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Autore: Madamedil    31/03/2020    0 recensioni
Sono passati quindici anni da quando Kevin Mask è stato sconfitto da Kid Muscle nelle finali del Torneo Chojin, e da quel momento la sua vita è stato una continua caduta. Ma una nuova primavera è pronta a ridestarlo. Perché solo la morte di una vita, fa sì che possa rinascerne una nuova nell'incessante ciclo dell'esistenza.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Kevin Mask, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sei tornato a casa Kevin, dopo tanti anni eccoti di nuovo nella casa in cui sei nato e che ora è tua, solo tua. Perché tuo padre... tuo padre non c'è più, è morto pochi giorni fa e inaspettatamente hai sentito qualcosa rompersi dentro di te.
 
Non lo vedevi da  quindici anni ormai, da quando perdesti le finali del Chojin e poi, dopo l' ennesimo litigio decidesti di chiudere per sempre i rapporti. Ti aveva dato del miserabile, ma Kevin Mask non era un miserabile!
 
Gli gettasti ai piedi il tuo elmo, e con tal gesto decidesti di non voler avere più nulla a che fare con lui. Né con lui, né con il wrestling, che invece di aiutarti a ricostruire non ha fatto altro che finire di distruggere il rapporto tra di voi. 
 
In questi quindici  anni, come sempre, la vita è stata dura con te.

Incontri clandestini nei più bassi quartieri di Londra per guadagnare giusto quei pochi soldi che ti servono per comprare birra.Nulla di più disonorevole per un wrestler di alto livello quale eri tu.

Due rapporti falliti, dai quali hai avuto un bambino che non ti è permesso vedere. Spesso dicevi di non voler essere come tuo padre, ma forse sei diventato anche peggio.
 
È per questo che ti sei avvicinato ancora di più all'alcol e ora non ne puoi far più a meno. Odi tutto ciò, non è vero? 
 
Porti ancora i capelli lunghi, che per te sono sempre stati un simbolo di ribellione. A cosa ti ribelli ora, Kevin Mask? Alla tua età poi…
 
  Forse ti stai scagliando contro la cosa che odi più di tutte, te stesso. Forse tuo padre aveva ragione a darti del fallito…
 
Sei di fronte alla porta della camera da letto patronale della villa di famiglia, nella casa in cui per otto anni hai ricevuto amore ma anche tanto dolore. Ti eri ripromesso di non mettervi più piede, e invece eccoti lì, pronto a ereditare i titoli e le ricchezze di famiglia, che non credevi di poter mai ricevere. 
“Ipocrita" pensi di te stesso. Hai sempre rinnegato tuo padre e i suoi schifosissimi soldi, eppure eccoti lì, pronto a ricevere quello che ti spetta, perché è vero, hai rigettato tuo padre, ma mai il tuo nome… per quanto in basso tu sia caduto, sei sempre un Mask, e di questo sei consapevole. Questo...ti fa muovere il sangue nelle vene.
 
Appoggi la mano sulla maniglia e la stringi forte tentennando. Non pensavi che il confronto con il passato potesse essere così difficile. 
 
Apri la porta ed entri. La camera è in un'ordine immacolato, immutata negli anni. Uguale a quella stanza in cui da bambino ti andavi a rifugiare nelle notti di tempesta, trovando sempre l'abbraccio sicuro dei tuoi cari.
 
Ti salgono alla mente tanti ricordi, troppi. Il più doloroso forse è quello di tua madre. Pensi spesso che se ci fosse stata lei, le cose sarebbero potute andare in modo diverso.
 
Avanzi e tra le tende del baldacchino scorgi una lettera posta sul cuscino ricamato, che ancora emana il profumo forte di tuo padre. L’afferri delicatamente e rompi il sigillo in ceralacca.
 
La lettera è destinata a te e anche se il mittente non c'è non hai dubbi su chi possa avertela scritta. Sorridi ironico pensando che anche nelle sue ultime ore, tuo padre non si è risparmiato di dedicarti un' ultima contumelia.
 
In ogni caso ti siedi e apri la busta. Cosa sarà mai un'ultima umiliazione, un ultimo schiaffo ? Prendi la lettera e noti subito la minuziosa e bacchettona grafia di tuo padre; impossibile non distinguerla:


"Quando hai deciso di aprire questa lettera avrai sicuramente pensato che fino all'ultimo io volessi ancora rimproverarti.

Starai immaginando che io in questo momento stia provando sentimenti di mal animo, ma in realtà la mia ultima goccia di felicità risiede nella speranza che tu possa, all’epilogo della mia travagliata esistenza, leggere le mie ultime parole.

 
Quante volte,accecato dall'orgoglio ti ho dato dell'abbietto dicendoti che ti avrei diseredato, che non saresti stato più mio figlio. Eppure ecco che ora lascio a te tutte le mie ricchezze e tutti i miei rimpianti, che spero possano fiorire e un giorno sbocciare in nuove speranze.

Perché i figli sono figli, e i genitori sono genitori, e nessuno, in ogni caso, smette mai di esserlo.
Ti scrivo perché con le mie ultime energie voglio lasciarti il mio tesoro più grande…
 
T'amai, Kevin, da quando seppi che eri nel grembo di tua madre.
 
T'amai quando appena nato ti presi in braccio per la prima volta, attento a usare una delicatezza tutta  nuova per me.
 
T'amai ancor di più quando tua madre perì  tra le mie braccia. "Ama nostro figlio" furono le sue ultime parole...ma venni meno alla promessa, perché un amore, anche se intenso, diviene arma se non è saputo dimostrare. Ti ho oppresso e tu sei scappato via.

Per quanto abbia sofferto nel vederti crescere  lontano non ho mai avuto il coraggio di riavvicinarmi a te. Sono stato un codardo, il “Grande eroe" Robin Mask è stato un codardo, un fallito, perché non ha saputo amare il proprio figlio.

 
T'amai quando mandai Warsaman a cercarti e gli chiesi di divenire  il tuo allenatore, di divenire quello che io non sono mai riuscito a essere per te…un sostegno, un punto di riferimento, una spalla su cui piangere.

Ti ho sempre ripetuto che gli uomini non piangono mai. Ti ho sempre mentito. Gli uomini piangono…gli uomini devo piangere! Come piango io ora del tempo perduto.

 
Ti amo Kevin e ti amerò per sempre, sperando che un giorno noi potremmo in un altro mondo,  recuperare insieme tutto il tempo perduto.
 
Addio, amore mio 
                                                  Papà "

                                    
Ora senti le lacrime scorrere copiosamente lungo le guance. Nelle sue ultime ore tuo padre ha voluto conciliarsi con te. Piangi ripensando al tempo sprecato a litigare che non tornerà più, a tutte le parole che ora ti scorrono nella mente e che non potrai mai dirgli.

Piangi e ti maledici, maledici il giorno in cui sei scappato di casa, maledici il giorno in cui gli hai sbattuto la porta in faccia e il giorno in cui, venuto a sapere della sua malattia, hai deciso di non volerne sapere niente.

Scosso dai singhiozzi, porti le mani al viso per celarti dietro al tuo dolore. Rimani così…nel tentativo di espiare le tue colpe, nel dolore per la mancata riconciliazione con il tuo genitore, con le tue radici, con il tuo stesso sangue.

All'improvviso senti un tocco leggero, di una piccola mano che ti carezza il braccio. Abbassi le mani, che coprono occhi rossi e inondati di lacrime, ma che riescono in ogni caso a intravedere quelli celesti  dell'amore più puro che il cielo ti abbia donato.

Solo ora, così, ti accorgi che tuo figlio è la cosa più importante della tua vita. Senza una parola, lo stringi forte a te e gli baci la guancia, mentre ti stringe forte intorno al collo le sue braccine magre.

Poi sollevi lo sguardo, e c'è Warsman accanto a voi che vi osserva ed emana  un'immensa commozione. Era da tempo che non lo vedevi, ma è come se fosse sempre stato con te, sempre. Da quando sei nato a quando sei caduto sul ring, fino a questo momento, in cui ti ha riportato tuo figlio. 

-Oh Warsman- sussurri, mentre tieni stretta la mano di tuo figlio e non riesci a smettere di piangere – Sto piangendo, Warsman…- è l'unica cosa che riesci a dire al tuo vecchio maestro.

-Perché ora sei un uomo Kevin, e gli uomini devono piangere…- ti sorride, e tu ricambi con uno sguardo che ascoltando quelle  si è fatto più leggero.

Stringi di nuovo il tuo bambino. No, non lo lascerai mai andare via dal tuo cuore, lo senti. Gli donerai tutte le tue gioie, tutto ciò che il tuo cuore strappato saprà ricucire. Per lui sarai un uomo migliore.  Sarai il padre straordinario  che Robin Mask avrebbe voluto essere te. 

 
 
   
 
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