri compagni».
«Ah! Dolce Mira le tue premure ci sono mancate davvero tanto», le disse Macao afferrandole le mani, con gli occhi lucidi.
«E vedi di finirla stupido vecchio. Non è tornata nemmeno da mezza giornata e già ci stai provando», lo punzecchiò Wakaba.
«E anche se fosse! A te cosa importa! Torna da quella racchia di tua moglie e non rompere! Stupido vecchiaccio».
«Cosa hai detto! Non ti permettere mai più di darmi del vecchiaccio! Tu ti credi più giovane di me!».
«Ma Wakaba, ha appena parlato male di tua moglie».
«Tu sei vecchio! E quindi ti do del vecchio!».
«Ti sembra un comportamento da master! Non vali niente se paragonato ai tuoi predecessori!».
«Signori finitela», Makarov li riportò all’ordine.
«Oggi si festeggia, ora che siamo tornati faremo di Fairy Tail di nuovo la gilda migliore del paese».
«Si ha ragione».
«Visto? Ecco come si deve comportare un vero master».
Macao gli lanciò un’occhiataccia.
«Non dire così Wakaba, dopotutto Macao è riuscito a mantenere su in piedi la gilda per tutti questi anni nonostante tutte le difficoltà. Persino con tutti gli abusi che avete subito da quell’altra gilda, Twilight Ogre. Dopo io ed Erza andremo a fare quattro chiacchere col loro master. Mirajane ti vuoi unire a noi».
«Certo».
«Ahahah! La ringrazio master, ma devo dire che sono stato aiutato. Alzack e Bisca si sono dati da fare e poi c’è anche un nuov…sbamm!».
Il rumore di un tavolo che cadeva li distrasse.
Mira guardò un boccale cadere per terra rovesciando tutto il contenuto per terra.
«No! La mia bibita ghiacciata!», gridò disperato Gray, si volto furente di rabbia verso il colpevole, Natsu.
Qualche istante prima, Natsu aveva cercato di attaccare Laxus che con un semplice colpo lo aveva sbaragliato via, facendolo finire sul tavolo di Gray.
«Dannato cretino ambulante! Che cosa diamine stai facendo!».
«E non rompere, stavo provando a sfidare Laxus».
«Se hai proprio tanta voglia di venire pestato perché non te ne vai fuori, mi hai rovesciato il boccale!».
«E perché te la prendi tanto, c’era più ghiaccio che altro lì dentro, non ti sei perso mica nulla».
«Cosa c’entra questo! Non sei nella condizione di criticare gli altri tu che non sai mangiare altro che del fuoco!».
Natsu a queste ultime parole, gli si avvicinò facendogli frontino.
«Ehi, stupido ghiacciolo, vuoi botte?!».
«Che aspetti, fatti sotto, ti pesto anche con una mano legata dietro la schiena».
«Beh, ma almeno rimettiti i vestiti».
Gray si guardò e si accorse di essere rimasto solo coi boxer addosso.
«Ma quando è successo?!».
«Khahah! E tu vorresti suonarmele! Se non sei nemmeno in grado di… ought!», Gray gli era saltato addosso prima che potesse finire.
I due presero a suonarsele di santa ragione.
«Non dovresti fermarli Erza?», chiese Lucy che era seduta lì vicino.
«Adesso no, mi sto gustando questa fetta di torta, e fintanto che se la menano senza distruggere nulla per me possono continuare», disse portandosi un grosso cucchiaio di torta in bocca.
«Ma dove l’hai presa questa torta?!», fece la bionda stupita.
«Avanti Gray-sama!», Juvia faceva il tifo per il suo adorato, sventolando un fazzoletto bianco, «ah! Il mio adorato Gray che lotta per conquistare la mia mano, in una lotta all’ultimo sangue contro il rivale di sempre».
Prese a mordere un angolo del fazzoletto.
«Avanti Gray non lasciare che il bruto cattivo si prenda la tua amata».
«Ma si può sapere che film ti stai facendo passare in testa», le urlò contro disperata Lucy.
«Natsu sarebbe il cattivo?», disse Happy mentre si gustava un pesce.
Mira fece per dire qualcosa al master perché li fermasse, ma si fermò subito.
Guardò le facce di Wakaba, Macao e di tutti gli altri compagni, vide felicità e anche commozione per qualcuno, capì quanto quelle scene dovevano essergli mancate.
Buttò anche l’occhio su Laxus, se ne stava lì immobile con un mezzo sorriso sul volto a guardare Natsu e Gray che se le davano.
Che ne sarebbe stato di lui, Era innegabile che il suo aiuto si era rivelato determinate per battere il master Hades e sconfiggere Grimoire Heart, ma nonostante ciò Makarov si era dimostrato inamovibile nella sua decisione di mantenere la sua espulsione.
Ad un tratto Laxus si voltò verso di lei e subito distolse lo sguardo, sperò che non avesse fatto in tempo a accorgersi che lo stava guardando.
“Accidenti a me”, pensò.
Doveva stare più attenta.
«Va bene rimettiamoci al lavoro», fece per afferrare un bicchiere per dargli una risciacquata, ma si accorse che il cristallo vibrò.
SBAAAM!
Senti le porte della gilda spalancarsi e vide uno strano individuo varcare la soglia della gilda.
Buttò la sacca che teneva in spalla per terra e poi allungò il braccio in segno di saluto.
«Ehiiii!! Sono tornato! Mie bellissime Laki, Kinana perché non venite a darmi un bel ba…», si bloccò, quando si accorse che tutti lo stavano fissando.
Persino Natsu e Gray, che erano i più vicini, ancora stesi sul pavimento con le mani addosso l’uno all’altro si erano fermati.
«Chi sei tu?», gli chiese Natsu.
«Ma chi siete voi?», rispose stupito il ragazzo.
«Ah, Krono!», Macao si alzò e gli andò incontro.
«Bentornato ragazzo, hai fatto presto, non ti aspettavamo prima di sera», gli si affiancò e gli mise un braccio dietro le spalle.
«Signori lui è Krono Darkstar! L’ultimo acquisto della gilda!».
«Acquisto?!», fece sorpreso Makarov, «nonostante la gilda fosse in declino, qualcuno ci si è voluto unire lo stesso?».
Il master non nascondeva il suo stupore, effettivamente era una cosa strana. In genere le nuove leve puntavano sempre alle gilde emergenti, o se erano in gamba a quelle più rinomate, il fatto che avesse scelto una gilda in difficoltà era strano, forse era un mago scarso che era stato rifiutato da diverse gilde prima di arrivare lì.
«Piacere di fare la vostra conoscenza, io mi chiamo Krono Darkstar», disse facendo un inchino, sembrava un po’ in imbarazzo.       
Lo guardò attentamente.
Aveva due stivali beige che gli arrivavano a metà polpaccio, un paio di pantaloni di pelle nera e una cintura con teschio dietro cui vi erano due ali che puntavano verso l’altro. Portava una giacca marrone lunga fin quasi alle ginocchia, le cui maniche erano fatte su a metà avambraccio, le mani erano coperte da dei guanti neri che lasciavano scoperte le dita. Sotto la giacca aveva una semplice maglietta bianca, sul petto risaltava, attaccata a una catenina, una piastrina di stampo militare che si muoveva ad ogni suo passo. Ma la caratteristica che più lo distingueva era la lunghissima chioma di capelli lisci e neri, neri come la pece.
Erano lunghissimi, non aveva mai visto capelli così lunghi in un uomo, gli arrivavano fino ai fianchi, la frangia inoltre gli copriva la parte destra del volto, impedendole di vedere il suo viso completamente.
«Cosaaaa!! Voi sareste i membri scomparsi sette anni fa! Ho sentito tantissimo parlare di voi dagli altri! Dovete assolutamente raccontarmi tutto! Come siete sopravvissuti? Cosa avete fatto in questi sette anni? Come siete scampati ad Acnologia?! Avanti ditemi!», il ragazzo si muoveva freneticamente avanti e indietro per la gilda mostrando un grande entusiasmo, a prima vista sembrava un bravo ragazzo.
«Chi è questo Krono? E da quando si è unito alla gilda?», chiese Makarov a Wakaba.
«Non sappiamo praticamente nulla su di lui, non ha mai parlato della sua vita prima che si unisse alla gilda e noi abbiamo voluto rispettare questa sua scelta non facendoci troppo gli affari suoi, anche perché sinceramente avevamo altri problemi. Comunque si è unito alla gilda circa due anni fa. Gli abbiamo chiesto il motivo per cui avesse scelto una gilda in decadenza e lui ha risposto semplicemente che una gilda con la storia e il passato di Fairy Tail lo intrigava. È un tipo molto diligente anche se non si direbbe guardandolo, è sempre in giro per lavoro, non si ferma quasi mai in gilda, appena termina un incarico ritorna solo per prenderne un altro e poi riparte. Si può dire che è anche merito suo se la gilda non è ancora stata chiusa».
«Capisco», rispose con un sorriso mentre si portava il boccale alla bocca.
«Non ci posso credere!!!», il grido che Krono lanciò la fece quasi sobbalzare.
Era un ragazzo che gridava spesso.
«La prima master, la leggendaria Mavis ha usato la forza del vostro legame per attivare una magia che vi ha protetto da niente di meno che Acnologia! Ma è strafantastisco!».
«Eheheh, puoi dirlo forte».
«Sono davvero felice di poterti conoscere Natsu Dragneel».
«Tu mi conosci?».
«Io vi conosco tutti. Non solo perché Reedus mi ha mostrato i ritratti che vi ritraevano ma in questi anni i vostri compagni non hanno fatto altro che parlare di voi, so tutto delle vostre imprese: della battaglia contro Phantom, Oracion Seis, Edolas, dei problemi che avete avuto quotidianamente col consiglio e delle bellezze che popolano questa gilda».
«Come scusa?», fece Gray sorpreso, ma Krono non era già più lì.
«Bellissima Lucy Heartfilia!».
La bionda sentendosi chiamare alzo lo sguardo e subito sbiancò nel vedere un ragazzo piombarle addosso dall’alto.
«Kyaaah!».
«I ritratti di Reedus non ti rendevano minimamente giustizia!».
Mira guardava la scena a occhi sgranati, Krono stava abbracciando Lucy mentre strofinava il suo viso sul suo seno.
«Aiuto!», poté solo gridare la povera ragazza.
«Ehi! Cosa credi di fare brutto schifoso!», Erza gli piombò addosso e afferrandolo per la giacca lo lanciò via.
«Ma che gli è preso?», chiese stupita.
«Beh… vedi Mira, ecco, come dire, lui è particolarmente attratto dalle belle ragazze e spesso reagisce in questa maniera», le rispose Kinana, imbarazzata.
«Quindi sarebbe un donnaiolo? Come Loki?».
«È peggio di Loki te lo assicuro», rispose Wakaba mentre guardava la scena.
Krono si era messo a rincorrere a braccia spalancate, per tutta la gilda, Cana e Juvia.
«Su dai, solo un bacetto ragazze!».
«No! Juvia è fedele solo al dolce Gray!».
«Qualcuno mi lanci una bottiglia vuota! Lo metto KO in un attimo!».
Mira sorrise.
Questo Krono sembrava una brava persona tutto sommato, inoltre il suo lavoro era stato essenziale perché la gilda non chiudesse. Avrebbe dovuto ringraziarlo.
Guardò Erza e Macao avvicinarsi.
«Allora Erza, che ne pensi del nuovo acquisto?», le chiese Wakaba.
«Mi sembra solo un altro donnaiolo esagitato, ne ho visti diversi, vedrò di sistemarlo come si deve, non voglio che infanghi il nome della gilda».
Macao sorrise.
«Tranquilla, quando si tratta di lavoro diventa tutta un'altra persona e poi è un mago in gamba, prima del vostro rientro era senza dubbio lui il mago più forte della gilda, insieme ad Alzack e Bisca.». 
«Davvero?», fece stupita, anche Makarov ed Erza si sorpresero a quelle parole.
«E che tipo di magia userebbe, sentiamo?», chiese la rossa.
«Usa la stessa magia di Bisca, un cambio-stock di armi da fuoco».
«E nonostante ciò sarebbe allo stesso livello di quei due?».
«Esatto», rispose Wakaba compiaciuto.
«Allora deve essere davvero in gamba», ma il tono di Makarov non era lo stesso di compiacimento e orgoglio che avevano Wakaba e Macao.
In effetti era strano.
Se era veramente forte come dicevano perché un mago del suo livello si era voluto unire a una gilda in decadenza. Che fosse veramente attratto dal passato della gilda che fino a poco tempo prima era la migliore dell’intero regno?
«Di cosa parlate? Voglio sentire anch’io», Krono era piombato lì senza che nessuno se ne accorgesse.
Lo guardò più attentamente, aveva gli occhi di un marrone intenso.
«Ci stavano parlando di te», fece Erza.
«Solo cose belle spero», rispose lui in tono innocente.
«A quanto pare sei un mago in gamba, e questo è un bene, tuttavia il tuo comportamento di poco fa non mi è piaciuto. Ora che siamo tornati il nostro scopo è riportare Fairy Tail ai suoi antichi splendori, quindi vedi di tenere un atteggiamento più maturo altrim…», Erza si bloccò tutto d’un tratto.
I presenti si scambiarono un’occhiata, solo Krono rimase fermo immobile a sorridere, finchè non aprì bocca.
«Non male, il davanti è incantevole, ma devo dire che anche il lato b è stupendo e decisamente sodo».
Mirajane ci mise qualche istante a capire cosa stesse succedendo, abbassò lo sguardo e spalancò gli occhi per lo stupore, anzi, per lo sconcerto, per via della scena che stava avvenendo.
Krono stava palpando il sedere di Erza!
Erano tutti ammutoliti.
Erza sembrava pietrificata e il master era sbiancato, sembrava che stesse per venirli un infarto.
«Ragazzo…scappa», riuscì solo a dire con un filo di voce.
«Cosa?».
Mira vide solo Erza voltarsi verso Krono, il cui sguardo immediatamente passo dal rilassato al preoccupato, poi si mise le mani sul viso per non vedere quello che accadde.
Non vide nulla, senti solo grida di paura e poi di dolore, poi più nessun grido provenire da Krono, ma solo rumore di oggetti che volavano e si fracassavano, sentì le grida dei suoi compagni.
«Qualcuno la fermi!», gridò Levy terrorizzata.
«Lasciatela fare», fece invece Cana per nulla in ansia.
«Basta Erza, così lo uccidi!», disse Laxus, non aveva mai sentito Laxus con un tono così preoccupato e la cosa la spaventò ancora di più.
Quando ci fu un attimo di silenzio e sembrò che la baraonda si fosse calmata, tolse le mani dal viso.
Vide metà della gilda completamente sottosopra, Natsu e Gray erano abbracciati l’un l’altro in un angolo, terrorizzati, come del resto la quasi totalità dei presenti. Il master era finito accucciato dietro il bancone, di fianco a lei, con le mani sopra la testa che se si stesse preparando allo scoppio di una bomba.
Vide Erza scalciare e divincolarsi come una matta mentre Gildarts e Laxus facevano il possibile per tenerla bada.
Non aveva visto Erza così furiosa.
Poco più in là vide Krono, steso a faccia in giù in una pozza di sangue, privo di sensi, con al suo fianco Wendy in lacrime che con la sua magia faceva il possibile per aiutarlo. 
“Credo che Krono abbia capito sulla sua pelle che Titania sia una ragazza da non infastidire”, pensò.
 
La prima cosa che Krono vide quando riaprì gli occhi fu il soffitto di legno ammuffito della piccola infermeria della gilda. Spostò lo sguardo alla sua sinistra e vide la finestra che dava sul piccolo cortile a fianco dell’edificio.
Si trovava al primo piano della gilda dove il master Macao aveva deciso di fare l’infermeria, anche se in realtà si trattava solo di un letto in una piccola soffitta che si trovava appena salite le scale.
“Dannata troia”.
La testa gli pulsava.
“Mi avrebbe ucciso veramente se non l’avessero fermata. Quando sentivo parlare della grande Titania credevo che la sua fama fosse solo dovuta alla sua abilità come guerriera e maga. Ma a quanto pare anche al suo carattere”.
«Tutto bene?», chiese una voce gentile alla sua destra.
Girò leggermente la testa e vide una bella ragazza in un lungo abito bordeaux seduta lì a fianco al letto che gli sorrideva.
«Si, grazie bella Mirajane», si portò una mano alla tempia e notò che era avvolta in una fascia, «grazie per avermi aiutato».
«Non sono stata io, ma la piccola Wendy».
«La dragon slayer celeste? Mi hanno detto che conosce delle magie curative ma non sapevo che fosse pratica anche di bendaggi e tecniche di primo soccorso».
«Si è sempre data da fare per essere d’aiuto alle persone. Comunque, per aiutarti ha dovuto usare un bel po’ di potere magico, eri ridotto proprio male».
«Beh, Erza non si è certo risparmiata».
«Credo che tu sia stato il primo a farle una cosa del genere. Ma come ti è saltato in mente scusa?».
«Sono fatto così, quando vedo una bella ragazza perdo il controllo».
«Almeno vedi di starle alla larga per un po’, lo dico per il tuo bene».
«…credo che seguirò il tuo consiglio, Erza non è certo una ragazza come le altre…e ora l’ho capito».
«Mira! Si è ripreso?!», fece una voce provenire dalle scale.
Krono vide Wendy e il suo gatto volante salire le scale seguiti da Cana che tanto per cambiare stava tracannando una bottiglia.
Le tre gli si avvicinarono.
«Come stai Krono? Le tue ferite erano gravi ma ora non sei più in pericolo di vita. Ho notato che il tuo corpo ha una capacità di recupero sorprendente e questo è un bene, un po’ di riposo e domani mattina sarai come nuovo».
“Ero anche in pericolo di vita? Ma quanto cazzo mi ha picchiato forte quella stronza”.
«Dovresti ringraziare Wendy, disgraziato, ha dovuto usare un sacco di potere magico per guarirti», gli disse il gatto volante come a volerlo rimproverare.
«Ma Charle non ce né bisogno, ho fatto solo il mio dovere».
«Sei troppo gentile con lui Wendy».
«Comunque, Krono», gli si rivolse nuovamente la ragazzina, «è meglio se te ne rimani a riposo per il resto della giornata, hai subito un brutto colpo e anche se ti stai riprendendo velocemente faresti bene a non fare sforzi. Se hai qualche problema non esitare a contattar…», non fece nemmeno in tempo a terminare la frase che Krono le saltò addosso e avvolse in un grande abbraccio.
«Ma sei troppo carina!! Così piccola, tenera e piucciosissima, sembri quasi una bambolina», diceva con tono infantile mentre continuava a strofinare la faccia sulla sua testa.
«Lascia andare Wendy brutto pervertito!», urlava Charle mentre lo tirava per una ciocca di capelli.
«I-i-iio s-s-sa-sare-sarei piccola», Wendy, rossa come un pomodoro per l’imbarazzo, riusciva a malapena a farfugliare qualche parola.
Crack!
Krono cadde a terra, lasciando andare la presa sulla ragazzina, dalla sua tempia usciva uno zampillo di sangue.
Cana lo aveva colpito in testa con una bottiglia, così forte da mandarla in frantumi. «Sta volta la bottiglia me la sono portata dietro. Andiamo Wendy, questo pervertito non merita le tue cure», la afferrò per la maglia e la strascinò via, mentre la piccola stava ancora fumando per la vergogna.
«Ahia! La mia povera testa», disse mentre si rimetteva seduto sul letto con una mano sulla ferita.
«Ti piace proprio prenderle, eh?».
«Solo dalle belle ragazze».
Mirajane si alzò e si diresse verso le scale.
«Rimettiti sdraiato e vedi di rimetterti, Krono».
Fece quanto gli era stato chiesto.
«Agli ordini Mirajane», disse con un sorriso.
 
   
 
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