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Autore: guimug    07/04/2020    5 recensioni
In una notte di Capodanno si compie un destino, Patty e Stear vivono la loro prima ed unica notte d'amore sulle note di "Nient'altro che noi" di Max Pezzali
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alistair Cornwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardando l’orologio sul comodino Stear si accorse che ormai la notte volgeva al termine, quelle lancette crudeli che correvano troppo in fretta annunciavano che ormai mancavano solo venti minuti alle cinque, il tempo era davvero volato in un vortice di emozione e passione ed ora la realtà presentava il conto. Quel che doveva fare sarebbe stato una pugnalata al cuore della persona che più amava al mondo, ma era anche un dovere che sentiva nell’anima e per il quale non avrebbe esitato a sacrificare anche il suo amore.

Dallo stesso comodino un paio di occhiali dalle grandi lenti lo osservavano muti, Stear sorrise e si voltò per guardare il viso che di solito era incorniciato da quella montatura. Patty dormiva accanto a lui, il volto sereno con le labbra appena dischiuse sembrava l’immagine della dolcezza… quelle labbra che durante la notte erano state strumento di baci appassionati. Il lenzuolo era leggermente sceso a scoprirle le spalle e l’attaccatura del seno e Stear rimase in silenzio a contemplare quella ragazza che gli aveva rubato il cuore.

Potrei stare ore e ore qui
ad accarezzare
la tua bocca ed i tuoi zigomi
senza mai parlare
senz'ascoltare altro nient'altro che
il tuo respiro crescere
senza sentire altro che noi
nient'altro che noi.



Era cominciato tutto la sera prima, Patty si era vista arrivare uno strano biglietto che la invitava a recarsi al parco ed a sedersi su una certa panchina in riva al laghetto. Qualunque ragazza dotata di buon senso non avrebbe dato credito a quel messaggio che non riportava alcun mittente soprattutto la sera del 31 Dicembre, ma il disegno di due paia di occhiali circondati da una linea a forma di cuore tradivano l’autore

“Mia cara Patty, stasera voglio regalarti qualcosa di magico!
Vieni alle sette alla nostra solita panchina ed aspetta…”


Solo due righe ma quando sei fidanzata con Alistear Cornwell, ragazzo allegro e pazzerellone, sai che puoi aspettarti di tutto. Patty si era chiesta cosa diavolo avesse in mente quella sera, se magari avesse costruito un’altra delle sue diavolerie o semplicemente volesse trascinarla in qualche avventura ai limiti dell’assurdo. Pensò che quella sera doveva essere speciale, lei aveva un appuntamento misterioso e la sua migliore amica a New York stava probabilmente fantasticando sul futuro assieme al suo grande amore. Candy e Terence… era dai tempi della scuola che non si vedevano ed ora finalmente erano di nuovo insieme! Pensò che dopotutto a lei era andata molto meglio, il suo rapporto con Stear era cresciuto giorno dopo giorno rafforzandosi sempre di più e adesso… ehi, e se tutto quel mistero fosse teso a prepararla ad una grande novità? Arrossì mentre nella sua mente passava l’immagine di un vestito bianco, ma subito si impose di tornare alla realtà.

“Patty, cosa vai a pensare?” si disse “Sbrigati piuttosto a prepararti o farai tardi!”

Indossato un cappotto, un berretto di pelo ed una grande sciarpa Patty si era precipitata al parco solo per… trovarlo chiuso!

“Stear! Accidenti a te! Lo sai che i parchi a Chicago in inverno chiudono alle quattro del pomeriggio! E adesso come faccio?”

Ancora una volta l’immagine della sua amica le venne in soccorso, nella sua mente rivide una figura in uniforme scolastica volteggiare fra i rami degli alberi nel parco del collegio. Diamine, se poteva farlo Candy non c’era ragione perché non avrebbe potuto tentare anche lei! Si guardò intorno ed individuò una grossa quercia che sporgeva alcuni rami al di fuori della recinzione, il momento era propizio visto che non c’era nessuno in giro. Patty si aggrappò al ramo più basso e poi, a forza di braccia e gambe, riuscì ad issarsi sulla pianta.

Bene, era salita ma ora si poneva il problema di scendere dall’altra parte visto che i rami terminavano ad una certa distanza dal suolo.

“Stear, se mi dovessi rompere qualcosa in quest’avventura non te lo perdonerò mai!”

Ma sotto sotto si stava divertendo molto, infrangere le regole era eccitante… se l’avesse potuta vedere nonna Martha probabilmente sarebbe stata orgogliosa di lei! Valutò bene la distanza fra il ramo che le sembrava più basso ed il suolo e, dopo essersi raccomandata a tutte le divinità cristiane e pagane, spiccò un salto andando ad atterrare in un’aiuola. Miracolosamente riuscì a mantenere l’equilibrio senza finire a mollo nel pantano di terra e neve marcia quindi, soddisfatta di sé stessa, si diresse verso il luogo dell’appuntamento.

La loro panchina! Era una delle tante poste intorno al laghetto del parco, non dissimile dalle sue sorelle che facevano corona a quel luogo, eppure per loro era speciale. Forse per la particolare angolazione che permetteva di vedere fra gli alberi i palazzi lontani, o forse perché in quel punto le anatre venivano più spesso a radunarsi schiamazzando e chiedendo cibo e loro due si divertivano a nutrirle… o forse perché era stato proprio lì che Stear le aveva detto “Ti amo” per la prima volta.

Fatto sta che ormai, ogni volta che si davano appuntamento, quello era il posto ed anche in quella gelida sera di Dicembre Patty era lì ad aspettare il suo tesoro! Però accidenti, quanto faceva freddo. Per questa volta Stear non poteva scegliere un altro posto? Magari una romantica caffetteria con separé, quello sì che sarebbe stato il posto ideale!

“Stear, dove accidenti sei? Sto congelando!”

Patty cominciò a saltellare su sé stessa per vincere i brividi di freddo mentre l’impazienza la stava consumando, ad un certo punto sentì un rumore provenire dallo specchio d’acqua, un battere ritmico e sbuffante che si sovrapponeva al suono di una musica. Vincendo il freddo ed il timore Patty si avvicinò alla riva e vide che dal centro del laghetto si stava avvicinando qualcosa. Aguzzando la vista nell’oscurità riconobbe la sagoma di un minuscolo battello a ruote, poco più di un modellino, che avanzava avvolto dal vapore mentre da un grammofono posto sulla prua uscivano le note di un valzer. Ma non un valzer qualsiasi, era il valzer della Festa di Maggio alla Royal St. Paul School, quel valzer che era stato galeotto tanto per Candy quanto per lei visto che fu proprio in quell’occasione che Stear la invitò a ballare per la prima volta. All’interno del piccolo natante una figura si muoveva, all’improvviso si alzò e cominciò a chiamarla

“Patty! Sei pronta per una romantica crociera di fine anno?”

“Stear!” rispose la ragazza “Ma cosa ci fai su quel trabiccolo? Non mi dire che l’hai costruito tu?”

Il giovane inventore sorrise “Certo che l’ho fatto io, non è una bellezza? Si chiama «Sogno di mezzanotte» e ci porterà nel paese delle meraviglie!”

Ecco, un’altra diavoleria di Stear! Patty pensò divertita a quante ne aveva già costruite, ma soprattutto a quante si erano rivelate disastrose, di colpo le venne in mente un vecchio aereo in Scozia… spaventata gridò

“Stear, per l’amor del cielo stai attento!”

Il natante nel frattempo si era avvicinato alla sponda ed il ragazzo si stava alzando per aiutare Patty a salire quando una delle ruote urtò contro una roccia semisommersa. Il battello ebbe un sobbalzo e Stear, perdendo l’equilibrio, finì a capofitto nell’acqua gelata mentre la barca, senza più controllo, invertiva la rotta ritornando verso il centro dello specchio d’acqua.

Patty urlò e si precipitò verso la riva da dove Stear, grondante ed umiliato, stava faticosamente riemergendo.

“Stear, tesoro! Stai bene? Non sei ferito?”

Il ragazzo non si era fatto nulla, l’unica sua parte ad essere rimasta ferita era l’orgoglio! Aveva sognato di regalare una serata speciale alla sua Patty ma anche stavolta aveva rovinato tutto. Guardò verso il lago dove il battello senza più una guida vagava da solo, le note del valzer arrivavano ancora ma poi un rumore sordo annunciò che aveva urtato contro gli scogli dell’isoletta posta al centro… pochi secondi e la musica tacque, segno che il natante si era rovesciato ed inabissato!

“Stear, ma cosa ti è saltato in mente?” gli disse Patty ormai sull’orlo delle lacrime

Con la voce tremante per il freddo lui rispose “Volevo regalarti un momento magico, un sogno romantico… ma come al solito ho rovinato tutto… sono il solito pasticcione!”

“Più che un sogno direi che è stato un incubo. Ma ora bisogna che andiamo in un posto dove tu possa toglierti questi vestiti bagnati!”

“Hai ragione Patty, visto che la prima parte del nostro appuntamento ormai è andata a monte andiamo subito al Palace Hotel. Lì c’è una stanza a mio nome, negli ultimi giorni ho vissuto da solo perché… te lo spiegherò dopo. Comunque lì potrò cambiarmi e potremo continuare con la seconda parte della nostra serata, ho prenotato un tavolo al ristorante panoramico per festeggiare insieme il nuovo anno”

Patty era troppo preoccupata dalla salute di Stear per accorgersi di quel particolare, perché il ragazzo aveva vissuto in albergo negli ultimi giorni? Lo aiutò ad alzarsi e gli mise addosso la sua sciarpa

“Da dove usciamo adesso?”

“Come da dove?” rispose Stear “Ma dal cancello ovviamente!”

Patty lo guardò strabuzzando gli occhi “Quale cancello? Sono tutti chiusi, per entrare ho dovuto arrampicarmi su un albero!”

Il ragazzo la guardò stranito e poi “Arrampicarti su un albero? Ma se ti ho lasciato aperto il solito cancello… oh accidenti! Mi sa che non te l’avevo scritto!”

Patty alzò gli occhi al cielo, tipico del suo ragazzo essere così sbadato! Ma lo amava anche per quello, perciò sorreggendosi a vicenda uscirono da quel varco e si diressero all’albergo che era poco lontano.

Dopo un veloce bagno, questa volta caldo, ed un cambio d’abito Stear si ripresentò a Patty che nel frattempo stava guardando il panorama dalla finestra.

“Eccomi amore, sei pronta per la nostra serata magica?”

“Certo Stear, ma vorrei che mi spiegassi come mai hai organizzato una cosa simile. Pensavo che saremmo andati al party di capodanno a casa Andrew…”

“Abbi pazienza” le rispose il ragazzo “Saprai tutto a tempo debito, ti basti per ora sapere che volevo passare questa serata solo con te, voglio vivere dei momenti indimenticabili con la persona che amo senza condividerli con una folla di parenti”

“Ma la zia Elroy? Tuo fratello Archie? Non si offenderanno per questo?”

“Credo che la mia presenza al party sarà l’ultimo dei loro problemi” rispose Stear in tono amaro

Patty finalmente colse che c’era qualcosa di stonato in quella situazione, una nota stridente che il ragazzo cercava in ogni modo di nascondere ma che inevitabilmente ogni tanto saltava fuori.

“Stear, cosa mi nascondi?”

“Niente tesoro!” le rispose sfiorandole le labbra con una bacio “Nulla di cui tu debba preoccuparti, ora apri quel’armadio e guarda!”

Patty rimase titubante, ma dopotutto se il suo Stear le diceva che non c’era nulla di cui preoccuparsi doveva essere così. Rigettò indietro i brutti pensieri e sorridendo aprì l’anta dell’armadio, all’interno c’era un meraviglioso abito da sera rosso ornato di pizzi.

“Ti piace? Spero di aver indovinato la taglia”

“Stear! È meraviglioso!”

“Allora indossalo, e andiamo a vivere la nostra magia!”

La coppia si diresse verso il ristorante panoramico, qui a differenza che nel salone delle feste l’ambiente era organizzato per chi voleva trascorrere un capodanno tranquillo e romantico, senza gli schiamazzi del classico veglione. La sala era in penombra, con i tavoli rischiarati da candele così che le luci della città potessero essere viste senza riverberi, i camerieri servirono la cena in maniera discreta senza quasi far notare la loro presenza. Per i due ragazzi era davvero un momento perfetto, i loro sguardi si incrociavano con occhiate colme di tenerezza e le loro dita spesso si intrecciavano in giochi complicati. Terminata la cena Stear disse

“Patty, andiamo ad aspettare la mezzanotte nella mia… nella nostra stanza!”

Alla ragazza non sfuggì quell’aggettivo plurale, possibile che davvero Stear avesse intenzione di… arrossì vistosamente ma non rifiutò la mano del ragazzo che la invitava a seguirlo. In camera il room service aveva già recapitato una bottiglia di champagne con relativi bicchieri, il tempo sembrava restringersi mentre le lancette correvano per sovrapporsi, la mezzanotte scoccò sulla pendola ed i rintocchi annunciarono il nuovo anno.

Stear stappò la bottiglia e versò lo champagne, di fronte alla finestra da cui entravano i bagliori dei fuochi artificiali il cristallo dei recipienti tintinnò in un brindisi, poi posate le coppe fu il cristallo dei loro occhiali a toccarsi mentre si lasciavano andare ad un romantico bacio. Fuori lampi e rombi di razzi e fuochi artificiali promettevano allegria ma a Patty non sfuggì un ombra nello sguardo del suo ragazzo.

“Cosa c’è amore?” gli sussurrò all’orecchio

“Nulla tesoro… nulla!” rispose il giovane, ma se Patty avesse potuto leggergli la mente avrebbe visto che quei fuochi artificiali a Stear richiamavano ben altre immagini di scoppi e lampi! Ma non era tempo per pensare a quelle cose, sollevò delicatamente il viso di Patty e ne cercò ancora le labbra, una volta… due volte… poi le carezze si fecero più audaci e le sue mani cominciarono a scendere sulla schiena di lei cercando la chiusura del vestito.

Patty si irrigidì per un momento, ma poi lasciò che gli avvenimenti seguissero il loro corso. Lo amava e lui amava lei, erano una coppia perfetta e non c’era ragione per la quale le cose non avrebbero dovuto andare in quel modo.

“Ti amo Stear!” sussurrò con voce leggermente arrochita

“Anch’io ti amo Patty” rispose lui nel medesimo tono

Il vestito finalmente scivolò a terra mentre lei liberava il corpo di lui dalla giacca del tuxedo e dalla camicia, Stear la prese fra le braccia sollevandola e deponendola sul letto. Il resto degli indumenti sparì in un lampo ed i due amanti si ritrovarono nudi fra le lenzuola. Esplorare i loro corpi, passare le dita fra i capelli e poi giù sui muscoli di lui ed i seni di lei. Scoprire quei segreti di cui avevano sempre sentito parlare ma mai avevano visto e sentito, era una danza a tratti frenetica ed a tratti dolcissima fino al momento sublime in cui i due corpi divennero finalmente uno solo.

Sospiri e gemiti riempirono la stanza, Patty era diventata donna fra le braccia del suo grande amore e non si pentiva assolutamente di quella scelta, così contraria alla morale che le avevano insegnato in collegio! Nella catarsi dei sensi si trovò ad urlare il nome del suo Stear, di implorarlo di non smettere di farla volare e quando lo sentì irrigidirsi inarcò tutto il corpo per non perdere nemmeno un secondo di quella sensazione.

Quante volte si interruppero per poi ricominciare? Non le contarono, ma ad un certo punto dovettero fermarsi esausti. Patty guardava Stear con gli occhi velati da lacrime di gioia, lui la baciò ancora una volta e le si accoccolò vicino accogliendo la sua testa sulla spalla per farla riposare.

Potrei stare fermo immobile
solo con te addosso
a guardare le tue palpebre
chiudersi a ogni passo
della mia mano lenta che scivola
sulla tua pelle umida
senza sentire altro che noi
nient'altro che noi.



Pian piano la ragazza cedette al sonno, il suo respiro si fece lento e regolare mentre il corpo si rilassava, Stear la spostò dalla sua spalla per metterla in una posizione più comoda e mentre lo faceva dalle labbra di lei fuoriuscì un ultimo “Stear, amore mio!” Il ragazzo le si stese accanto e voltandosi a guardare quel volto addormentato disse “Anch’io ti amo Patty… ma sto per darti un dolore” quindi chiuse gli occhi e si addormentò anche lui.

Non c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo
o un tuo movimento
Perché niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come quando siamo noi
nient'altro che noi.



Ma il suo fu un sonno di breve durata, quasi subito si ridestò per trovarsi a contemplare ancora il viso del suo grande amore. Avrebbe voluto forse svegliarla per riprendere quei giochi d’amore, ma l’espressione angelica di lei lo tratteneva. Si beava solo a guardarla, ad immaginare come potrebbe essere la vita futura accanto a lei… posto che il destino gli permettesse di averne una.

Ripensò a come tutto era nato, in quel lontano collegio inglese dalle regole severe. Avevano cominciato a familiarizzare alla Festa di Maggio ma era stato dopo la partenza di Candy che fra loro era scoppiato quel sentimento. Un giorno lui l’aveva trovata sulla Seconda Collina di Pony che piangeva per la perdita della sua amica, e cercando consolarla aveva scoperto che quella ragazza occhialuta gli era ormai entrata nel cuore. Da allora aveva continuato a portare linfa alla pianta del loro amore fino al momento in cui era sbocciato in tutta la sua meravigliosa vitalità… fino a quella sera! Il prossimo passo sarebbe stato metterle l’anello al dito, ma prima aveva un altro dovere da compiere, un dovere che sentiva solo suo e di cui ancora non aveva messo a parte nessuno, che doveva rimanere ancora un segreto… almeno fino alla mattina seguente.

Potrei perdermi guardandoti
mentre stai dormendo
col tuo corpo che muovendosi
sembra stia cercando
anche nel sonno di avvicinarsi a me
quasi fosse impossibile
per te sentire altro che noi
nient'altro che noi



L’orologio batté i cinque rintocchi, delicatamente Stear si alzò mentre Patty si ricopriva meglio col lenzuolo mugolando leggermente. Le braccia della ragazza annasparono per un momento nel vuoto cercando di nuovo quel contatto ed incontrarono il cuscino lasciato libero da Stear. Patty abbracciò stretto quell’oggetto che recava il profumo di lui mentre il ragazzo la guardava con una grande malinconia, disperandosi per quel che stava per fare. Ma ormai la decisione era presa e non si sarebbe sottratto al suo dovere, era un uomo d’onore e l’avrebbe dimostrato.

Aprì l’anta dell’armadio a fianco di quella che aveva contenuto l’abito da sera di Patty e ne estrasse una divisa militare. Rapidamente si vestì sperando che Patty non si svegliasse proprio in quel momento, ma la ragazza continuava a dormire placida sognando magari altri dolci momenti con lui. Quando ebbe terminato di indossare l’uniforme prese dallo stesso armadio una sacca da viaggio già preparata e dalla tasca della giacca un foglio di carta. Delicatamente si avvicinò al comodino e lo depositò sotto gli occhiali di Patty mettendoci vicino una margherita tolta da un vaso posto sul cassettone poi, inforcati i suoi, sfiorò la fronte di lei con un leggero bacio sussurrando

“Arrivederci, amore mio!”

Sceso in strada alzò un’ultima volta lo sguardo verso la finestra della sua stanza e ricacciò indietro le lacrime che stavano cominciando a sgorgare da dietro le lenti, non era il momento di lasciarsi andare a rimorsi e pentimenti, nemmeno di fronte ad un amore che era nel pieno del rigoglio e che rischiava di morire anzitempo. Si voltò bruscamente e con il sacco sulla spalla prese la via della stazione dove l’attendeva la tradotta militare.
Nella stanza silenziosa le parole scritte su quel foglio urlavano all’ancora ignara Patty tutto lo strazio che il suo Stear stava vivendo e contemporaneamente le affondavano un pugnale rovente nel cuore…

“Mia cara Patty, perdonami se ricorro a questo stratagemma per informarti della mia decisione ma non mi sarebbe bastato il cuore per guardarti negli occhi.

Parto, parto per il fronte europeo! Mi sono arruolato come pilota nell’aviazione francese, voglio portare il mio contributo a quelle persone che laggiù soffrono per via della guerra. Sento che è un mio dovere, un dovere che devo compiere in prima persona e non come fanno tanti qui con vuote parole e ricevimenti in onore degli eroi, eroi che nemmeno sanno chi sono!

So che ti sto dando un dolore, so che tu piangerai e ti preoccuperai per me ma… tornerò, non lascerò che nessuno mi faccia del male perché il tuo amore per me mi proteggerà.

Serberò il ricordo di questa notte nel mio cuore e lo tirerò fuori ogni volta che le cose si riveleranno difficili, trarrò forza dal nostro amore e quando tornerò potremo finalmente vivere insieme.

Ti prego di stare vicina ad Archie ed alla zia Elroy, anche a loro non ho detto nulla ma ho lasciato delle lettere in cui spiego le ragioni del mio gesto. Se avrai occasione di vedere Candy, magari al suo matrimonio con Terence, salutala per me e dille che si merita tutta la felicità del mondo.

Ti amo Patty, ti amo come non avrei mai pensato di amare nessuno ma ora ho un dovere da compiere, qualcosa che devo fare per tante persone più sfortunate di me.

Aspettami tesoro, tornerò e di nuovo non ci sarà nient’altro che noi!

Tuo per sempre

Stear”


Non c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo
o un tuo movimento,
perché niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come quando siamo noi
nient'altro che noi.

 

  
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