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Autore: TheGhostOfYou0    04/04/2020    3 recensioni
Un segreto in grado di distruggere una famiglia.
Un peccato tramandato di madre in figlia.
Anno 1469.
Francesco de’ Pazzi è vittima di un cognome importante ma non abbastanza, eclissato da quello della rivale famiglia de’Medici ed è pronto a tutto pur di ridare alla propria il prestigio che merita.
Fiammetta Canacci sogna una libertà che non le verrà mai concessa, fa parte delle piccola nobiltà fiorentina e lei, con un matrimonio, rappresenta l’unica possibilità per la sua famiglia caduta in disgrazia.
Sullo sfondo della Firenze del Magnifico i destini di un uomo in cerca di gloria ed un ragazza in cerca di se stessa sembrano intrecciarsi, stringersi intorno a quello della più potente famiglia del tempo, travolti in una spirale d’odio così profondo e violento da rendere difficile distinguere il bene dal male, fino ad i tragici eventi del 1478.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
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 Premetto di aver già pubblicato pochi capitoli di questa storia diversi mesi fa ma l'avevo lasciata perdere ed eliminata nell'intento di studiarla meglio, arricchiarla e migliorarla.
Ora la ripubblico, rivista e corretta, sperando vi possa piacere.
Buona lettura! 


0.Prologo
 
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.


Firenze, 
Anno Domini 1478.
 
Un silenzio mortale riveste la città.
È una notte fredda, senza tempo e Firenze è prostrata, come una madre che non è stata capace di proteggere i propri figli, ammutolita davanti a tanta violenza, tanto odio, tanta morte.

Firenze, città d’arte e d’amore, s’è trasformata in un cimitero a cielo aperto.
L’ennesimo corpo oscilla, avanti ed indietro, ed il macabro rumore di una corda che si tira e del legno che scricchiola sono gli unici suoni che interrompono l’irreale quiete.
 Fiammetta non osa parlare, non osa piangere e neppure pregare, persino respirare le sembra sbagliato.
 I suoi lunghi capelli si muovono lenti, fluttuano come una macchia colorata nel buio.
 Si muove piano, con la mano pallida afferra una ciocca e la fa scorrere tra le dita, si rende conto che è dello stesso colore del sangue. Sgrana gli occhi, trattiene il fiato e si perde in un ricordo.
I capelli del demonio, aveva detto Francesco, una volta. 
 Aveva sorriso, poi, ma lei sapeva che lo pensava davvero.
Lo pensavano tutti.  

Ed ora sa anche che avevano ragione, perché la sua anima è sporca di sangue.
Avevano ragione, perché Fiammetta avrebbe potuto evitare un inutile strage, ma è rimasta immobile a guardare il suo intero mondo crollarle davanti agli occhi, affascinata dalla morte, corrotta dall’odio e poi svuotata di ogni sentimento.
 Ha aspettato e taciuto.
 Ha peccato.
Ha ucciso, a modo suo. 
Ed in queste ore dense ed interminabili, nel gelo della notte, chiede perdono ad orecchie che hanno smesso di ascoltare e reclama il calore di corpi ormai gelidi.

Ma non ci sarà niente, non per lei.
Lascia di nuovo andare la ciocca, il vento la sposta subito. È forte e freddo, proviene da lontano e non sa dove arriverà, ma lei lo seguirà, perché scappare è l'unico modo che ha per sopravvivere. 
Si ripromette di dimenticare, di cambiare nome, di cambiare storia per essere finalmente libera ma la verità è che non riuscirà mai a cancellare quello che ha visto e provato.
Ogni parola, ogni immagine, ogni sensazione sembra essere scolpita in angoli sconosciti del suo corpo, pronti a riemergere per aprire ferite ancora sanguinanti.
E la verità è che a Fiammetta non rimane altro, se non le sue ferite e la sua memoria.
E la verità è che in tutta questa atrocità, in tutto questo dolore, soffrire è l’unica cosa che la faccia sentire viva. 
 Passa una mano sul suo ventre, osserva la luna, prega che il Signore le possa fare un dono, un ultimo dono, qualcosa che le dia la forza di andare avanti, qualcosa che le faccia trovare del buono in quello che ha vissuto.
Qualcosa che non le somigli affatto, che abbia occhi scuri e capelli liberi dal peccato, che non si porti appresso il peso dei suoi errori, che possa trovare la pace che i suoi genitori non hanno mai avuto.
Un corpo da tenere stretto a se, quando la solitudine sembrerà divorarla.
Non lo merita, ma lo desidera ardentemente. 

Guarda la luna nascosta dalle nuvole di tempesta, un corpo esanime oscilla sopra di lei e ci sono solo loro.
Lei, lui ed  il suo lieve oscillare. 
Fiammetta trema e si stringe in un abbraccio, ma niente potrebbe scaldarla da questo gelo, un vuoto che viene da dentro, che sembra dilaniarla, aprirle a metà il petto.
Quando il vento le porta una voce alle orecchie lascia scappare dalle proprie labbra un verso, un respiro interrotto, e profana il silenzio.
La voce è calda, famigliare, e le sembra stranamente vicina, tanto che teme di poterlo trovare dietro di se solo si voltasse. Non lo fa.
Non  vuole spezzare l’incantesimo.
 Chiude gli occhi, lui le sussurra parole che si perdono veloci, corrono via e lei vorrebbe solo inseguirle, per poterle sentire un ultimo istante.
"Non dovete avere paura, Fiammetta."
 
E se la parole avessero consistenza, vorrebbe stringerle al petto.
 
Quando riapre gli occhi l’ uomo che oscilla la sta guardando. Lo sente sulla pelle. 
Lei ricambia, incoraggia una sfida immaginaria, alza il mento per dimostrargli di non avere paura.
La sua morte, tra tutte, non le ha causato dolore ma le ha portato via la speranza. 
I Medici hanno avuto la loro vendetta, la loro giustizia.
Ora che anche Jacopo de' Pazzi è stato impiccato, tutto è finito.
 Firenze lo sa, c’è un corpo che oscilla a ricordarglielo, come se servisse.
 È lei che l’ ha voluta, quella condanna.
Firenze ha pianto Giuliano e protetto Lorenzo dai suoi nemici.
 Fiammetta avrebbe potuto salvare ognuno di loro ed ora l’ultimo dei suoi peccati è li, davanti a lei.
Oscilla.
 
Con lui è finito tutto e Firenze non è più casa sua.
Lei è viva, seguirà il vento, cercherà di ricominciare, pregherà il suo ventre vuoto perché le dia qualcosa con cui farlo. A volte cercherà di cancellare persino la morte, altre stringerà con forza ogni sbiadita memoria.
 
Fa freddo stanotte e Fiammetta guarda un corpo.
 Si volta, adesso i capelli le coprono il volto ed il collo, la imprigionano, sembrano formare un cappio. Ironico, avrebbe dovuto esserci anche lei, lì,  ad oscillare nella notte.
Morta.
 
   
 
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