09/04/2020
4 recensioniCara Juvia,
la vita è dura senza di te.
E’ passato un anno eppure io ancora non mi rassegno all’idea che non ti rivedrò mai più.
Dovrebbero dirlo alla gente che il dolore più grande non lo prova chi se ne va ma le persone che rimangono. Loro sono costrette a vivere ogni giorno consapevoli di quello che hanno perso, consapevoli di quel vuoto incolmabile. E credimi Juvia, non esiste pena più grande di svegliarsi e avere la certezza che non ti vedrò seduta al tuo solito posto alla Gilda, di sapere che non ci sarà nessuno dei tuoi sorrisi a rendere sopportabile la mia giornata.
Tutti hanno cercato di consolarmi come potevano dicendomi che sarebbe andata meglio, ripetevano che i giorni più difficili sono i primi. Qualcuno mi ha addirittura detto che prima o poi avrei imparato a conviverci. Io però posso affermare con assoluta certezza che no, i giorni più difficili non sono stati affatto i primi: quelli sono arrivati settimane dopo, mesi dopo, quando tutti sono andati avanti ritornando alle loro vite mentre io sono rimasto bloccato. E no, non imparerò mai a convivere con un mondo in cui tu non esisti. Come può la gente accettarlo? La sola idea mi risulta inconcepibile, sbagliata, contro natura.
Non sei più al mio fianco ma io mi ero concesso il lusso di credere che ci saresti sempre stata. Non mi sarei mai aspettato che sempre durasse così poco.
Le cose sono così diverse ora. Anche quelle più semplici appaiono incredibilmente difficili e fuori portata, persino alzarsi la mattina richiede uno sforzo non indifferente.
Dovrei essere abituato a perdere le persone a cui tengo ma la vita è crudele, non c’è una soglia di dolore limite passata la quale diventi insensibile. Io questo lo so bene perché lo sperimento sulla mia pelle quotidianamente.
Non faccio altro che rivivere quel giorno: tu fra le mie braccia e sotto di noi una distesa di sangue, il mio ed il tuo. Principalmente il tuo. Sento ancora quell’odore di ruggine. Nelle orecchie ho ancora impresso il suono del tuo cuore che si spegne, lo sento quando chiudo gli occhi e mi lascia tutte le volte senza fiato.
Questo dolore non mi abbandona in nessun momento della giornata. Non mi dà tregua e minaccia ogni secondo di trascinarmi a fondo.
Forse in realtà quel giorno sono morto anche io e questo è l’inferno. In questo caso ha perfettamente senso che tu non sia qui con me e se così stanno le cose non posso che esserne felice.
Forse invece questa è semplicemente la realtà ed io sto solo impazzendo.
Non faccio altro che chiedermi cosa tu abbia provato in quel momento.
Eri in pace?
Stavi soffrendo?
E’ stato difficile scegliere di rinunciare al tuo futuro? Eppure, mi dico, non ci hai messo più di qualche secondo a dare via la tua vita per salvare la mia.
Valeva così tanto per te, Juvia?
Anche in un momento come quello ricordo bene il sorriso che mi hai rivolto.
Ricordo di aver pensato che fossi bellissima, la cosa più bella che avessi mai visto.. non ho avuto la forza per dirtelo anche se probabilmente ti avrebbe fatto piacere saperlo.
Sono tante le cose che non ho avuto il coraggio di dirti.
Ti avevo promesso una risposta quando la Guerra fosse giunta al termine ma tu non l’hai mai avuta. In questo momento vorrei tanto che tu l’avessi potuta ascoltare.
Se io uscissi e mi mettessi a gridare con tutto il fiato che ho in corpo mi sentiresti? La mia voce riuscirebbe a raggiungerti?
Dove sei ora?
Non immaginavo avremmo trascorso così poco tempo insieme. Non avevo mai pensato che ci fosse una scadenza.
Ora mi rendo conto di tutte le cose che non abbiamo mai fatto e di quelle che, invece, non avremmo più occasione di fare.
Vorrei fare una missione con te. Non ho mai visto le tue labbra incurvarsi in un sorriso di fronte a questa mia richiesta perché eri sempre tu a chiedermelo. Come sarebbe stato?
Vorrei invitarti ad un appuntamento. Dove andremmo? Forse in quel ristorante che ti piaceva tanto a Crocus e in cui tante volte mi hai trascinato contro la mia volontà? Una volta ci sono tornato. Forse per sentirti più vicina.. ma sai cosa? Senza di te andarci non ha avuto il minimo senso.
Vorrei che ci potessimo allenare insieme, come facevamo un tempo. Ora sono più forte, sai? Mi rendo conto però che tutta questa mia forza non ha significato senza una persona da proteggere.
Questa è solo una piccola lista di tutte le cose di cui un tempo non pensavo di aver bisogno. E sai qual è la cosa ironica? Ora darei tutto il tempo che mi resta per una giornata con te a fare anche solo una di queste cose.
A volte vorrei solo lasciare perdere tutto e andare dove nessuno possa mai trovarmi, magari in un posto che non mi ricordi costantemente la tua assenza.
Nonostante il dolore invece mi alzo, mi rendo presentabile, vado a Fairy Tail, parlo con gli altri, accetto incarichi e quando me lo chiedono trovo anche la forza per rispondere che va tutto bene.
Lo faccio per dar valore alla vita che tu mi hai concesso di vivere. Lo faccio perché so che vorresti vedermi andare avanti, lo faccio perché so che vorresti che un giorno io fossi felice.
A volte per consolarmi mi dico che forse, in fondo, in questo modo stai vivendo un po’ anche tu, no? E’ bello pensarlo.
Ma, lo ammetto, c’è una domanda che vorrei tanto farti..
Andrà mai davvero tutto bene, Juvia?
Se fossi qui sono sicuro che sapresti convincermi che un giorno sarà così.
Ma tu non ci sei. Non sei qui adesso e non ci sarai nemmeno domani o il giorno seguente o quello dopo ancora.
Per la prima volta dopo tanto tempo mi sento solo. E questo non succede solo in momenti come questo, quando sono a casa mia seduto sulla scrivania intento a scrivere delle lettere che non potrò mai spedirti, ma mi succede anche quando sono circondato da persone, in mezzo alla gente, o persino quando sono a Fairy Tail con i miei compagni. Mi guardo attorno aspettandomi di trovarti lì, che mi sorridi magari. E’ in momenti come quelli che ho paura.
Ho paura quando mi rendo conto che non ricordo più esattamente il suono della tua voce.
Ho paura quando mi ritrovo a chiedermi quale fosse la sfumatura esatta del colore dei tuoi occhi blu.
Ho paura quando prendo coscienza del fatto che non ricordo tutti i dettagli che ti riguardano e che non potrò più chiederti tutte le cose che non so ancora di te.
Chi mi chiamerà più Gray Sama?
Chi mi preparerà quegli assurdi biscotti con la mia faccia sopra?
Chi mi regalerà più una sciarpa? A me, un mago del ghiaccio.. Credo tu sia stata l’unica che si sia mai preoccupata che io possa effettivamente sentire freddo.
Mi manchi tantissimo e nonostante io abbia intenzione di continuare a dare valore ad ogni giorno che mi hai concesso di vivere vorrei solo che tu fossi qui accanto a me.
Mi manchi.
E’ passato un anno eppure io ancora non mi rassegno all’idea che non ti rivedrò mai più.
Dovrebbero dirlo alla gente che il dolore più grande non lo prova chi se ne va ma le persone che rimangono. Loro sono costrette a vivere ogni giorno consapevoli di quello che hanno perso, consapevoli di quel vuoto incolmabile. E credimi Juvia, non esiste pena più grande di svegliarsi e avere la certezza che non ti vedrò seduta al tuo solito posto alla Gilda, di sapere che non ci sarà nessuno dei tuoi sorrisi a rendere sopportabile la mia giornata.
Tutti hanno cercato di consolarmi come potevano dicendomi che sarebbe andata meglio, ripetevano che i giorni più difficili sono i primi. Qualcuno mi ha addirittura detto che prima o poi avrei imparato a conviverci. Io però posso affermare con assoluta certezza che no, i giorni più difficili non sono stati affatto i primi: quelli sono arrivati settimane dopo, mesi dopo, quando tutti sono andati avanti ritornando alle loro vite mentre io sono rimasto bloccato. E no, non imparerò mai a convivere con un mondo in cui tu non esisti. Come può la gente accettarlo? La sola idea mi risulta inconcepibile, sbagliata, contro natura.
Non sei più al mio fianco ma io mi ero concesso il lusso di credere che ci saresti sempre stata. Non mi sarei mai aspettato che sempre durasse così poco.
Le cose sono così diverse ora. Anche quelle più semplici appaiono incredibilmente difficili e fuori portata, persino alzarsi la mattina richiede uno sforzo non indifferente.
Dovrei essere abituato a perdere le persone a cui tengo ma la vita è crudele, non c’è una soglia di dolore limite passata la quale diventi insensibile. Io questo lo so bene perché lo sperimento sulla mia pelle quotidianamente.
Non faccio altro che rivivere quel giorno: tu fra le mie braccia e sotto di noi una distesa di sangue, il mio ed il tuo. Principalmente il tuo. Sento ancora quell’odore di ruggine. Nelle orecchie ho ancora impresso il suono del tuo cuore che si spegne, lo sento quando chiudo gli occhi e mi lascia tutte le volte senza fiato.
Questo dolore non mi abbandona in nessun momento della giornata. Non mi dà tregua e minaccia ogni secondo di trascinarmi a fondo.
Forse in realtà quel giorno sono morto anche io e questo è l’inferno. In questo caso ha perfettamente senso che tu non sia qui con me e se così stanno le cose non posso che esserne felice.
Forse invece questa è semplicemente la realtà ed io sto solo impazzendo.
Non faccio altro che chiedermi cosa tu abbia provato in quel momento.
Eri in pace?
Stavi soffrendo?
E’ stato difficile scegliere di rinunciare al tuo futuro? Eppure, mi dico, non ci hai messo più di qualche secondo a dare via la tua vita per salvare la mia.
Valeva così tanto per te, Juvia?
Anche in un momento come quello ricordo bene il sorriso che mi hai rivolto.
Ricordo di aver pensato che fossi bellissima, la cosa più bella che avessi mai visto.. non ho avuto la forza per dirtelo anche se probabilmente ti avrebbe fatto piacere saperlo.
Sono tante le cose che non ho avuto il coraggio di dirti.
Ti avevo promesso una risposta quando la Guerra fosse giunta al termine ma tu non l’hai mai avuta. In questo momento vorrei tanto che tu l’avessi potuta ascoltare.
Se io uscissi e mi mettessi a gridare con tutto il fiato che ho in corpo mi sentiresti? La mia voce riuscirebbe a raggiungerti?
Dove sei ora?
Non immaginavo avremmo trascorso così poco tempo insieme. Non avevo mai pensato che ci fosse una scadenza.
Ora mi rendo conto di tutte le cose che non abbiamo mai fatto e di quelle che, invece, non avremmo più occasione di fare.
Vorrei fare una missione con te. Non ho mai visto le tue labbra incurvarsi in un sorriso di fronte a questa mia richiesta perché eri sempre tu a chiedermelo. Come sarebbe stato?
Vorrei invitarti ad un appuntamento. Dove andremmo? Forse in quel ristorante che ti piaceva tanto a Crocus e in cui tante volte mi hai trascinato contro la mia volontà? Una volta ci sono tornato. Forse per sentirti più vicina.. ma sai cosa? Senza di te andarci non ha avuto il minimo senso.
Vorrei che ci potessimo allenare insieme, come facevamo un tempo. Ora sono più forte, sai? Mi rendo conto però che tutta questa mia forza non ha significato senza una persona da proteggere.
Questa è solo una piccola lista di tutte le cose di cui un tempo non pensavo di aver bisogno. E sai qual è la cosa ironica? Ora darei tutto il tempo che mi resta per una giornata con te a fare anche solo una di queste cose.
A volte vorrei solo lasciare perdere tutto e andare dove nessuno possa mai trovarmi, magari in un posto che non mi ricordi costantemente la tua assenza.
Nonostante il dolore invece mi alzo, mi rendo presentabile, vado a Fairy Tail, parlo con gli altri, accetto incarichi e quando me lo chiedono trovo anche la forza per rispondere che va tutto bene.
Lo faccio per dar valore alla vita che tu mi hai concesso di vivere. Lo faccio perché so che vorresti vedermi andare avanti, lo faccio perché so che vorresti che un giorno io fossi felice.
A volte per consolarmi mi dico che forse, in fondo, in questo modo stai vivendo un po’ anche tu, no? E’ bello pensarlo.
Ma, lo ammetto, c’è una domanda che vorrei tanto farti..
Andrà mai davvero tutto bene, Juvia?
Se fossi qui sono sicuro che sapresti convincermi che un giorno sarà così.
Ma tu non ci sei. Non sei qui adesso e non ci sarai nemmeno domani o il giorno seguente o quello dopo ancora.
Per la prima volta dopo tanto tempo mi sento solo. E questo non succede solo in momenti come questo, quando sono a casa mia seduto sulla scrivania intento a scrivere delle lettere che non potrò mai spedirti, ma mi succede anche quando sono circondato da persone, in mezzo alla gente, o persino quando sono a Fairy Tail con i miei compagni. Mi guardo attorno aspettandomi di trovarti lì, che mi sorridi magari. E’ in momenti come quelli che ho paura.
Ho paura quando mi rendo conto che non ricordo più esattamente il suono della tua voce.
Ho paura quando mi ritrovo a chiedermi quale fosse la sfumatura esatta del colore dei tuoi occhi blu.
Ho paura quando prendo coscienza del fatto che non ricordo tutti i dettagli che ti riguardano e che non potrò più chiederti tutte le cose che non so ancora di te.
Chi mi chiamerà più Gray Sama?
Chi mi preparerà quegli assurdi biscotti con la mia faccia sopra?
Chi mi regalerà più una sciarpa? A me, un mago del ghiaccio.. Credo tu sia stata l’unica che si sia mai preoccupata che io possa effettivamente sentire freddo.
Mi manchi tantissimo e nonostante io abbia intenzione di continuare a dare valore ad ogni giorno che mi hai concesso di vivere vorrei solo che tu fossi qui accanto a me.
Mi manchi.
Tuo Gray Sama
***
Ciao a tutti!😁
Mi presento, io sono Asja e questa è una semplice One-Shot che ci tenevo a condividere con voi!
Mi sono sempre chiesta come Gray avrebbe potuto reagire se Juvia fosse realmente morta durante la Guerra contro Alvarez e.. beh questo è il risultato! Credetemi al solo pensiero del nostro Gray in queste condizioni mi si spezza il cuore, più volte mentre rileggevo mi sono commossa a pensare a lui in questo stato. Scusami Gray Sama😭❤
Ciò nonostante spero che qualcuno di voi possa apprezzare questo breve "What if?". Vi sono arrivati i sentimenti del nostro dolce Gray? Spero qualcuno avrà voglia di condividere con me i suoi pensieri, nel frattempo vi ringrazio di aver letto questo capitolo! Grazie😁
A presto!😘
PS: giuro, non scrivo sempre capitoli così tristi! HAHAHA