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Autore: Moriko_    08/04/2020    5 recensioni
"Il pensiero di separarsi da loro già lo rattristava… ma cercava di non rimuginarci più di tanto. C’era ancora del tempo prima di prendere una decisione."
Il campionato nazionale di calcio giovanile è terminato, e da quel momento le strade di alcuni giocatori iniziano a dividersi, tra importanti cambiamenti e novità in arrivo.
Fino al loro prossimo incontro.
[Missing moment]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Genzo Wakabayashi/Benji
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sommario: Il campionato nazionale di calcio giovanile, che ha tenuto col fiato in sospeso tutto il Giappone, è terminato da qualche giorno, portando con sé cambiamenti e novità nelle vite dei giocatori.
Da quella finale, nuove storie hanno inizio… e, anche se certi percorsi sembrano destinati a dividersi, essi saranno indissolubilmente intrecciati.
Until they meet again.
[Piccolo missing moment ambientato subito dopo la fine del campionato delle elementari. E tecnicamente anche un What if… ma a questo ci arriviamo nelle note finali.]

Nota: si ringrazia sempre stellaskia per l’immagine che accompagna il titolo!







Until we meet again.



Erano trascorsi alcuni giorni dalla conclusione del campionato nazionale di calcio giovanile. In quell’estate rovente che stava giungendo al termine la vita dei giocatori era tornata ad essere quella di sempre, caratterizzata da ore di studio ma anche di svago con gli amici e allenamenti quotidiani.
Ma, proprio in quei giorni, erano maturati anche importanti cambiamenti. Con la fine dell’estate si stava avvicinando anche la conclusione del loro percorso scolastico delle elementari; per questo, i pensieri che occupavano la mente della maggior parte dei ragazzi dell’ultimo anno erano la tristezza di separarsi dai compagni di classe una volta terminata la scuola, da una parte, e la trepidazione di iniziare un nuovo percorso di vita con vecchie e nuove conoscenze, dall’altro.
Spesso anche Yuzo Morisaki aveva tali pensieri. Come molti ragazzi della sua età, in quei caldi pomeriggi usciva sempre di casa, portando con sé il pallone con il quale si esercitava nel suo cortile, per recarsi verso il parco cittadino. Capitava così che il ragazzo incrociasse gli sguardi di molti bambini, spensierati e felici, mentre parlavano tra loro della tristezza della fine delle vacanze e la noia del ritorno a scuola.
Nel vederli così, sorrideva in modo affettuoso. Per un attimo invidiava il modo in cui quei piccini stavano affrontando la ripresa dell’anno scolastico: sarebbero ritornati nelle loro aule, e con i loro amici di sempre avrebbero condiviso parte della giornata.
E sarebbe stato lo stesso anche per lui, con i suoi amati compagni di classe… se non fosse per il fatto che, nel giro dei mesi successivi, probabilmente avrebbe finito per iniziare il percorso delle medie senza di loro.
Per lui, quella non era una decisione facile da prendere. Nella Mizukoshi si era trovato bene: nonostante la scuola si trovasse in una zona periferica della città, ricca di cantieri di case e strade ancora in costruzione - per cui la segnaletica cambiava ogni giorno - il gruppo del quale era entrato a far parte era molto affiatato, con ragazzi gentili e simpatici, sempre disposti a dargli una mano.
Anche la squadra della quale faceva parte era composta da persone molto speciali: avevano una grinta fuori dal comune, pronti ad elaborare strategie sempre più complicate per sconfiggere gli avversari; a cominciare dai “Renyu”, la coppia formata da Ren Mochizuki e Ayumu Fukazawa, che con la loro testardaggine cercavano sempre di convincere i loro compagni d’allenamento a non arrendersi mai, proprio come loro, nemmeno quando nelle varie amichevoli erano sotto di diversi gol.
In fondo, Yuzo doveva molto ai suoi vecchi compagni di squadra. Era anche grazie a tutti loro che era giunto nel bel mezzo di quel campionato nazionale di calcio: gli avevano sempre insegnato a fare del suo meglio e, se non fosse stato per loro, forse non sarebbe arrivato nemmeno a tentare le selezioni per la Nankatsu SC.
Stranamente per lui, che nel giorno della partita contro la Shutetsu non era presente, alla fine era stato l’unico della Mizukoshi che ce l’aveva fatta. Da allora lo avevano incoraggiato ancora di più, facendo il tifo per lui e dandogli suggerimenti sul come non perdere mai la tenacia per giocare a calcio e affrontare avversari sempre più forti.
Tuttavia… era proprio grazie a loro che, proprio nella Nankatsu SC, aveva incontrato altrettanti compagni che, nonostante i suoi iniziali fallimenti, non avevano mai perso la fiducia in lui e lo avevano sempre incoraggiato.
Ed era proprio per questo che, alla fine dell’estate, Yuzo aveva iniziato ad avere i suoi primi dubbi sulla quale scuola frequentare dopo le elementari. Seguire alcuni di loro, di quell’eccezionale squadra, nelle scuole medie Nankatsu; tentare il provino per la scuola privata Shutetsu, nella speranza di fare un grande salto di qualità nel mondo calcistico nel caso in cui lo avessero preso, e seguire le orme dell’eccezionale portiere Genzo Wakabayashi… oppure restare nella Mizukoshi e continuare a giocare a calcio con i suoi compagni di sempre?
Di certo questi ultimi non avevano avuto il benché minimo dubbio: nemmeno il tempo di confidare loro i suoi pensieri, ed ecco che loro erano già pronti a spingerlo verso le prime due possibilità, in modo particolare verso quella dell’ingresso nella Shutetsu.
«Non pensare a noi! Sei in gamba: ce la farai sicuramente ad entrare a far parte di quella squadra!» gli ripetevano sempre. «E poi noi resteremo sempre amici, anche se andrai in un’altra scuola! Faremo sempre il tifo per te!»
Il pensiero di separarsi da loro già lo rattristava… ma cercava di non rimuginarci più di tanto. C’era ancora del tempo prima di prendere una decisione.

Camminò a lungo per il parco, calciando di tanto in tanto il pallone che aveva portato con sé. A volte, quando era certo di non trovare nessuno nei dintorni, lo lanciava verso l’alto per poi afferrarlo con le mani; così si divertiva, ammirando il movimento della palla che prendeva diverse direzioni, disegnando un arco o una retta perfetta.
Ad un tratto, nel prendere ancora una volta il pallone, con la coda dell’occhio notò di fronte qualcuno che sembrava rivolgersi a lui. Era ancora lontano ma, aguzzando la vista, riuscì a distinguere e a riconoscere quella figura.
«… Wakabayashi!»
A quel richiamo Genzo gli si avvicinò. Indossava una tuta da ginnastica grigia e portava con sé un borsone nero; anche se non aveva il suo solito cappello rosso, per Yuzo era stato facile capire che fosse proprio lui.
Quando furono vicini l’un l’altro, il portiere della Shutetsu lo accolse con un sorriso.



I due si sedettero su una delle panchine all’ombra degli alberi, di fronte al campetto di calcio. Un lieve vento sfiorò con delicatezza le loro guance, donando loro un po’ di frescura, mentre intorno si poteva udire il dolce canto delle cicale.
Genzo si guardò attorno, sorseggiando la bibita rinfrescante che aveva preso insieme a Yuzo da un chioschetto a pochi passi.
«Come stai?» chiese.
«Bene,» rispose l’altro, sorridendo. «Come vedi, ormai porto il pallone con me! Questo campionato mi ha fatto capire una cosa: che non posso smettere di allenarmi, perché ci sono ragazzi molto bravi nel resto del Giappone!»
Di fronte allo sguardo emozionato di Yuzo, Genzo increspò leggermente le labbra in segno di compiacimento. Dai suoi occhi ne aveva avuto l’ennesima conferma, quel ragazzo era decisamente cambiato dalla prima volta che si erano incontrati: il suo sorriso divertito era finalmente libero da tutte quelle incertezze e dubbi che lo avevano assalito quando era sceso in campo per la prima volta.
«E tu?» chiese Yuzo. «Ti vedo in gran forma!»
«Sì,» disse Genzo, mettendo la mano sul borsone che, prima di sedersi, aveva riposto sulla panchina. «Nemmeno io sto smettendo di allenarmi… non che l’avessi mai fatto, però hai ragione: in questo campionato abbiamo incontrato altri ragazzi che ci hanno dato filo da torcere. Sono felice di essermi scontrato con loro: sono eccezionali!»
Poi si appoggiò allo schienale della panchina, stiracchiandosi. «A proposito… tu hai già deciso dove andare alle medie?»
Yuzo congiunse le mani e abbassò lo sguardo. «Non so. Prima del campionato, stavo pensando che avrei continuato a giocare a calcio nelle medie della mia scuola, insieme ai miei compagni di classe. Tuttavia…»
«Tuttavia?»
Alzò gli occhi verso il cielo. «Sai… quando sono entrato a far parte della vostra squadra, mi sono subito trovato bene. Nella Nankatsu ho avuto dei compagni fantastici che mi hanno sempre incoraggiato in qualunque cosa facessi, e il fatto di avere al mio fianco giocatori straordinari come te mi ha aiutato molto ad avere più fiducia in me stesso. È un peccato se ci disperdiamo… immagino che anche tu e i tuoi compagni continuerete a giocare nella Shutetsu…»
L’altro rimase in silenzio, e fissò il vialetto di mattoni che attraversava il parco.
Di fronte a loro un gruppo di ragazzini aveva appena iniziato una partita di calcio; calciando via la palla, la rincorrevano e urlavano per chiamarsi l’un l’altro.
Genzo si lasciò andare a un dolce sorriso, guardando quei ragazzi che gli ricordavano così tanto se stesso e i suoi compagni. «Ho preso una decisione.»
«Quale?»
«Non andrò alla Shutetsu. Partirò per la Germania.»
Yuzo spalancò gli occhi, sorpreso per ciò che aveva appena sentito. «In… in Germania?» domandò. «Perché?»
«Per diventare un professionista,» spiegò Genzo a mezza voce, voltandosi verso di lui. «Mikami mi ha proposto di seguirlo in Germania, e io ho accettato. Perciò… penso che per non ci vedremo per un bel po’.»
Mikami…
Yuzo si ricordò di lui, seppur vagamente. L’aveva incontrato solo una volta, proprio in occasione della finale del campionato.
L’allenatore di Wakabayashi…
Gli venne da sorridere. Alla guida di un personaggio del genere, era certo che Genzo avrebbe raggiunto il suo obiettivo, quello di diventare un grande portiere. Conoscendolo, avrebbe fatto di tutto per essere all’altezza delle sue aspettative e, in un ambiente diverso come quello tedesco, presto avrebbe imparato anche i segreti di quelle terre dove il livello calcistico era eccellente.
Era sicuro che ce l’avrebbe fatta.
«Ti auguro tanta fortuna, Wakabayashi!» esclamò in preda ad una gioia vivissima. «Sono felice per te!»
«Ed io ti auguro lo stesso,» rispose lui. «Sono certo che tutti voi continuerete a giocare a calcio… e vincere i prossimi campionati nazionali. Insieme.»
L’entusiasmo di Yuzo si spense, ricordandosi delle parole che proprio lui aveva detto poco prima. «Ma… se finiremo in scuole diverse, come possiamo...»
«Ed è proprio per questo che ho fatto una proposta a Taki, Izawa, Takasugi e Kisugi.»
Genzo lo interruppe, rivolgendo di nuovo lo sguardo verso il campetto di calcio. «Quando loro hanno saputo che partivo per la Germania, erano preoccupati e indecisi sul loro futuro. È normale: sono sempre stato il loro capitano… e per questo ho fatto una proposta.»
«Quale?»
Il portiere si fermò un istante, tornando a guardare l’altro. «Ti andrebbe di entrare nella Nankatsu con loro?»
«Nella… nella Nankatsu?!»
Quella proposta colse di sorpresa Yuzo. Era come se Genzo lo avesse letto nel pensiero ancor prima di incontrarlo: proprio poco prima gli aveva confidato il suo desiderio di giocare ancora con tutti loro, mentre l’altro aveva già suggerito ai suoi compagni di entrare nelle medie Nankatsu. E, in tutto questo, proprio il giorno prima gli era arrivata la notizia che anche Tsubasa avrebbe proseguito il suo percorso nella Nankatsu, rinunciando all’offerta di entrare nella prestigiosa accademia Toho.
Il far parte di quella squadra sarebbe stata la soluzione ai suoi dubbi: sarebbe tornato a giocare con quei compagni eccezionali che, nel corso di tutto il campionato, erano sempre stati al suo fianco.
«Io...»
Yuzo abbassò gli occhi. C’era ancora del tempo per pensare con calma e prendere la sua decisione, ma in quel momento non seppe bene come rispondere. Di certo, entrare nella squadra delle medie Nankatsu insieme a quei fenomeni lo avrebbe aiutato ancora di più a diventare un grande campione in futuro.
Spronato da quell’ultimo pensiero, si girò verso Genzo.
«Ti ringrazio della proposta, ci penserò su!» disse allegramente, ma il suo sorriso svanì presto a fronte di una consapevolezza. «Ma… tu sei unico. Non potrò mai sostituirti, e lo hai visto anche tu: non sono così bravo come te...»
«E qui ti sbagli.»
All’improvviso Genzo prese il borsone che era di fianco a sé. Aprì la zip, e tirò fuori una piccola scatola in legno.
«Tieni.»
Genzo gliela porse. «Ho pensato di farti un piccolo regalo prima di partire; sono certo che ti sarà utile.»
Malgrado l’iniziale titubanza Yuzo prese l’oggetto e lo aprì, osservandone con stupore il contenuto.
«Ma questi…»
«Sono i miei guanti. Li ho sempre indossati durante i miei allenamenti… e ora voglio che sia tu ad averli.»
Yuzo spalancò gli occhi.
Non riuscì a credere a ciò che stava accadendo: Genzo gli stava regalando dei guanti da portiere. I suoi guanti, con i quali, ogni giorno, si era esercitato per diventare sempre più forte.
D’istinto allungò leggermente le braccia verso il suo compagno di squadra, deciso a restituirgli l’oggetto che aveva tra le mani.
«Ma io… io non posso!» disse, e lo fissò disorientato. «Serviranno più a te che a me! Li hai sempre avuti con te, ed è grazie a loro se oggi sei diventato un grande portiere… Non posso tenerli io che sono solo un principiante!»
L’altro portiere scosse la testa e sorrise. «Non devi preoccuparti. Te li affido, perché so che saranno in ottime mani!»
«In… in ottime mani?» ripeté Yuzo, incredulo.
«Sì. Sei migliorato molto dalla prima volta che ci siamo incontrati. Ricordi? Quando abbiamo iniziato a giocare insieme, eri impacciato e non riuscivi nemmeno a guidare la difesa… ma, a poco a poco, sei diventato sempre più sicuro di te. Non ti sei mai arreso, nemmeno quando gli avversari erano molto tosti.»
«Però…»
«Lasciami finire. È vero: all’inizio hai commesso alcuni errori… ma nessuno è perfetto, no? Non pensare di essere meno bravo di me o degli altri, perché non è affatto vero! E tu hai qualcosa che nessun altro giocatore ha.»
«Cioè?»
«Non hai mai gettato la spugna. Nonostante le sconfitte e la tristezza che hai provato, sei sempre riuscito a farti coraggio. Perciò… continua così: difendi con grinta la porta della tua squadra, e allenati per essere invincibile!»
Genzo ripose le mani sulla scatola, aiutando l’altro a reggerla. «Te li affido perché solo tu saprai tenerli con cura. Sei diventato più coraggioso di quel che credi!»
Yuzo guardò di nuovo i guanti. I suoi occhi divennero lucidi dalla commozione, e fece un piccolo sorriso.
«… ok! D’accordo: puoi contare su di me!»
Afferrò la scatola con grinta e fermezza, accennando un inchino. «Ti ringrazio per questo regalo… e ti prometto che farò di tutto per proteggere la porta della mia squadra!»
«Un’ultima cosa.»
«Che?»
Incuriosito da quella frase Yuzo alzò gli occhi, lentamente. Genzo lo stava osservando in silenzio: il sorriso che gli stava rivolgendo fu caloroso e rassicurante.
«Sono certo che la prossima volta che ci rivedremo… sarà nella Nazionale! Più ti guardo e più non ho dubbi: ci rincontreremo nella stessa squadra!»
Il volto di Yuzo si illuminò di gioia. Ne fu sorpreso, ma felice: anche lui era convinto che tra qualche anno avrebbe rivisto Genzo, e avrebbe ancora giocato al suo fianco.
«Sì! Sarà un onore per me!»
Genzo annuì; poi si alzò e, mettendo le mani in tasca, si allontanò da lui. Yuzo lo seguì con lo sguardo e, agitando la mano, gli urlò:
«Grazie di tutto! Abbi cura di te!»
Nell’udire quelle parole l’altro mosse una mano verso l'alto e l’agitò, per ricambiare il saluto del suo compagno.

«Lo farò!»





[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]
Ari-salve, popolo di EFP! (Saranno delle note un po’ lunghe, perciò preparatevi psicologicamente ^^”)
Allora… da dove iniziare? Prima di tutto, se qualcun'altro ha avuto la stessa idea prima di me, vi chiedo scusa. Ho scritto di getto questa parte dopo aver letto la prima parte del manga, ma nel frattempo non ho ancora visto tutte le storie che sono state pubblicate in questo fandom. Perciò, nel caso, sicuramente qualcosa del genere mi sarà sfuggito ^^” Però vi confesso che è sempre bello leggere diverse storie su uno stesso argomento, così da vedere come diversi autori hanno visto una determinata scena o relazione tra personaggi!
Detto questo: come ho già scritto all’inizio, questa storia è tecnicamente una What if (purtroppo). “What if” perché, come forse tutti già sapranno - e se non lo sapete ve lo dico io, tanto non è spoiler ;P - lo scorso 2 Aprile è stato svelato il “mistero” della prima squadra di Yuzo prima di essere selezionato per la squadra della Nankatsu SC. Indovinate un po’: anche lui proviene dalla Shutetsu, proprio come Genzo.
Mistero risolto senza incongruenze né dubbi? Ai posteri l’ardua sentenza. Fine. :D

… no, seriamente. Ho fatto questa premessa perché, a dire il vero, anch’io ormai ero dell’ipotesi che Yuzo provenisse da altre squadre, ma non dalla Shutetsu o dalla Nankatsu. Il motivo principale è perché mi piaceva molto l’idea di una persona come lui che, partendo da una squadra composta da gente ordinaria, brava nel calcio ma non ai livelli dei giocatori della Shutetsu, con tanto impegno e passione riesce a diventare un grande calciatore.
(Poi, davvero. Se l’autore ha realizzato un databook ufficiale in cui ha piazzato Yuzo in “Altro”, che senso ha rimetterlo poi nella Shutetsu? Capisco che il databook è del 2003, però… mistero!)
Prima di questa notizia, avevo iniziato a buttare giù la stesura di questa storia che, in effetti, è stata poi ultimata prima del 2 Aprile. Complice una lunga chiacchierata con Melanto - che ringrazio ancora per la disponibilità ^^ - la tesi di uno Yuzo alla Mizukoshi mi è sembrata abbastanza convincente, quindi volevo aggiungere questo particolare da qualche parte. (Però, premetto che già prima del 2 Aprile non ho mai pensato che stesse giocando come portiere in quell’infelice partita 7-0 per la Shutetsu; piuttosto, ho pensato più che si fosse ammalato proprio in quel periodo… oppure, semplicemente, che l’autore lo abbia aggiunto subito dopo. XD)
Per tale motivo, in questa storia ho voluto che Yuzo provenisse proprio da quella scuola. E, dunque, tutte le informazioni sulla Mizukoshi, compresi i personaggi nominati, sono state prese dall’app Captain Tsubasa - Miracle Shot, dove la Mizukoshi è protagonista di uno degli archi secondari. Da lì sappiamo che la scuola si trova in una zona ricca di cantieri di lavoro - probabilmente di case e strade in costruzione, forse perché un quartiere in espansione della cittadina - e che le altre squadre considerano “equilibrata” la formazione della loro squadra perché i giocatori non hanno uno stile ben delineato in materia di tecnica e strategie, a differenza della Shutetsu e della Nishigaoka.
In conclusione a questo discorso, alla luce di ciò che è stato rivelato il 2 Aprile in uno spinoff sul passato di Genzo, ho deciso di lasciare tutto così come è nato. Che Yuzo faccia parte della Mizukoshi o della Shutetsu, la sostanza non cambia: Yuzo ammira Genzo (confermato ancora una volta dallo stesso spinoff) e vuole diventare come lui, impegnandosi fino in fondo.
Perciò ci tenevo a condividere ciò che, secondo me, potrebbe essere accaduto dopo la fine del campionato nazionale di calcio giovanile: nel seguire il manga, un po’ mi è dispiaciuto non aver visto un’interazione tra i due portieri - e forse l’unica che mancava in quello scenario, dato che abbiamo visto altre scene con Tsubasa e il quartetto della Shutetsu.
Detto questo, grazie per essere giunti fino a qui, e alla prossima!
--- Moriko
   
 
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