Risvegliarsi sobrio dopo un’ubriacatura può essere orribile, e Theodore Laurence potrebbe darne conferma.
La prima cosa che gli tornò in mente fu il suo sguardo, severo come non mai.
Poi fu investito dall’ondata delle parole.
Quelle parole, però, per quanto fossero bocconi difficili da digerire, non provocavano dolore al pari di quelle che Amy aveva pronunciato con i suoi bellissimi e temibili occhi.
Uno sguardo, a volte, può fare male più di mille parole, e lo sguardo che lui sentiva tuttora puntato su di sé era gelido come il ghiaccio e pesante come il piombo.
L’aveva delusa. Era riuscito a farsi detestare da una delle persone a lui più care. Aveva perso la propria dignità dinanzi a lei, e non se lo sarebbe mai perdonato, a meno che non fosse stata lei stessa ad assolverlo.
Laurie si alzò dal letto disfatto e si avvicinò con passo ancora un po’ incerto allo specchio della stanza d’albergo.
Osservando la superficie cristallina, prese finalmente una decisione: mai più Amy March avrebbe dovuto posare lo sguardo su di un’immagine tanto ripugnante.